I TdG non ci saranno

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Vitale
00mercoledì 6 aprile 2005 13:46

La Stampa 06.04.2005

Ebrei, mussulmani,mormoni, buddhisti, sikh a fianco dei cristiani

... " Tre le pochissime eccezioni i Testimoni di Geova, i fondamentalisti protestanti USA e i raeliani che sul loro sito non hanno riportato la notizia della morte ".

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Vitale
Achille Lorenzi
00giovedì 7 aprile 2005 06:12
I funerali come «festa» delle religioni
www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1101188&sezion...

Ebrei, musulmani, mormoni, buddhisti, sikh a fianco dei cristiani

inviata a ROMA

Il viaggio più lungo toccherà ai mormoni. Venerdì, una decina di ragazzi in abito scuro, cravatta e borsa a tracolla, arriverà dallo Stato americano dello Utah, per salutare il Pontefice del dialogo. Nove ore di volo dagli Stati Uniti sono niente, in confronto al percorso teologico fatto da questi figli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni per incontrare Giovanni Paolo II. Fino al 1966 l'Enciclopedia Mormona assimilava il Papa all'Anticristo. Venne poi Karol Wojtyla e ricevette la confessione dei pionieri Usa in Vaticano. Dodici milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo, 20 mila in Italia, compresero allora che Roma non è così lontana, almeno sui temi morali cari alla dottrina fondata nel 1830 da Joseph Smith, sì alla vita, no all'aborto e alla pornografia. Ora che l'amico speciale se n'è andato, i mormoni gli diranno arrivederci insieme a musulmani, ebrei, cristiani ortodossi, buddhisti seguaci del Dalai Lama e giapponesi del Sokagakkai, sikh a metà strada tra induismo e islam. Tanti modi diversi di vedere l'aldilà raccolti sotto il cielo di Roma. Il funerale del Santo Padre potrebbe simboleggiare quasi una festa, sul tipo di quelle in voga nelle zone tradizionaliste della Polonia e di altri Paesi slavi. La festa delle confessioni. Un evento di cui Wojtyla curò la «prova generale» convocando ad Assisi - come già era avvenuto sedici anni prima - i leader religiosi del mondo il 24 gennaio 2002, quattro mesi dopo gli attentati dell'11 settembre e la minaccia dello scontro delle civiltà. Da giorni, Massimo Introvigne, presidente del Centro studi nuove religioni, riceve fax d'adesione da ogni parte del pianeta. «Sono i laici a muovere critiche ed obiezioni all'operato di Giovanni Paolo II. Chiunque abbia un Dio a cui raccomandarsi, venerdì mattina sarà a Roma, materialmente oppure idealmente», commenta lo studioso. Come gli indiani sikh, 25 mila anime dislocate intorno al tempio Gurudwara di Novellara, vicino di Reggio Emilia, l’artigianato come fonte di vita. I loro rappresentanti parlano male l'italiano, ma esprimono benissimo il concetto: «Chi o cosa preghi non c'entra niente. Bisogna distinguere il Papa inteso in senso istituzionale da questo che si è appena spento, un uomo di pace e fratellanza». Se riusciranno a raccogliere i soldi allestiranno un pullman per la Capitale, altrimenti si riuniranno al Gurudwara. Cattedrali, templi, sinagoghe, moschee, santuari orientali, luoghi di culto di fogge esotiche, chi può manda un messaggero o almeno un’orazione. I 30 mila valdesi d’Italia hanno spedito una lettera a monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione Ecumenismo e Dialogo, perché il cammino cominciato insieme non si arresti al termine della cerimonia funebre. Certo, non troverete in piazza San Pietro i testimoni di Geova. «Abbiamo pregato per il Pontefice come un uomo qualsiasi che ha molto sofferto, ma non riconosciamo in lui alcuna guida spirituale», spiega Alberto Bertone, portavoce della comunità che in Italia conta 230 mila persone e 500 mila simpatizzanti. Dove non c’è dialogo ecumenico, la cronaca della morte di Wojtyla viene seguita con semplice pietà umana.
Pochissimi in realtà restano indifferenti. Diserteranno la festa delle confessioni i gruppi minori, i fondamentalisti protestanti americani con la pregiudiziale antipapalina nel Dna, i raeliani in attesa dello sbarco degli Ufo che sul sito Internet non riportano neppure l'avvenimento. Minoranze che hanno perso la lezione fondamentale di questo Papa sull'inclusione dei diversi culti nel grande popolo dei credenti. La Chiesa romena, congregazione per la maggioranza degli immigrati in Italia, sarà in prima fila. «La Romania è stato l'unico Paese ortodosso ad accogliere con gioia il Papa», ricorda padre Gheorghe Vasilescu. Era il 2002 e Bucarest risuonava di mnogaia lieta («tanti anni felici») un augurio comune a molte lingue dell’Est, compresa quella della Russia che il Papa avrebbe tanto voluto visitare. Il Patriarcato di Mosca manderà al funerale una delegazione. Resterà magari un po’ in disparte, accanto ai prelati della chiesa scismatica cinese, che dopo il 1989, pur restando fedeli al regime comunista di Pechino, sono venuti in Vaticano a farsi riconsacrare da Wojtyla.
Karol Wojtyla ha camminato a lungo fuori dal Vaticano e la strada percorsa torna adesso a lui. A cominciare dall’avventura più difficile, quella in Terra Santa, che oggi fa convergere nella Capitale le due religioni sorelle, ebraismo ed islam. Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e Ghassan Sherbel, editorialista del quotidiano arabo Al Hayat, concordano sul giudizio del Santo Padre, «grande combattente e predicatore di pace». Un esempio per le nuove generazioni e una speranza. I giovani musulmani d’Italia vorrebbero che il funerale preludesse a nuova vita per chi resta. Il presidente, Osama Saghir, ha organizzato un pulmino speciale. Porterà da Milano a Roma alcuni ragazzi islamici e cristiani che nel tragitto discuteranno come continuare il dialogo interreligioso ora che il Santo Padre non c’è più. A Castel Sant’Angelo troveranno ad aspettarli l’unione dei giovani ebrei, shalom, salam, pace. Il viaggio continua.
Achille Lorenzi
00lunedì 11 aprile 2005 12:52
Preghiere per il Papa?
Che ne pensate di queste parole del portavoce stampa dei TdG?

«Abbiamo pregato per il Pontefice come un uomo qualsiasi che ha molto sofferto, ma non riconosciamo in lui alcuna guida spirituale», spiega Alberto Bertone, portavoce della comunità ...

Chi legge parole come queste pensa che i TdG come gruppo abbiano pregato per il Papa, che nelle Sale del Regno si siano fatte delle preghiere per il Pontefice. Ma chi conosce i TdG sa che questo è assolutamente impossibile. Forse può essere accaduto che qualche TdG abbia pregato (in passato) per il Papa, magari chiedendo a Dio di farlo diventare TdG, ma certamente i TdG in generale non hanno "pregato per il Pontefice", come lascia intendere Bertone in questo articolo.

Una persona ha voluto informarsi direttamente, dopo aver letto questo articolo della Stampa, e ha telefonato alla Betel di Roma per avere dei chiarimenti.
La centralinista per prima cosa gli ha chiesto se era un TdG e da dove chiamava, poi gli ha passato un responsabile.
Questa persona ha detto di essere un lettore che, avendo letto l'articolo sulla Stampa, desiderava un chiarimento, essendo sorpreso della dichiarazione di Bertone, visto che, per quanto ne sapeva, i TdG non pregano per i morti e tantomeno per il Papa.
Il responsabile della Betel ha detto che effettivamente Angelo Bertone è uno dei loro responsabili autorizzati di Torino, ma ha aggiunto che Bertone non ha mai dichiarato una cosa del genere, o quantomeno, non in quei termini.
Secondo lui, è stato il giornalista che ha travisato e mal riportato le parole di Bertone.
Ha detto anche che a livello personale è lasciata la libertà di decidere individualmente se pregare e per chi, ma che non c'è una direttiva precisa.

Come stanno le cose? Bertone ha detto davvero quelle parole (che sono fra l'altro virgolettate), oppure non le ha dette?
Nel primo caso siamo evidentemente in presenza di una dichiarazione politically correct;
nel secondo caso, difficilmente la WTS smentirà o chiederà una rettifica: è meglio infatti, lasciar credere che "qualche" TdG abbia pregato (anche se l'articolo lascia intendere che a pregare sia stata la comunità) piuttosto che scrivere: "Guardate che noi non abbiamo pregato affatto"... [SM=g27832]

Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 11/04/2005 13.05]

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