Visti i recenti vespai circa la tanto decantata "libertà d'espressione", desidero esprimere la mia opinione.
Esempio: una persona decide di aprire la sua casa e di ricevere degli ospiti a tempo indeterminato.
Non ha pregiudizi di sorta: sono tutti i benvenuti.
Offre loro comfort, buon cibo, atmosfera amichevole per poter fare piacevoli e costruttive conversazioni.
Non ci sono limitazioni di sorta, tranne il rispetto delle normali e ovvie regole della buona educazione.
Però ad un certo punto, per vie traverse, quindi non dirette, viene a sapere che alcuni degli ospiti criticano la conduzione della sua casa e la qualità del cibo che offre loro, gettando indebitamente discredito sulla sua ospitalità.
Come dovrebbe reagire il padrone di casa? In nome della succitata libertà d'espressione dovrebbe consentire il prosieguo di gratuite maldicenze a scapito suo e degli altri ospiti?
La risposta è ovvia, no?
A) «Se hai qualche valida rimostranza mi fai il piacere di parlarne personalmente con me. Se quanto affermi è valutabile posso fare le opportune modifiche. Spettegolare a destra e a manca è indice di scarsa intelligenza e pure d’ingratitudine.»
B) «Se questo non ti va, quella è la porta. Fine della storia.»
La libertà di azione e di espressione ha necessariamente bisogno di paletti, quali l’intelligenza, buona educazione e rispetto altrui.
Ma è così difficile capirlo uffa?