Francia: dibattiti sullo statuto dei Testimoni di Geova

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brunodb2
00domenica 29 ottobre 2006 12:58
Dibattiti sullo statuto dei Testimoni di Geova

LE MONDE - 19.10.06 - 15h58

I Testimoni di Geova sono una religione a pieno titolo o devono essere considerati come una setta? L'amministrazione ha fatto la sua scelta. Per Didier Leschi, capo dell'Ufficio centrale dei Culti al Ministero dell'Interno, “nello stato attuale della giurisprudenza, hanno il diritto di beneficiare dello statuto d'associazione cultuale”. Questo statuto, definito dalla legge del 1905 sulla separazione delle chiese e dello Stato, dà diritto a un certo numero di vantaggi fiscali.
Al contrario, la commissione di inchiesta parlamentare sulle sette ed i minori, presieduta dal deputato Georges Fenech (UMP, Rodano), considera i Testimoni di Geova una setta e che alcuni bambini ne sono vittime di "maltrattamento psicologico”.
Il capo dell'Ufficio dei Culti si trincera dietro la giurisprudenza del Consiglio di Stato. Nel corso di questi ultimi dieci anni, le prefetture hanno rifiutato di accordare lo statuto d'associazione cultuale alle associazioni dei Testimoni di Geova. Ma i tribunali amministrativi hanno costantemente dato ragione a questi [ultimi].
In due decisioni del 23 giugno 2000, il Consiglio di Stato ha riconosciuto implicitamente lo statuto cultuale di due associazioni locali dei Testimoni di Geova a Clamecy (Nièvre) ed a Riom (Puy-de-Dôme), ritenendo che potessero beneficiare dell'esenzione dalla tassa fondiaria per i luoghi di culto consentita alle associazioni cultuali, poiché nessun reato poteva essere imputato loro. Infatti, secondo la giurisprudenza amministrativa, un'associazione può essere riconosciuta come cultuale a due condizioni: che abbia per oggetto esclusivo l'esercizio del culto e che non violi l'ordine pubblico.
I principali rimproveri indirizzati ai Testimoni di Geova riguardano il loro rifiuto delle trasfusioni di sangue. Ma l'Ufficio dei Culti ricorda che, in una decisione del 16 agosto 2002, il Consiglio di Stato ha ritenuto che “il rifiuto di ricevere una trasfusione di sangue costituisce l'esercizio di una libertà fondamentale”. Si basa anche sulle disposizioni della legge Kouchner del 4 marzo 2002 sul diritto dei malati. "Il consenso del minore o del maggiorenne sotto tutela deve essere sistematicamente ricercato se è atto ad esprimere la sua volontà e a partecipare alla decisione”, dice questo testo.


"LIBERTÀ DI COSCIENZA"
Il rifiuto della trasfusione di sangue dunque non creerebbe più difficoltà in termini giuridici, secondo l'Ufficio dei Culti. Recentemente, la Cavimac (Cassa di assicurazione per la vecchiaia, l’invalidità e la malattia dei culti), che assicura in particolare la copertura sociale dei sacerdoti cattolici, ha accettato di assicurare i 700 ministri di culto dei Testimoni di Geova.
Il capo dell'Ufficio dei Culti ha avuto occasione di esprimere il punto di vista dell'amministrazione, martedì 17 ottobre, dinanzi alla commissione parlamentare. Il suo intervento ha causato reazioni molto accese. “Siamo costernati”, ha reagito Martine David (PS, Rodano). “Date la sensazione di essere refrattari alle testimonianze degli ex-seguaci ed al maltrattamento psicologico dei bambini”. “Non mi sono mai stati messi dinanzi dei precisi dossier su casi di maltrattamento all’interno dei Testimoni di Geova nel corso di questi ultimi anni”, ha risposto il sig. Leschi.
“Con ciò che dite, intendo un riconoscimento ufficiale dei Testimoni di Geova”, dichiara indignato il sig. Fenech, “ci state dicendo che questa organizzazione è diventata la quinta religione di Francia!” Quanto al deputato Alain Gest (UMP, Somme), ha rimproverato al capo dell'Ufficio dei Culti, che diceva di non dover esprimere giudizi sulle credenze, di “mettere sullo stesso piano le religioni e le sette”.
Nella sua relazione, il sig. Leschi se l’è presa con la Missione Interministeriale di Vigilanza e di Lotta contro le Derive Settarie (Miviludes), accusandola di “approssimazione”. “Il Ministero dell’Interno è a volte accusato di sottovalutare il disturbo all'ordine pubblico che genererebbero ‘per natura’ alcuni movimenti, che focalizzano così l'attenzione della Miviludes”, ha spiegato. “Mi riferisco a movimenti che, per taluni, hanno decenni, perfino secoli d'esistenza e sono derivati da grandi correnti spirituali o vi si ricollegano, come i Fratelli di Plymouth (un gruppo fondamentalista protestante), i Testimoni di Geova e, da alcuni mesi, i Loubavitch, che sono l'espressione di una vecchia tradizione del hassidismo ebreo. (...) Temo molto che questa stigmatizzazione (...) a priori costituisca dei disturbi all'ordine pubblico, o per lo meno manifestazioni d'intolleranza in relazione ad una delle libertà più fondamentali di qualsiasi uomo e di qualsiasi cittadino: la libertà di coscienza.”

Xavier Ternisien
Articolo apparso nell’edizione del 20/10/06

Fonte:
www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3226,36-825305@51-81987...


Ciao [SM=x570892]

Bruno
@nounou@
00domenica 29 ottobre 2006 13:58
mettere sullo stesso piano religioni e sette? [SM=x570868]
mhmhm..
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