Grazie Superman!

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Achille Lorenzi
00domenica 17 ottobre 2004 17:09


Usa. Grazie Superman! Piu' della criptonite ha fatto la politica?

"Un eroe degli Stati Uniti". "Un esempio di coraggio personale". Decidiamo di salutare cosi' l'uscita di scena di Christopher Reeve, morto a 52 anni per un arresto cardiaco il 10 ottobre. Sono solo due dei tanti attestati di stima e di affetto che sono giunti una volta appresa la notizia, il primo e' di John Kerry e l'altro e' di George W. Bush. E dire che i due sfidanti alla Casa Bianca, proprio della ricerca scientifica con le cellule staminali embrionali, la battaglia di Reeve e della sua Fondazione, hanno fatto un tema portante della campagna elettorale. Basti pensare che nel secondo dibattito televisivo tra i due, Kerry lo aveva citato per ricordare il suo impegno a finanziare la ricerca con le staminali. Dopo i due si erano sentiti. Reeve si era rallegrato di quanto e di come la sua battaglia stava andando avanti, di che spazio si era conquistata. "Si era emozionato molto a vedere fino a dove era arrivato il tema della ricerca con le cellule staminali".

Solo qualche mese fa era morto Ronald Reagan, anche lui diventato suo malgrado un simbolo della liberta' di ricerca scientifica, grazie alla moglie Nancy e al figlio Ron che proprio alla Convention democratica aveva oltrepassato lo steccato repubblicani e democratici sulla questione. Uno steccato che gia' molti parlamentari avevano eliminato. E se negli Stati Uniti la Casa Bianca puo' dipendere anche dalle staminali, molto si deve proprio alla storia e al corpo di Christopher Reeve.
Quel corpo che a 26 anni gli aveva fatto battere la concorrenza di altri 200 aspiranti Superman, e di cui ancora oggi si conserva il ricordo. La tutina blu il mantello rosso e quella super S gialla stampata sul petto, svolazzante sopra i cieli di New York per lottare contro il male e la criptonite. Superman-Clark Kent e' stato il ruolo che ha fatto la sua fortuna di attore, ma la vita gli aveva riservato un altro ruolo per il suo fisico, ma la lotta era sempre contro il male. "Sara' ricordato come un attore completo e come un avvocato dei disabili", ha detto quello stesso Bush le cui politiche sulle staminali erano l'obbiettivo della battaglia di Reeve.
"C'e' stata una grave violazione della separazione tra la Chiesa e lo Stato nel dibattito su questa tecnologia", aveva attaccato Reeve in una recente intervista al quotidiano britannico The Guardian. "Ci sono gruppi religiosi, credo siano i Testimoni di Geova, che considerano un peccato ricevere una trasfusione di sangue. E se il presidente (Bush) decidesse di ascoltare loro, invece di ascoltare i cattolici, che sono il gruppo cui presta attenzione quando si tratta di ricerca sulle cellule staminali embrionali, che succederebbe con le trasfusioni di sangue?". "Quando ho avuto il mio incidente, pensavo che un finanziamento adeguato e un lavoro scientifico sufficiente potevano portarmi speranze, pero' questo non era il problema: il bilancio degli istituti nazionali per la salute e' passato da 12 miliardi di Usd di quando ho avuto l'incidente a piu' di 27 miliardi di oggi". "Cio' che non avevo previsto era l'influenza della politica. Sono furioso e deluso. Credo che potremmo essere molto piu' avanti nella ricerca scientifica, e io mi troverei in una situazione ben diversa".

Nato il 25 settembre 1952, la drammatica svolta della sua vita era avvenuta nel maggio del 1995 quando, durante una competizione di equitazione in Virginia, era caduto da cavallo atterrando rovinosamente sul collo. Reeve, rimasto in fin di vita per alcuni giorni, era rimasto quasi completamente paralizzato, a causa dei gravi danni riportati alla spina dorsale: poteva muovere solo la testa e respirare con l'aiuto di macchinari. Dopo una fase iniziale di disperazione (l'attore aveva confessato anni dopo di avere contemplato anche l'idea del suicidio) Reeve aveva trovato la forza di reagire alla sua nuova condizione, grazie anche alla assistenza dei familiari e in particolare della moglie Dana (sposata tre anni prima dell'incidente), rifiutando la 'condanna' alla sedia a rotelle. "Un giorno tornero' a camminare: non e' una speranza, e' una certezza", aveva affermato l'ex-Superman, diventando rapidamente il piu' famoso paladino delle ricerche mediche a beneficio delle persone affette da traumi alla spina dorsale. Reeve aveva fatto di questa crociata la ragione della sua vita usando la sua fama e le sue amicizie illustri per portare avanti questa causa in ogni forum immaginabile: dal Congresso (dove aveva testimoniato piu' volte) agli Oscar (nel 1996 aveva lanciato dal palco della cerimonia delle famose statuette un commovente appello alla comunita' del cinema per un maggiore impegno sui temi sociali).
Nello stesso tempo Reeve si era offerto come cavia per una lunga serie di terapie sperimentali. I progressi non erano mancati: l'attore aveva cominciato a muovere l'indice di una mano ed aveva riconquistato il tatto in alcune parti del corpo. Un'altra importante conquista: poteva parlare quasi 15 minuti di seguito senza ricorrere al respiratore. Era riuscito anche a riprendere la sua carriera artistica. Nel 1998 aveva interpretato il vecchio ruolo di Jimmy Stewart nel remake del thriller 'La Finestra sul Cortile' (ottenendo anche un premio per la miglior performance dal Sindacato Attori).

"Christopher Reeve era veramente convinto che un giorno sarebbe tornato a camminare era questa la sua grande forza", raccontano gli amici.
"Reeve ha affrontato ogni sfida con coraggio e una forza di carattere che ha aperto nuove strade nella sua battaglia", ha detto Kerry ricordando di aver avuto il privilegio di esser stato suo amico: "Io e mia moglie Teresa siamo profondamente rattristati per la sua morte". Reeve e' stato "un'ispirazione per tutti noi. Reeve ha dato speranza a milioni di americani che fanno affidamento sulle cure salvavita che la scienza e la ricerca possono assicurare".
"Aveva parlato nelle nostre riunioni, era venuto in Campidoglio, era comparso in televisione, era il signor Speranza. Quest'uomo giovane e vibrante, gravemente paralizzato, che continuava a ripetere: 'Tornero' a camminare'", ha detto il presidente della Camr, la Coalition for Advancement of Medical Research, Daniel Perry. "E' molto importante che una storia su un progresso medico sia divenuta quest'anno l'asse delle politica presidenziale e del Congresso", "non posso pensare ad una questione uscita da un laboratorio che si sia trasformata in un qualcosa di cosi' polemico".
"Voglio ricordare di lui "i poteri speciali" della forza della non disperazione e rassegnazione indossati per la battaglia per la liberta' di ricerca scientifica", ha commentato Luca Coscioni appresa la notizia della morte. Coscioni, presidente dell'associazione che prta il suo nome e che si batte per la liberta' di ricerca scientifica ha voluto ricordare "queste sue parole: "concentrandosi solo sulle cellule staminali provenienti da adulti gli scienziati potrebbero spendere magari cinque anni cercando di farle comportare come cellulare staminali embrionali e fallire. E avremmo perso del tempo prezioso e molte persone saranno morte nel frattempo". Cosi' si esprimeva -prosegue Coscioni- ed era fortissimo il suo desiderio di non accettare le limitazioni della malattia nel vivere la vita. Questo desiderio lo manifestava anche pubblicamente denunciando la predisposizione del presidente Bush di bloccare, per principi religiosi, gli studi sulle cellule staminali embrionali. Reeve era anche impegnato, come noi radicali, contro la proposta di risoluzione presentata dalle Nazioni unite per la messa al bando della tecnica di trasferimento nucleare delle cellule, la cosiddetta "clonazione terapeutica". Dunque un lungo, intenso e drammatico percorso di vita in cui la sua mente lucida ed il suo corpo tetraplegico, immobile hanno dato forza e voce ad una fondazione, per raccogliere fondi in favore della ricerca sulle lesioni al midollo spinale. Penso a quanti Christopher Reeve, in Italia, misconosciuti ed anonimi vivono il dolore e la sofferenza, la speranza negata dal proibizionismo scientifico, subiscono una legge dello Stato che vieta la ricerca sulle cellule staminali embrionali e una classe politica dirigente asservita e genuflessa alle gerarchie vaticane".
Nel frattempo la citta' di Metropolis, nell'Illinois, ha deciso di ricordare il grande protagonista di questa lotta trasformando la giornata del 13 ottobre nel Christopher Reeve Day. Di fronte alla statua dell'eroe del fumetto, nella Superman Square, migliaia di cittadini si sono riuniti nel ricordo comune di un personaggio che ha insegnato qualcosa a tutti loro.
Le sue parole, registrate in un messaggio di qualche tempo fa, sono state ascoltate da politici e scienziati lo stesso 13 ottobre ad un'audizione all'ONU. Tutti sono stati concordi nel dire che non sono mai state cosi' attuali e colpiscono proprio coloro che si rendono conto adesso di non aver fatto nulla per impedire la sofferenza dei tanti Reeve del mondo.
"Che cosa e' piu' etico per una donna, donare embrioni che non sono stati utilizzati e che mai diventeranno esseri umani, o lasciare che vengano gettati nella spazzatura quando potrebbero salvare migliaia di vite?", si era chiesto Reeve durante un'audizione al Congresso Usa.
La sua vita non e' stata salvata, delle altre che vogliamo farne?
Donatella Poretti

Fonte: http://staminali.aduc.it/php_artshow_3721_2_ta_l25.html
berescitte
00martedì 19 ottobre 2004 14:23
Aldilà dell'accenno critico contro i TG che neganole trasfusioni di sangue...
Colgo due rige della Poretti ove dice...

Penso a quanti Christopher Reeve, in Italia, misconosciuti ed anonimi vivono il dolore e la sofferenza, la speranza negata dal proibizionismo scientifico, subiscono una legge dello Stato che vieta la ricerca sulle cellule staminali embrionali e una classe politica dirigente asservita e genuflessa alle gerarchie vaticane".

R
Questa valutazione sarebbe condivisibile se esistessero due condizioni, che la scrivente suppone pacifiche, ma che in realtà sono controverse e formano il nodo del problema e, se lei invece ne ha coscienza, formano, volendole occultare, la malvagità della sua insinuazione. Queste:
- la condizione che gli embrioni non siano esseri umani e che perciò utilizzarli o eliminarli sia più che lecito. Questa idea (fasulla) fa inquadrare chi strilla dicendo che lo saranno alla stregua di un contadino che fa le stesse storie e proteste sia per una quercia abbattuta che per una ghianda calpestata;

- la condizione che per ricavare cellule staminali non sia obbligatorio, come invece purtroppo è, distruggere molti embrioni.

Ora dal momento che le cose stanno proprio all'oppposto, ovvero l'embrione è già persona completa in atto, ed ucciderlo è uccidere un essere umano innocente, allora ridurlo nell'immaginario popolare a cosa di cui si può disporre anziché a vita umana da tutelare è una vera e propria mascalzonata. A meno che, contro ogni dato sia scientifico che filosofico che giuridico (l'embrione ha diritto di ereditare!), non si sia persuasi della sua non personalità.

Quanto alla sotita (tanto di effetto emotivo quanto falsa) persuasione che lo stato in questo frangente si lascerebbe condizionare dalla Chiesa che, ovviamente riterrebbe l'embrione sacro per motivi di fede e quindi non validi per i laici, va detto anzitutto che lo Stato ha già dato ampiamente prova con l'aborto di infischiarsene della Chiesa; e secondo, poi, che la Chiesa su questa questione non parla in base alla luce della fede ma in base alla luce della razionalità umana utilizzando le due forme di conoscenza che sono la scienza e la filosofia. Ovvero, in questo caso, per i fedeli che ne seguono gli insegnamenti, che l'embrione sia un essere umano non è vero perché lo dice la Chiesa ma il contrario, la chiesa lo dice perché è vero. I motivi di verità non vengono dalla sua Fides ma dalla Ratio di cui i Vescovi come illustri cittadini italiani sono eccellenti portatori.

E una riga del nostro simpatico Superman che avrebbe detto...
"Che cosa e' piu' etico per una donna, donare embrioni che non sono stati utilizzati e che mai diventeranno esseri umani, o lasciare che vengano gettati nella spazzatura quando potrebbero salvare migliaia di vite?", si era chiesto Reeve durante un'audizione al Congresso Usa.

R
Diremo che il suo ragionamento non lo avrebbe posto se avesse avuto la certezza che l'embrione non diventa essere umano. Lo è già. Ciò che lui diventerà sarà solo un accrescimento e perfezionamento degli organi che ha già tutti integri e progettati nel suo patrimonio genetico. Non diverrà persona aggiungendogli cose da fuori. Ciò che gli viene da fuori è solo in funzione di nutrimento e accrescimento di ciò che già ha. Persone si nasce, non si diventa.
E perciò gli embrioni sopranumerari che attualmente esistono non sarebbero affatto "gettati nella spazzatura" ma sicuramente fatti nascere e dati in adozione.

Chi non capisce questo ragionamento dovrebbe fare lo sforzo di farsi "piccolo come un embrione" e farlo dal SUO punto di vista.

[Modificato da berescitte 19/10/2004 14.25]

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