Gb 19, 25-27 - E dopo la mia pelle...

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Achille Lorenzi
00domenica 5 dicembre 2004 20:30
Citiamo testo e contesto riproducendo fedelmente di questo brano ad andatura poetica gli a capo che sono nella NM.

«25 E io stesso so bene che il mio redentore vive,
E che, venendo dopo [di me], si leverà sulla polvere.
26 E dopo la mia pelle [che] han portata via, questo!
Eppure ridotto nella mia carne io guarderò Dio.

27 Che perfino guarderò da me,
E [che] i miei medesimi occhi per certo vedranno,
ma non qualche estraneo.» (NM)

Un utile confronto con la versione CEI ci aiuterà a evidenziare non solo la pesantezza e stranezza della versione geovista, ma anche la difformità di pensiero che esprime. E sorvoleremo sulla differenza dell'ultimo verso, pur così netta, perché non comporta la pesante conseguenza dottrinale che invece è tutta nel verso 26.

«25 Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
26 Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.

27 Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da
straniero.» (CEI)

Se l'anonimo TG lettore di queste pagine applicasse almeno una volta ciò che promette agli altri che si può fare, cioè ascoltare la Bibbia che "parla da sé" senza bisogno di interpretatori extra (cosa senza senso ma valida come ipotesi di lavoro) noi avremmo che dal testo CEI emerge chiaramente l'idea della sopravvivenza di Giobbe alla sua morte fisica (si leggano attentamente tutte le parole evidenziate del v 26).
Invece, andando a leggere il testo della NM si rimane anzitutto sorpresi dalla evidente contorsione espressiva e poi, assodato che non significa la stessa cosa, ci si domanda che cosa mai voglia dire? Quale è il soggetto della proposizione "E dopo la mia pelle [che] han portata via, questo!"? Questo cosa? E che senso ha il punto esclamativo finale? Mistero...

È ovvio che il CD sa darne una sua spiegazione/interpretazione (che nessuno dei TG da noi contattati ha mostrato di conoscere) ma ci preme denunciare appunto che, contrariamente a quanto si promette agli sprovveduti cattolici che accettano lo "studio biblico" con i TG, ai quali si promette di "non interpretarla" la Bibbia e di poterla capire bene senza l'aiuto del Magistero: 1) Di una interpretazione c'è assoluto bisogno; 2) Che la cosa lasciata alla libera comprensione o non approderà a nulla (costringendo a rinunciare a capirci) o comunque, se un senso si riesce a vedercelo esso non coinciderà certamente con quello del CD. Se infatti la persona che viene indottrinata fa uso anche di altre Bibbie, come lo esorta a fare il conciliante TG proclamatore in Ragioniamo p. 402 dicendogli: «Ci sono molte traduzioni della Bibbia. La nostra Società incoraggia a usarne diverse per paragonarle e per aiutare il lettore ad afferrare il significato delle Scritture.» egli si accorgerà che tendono tutte verso la versione cattolica, la quale allude alla sopravvivenza![4] Quindi in questo caso la regola di allargare il consulto a pareri diversi sarebbe disastrosa per il TG indottrinante. La verità è che, in questo frangente, bisogna assolutamente stare a ciò che dice il CD e solo a ciò che dice lui, solo contro tutti, per poter interpretare il passo a modo suo.

Nota: [4] Attenzione ho scritto "della sopravvivenza" e non solo della futura risurrezione di cui nessuno dubita. Infatti la risurrezione comporta la ripresenza della carne e della pelle. Mentre Giobbe sta assicurando che lui vedrà Dio, senza la sua carne e la sua pelle! Alla risurrezione finale
Giobbe allude anche dicendo che sa che il suo Vendicatore è perenne e "da ultimo si ergerà sulla polvere".

Tratto da http://www.infotdgeova.it/anima1.htm

Achille
alex.kirk
00venerdì 10 dicembre 2004 23:50
Versione Nuova Riveduta
Ciao Achille riporto il testo della Nuova Riveduta:

Giobbe 19:25 Ma io so che il mio Redentore vive
e che alla fine si alzerà sulla polvere.

Giobbe 19:26 E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio.

Giobbe 19:27 Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro; il cuore, dal desiderio, mi si consuma!
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Il concetto è chiaro, speriamo possa servire a qualche TdG.
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