Giuda non tradì Gesù...

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Bicchiere mezzo pieno
00giovedì 6 aprile 2006 21:51
WASHINGTON - Fu Gesù Cristo a chiedere a Giuda di consegnarlo alle autorità romane dopo aver svelato solo a lui la verità del Regno dei cieli.
A rivelare la nuova, sconvolgente versione dei rapporti tra il Messia e l’apostolo è uno straordinario documento ritenuto finora perduto: il Vangelo di Giuda.

Il manoscritto, in copto, è stato autenticato e tradotto 1.700 anni dopo la sua composizione con un lavoro durato cinque anni e al termine di una straordinaria odissea iniziata nelle sabbie del deserto egiziano e passata per una casetta di sicurezza a New York.

Il codice, scritto su papiro e legato da un laccio di pelle, è stato probabilmente copiato in copto intorno al 300 d.C. ed è stato ritrovato negli anni Settanta nel deserto presso El Minya, in Egitto.

In seguito finì nelle mani di mercanti di antichità, lasciò l’Egitto per giungere prima in Europa e poi negli Stati Uniti, dove rimase in una cassetta di sicurezza a Long Island per 16 anni prima di venire acquistato dall’antiquaria di Zurigo Frieda Nussberger-Tchacos nel 2000.

La Tchacos lo cedette nel febbraio 2001 alla Maecenas Foundation for Ancient Art di Basilea per farlo conservare e tradurre.
Il manoscritto, noto anche come Codice Tchacos, verrà riconsegnato all’Egitto e ospitato dal Museo Copto del Cairo.

Il Vangelo di Giuda presenta una nuova visione del rapporto tra Gesù e Giuda e fornisce nuove informazioni sul discepolo che tradì Cristo.

Contrariamente a quanto raccontano Matteo, Marco, Luca e Giovanni nel Nuovo Testamento, dove Giuda è ritratto come un traditore, questo nuovo vangelo presenta un Giuda che consegna Gesù alle autorità su richiesta dello stesso Cristo.
L’ipotesi è che Gesù avesse in privato dato istruzioni a Giuda di portarlo alle autorità romane. Si spiegherebbe così la frase a lui rivolta e riportata dal Vangelo di Giovanni: «Qualunque cosa tu debba fare, falla in fretta».
Si tratta di un documento di straordinaria importanza che ribalta completamente la visione cristiana contemporanea e mostra quanto variegata fosse l’interpretazione della cristianità ai suoi albori.

Il Vangelo di Giuda, in sostanza, afferma che Giuda Iscariota fu l’unico apostolo a conoscere la verità della grandezza del Cristo. Si presenta con un titolo fortemente evocativo: «Il racconto segreto della rivelazione fatta da Gesù a Giuda Iscariota nel corso di una settimana, tre giorni prima la celebrazione della Pasqua». Emergono temi che gli studiosi considerano coerenti con le tradizioni gnostiche.

Nella prima scena Gesù ride dei suoi discepoli che pregano il loro Dio, nel senso del dio minore del Vecchio Testamento che ha creato il mondo. Esorta i discepoli a guardarlo e a comprendere cosa egli sia davvero, ma questi non lo fanno. Il passaggio fondamentale arriva quando Gesù dice a Giuda: «...tu supererai tutti loro. Perchè tu farai sì che venga sacrificato l’uomo entro cui io sono». Aiutando Gesù a liberarsi del suo corpo terreno, Giuda lo aiuterà a liberare la sua entità spirituale, la sua essenza divina.

Il testo suggerisce inoltre che Giuda sarà deprecato dagli altri discepoli ma sarà comunque superiore a loro.

Nel documento non si fa accenno alla crocifissione nè alla resurrezione.

Il punto di vista degli studiosi è che questa visione alternativa del rapporto tra Gesù e Giuda sia un importante esempio della mentalità dei primi cristiani e offra nuove importanti prove sulla diversità della primitiva Chiesa cristiana.

«La scoperta di un nuovo vangelo manoscritto è un fatto estremamente raro, soprattutto se si tratta di un testo menzionato dalle prime fonti cristiane» ha aggiunto Marvin Meyer della Chapman University, mentre Evans sottolinea che il Vangelo di Giuda è «un’importante testimonianza di come i primi cristiani avessero opinioni diverse su Gesù e i suoi discepoli» e «forse riuscirà a far capire meglio il senso di cose solo suggerite dal Nuovo Testamento».

Le 66 pagine del documento non contengono solo il Vangelo di Giuda, ma anche un testo intiolato Giacomo (noto anche come la Prima Apocalisse di Giacomo), una lettera di Pietro a Filippo e un frammento di un quarto testo che gli studiosi hanno deciso di chiamare provvisoriamente Allogeni (Book of Allogenes).
«Il Codice è stato certificato come autentico e riconosciuto appartenente alla letteratura apocrifa.

«Questa straordinaria scoperta di un antico testo non biblico - considerata da alcuni la più importante degli ultimi 60 anni - accresce la nostra conoscenza degli albori della cristianità dal punto di vista storico come da quello teologico. Sarà utile che questo testo continui ad essere studiato dagli storici come dai teologi. Il lavoro è appena cominciato, sarà molto lungo e richiederà un confronto continuo».


Il primo riferimento noto al Vangelo di Giuda risale al 180 d.C. nel trattato Contro le eresie, di Ireneo, Vescovo di Lione, in quella che era allora la Gallia romana. Si trattava di un fiero attacco contro coloro la cui visione su Gesù e il suo messaggio differiva da quella della Chiesa cristiana ufficiale. Tra coloro che Ireneo accusava vi era un gruppo che «sostiene che Giuda il traditore era l’unico a conoscere la verità» e che «su di esso hanno inventato una storia falsa che chiamano il Vangelo di Giuda».

La National Geographic Society presenterà al pubblico il Vangelo di Giuda con una mostra in cui verranno esposte pagine del codice e che si aprirà il 7 aprile a Washington. Il National Geographic Magazine pubblicherà un ampio articolo nel numero di maggio 2006. 6/4/2006
Cerebrale
00giovedì 6 aprile 2006 22:15
Il Vangelo Secondo Pilato ...
Ciao Bicchy,
ho letto con interesse della scoperta di questo documento che si dice storico anche se apocrifo.

Qualche mese fa, ho letto un romanzo scritto da un autore francese che scrive molto bene. Si rifà a dettagli dei vangeli canonici, per riscrivere la storia del Cristo, e forse non stranamente, con un Giuda molto simile a quello descritto nel tuo post.

Se ti interessa ... e molto piacevole da leggere, ma in quanto alla veracità storica, resta una cosa su cui ciascuno deve farsi la propria opinione.

Eccoti i dettagli:
Autore: Eric Emmanuel Schmitt
Opera: Il vangelo secondo Pilato
Suddiviso in due storie o visioni dello stesso evento, ossia la morte del Cristo.
La prima, è proprio il Cristo che narra di se stesso e svela il ruolo alquanto sorprendente attribuito a Giuda, somigliante a quello "storico" secondo il documento di cui parli.
La seconda parte, è Pilato a scrivere a suo fratello Tito a Roma, dove narra, giorno per giorno ciò che avviene in Palestina quando il Cristo viene arrestato e trucidato.

Ma ricordiamo, è solo ... un romanzo ben scritto, nulla di storico e nemmeno pretesa di spiegare altrimenti il Vangelo.

Lo stesso autore ha scritto il racconto di cui poi venne fatto un film recentemente, intitolato “Signor Ibrahim e i fiori del Corano" con Omar Shariff.

Buona lettura.
Nick!
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