Tradotto dal francese (
http://www.hebdosquebecor.com/rej/02062005/rej_02062005_A11.shtml ).
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Ma la parola di Dio non è immutabile e non deve essere tradotta attenendosi strettamente al testo originale ebraico senza lasciare spazio al'interpretazione, così come fanno i Testimoni di Geova?
«Bisogna continuamente riportarsi al giorno attuale. E' un cantiere sempre aperto perché bisogna costantemente attualizzare i testi. Per spiegare un po' in che consiste questa revisione, ecco l'esempio che faccio ai miei studenti all'università. In un certo passaggio, se ci si attiene al testo, si sbaglierebbe a scrivere che Dio ha il naso lungo. Un [contemporaneo] comprenderebbe queste parole in un modo completamente diverso rispetto ad un Ebreo di quei tempi. E' necessario sapere che a quei tempi, il naso era la sede della collera e che questa espressione significava che Dio è lento all'ira».
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Nel libro "Perspicacia" si legge: «Alla lettera l’espressione ebraica tradotta "lento all’ira" ("longanime" in qualche traduzione) significa "lunghezza di narici [dove divampa l’ira]"» (p. 152).
Meno male che anche la WTS non si è attenuta alla lettera in questo caso. Vi immaginate leggere nella TNM "O Dio, dalle lunghe narici [dove divampa l'ira]"
Ci sono comunque numerosi altri esempi nella TNM dove non aver "attualizzato il testo" ha portato a delle traduzioni davvero assurde ed incomprensibili.
Chi lo sa, per esempio, che cosa sono le "case dell'anima" di Isaia 3:20 (nella TNM)?
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 09/02/2005 19.55]