Da TGcom:
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No a trasfusione: condannato medico
Morirono mamma e bébé testimoni Geova
La Cassazione ha condannato un ginecologo che nel dicembre del 1998 lasciò morire una testimone di Geova e il suo bimbo durante il parto. I fatti si svolsero a Barletta. L'uomo cercò di attribuire il decesso all'impossibilità di praticare trasfusioni, prescritta la setta. Il giudice invece ha condannato il medico per omicidio colposo, mentre ha cassato con rinvio la parte della sentenza sulla morte del bambino.
Santa Ricatti, 34 anni, morì nel dare alla luce un bimbo il 29 dicembre del 1998. Anche il piccolo non riuscì a sopravvivere al parto. Per far luce aull'accaduto venne subito aperta un'inchiesta ai danni del ginecologo, Antonio Luzzi.
Il medico avanzò sempre la stessa difesa: la donna secondo lui era morta perché il marito, per non derogare al suo credo religioso, non aveva dato l'autorizzazione a eseguire una trasfusione di sangue. Trasfusione che l'avrebbe salvata. Diversa l'opinione del marito, Gaetano Bizzoca, che invece aveva affermato che l'autorizzazione gli era stata chiesta quando la moglie era ormai morta.
La vicenda processuale, durata tre anni lungo tutti i gradi d'appello, si chiude ora con la sentenza della Cassazione. La corte ha condannato Luzzi per omicidio colposo, in quanto secondo i giudici la morte della donna avvenne "per negligenza e imperizia". Il ginecologo è stato condannato anche per aver falsificato la cartella clinica con la complicità dell'ostetrica, posticipando di un'ora la data di nascita del bambino, "nel tentativo di occultare che era stato omessa l'opportuna assistenza". E' stata cassata con rinvio, invece, la parte della sentenza che riguarda la morte del neonato.
La Cassazione non ha fatto che confermare la sentenza della Corte d'Appello di Bari. In primo grado Luzzi era stato condannato dal tribunale di Trani per imperizia a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) con la responsabilità di entrambe le morti. La condanna era stata confermata dalla Corte d'Appello di Bari con una riduzione della pena di due mesi.
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Ho evidenziato in grassetto un punto che sarebbe interessante poter approfondire: il marito di questa povera donna dice che l' autorizzazione a trasfondere sarebbe stata chiesta quando ormai la donna era morta. Ma anche se fosse stata chiesta in tempo, quest'uomo, che è testimone di Geova, non avrebbe molto probabilmente autorizzato il medico a trasfondere!
Quindi:
1) se un medico non chiede l'autorizzazione a trasfondere ai parenti TdG e lascia che il paziente muoia senza trasfusioni, viene denunciato perché non ha interpellato i parenti (che avrebbero comunque negato il loro assenso);
2) se chiede il permesso ai parenti TdG, questi glielo negano e quindi il medico deve rivolgersi al giudice per ottenere l'autorizzazione;
3) se si rivolge al giudice e trasfonde contro la volontà dei parenti TdG, corre il rischio di essere denunciato;
4) se non trasfonde e lascia morire il paziente, può essere denunciato anche dai parenti che non sono TdG...
[Modificato da Achille Lorenzi 24/01/2006 7.31]