Geova non era “Dio”

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Vitale
00mercoledì 25 aprile 2007 23:29

Sta scritto – in un testo molto affidabile – che Geova non era “Dio” nel senso corrente, ma “il dio degli ebrei”. E chissà che questo non spieghi il concetto di Israele “popolo eletto”. Infatti, mentre normalmente si pensa che Dio preferirebbe gli ebrei a tutti gli altri popoli, la verità potrebbe essere che gli ebrei hanno eletto Geova a loro dio e dunque è normale che il loro dio combattesse accanto a loro (gli eletti, cioè gli “scelti”) e contro gli altri. Per esempio contro Gerico. Geova era dunque nome proprio. Analogamente, era normale che Apollo, Giove o Minerva avessero dei nomi, perché nessuno di loro era l’unico dio e bisognava distinguerli. Viceversa, per i filosofi, per esempio Aristotele, Dio non poteva che essere unico.



All’unità di Dio si arriva perché si vuole identificare un creatore del Tutto e anche perché due dei ugualmente onnipotenti non possono esistere. Se è onnipotente l’uno non lo è l’altro. Questo, anche se, nell’antichità, sono esistite coppie antagoniste di divinità: ma avendo per così dire lasciato da parte il concetto di onnipotenza.

Il Dio degli ebrei, caratteristico per la sua unicità (“Non avrai altro Dio all’infuori di me”, primo comandamento), si è incontrato poi col platonismo, con l’aristotelismo e con la riflessione gnostica. Sicché è stato adottato dal Cristianesimo con gli stessi attributi aristotelici ma con una differenza essenziale rispetto ad Aristotele, e senza la quale non si sarebbe potuta avere religione: Dio è stato concepito come provvidenziale. Un dio che non si occupasse degli uomini, infatti, non permetterebbe nessun rapporto uomo-Dio. Nel Cristianesimo poi questo rapporto di amicizia è divenuto così intenso, che Dio sarebbe stato disposto ad incarnarsi e, in quanto uomo, a soffrire sulla croce per l’umanità.L’avere la Chiesa stabilito che Gesù non è stato solo un profeta come Isaia o Ezechiele, ma Dio stesso incarnato, ha creato il problema di una dualità di “persone”. Ulteriormente complicata dall’esistenza di un misterioso “Spirito Santo”. Questo ha creato seri rischi di politeismo se non di feticismo: ed è inevitabile avere un moto di perplessità quando si vede gente che prega guardando una statua. L’iconoclastia - una barbarie dal punto di vista artistico - non è detto lo sia dal punto di vista religioso.

Maometto – personaggio peggio che discutibile – in questo ha visto giusto. Se si vuol convincere la massa dell’unicità di Dio e della sua totale trascendenza rispetto ai parametri umani, l’unica soluzione è la più rigorosa iconoclastia. L’interno di qualunque moschea parla dell’astrattezza di Dio più di qualunque chiesa cristiana. Quei muri nudi, quella mancanza di un altare, quell’assenza di riferimenti concreti invitano a trovare Dio dentro di sé, nel pensiero stesso e nella sua parola. L’umanità ha tendenza al politeismo perché spera, come gli ebrei antichi, di avere una divinità dalla propria parte; per vincere sugli altri e sui loro dei. Inoltre ama avere dei di ambo i sessi e l’avere eliminato nell’Islàm la venerazione della divinità femminile ha provocato a suo tempo una profonda ferita. Quasi in tutte le religioni esiste una divinità femminile dominante: basti citare Iside nell’antichità e la Madonna ancora oggi.

Non è lecito, per i credenti cristiani, sorridere di Allah o credere che sia una divinità diversa dal loro Dio. Anche Allah è il creatore; anche Allah è buono e misericordioso; anche Allah ascolta la preghiere degli uomini; anche Allah è provvidenziale. Anzi, secondo la concezione dell’Islàm (abbandono alla volontà di Dio), è talmente provvidenziale da intervenire massicciamente nelle vicende terrene, fino ad annullare quasi la volontà dell’uomo. L’inerzia del credente è pia: purtroppo con le conseguenze che si conoscono nella società musulmana. Si può pensare tutto il male che si vuole dell’islamismo; si può ragionevolmente criticare il Corano, anche perché risente maledettamente dei quattordici secoli che ha sul groppone, ma per quanto riguarda Allah bisogna sempre ricordare che è il nostro stesso Dio. E se qualcuno commette crimini in nome di Allah, Allah non ne è responsabile più di quanto Gesù sia stato responsabile dello sterminio degli Albigesi.

Rimane la questione del diverso rapporto con Dio che ha il cristiano rispetto al musulmano. Il cristiano, partendo dal fatto che Gesù è anche Dio, può rivolgersi a Dio come si rivolgerebbe ad un altro uomo. E questo umanizza la religione. Il cristianesimo è dunque (almeno oggi) una religione più mite, più amichevole, meno severa.Ma il difetto di tutto questo è che i credenti non sono più veramente cristiani. Hanno conservato la religiosità (che è forse un istinto umano) ma ignorano la dottrina cristiana e non seguono i precetti della loro fede. Preferiscono un cristianesimo “fai da te”. Per loro è lecito dire, per quanto insegna il Papa, “questo l’accetto e questo no”. Cosa completamente assurda. Però questo avviene anche per colpa degli stessi preti: anche per non perdere clienti, essi predicano un cristianesimo privo di spina dorsale, fatto di sorrisi e di fratellanza, e confondono la religione con la bontà. Quando non con la politica di sinistra.
www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&...

Vitale
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:33.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com