IL GAZZETTINO - UDINE Giovedì, 9 Dicembre 2004
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ALLA FRIZ
Nessuna festa per il piccolo Testimone di Geova
cdm) - «Non abbiamo alcun problema stranieri, abbiamo una situazione stranieri». La vicaria della Friz Gabriella Rossi era stata chiarissima già a inizio anno, quando tutto il mondo è entrato dentro la prima elementare della scuola. Una classe da record, con quasi il 41 per cento di alunni provenienti da altri Paesi. E la prima cartina al tornasole di un'integrazione riuscita si vede ora sotto l'albero delle feste. Con i bambini, che, assieme, - vengano dalla Bosnia, dal Ghana, dall'Albania, dal Maghreb - fanno i bigliettini natalizi, le statuine del presepio, i lavoretti per i genitori. «Le insegnanti - spiega la preside Anna Maria Buttazzoni - nelle scuole del circolo hanno chiesto il parere delle famiglie, ma non ci sono stati problemi di sorta: i bambini musulmani partecipano alle attività per il Natale. È più un problema degli adulti che dei più piccoli».
Alla Friz c'è una famiglia straniera che ha chiesto di non coinvolgere il proprio figlio nella preparazione del Natale in classe. Ma l'Islam non c'entra. Il piccolo, di un Paese asiatico, è testimone di Geova come i suoi genitori. Quindi, per lui, come religione comanda, nessuna festa. Se i compleanni in aula, con le candeline e la torta, sono già off limits, il Natale lo è a maggior ragione. Ma le maestre stanno cercando una terza via da proporre ai genitori, per non farlo sentire un "diverso". Il regalino? Gli sarà dato, ma non sotto l'albero delle feste. Il bigliettino di auguri che tutti i suoi compagni fanno? Potrà crearlo anche lui. Senza angioletti, è chiaro, ma magari con un abete, come quello che disegnano i suoi vicini di banco. Solo che per lui sarà semplicemente la rappresentazione didattica di una forma geometrica. I tempi e i modi saranno diversi, la sostanza la stessa. Di una perfetta integrazione riuscita.