Libertà di scelta?

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Achille Lorenzi
00martedì 7 giugno 2005 13:11
Come è stato osservato in questo 3D www.freeforumzone.com/viewdiscussioni.aspx?f=47801&idc=14 un TdG che si recasse alle urne, anche in occasione di un referendum, esprimendo una preferenza, incorrerebbe nelle sanzioni dell'organizzazione (si veda qui una recente testimonianza in merito: www.infotdgeova.it/bilotti.htm ).

In un articolo pubblicato dal Tempo online (link) di oggi, si legge invece che ai TdG viene lasciata libertà di scelta.
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Le religioni si interrogano

La maggior parte delle fedi lascia libertà di scelta
Dai Testimoni di Geova, i più numerosi, ai «Tunka Oyate»


SE la Chiesa Cattolica invita all'astensionismo i propri fedeli, gli ebrei optano per tre Si e un No e i musulmani sono sostanzialmente divisi, gli esponenti delle altre religioni sul territorio italiano sono in maggioranza propensi a lasciare libertà di coscienza nel segreto dell'urna. Di rilevante importanza numerica, visto che tra evangelizzatori e «simpatizzanti» arrivano a quasi 430mila, i fedeli del culto dei Testimoni di Geova rappresentano oggi la seconda religione italiana. Si recheranno alle urne mantenendo un certo distacco, anzi forse saranno in ben pochi ad andare a votare. Saranno chiamati al prossimo referendum anche i circa 150mila cristiani evangelici, rappresentati dal pastore Carlos Zarazaga, che ha chiarito la posizione della sua comunità religiosa nei confronti dei temi di bioetica, in generale, e della procreazione assistita. «Siamo convinti — spiega — che queste siano decisioni da prendere in maniera personale o, nel caso specifico, all'interno della coppia. La nostra Chiesa punta molto sull'individualità decisionale di ciascuno dei nostri fedeli e, su temi come questo, non siamo per niente dogmatici». All'ultimo censimento hanno raggiunto in Italia i 35 mila individui e tra le chiese cristiane evangeliche, quella Valdese è tra le più proiettate verso un'identità moderna, che cerchi di rivisitare i canoni classici dell'etica morale e tenti di abbattere le barriere dei dogmi inviolabili. Ad intervenire a nome della comunità è Sergio Rostagno, emerito di teologia sistematica della Facoltà Valdese di Teologia di Roma. «In questo caso si può, anzi si deve, lasciare libera la scelta. Per libera scelta intendo, però, qualche cosa di molto relativo. Più che di scelta "libera", parlerei piuttosto di decisione sofferta». Sulla linea della «libera coscienza» si pone anche la piccola comunità luterana che conta 7mila fedeli in Italia. I seguaci di Martin Lutero non prendono una posizione ufficiale per quanto riguarda le questioni italiane, non si dichiarano a favore di temi scottanti come quello dell'aborto, ma non pongono neanche dogmi o veti nei confronti di scelte personali o di particolari ricerche scientifiche. Anche gli esponenti della corrente New Age di Scientology, che ad oggi nel nostro Paese conta, secondo le loro ultime stime, circa 100mila seguaci, intervengono nel dibattito sulla fecondazione assistita e sul prossimo refendum. «Di fatto — spiega il portavoce e Direttore degli Affari Pubblici di Roma, Fabrizio D'Agostino — non esiste una posizione ufficiale della Chiesa di Scientology in merito alla fecondazione artificiale». Assolutamente contrari alla procreazione assistita sono invece gli esponenti del gruppo «Tunka Oyate», componenti di una piccola comunità di Torino vicini alle filosofie di vita di alcune tribù di Indiani d'America ed del culto dello sciamanesimo. «Noi siamo assolutamente contrari alla procreazione assistita ed a qualsiasi tipo di manipolazione della vita — spiega il Presidente dell'Associazione Tunka Oyate, Mariano Romano — Se qualcuno non può avere figli, significa che il creatore non ha voluto questo per loro».
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Il grassetto è mio.
Cosa si comprende da questo articolo? Chiaramente che i TdG siano del tutto liberi di esercitare o meno il diritto/dovere di voto, senza che debbano subire per questo delle sanzioni da parte dell'organizzazione.
La realtà, come sappiamo, è invece molto diversa.
Ma chi avrà mai detto queste cose all'estensore dell'articolo?

Saluti
Achille
Achille Lorenzi
00martedì 7 giugno 2005 19:00
Certamente l'autore del succitato articolo avrà consultato qualche portavoce dell'organizzazione prima di scrivere che i TdG lasciano ai propri fedeli la libertà di scelta in merito alle votazione referendarie.
Che si tratti di direttive provenienti dai vertici dell'organizzazione lo attesta anche un altro articolo uscito oggi sul Sole 24 Ore: link

«... buddhisti italiani, circa 30mila, hanno chiesto, attraverso il presidente dell'Unione italiana, un orientamento del Dalai Lama su come andare a votare, mentre i Testimoni di Geova lasciano totale libertà di coscienza».

Ma come si fa a parlare di "totale libertà di coscienza" quando, se un TdG si reca alle urne esprimendo una preferenza, nel caso questa sua condotta venga risaputa, incorre nelle sanzioni dell'organizzazione? (si veda www.infotdgeova.it/votare.htm )

Achille
Daniela47
00martedì 7 giugno 2005 23:17
TDG e libertà di votare
Per favore qualcuno di voi che conosce bene le nacoste regole di veto dell'organizzazione sulle votazioni risponda con lettere chiarificatrici ai giornali. Non permetteteli di mentire sempre e dovunque.
Mi ricordo di aver letto anche alcune lettere di ex testimoni che chiedevano lumi ai responsabili della Betel di Roma e le loro risposte.
Sbaglio o ci sono stati anche dei disassociati proprio per questo?.
carlomagno1955
00mercoledì 8 giugno 2005 13:49
Facciamo così: Domenica non vado a votare ma lunedì si, non solo mi presento al seggio ma, esprimo anche le mie preferenze, dopo di che informo i miei anziani e vediamo cosa succede.
Terrò informati sia voi che le testate giornalistiche citate sù eventuali sviluppi (disassociazioe sicura!).
tartuca
00mercoledì 8 giugno 2005 17:51
Credi? Io penso che comincino a rendersi conto di "essere osservati"....[SM=g27829]
Vitale
00martedì 14 febbraio 2006 23:17
Le votazioni sono prossime
Contrasti della prassi dei testimoni di Geova

Queste poche righe a dimostrazione come la prassi della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, sia in contrasto con le leggi della Repubblica Italiana.
Questo intervento ha lo scopo di illustrare parzialmente il problema dell’esercizio di voto, costantemente negato nell’ambito dell’organizzazione.
A tutti i soci di questa organizzazione, viene impedito di esercitare questo diritto e di assolvere questo dovere dai dirigenti italiani, ubbidienti alla sede centrale mondiale statunitense, mediante alcune tecniche:

> espulsione per aver violato la cosiddetta “ neutralità “
> intimidazioni
> minacce
> ricatti morali, a chi fatica ad adeguarsi
> continui condizionamenti per raggiungere lo scopo

Per voto ( votare, votazione, elezioni ) non s’intende “ l’invito “ – già reato – d’astenersi non dando alcun appoggio ad un partito politico ( scheda bianca o nulla ), bensì quello di non accedere fisicamente al seggio elettorale, per affermare così la propria contrarietà nei confronti di un sistema democratico ed istituzionale.
Questo può essere facilmente dimostrabile, se esiste la volontà politica di farlo, da un semplice confronto tra la lista dei soci e le liste di chi ha votato. Il rifiuto massiccio e compatto di assolvere l’esercizio del voto, dimostra chiaramente come non si tratti di una scelta individuale, bensì un preciso ordine dell’organizzazione.

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Corriere della Sera 29.01.1990 pag. 10

Intervista del giornalista Gian Antonio Stella al portavoce italiano della “ Congregazione cristiana dei testimoni di Geova “ Paolo Piccioli: …..

Stella – Insomma: tutto falso. Anche che chi vota viene disassociato.
Piccioli – “ Noi non sosteniamo la politica, tutto qui. Ma non sappiamo se i fratelli votano o no “.
Stella – Cerchi di rispondere: chi vota è espulso o no?
Piccioli – “ Le ripeto: non possiamo saperlo, se votano “
Stella – Se lo vedesse lei, con i suoi occhi, uno che esce dal seggio elettorale?
Piccioli – “ Senta, io non posso risponderle. Io rispondo solo a ciò che voglio “


Il Sabato 17.03.1990 pag. 26 – 28

<< I Tribunali di Geova >> Schedature, archivi segreti, processi ideologici.

……Le rivelazioni di numerosi fuoriusciti dai Testimoni di Geova confermano oggi che chi compie il servizio militare, oppure opta per quello civile, viene sottoposto all’azione del comitato giudiziario. Lo stesso vale per chi vota in qualche consultazione elettorale.

Alcuni ex testimoni hanno spiegato che a detta delle autorità dei Testimoni di Geova chi compie tali scelte é reo di “ violazione di neutralità “. * Proibire il diritto di voto * spiega un avvocato consultato da un ex geovista * o l’adesione ad un partito, sindacato, associazione, eccetera, significa tra l’altro agire contro l’articolo 3 della Costituzione, lì dove afferma che “ La Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese “.

“ Al di là delle opinioni sui vari schieramenti politici, o per meglio dire partitici “ ci dice un ex geovista, con una permanenza di oltre 10 anni nei ranghi direttivi << i processi ordinati contro semplici cittadini, o le pressioni compiute verso le migliaia di casalinghe aderenti alla setta, sono azioni che vanno contro il diritto di ogni cittadino di esprimersi e di scegliere tramite il voto>>. Faccio presente, aggiunge l’ex testimone di Geova “ é sufficiente mettere piede nel seggio elettorale per essere inquisito “.

La domanda che scaturisce immediatamente é molto semplice: può uno Stato stipulare un’Intesa con un’organizzazione religiosa che “proibisce” ai suoi aderenti dei esprimere il diritto di voto?....

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Stralcio di una lettera testimoniale del Sig. S.G. ex sorvegliante di congregazione, disassociato nel 1971 al Sig. A.F e Sig. S.P. ex anziani e dirigenti nazionali della filiale di Roma:
…… La Sig.ra A. che ora é morta, fu disassociata per essere andata a votare, e in quel caso non si scrisse niente, ne si pronunciò niente alla congregazione; ma singolarmente furono avvertiti tutti i proclamatori. Da quella disassociazioni i proclamatori presero l’abitudine che ogni votazione presentavano il certificato elettorale a me personalmente, in modo che non si creassero dubbi sulla loro neutralità…..

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Manuale per la scuola di Ministero Teocratico, pag. 173 – paragrafo 6: … normalmente ci sono alcune cose che preferiamo non dire ai nuovi interessati ….

Senza dubbio é il modo più subdolo di agire per non dirlo apertamente e andare così contro la legge italiana, ma poi piano - piano si accetta anche se non ben chiaro, specialmente per i giovani che rimangono con un po’ di amaro in bocca.

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Perché viene chiesto all’adepto di rinnegare il proprio passato, la propria cultura, le tradizioni del popolo cui appartiene, considerandoli retaggi umani, destinati a scomparire? A chi serve gente che non vota, che non si interessa di politica, che non mette a disposizione i propri talenti “ per non imbrattarsi col mondo malvagio “?
Viene da ipotizzare non tanto l’esistenza, ma l’attuazione di un piano politico economico, tendente al condizionamento e assoggettamento con il minimo impiego di energie ma con il massimo dei risultati, di intere nazioni.

Vitale

[Modificato da Vitale 14/02/2006 23.18]

brunodb2
00mercoledì 15 febbraio 2006 20:51
Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 07/06/2005 19.00

«... buddhisti italiani, circa 30mila, hanno chiesto, attraverso il presidente dell'Unione italiana, un orientamento del Dalai Lama su come andare a votare, mentre i Testimoni di Geova lasciano totale libertà di coscienza».

Ma come si fa a parlare di "totale libertà di coscienza" quando, se un TdG si reca alle urne esprimendo una preferenza, nel caso questa sua condotta venga risaputa, incorre nelle sanzioni dell'organizzazione? (si veda www.infotdgeova.it/votare.htm )

Il divieto di votare è così drastico che ai testimoni di Geova non è consentito neanche di "pensare"


da:
KS 91 (Libro di testo per la Scuola del Ministero del Regno, pag. 140)
I Testimoni di Geova mantengono la neutralità nei confronti delle questioni politiche e militari delle nazioni ... Non interferiscono in ciò che fanno gli altri in quanto a votare alle elezioni politiche, presentarsi candidati a cariche politiche o fare campagne politiche, unirsi a organizzazioni non neutrali (cioè fare il militare) ... Poichè i veri cristiani dedicati "non fanno parte del mondo", se un (Testimone) ... viola la sua neutralità cristiana si dissocia in tal modo dalla neutrale congregazione cristiana ... Se gli anziani sanno che una persona sta pensando di intraprendere una condotta del genere, dovrebbero parlarle in quanto è possibile che agisca in tal modo per ignoranaza. (grassetto e parentesi mie)

Ciao [SM=x570892]

Bruno

Vitale
00giovedì 16 febbraio 2006 13:26
Re:
http://www.credere.org/subliminale/tdg1.htm#top

Vitale

[Modificato da Vitale 16/02/2006 13.31]

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