IL RISCATTO

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Antonytundo78
00venerdì 24 agosto 2007 17:58
"Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”(MATTEO 20:28)

Perche secondo voi era necessario che proprio Cristo morisse per noi e non un semplice angelo anche lui perfetto come Adamo?Inoltre come si puo' essere giustificati "solo" esercitando fede in questo sacrificio?
Mi piacerebbe confrontare le opinioni di tutti voi.Grazie.
PFrancesco
00venerdì 24 agosto 2007 20:06
Era necessario che Dio si facesse Uomo affinchè l'uomo potesse farsi dio.
Era necessario che il Dio-Uomo morisse affinchè fosse vinta la morte.

Shalom
Polymetis
00venerdì 24 agosto 2007 21:37
Perché solo chi è sia uomo che Dio può riconciliare gli uomini e Dio. Inoltre il riscatto non va visto con l’ideologia della bilancia, della serie “hanno tolto tot, devono ripagare tot”, sia perché la riparazione è stata “sovrabbondante”, come dice Paolo stesso, e dunque non si tratta di “un uomo perfetto in cambio di un uomo perfetto”, ma di qualcosa di più, sia perché Dio non applica alcuna legge del taglione e la sua non è stata un’ esigenza riparatoria ma un atto d’amore. Solo Dio poteva sacrificarsi perché non c’è amore più grande di questo, e Dio è amore supremo, amore supremo per l’uomo. Da ultimo: un dio che chiede il sangue di un estraneo è un sadico che ci riporta in pieno nell’economia vetero-testamentaria dei sacrificio. Solo se Dio è sia colui che esige riparazione, sia colui che la dà, se cioè Dio è sia colui che esige sia colui che paga, allora siamo nella nuova economia dell’amore.

Ad maiora
Trianello
00sabato 25 agosto 2007 07:38
L’umanità, per via del peccato originale, era esclusa dalla visione di Dio. Essa era una massa condannata alla perdizione (massa peditionis, come dice S. Agostino). Dio ha comunque deciso di intervenire per salvare le sue amate creature da questa triste condizione. Certamente, però, Dio non poteva fare come se il peccato non ci fosse: Egli infatti è assoluta verità e l’esistenza del peccato è una verità. Dio avrebbe potuto offrire ad ogni singolo uomo la grazia del pentimento, dando così ad ognuno la possibilità di redimersi. In questo caso, però, il peccato non sarebbe stato adeguatamente riparato. Il peccato, infatti, ha una gravità infinita (sul piano morale), in quanto offesa a Dio, la cui dignità è infinita, mentre le opere buone delle persone umane (nel caso di eventuali opere compiute per riparare al peccato) hanno sempre un valore finito. Pertanto, anche se pentito e desideroso di riparare al peccato, l’uomo non sarebbe mai stato in grado di soddisfare adeguatamente l’offesa fatta a Dio.
Era necessario conciliare misericordia e giustizia. Ecco allora il perché dell’Incarnazione redentrice: il Verbo eterno, assumendo la natura umana, si è fatto solidale con gli uomini e a nome nostro ha offerto a Dio il sacrificio riparatore. Tale sacrificio, in quanto compiuto da uno di noi a nome nostro, appartiene a tutti noi. D’altro canto, essendo stato compiuto dal Verbo, che è Dio, ha quel valore infinito che nessuna opera semplicemente umana avrebbe mai potuto avere.
Con la morte e la resurrezione di Cristo si è realizzata la redenzione dell’umanità ed è stata riaperta per ognuno di noi la strada che conduce alla salvezza.
Offrendosi liberamente alla sua passione, Gesù, quale sacerdote, ha offerto sé stesso in sacrificio al Padre. Tale sacrificio ha comportato una riparazione adeguata (anzi, sovrabbondante) per i nostri peccati (il peccato originale ed i peccati attuali), meritandoci la grazia e riaprendo per noi le porte del Paradiso.
La fede in Cristo salva perché questa non è una semplice adesione cognitiva alla Verità, ma è un’adesione di tutto l’uomo alla medesima. La fede è un’abbandonarsi a Cristo e lasciare, per dir così, che sia Lui a condurci presso il Padre. La fede non è solamente un credere a Cristo quale salvatore (fides quae), ma anche un volere che Cristo ci salvi ed un affidarsi a Lui (fides qua).
PFrancesco
00sabato 25 agosto 2007 11:12
"Come per opera di un solo uomo entrò il peccato nel mondo e con il peccato la morte, così essa si è estesa in tutti gli uomini per la quale [eph'ho] tutti abbiamo peccato". (Romani 5,12)

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