Minori, vittime della violenza di genitori diventati carnefici

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Vitale
00domenica 12 dicembre 2004 16:47
L'ARENA di Verona 12.12.2004
http://www.larena.it/ultima/oggi/cronaca/Bab.htm

Minori, vittime della violenza di genitori diventati carnefici
Veronesi o immigrati, la cattiveria non ha appartenenza territoriale

Minori oggetti di violenza, capri espiatori su cui scaricare la propria rabbia e la propria incapacità di gestirsi la vita. Minori, cambiali in bianco nelle mani di persone senza scrupoli, vittime di gesti che li segneranno per tutta la vita, alle volte facendoli diventare carnefici del propri figli quando diventano genitori. Le cronache purtroppo raccontano episodi in cui persino le parole usate per descrivere lo scempio diventano stillettate alle nostre coscienze. Soprattutto a quelle di chi ha «sentito qualcosa», «visto qualcosa» ed ha taciuto.
Verona è come il resto d’Italia. Ci sono casi in cui a menare le mani sono veronesissimi genitori, oppure immigrati, sovente ghanesi, tunisini o marocchini.
Nell’ottobre di due anni fa aveva scosso molti lettori la storia di un bambino, primogenito di una donna romena, costretto alle torture del convivente tunisino della madre. Il piccolo veniva bruciato con le sigarette, picchiato, portato nudo sul balcone per poi essere spruzzato di acqua gelata e lasciato ad asciugare al freddo.
A scoprire l’angoscia di quel bambino, che nonostante tutto stava zitto era stata la sua maestra che aveva visto i lividi. E davanti alla donna, la madre aveva ammesso, nonostante il terrore del convivente che poi era stato arrestato dalla polizia scaligera.
Nel marzo 2002 era stata la volta di una coppia veronese di seguaci di Geova, che era stata condannata perché ritenuta colpevole di aver spaccato un ginocchio alla loro figlia che ne ripudiava la dottrina.
E ancora nel 2001 un bambino ghanese era finito in ospedale per le frustate del padre arrestato stavolta grazie alla denuncia dei vicini che avevano sentito le grida del piccolo. L’uomo aveva patteggiato la pena ed era stato rimesso in libertà.
A volte è proprio la madre a picchiare i propri figli. Il padre di una bambina della Lessinia aveva scoperto che era la moglie a lasciare la piccola di tre anni e mezzo sotto il sole per ore. E queste torture le avevano creato angosce, crisi di panico. La bambina continuava a sbattere la testa contro il muro.
Un altro padre, nel 1998 era stato condannato perché picchiava il figlioletto di quattro mesi. «Piangeva», s’era giustificato con i carabinieri che lo portavano in carcere. (a.v.)


alex.kirk
00lunedì 13 dicembre 2004 10:29
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