I Testimoni di Geova in "guerra"

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ednaservice
00venerdì 8 settembre 2006 12:05
I TESTIMONI DI GEOVA IN "GUERRA"

L’ultima aberrante decisione dei vertici spiritualmente corrotti della WTS/CCTdG finalizzata a paragonare, quanto agli effetti del “MICIDIALE OSTRACISMO PERENNE E ASSOLUTO”, le dimissioni ex art. 5 Statuto ad un qualsiasi provvedimento di espulsione per fatti gravi (pedofilia, furto, omicidio, ecc.), riapre di diritto tutte le gravose questioni -ancora irrisolte- sollevate nei primi anni ottanta dalla pubblicazione del famoso libro “Crisi di coscienza” del fratello Raymond V. FRANZ e, qui in Italia, dai ‘fratelli separati’ Adriano FONTANI, Achille AVETA, Sergio POLLINA e molti altri, con la ‘famosa’ denuncia del 3/3/1989, archiviata troppo frettolosamente nel mese di marzo 1990 dal Tribunale di Siena.

Quale testimone fisico e morale di fatti di inaudita gravità risalenti a tale periodo turbolento, simile a quello attuale, della storia contemporanea dei Testimoni di Geova, qui di seguito riporto il testo integrale di un articolo, particolarmente significativo, pubblicato sabato 30/12/1989 sul quotidiano barese “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Con la stessa enfasi, detta notizia fu pubblicata integralmente anche su tutti gli altri quotidiani nazionali.


I TESTIMONI DI GEOVA IN “GUERRA”
Aperta un’inchiesta dalla Procura di Siena.
Due gruppi di fuoriusciti hanno lanciato dure accuse contro la loro ex setta.

SIENA – La procura della Repubblica di Siena ha aperto un’inchiesta sulla congregazione dei Testimoni di Geova sulla base di una denuncia presentata da alcuni fuoriusciti dal gruppo religioso.

L’apertura dell’inchiesta, condotta dal procuratore Livio Salvatori, è l’ultima conseguenza di una iniziativa avviata in tutta Italia da gruppi di fuoriusciti dalla congregazione, appoggiati da due associazioni: il “Gris” (Gruppo ricerca e informazione sulle sette di ispirazione cattolica), recentemente riconosciuta anche dalla Conferenza Episcopale Italiana e la “Aris” (Associazione ricerca e informazione sulle sette) di natura laica.

Nel marzo scorso i fuoriusciti inviarono a tutte le prefetture italiane esposti per contestare l’ipotesi di accordo tra “Testimoni di Geova” e Stato italiano, sostenendo che la congregazione violava alcuni principi costituzionali.

Tra le accuse principali, il fatto che i Testimoni di Geova eserciterebbero pressioni nei confronti degli aderenti per impedire la loro fuoriuscita: la circostanza che queste pressioni si trasformerebbero in “veri e propri processi, celebrati non solo sul credo religioso del singolo individuo, ma su un complesso di informazioni inerenti anche la sua vita privata” ed infine sulla raccolta di “dossier informativi sugli aderenti che non vengono restituiti dopo l’abbandono della setta”.

I fuoriusciti sostengono inoltre che “il rifiuto del servizio di leva e delle trasfusioni di sangue non sono libere scelte individuali, ma un obbligo per gli aderenti, pena l’espulsione”.

Gli elementi raccolti in questi esposti vennero inviati dalla prefettura di Siena alla questura che, dopo una indagine durata alcuni mesi, ha interessato della materia la magistratura della città toscana inviando un rapporto e raccogliendo querele di parte da parte di alcuni fuoriusciti.

In questi giorni il procuratore Salvatori sta interrogando i firmatari delle querele.

L’avvocato veneziano Luciano Faraon, che cura gli interessi di alcuni ex appartenenti alla congregazione, sostiene che “I Testimoni di Geova organizzano tribunali veri e propri e schedano ogni loro affiliato”. “E’ proprio la presenza di questi dossier -ha detto ancora l’avvocato- a farci pensare alla struttura di una associazione segreta con tutte le conseguenze del caso. E’ bene che gli italiani sappiano che quando i Testimoni di Geova si presentano nelle loro case potrebbero essere schedati”.

L’avvocato Faraon ha annunciato di aver presentato al tribunale di Venezia due denunce: la prima per tentato omicidio, relativa al caso di una bambina “sottoposta a 13 ore di esorcismi” e la seconda per omicidio “in seguito alla morte di una donna dopo che il marito si era opposto a trasfusioni di sangue”.

I Testimoni di Geova hanno già risposto alle accuse dei fuoriusciti con una dichiarazione di un loro esponente, Paolo Piccioli.

“Noi espelliamo chi viola i gravi principi biblici, come adulterio, furto, calunnia, se non si pente. Se viene espulso poi può essere riammesso. Non è vero che c’è terra bruciata. Se vengono espulsi è ovvio che ci sia un distacco finalizzato a non contaminare la condotta degli altri”.


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ALCUNE DOMANDE SORGONO SPONTANEE:

E se, come sembra assai verosimile, il Procuratore della Repubblica di Siena, dott. Livio SALVATORI, abbia commesso un grossolano errore di valutazione?

Anche alla luce dei 'fatti nuovi sopravvenuti', esiste la concreta possibilità di 'rivedere' il giudizio sfavorevole di detto Magistrato?

Cosa ne pensa la categoria dei foristi e, in particolare, qual'è il parere in merito del 'fratello' Adriano FONTANI, l'autore principale di detta denuncia?

Che ne pensano, infine, i dimissionari ai sensi dell'art. 5 Statuto?

Saluti e grazie.

Vito


[Modificato da ednaservice 08/09/2006 16.00]

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