Medico rischia denuncia

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Achille Lorenzi
00mercoledì 3 gennaio 2007 19:12
MEDICO RISCHIA DENUNCIA
Impone trasfusione
a Testimone di Geova

Pm indaga sul fatto

La vicenda riguarda una donna ecuadoriana di 28 anni, ricoverata alla clinica Mangiagalli. In seguito al parto la donna, regolare in Italia, ha avuto un'emorragia che le ha provocato una caduta dell'emoglobina

Milano, 3 gennaio 2007 - È stata salvata da una trasfusione di sangue contro la quale si opponeva nonostante avesse appena messo al mondo un bambino e nonostante fosse in pericolo di vita a causa di un'emorragia.

Il medico, che ha disposto l'emotrasfusione coatta, rischia ora una denuncia per lesioni.
La vicenda riguarda una donna ecuadoriana di 28 anni, ricoverata alla clinica Mangiagalli. In seguito al parto la donna, regolare in Italia, ha avuto un'emorragia che le ha provocato una caduta dell'emoglobina.

La donna, il marito e la sorella, però, si opponevano alla terapia perché la loro religione, quella dei Testimoni di Geova, non la consente.
Lo scorso 30 dicembre, dopo aver consultato il pubblico ministero di turno, il medico ha sottoposto la paziente ha una emotrasfusione coatta poichè la 28enne era in pericolo di vita.

"Il 30 dicembre - si legge sulla cartella clinica - è stata eseguita la trasfusione preso atto dei valori patologici dell'emoglobina" (3,4 grammi per decilitro)".
Il pm ha convocato e sentito i parenti della donna ed ora verificherà la vicenda decidendo così se procedere con la denuncia verso medico.

Fonte: ilgiorno.quotidiano.net/chan/milano:5454472:/2007/01/03:
Daniela47
00giovedì 4 gennaio 2007 08:12
Forse sarebbe opportuno dare in qualche modo il nostro sostegno
a quel medico coraggioso che ha badato solo a salvare una vita umana.

Daniela47
Achille Lorenzi
00giovedì 4 gennaio 2007 08:33
Un articolo di oggi su "Il Giornale":

Trasfusione a testimone di Geova Il pm dà via libera

di Redazione

Per intervento della magistratura a una donna ecuadoriana di 28 anni, testimone di Geova, in pericolo di vita per una complicazione dopo il parto, i medici della Mangiagalli hanno potuto fare una trasfusione . È accaduto nella clinica ostetrica e ginecologica milanese. La donna, che aveva appena partorito un bambino, per un problema alla placenta, ha avuto un'emorragia che non si riusciva a fermare. Per salvarle la vita l'unica soluzione era di farle delle trasfusioni ma lei e il marito di 34 anni, essendo testimoni di Geova, non hanno acconsentito. A questo punto, su consiglio della direzione sanitaria, l'équipe medica della sala parto ha contattato il magistrato di turno, il pm Edi Pinatto, per un parere giuridico. Il magistrato, di fronte a un pericolo immediato di vita, è intervenuto, spiegando che in questo caso era legale effettuare la trasfusione anche contro il diniego della paziente e dei suoi parenti. Ora la signora e il bambino, ricoverati nell'ospedale di via Commenda, stanno bene.

Fonte: www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=146448
Achille Lorenzi
00giovedì 4 gennaio 2007 11:11

Scritto da: Daniela47 04/01/2007 8.12
Forse sarebbe opportuno dare in qualche modo il nostro sostegno
a quel medico coraggioso che ha badato solo a salvare una vita umana.

Daniela47

Ho inviato poco fa questa lettera di solidarietà al quotidiano "La Repubblica":

Egr. Dott. Augias,

Le chiedo cortesemente ospitalità nella Sua Rubrica, in quanto vorrei esprimere la mia piena solidarietà al medico che con la sua decisone ha salvato la vita della testimone di Geova (TdG) che rifiutava un’indispensabile trasfusione di sangue (Repubblica 4/1/07, p. 29).

In questi giorni di polemiche trovo davvero paradossale che qualcuno venga denunciato per aver “staccato la spina” ad un malato terminale, mentre qualcun altro, come il medico in questione, rischi di essere denunciato per aver salvato una vita in pericolo.

La questione diventa poi ancora più assurda se si pensa che il rifiuto delle trasfusioni di sangue da parte dei TdG deriva da un’interpretazione letterale e fondamentalista di alcuni passi biblici, con i quali in origine si cercava di inculcare il principio della sacralità della vita. Il sangue, infatti, anticamente e nella stessa Bibbia, era ritenuto la sede della vita, dell’”anima”. Nutrirsi di sangue equivaleva quindi ad appropriarsi indebitamente di qualcosa (la vita) che appartiene solo a Dio. Nel loro estremistico letteralismo i TdG stravolgono del tutto il senso insito nella proibizione biblica, giungendo così al punto di mostrare più rispetto per un simbolo (il sangue) che per la realtà da esso rappresentata (la vita).

Molti non sanno che basandosi sugli stessi “criteri esegetici” i TdG per diversi anni proibirono le vaccinazioni ed i trapianti. Il loro Corpo Direttivo (CD) in seguito cambiò idea, concedendo agli adepti di avvalersi di tali terapie. Anche in merito al veto assoluto delle trasfusioni di sangue – al quale tutti i TdG devono sottostare pena l’esclusione dal gruppo, con conseguente ostracismo da parte di tutta la comunità, parenti e familiari compresi – sono stati apportati nel corso degli anni dei cambiamenti: attualmente i TdG possono avvalersi di alcuni emoderivati, concessione alquanto contraddittoria, in quanto, secondo il CD “il sangue, una volta uscito dal corpo deve essere versato a terra come l’acqua” e che a nessun TdG è consentito donare il sangue. Tuttavia è loro consentito utilizzare alcuni emoderivati, ricavati da sangue che è stato donato, conservato e lavorato!

Non mi meraviglierei affatto se, come è avvenuto in numerose altre occasioni, anche in merito a questa proibizione il CD apportasse delle modifiche, concedendo agli adepti l’utilizzo del sangue in casi di emergenza. Nell’attesa di questi augurabili cambiamenti nell’interpretazione biblica, vi saranno persone che continueranno a rischiare la vita e anche a morire, come avveniva un tempo, quando vaccinazioni e trapianti erano ritenuti dal CD pratiche “contrarie alla legge di Dio”.

Per chi volesse saperne di più, suggerisco la consultazione di questa pagina web: www.infotdgeova.it/trasfusioni1.htm

Saluti cordiali
Achille Lorenzi
Achille Lorenzi
00giovedì 4 gennaio 2007 11:13
Un articolo pubblicato oggi a p. 29 di "Repubblica":

wall.kill
00giovedì 4 gennaio 2007 13:01
Avendo recentemente assisto (o meglio, non assistito, perchè essendo dissociato mi è stato impedito di fare alcunchè di concreto) a un caso analogo che ha riguardato quella che un tempo era la mia migliore amica, vorrei tanto avere la possibilità di esprimere tutto la mia stima e ammirazione verso quei medici che dimostrano di avere il coraggio di applicare il buon senso nel fare ciò che il proprio lavoro e la propria coscienza richiedono.

Il loro impegno (come quello dei magistrati che li autorizzano), non sarà mai apprezzato da quelli che, pur avendo avuta salva la vita proprio grazie ad esso, arrivano addirittura a denunciare un presunto comportamento lesivo.

Davvero paradossale che persone che affermano di amare Dio in quanto dispensatore di vita, e di amare la vita in quanto dispensata da Dio, arrivino a mostrare questo livello di disprezzo verso chi ha salvato "l' ente dispensato" onorando così prima di tutto "la divinità dispensatrice".

Tutto in nome non solo di regole farisaiche ma anche di interpretazioni allucinanti di quello che in realtà sarebbe dovuto essere un messaggio di vita, e non un'istigazione alla morte.
wall.kill
00giovedì 4 gennaio 2007 13:04
E' paradossale insomma che a ricevere la denuncia (civile o penale?) sia il medico che in base alla propria coscienza e alle proprie convinzioni morali ha salvato una vita umana e non invece coloro che a livello mondiale, diffondendo le proprie convinzioni errate, hanno condannato centinaia di persone a una morte inutile.

Bisognerebbe denunciare chi condanna alla morte, non chi permette la vita.
brunodb2
00giovedì 4 gennaio 2007 13:16
Re:

Scritto da: wall.kill 04/01/2007 13.04
E' paradossale insomma che a ricevere la denuncia (civile o penale?) sia il medico che in base alla propria coscienza e alle proprie convinzioni morali ha salvato una vita umana e non invece coloro che a livello mondiale, diffondendo le proprie convinzioni errate, hanno condannato centinaia di persone a una morte inutile.

Bisognerebbe denunciare chi condanna alla morte, non chi permette la vita.

Ti quoto al 100%

Altro articolo apparso sull'Avvenire di oggi:



Ciao [SM=x570892]

Bruno
@nounou@
00giovedì 4 gennaio 2007 13:41
se l'intervento del medico viene imposto dal PM, è lo stesso passibile di denuncia? [SM=x570868]
flavio2157
00giovedì 4 gennaio 2007 14:00
Non conosco le leggi che vengono applicate in casi come questo.
Dico che se la donna si poteva salvare con terapie alternative, allora il medico ha fatto una violenza alla paziente.
Se, invece, quella donna e la sua creatura si potevano salvare solo con una trasfusione di sangue, a quel medico bisogna fargli un monumento perché ha salvato delle vite!
Flavio
musicwoman22
00giovedì 4 gennaio 2007 15:34
Re:

Scritto da: wall.kill 04/01/2007 13.04
E' paradossale insomma che a ricevere la denuncia (civile o penale?) sia il medico che in base alla propria coscienza e alle proprie convinzioni morali ha salvato una vita umana e non invece coloro che a livello mondiale, diffondendo le proprie convinzioni errate, hanno condannato centinaia di persone a una morte inutile.

Bisognerebbe denunciare chi condanna alla morte, non chi permette la vita.



Sono d'accordo con te al 100%!
Tanto di cappello a questo medico che è riuscito a salvare 2 vite però mi chiedo anche io se il pm aveva dato il via libera il medico rimane comunque passibile di denuncia?
hushai
00giovedì 4 gennaio 2007 15:55
Re:

Scritto da: flavio2157 04/01/2007 14.00
Non conosco le leggi che vengono applicate in casi come questo.
Dico che se la donna si poteva salvare con terapie alternative, allora il medico ha fatto una violenza alla paziente.Se, invece, quella donna e la sua creatura si potevano salvare solo con una trasfusione di sangue, a quel medico bisogna fargli un monumento perché ha salvato delle vite!
Flavio



...terapie alternative??? [SM=x570872]
Eh già! Vuoi vedere adesso che come dice la wts sti "medici incompetenti" non conoscono neppure le metodologie alternative. Anzi no, siccome li stavano antipatici i tdg, allora ha fatto apposta a farle la trasfusione anche se poteva tranquillamente fargli un'altro tipo di trattamento... [SM=x570873] [SM=x570873]

Scusa la mia ironia Flavio...ma semplicemente credo che non si ponga il problema nei termini da te postati.

Saluti.

Hushai
flavio2157
00giovedì 4 gennaio 2007 17:10
A volte gli ospedali utilizzano le emotrasfusioni anche in casi in cui si potrebbe evitare, è una questione di ....entrate.
Flavio
[SM=x570892]
Daniela47
00giovedì 4 gennaio 2007 17:25
UN EVVIVA x Achille

Cosi si fa con te caro Achille si fa prima a farle le cose che a dirle.
Penso che dovremmo attivarci ad inviare lettere del genere, chi ha possibilità di essere ospitato su qualche giornale, quel medico si merita un encomio, perchè avere tra i piedi il famoso comitato geovista quando un operatore deve decidere con velocità la vita e la morte, è veramente odioso.
Pensare che la gente per avere la possibilità di vivere sarebbe capace di andare anche su Marte......

Daniela47
irias
00giovedì 4 gennaio 2007 21:19
Il primo dovere del medico è la tutela della vita anche se, come è scritto nell’art. 34 del codice deontologico, deve attenersi alla volontà di curarsi liberamente espressa dalla persona.

Codice deontologico

Art.3 Doveri del medico

Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana...


In caso di denuncia per lesioni personali si può ricorrere all’art. 54 del codice penale

Art. 54 codice penale
Stato di necessità
Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona

Inoltre la nostra Costituzione prevede al c.1 dell’art. 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività.

Non tenere conto delle necessità del bimbo appena nato il quale rischiava di perdere la madre è un atto contro l’interesse della collettività ( a mio modesto parere)

Inoltre il magistrato si è pronunciato a favore delle trasfusione per cui non si può ricorrere al c. 2 art. 32 della nostra Costituzione:

“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Anche se la responsabilità penale è personale
(Costituzione Italiana art. 27 c.1)


Bisogna vedere se il giudice sta dalla parte dell'incudine o del martello,
ciao Siria [SM=x570892]
sweetymi
00giovedì 4 gennaio 2007 23:30
A me è capitata la stessa cosa. Quando abbiamo interpellato la Betel di Roma per sapere se era il caso di fare una denuncia contro il medico, ci è stato risposto che sarebbe stato opportuno farlo solo se ne fosse scaturita una pubblicità positiva per la Società da parte dei media, ma visto che la pubblicità sarebbe stata solo negativa, meglio soprassedere...
Di come stavo io non gliene importava niente a nessuno...
Comunque, meglio così. Io ora quel medico lo abbraccerei...
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