Il concilio di Gerusalemme. Atti cap. 15

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Bicchiere mezzo pieno
00sabato 3 maggio 2008 17:55
A differenza di tutte le volte in cui l'evento del capitolo 15 di Atti viene considerato per la questione sul sangue, stavolta vorrei dare un taglio diverso del discorso per cercare di capire come in ambito cattolico viene visto tale concilio.

Nella teologia cattolica esiste una differenza fra un sinodo provinciale e un concilio ecumenico. Le risoluzioni adottate da un sinodo non sono mai infallibili e quindi non generano definizioni dogmatiche che rientreranno poi nei dogmi in cui il cattolico dovrà credere se vorrà ancora considerarsi cattolico, mentre i concili ecumenici, aventi il requisito di ecumenicità, invece sì.

Ma il famoso concilio di Gerusalemme in quale tipo di concilio viene inserito dalla teologia cattolica: è un sinodo provinciale o un concilio ecumenico a tutti gli effetti?

Chiedo questo perchè nel libro del Monsignor Lorenzo Minuti 'I Testimoni di Geova non hanno la Bibbia' a pagina 136 dice:

(il testo fra parentesi quadre sono aggiunte mie personali)

"Il secondo, è più importante, è che il decreto [il decreto riguardante la decisione del concilio di Gerusalemme per intenderci] viene inviato ai cristiani di Antiochia, Siria e Cilicia, provenienti solo dal Paganesimo (cf. Atti 15,23) e non ufficialmente a tutto l'ambiente cristiano etnico e giudaico. Cosa ,quest'ultima, che fa capire con chiarezza come il decreto non possa essere considerato vincolante per le comunità cristiane di ogni luogo ed epoca, come invece intendono i Testimoni di Geova...

...Che poi esistessero altre comunità cristiane nelle quali il decreto venne accolto e osservato, oltre quelle a cui esso era rivolto, non è pregiudiziale al fatto che lo stesso avesse un indirizzo limitato ad un determinato ambiente cristiano ed un valore limitatamente vincolante e non esteso nello spazio e nel tempo..."

Da quanto si comprende perciò il concilio di Gerusalemme pare essere visto al più come un sinodo provinciale piuttosto che come un concilio ecumenico, o sbaglio? Qualcuno può darmi delucidazioni su come la Chiesa Cattolica valuti questo raduno apostolico?

Grazie. [SM=x570865]
Polymetis
00sabato 3 maggio 2008 18:22
Veramente di solito non viene neppure conteggiato tra i Concili. Comunque si tratta di indicazioni di carattere pratico per risolvere una situazione particolare, cioè la convivenza tra giudeo-cristiani e cristiani provienenti dal giudaismo. Le regole non hanno valenza in sé, servono solo a far sì che i gentili non siano di scandalo ai giudeo-cristiani, ora, poiché di giudeo-cristiani non convivono più con noi, la motivazione di questa misura creata ad hoc è caduta. La decisione di quel Concilio è sicuramente infallibile, visto che è attribuita allo Spirito Santo, ma non sta scritto da nessuna parte che sia eterna. E' una decisione infallibile, cioè giusta, per risolvere quella situazione, non per essere applicata in ogni comunità.

Ad maiora
Bicchiere mezzo pieno
00sabato 3 maggio 2008 19:10

Veramente di solito non viene neppure conteggiato tra i Concili.



Ah, e perché mai? Non solo è un concilio riconosciuto dalla Chiesa ma addirittura è l’unico attestato dalle stesse Scritture. Forse non viene conteggiato perché non vi si sono state formulate delle pronunziazioni dogmatiche in materia di dottrina come invece negli altri? Mi viene in mente solo questo.


Comunque si tratta di indicazioni di carattere pratico per risolvere una situazione particolare, cioè la convivenza tra giudeo-cristiani e cristiani provienenti dal giudaismo. Le regole non hanno valenza in sé, servono solo a far sì che i gentili non siano di scandalo ai giudeo-cristiani, ora, poiché di giudeo-cristiani non convivono più con noi, la motivazione di questa misura creata ad hoc è caduta.



Ma durante la convivenza dei gruppi giudeo-cristiani e dei cristiani gentili, la sua validità spaziale era riferita alle sole chiese di Antiochia, Siria e Cilicia, dico bene? Si può quindi affermare che le chiese che erano fuori dai territori interessati da quelle tre chiese non avessero l’obbligo di rispettare i comandi apostolici dichiarati da quel raduno, giusto? E’ questo che mi sembra di capire dal testo di don Minuti.


La decisione di quel Concilio è sicuramente infallibile



Perché erano radunati tutti i vescovi? E quindi avendo il carattere di ecumenicità era perciò infallibile? E’ vero che viene detto che lo Spirito Santo decideva però è anche vero che al verso 28 del capitolo 15 è scritto:


“Poiché allo spirito santo e a noi è parso bene di non aggiungervi nessun altro peso, eccetto queste cose necessarie: 29 che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli e dal sangue e da ciò che è strangolato e dalla fornicazione”.



Più che essere una pronunziazione infallibile sembra essere una specie di compromesso per andare incontro alle esigenze della questione sollevata in quelle tre chiese. Infatti non dice una frase tipo “Lo Spirito comanda’ o ‘stabilisce’ ma ‘allo Spirito Santo è parso bene’. Sembra che lo stesso Spirito di Dio quindi abbia raggiunto un compromesso per risolvere la questione e non per stabilire infallibilmente delle concezioni dottrinali.

Ho capito bene?
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