Egregio Direttore,

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Vitale
00martedì 10 febbraio 2009 19:06

Egregio Direttore,
il signor Carlo Colombo mi risponde con la sua " I comandamenti e le leggi", ma in realtà non risponde alla domanda che io ponevo. Colombo scrive: "vorrei solo far presente che, se buona parte dei comandamenti giudaico/cristiani sono stati adottati dalle giurisdizioni di quasi tutti i popoli e nazioni, vuol dire che sono regole che vanno oltre la religione essendo anche il fondamento del vivere civile". Colombo mi fa presente un paricolare che ho già presente: ne sono ben consapevole, e per dirla tutta non sono le giurisdizioni che hanno fatto proprio un principio giudaico, ma ques'ultimo che ha preso esempio dalle precedenti giurisdizioni accadico-babilonesi. Che siano dei principi intuitivi e condivisibili, nessuno lo nega, ma ciò che volevo mettere in evidenza, è la stretta relazione fra regole religiose e fedeli, ed il fatto che l'osservanza di quelle regole riguarda solo i relativi fedeli. Anche in passato c'è sempre stato un tacito accordo di non intromissione fra religioni, specie in quei luoghi ove coesistevano religioni differenti, secondo la regola che ogni pastore si cura il proprio gregge. Vorrei fare degli esempi dell'Italia di oggi. Notoriamente i Testimoni di Geova (TDG) non accettano trasfusioni di sangue, perchè interpretano alla lettera un versetto biblico dell'antico testamento. Sebbene i TDG ritengano che quella norma divina sia rivolta a tutti i cristiani, essi non la impongono ad altri che non siano TDG: non si sono mai visti TDG che si aggirano per ospedali, sfilando le cannette ad altri pazienti in trasfusione! I cristiani evangelici non raffigurano la divinità in alcun modo (sempre interpretando un comandamento biblico), ma la norma, che per loro è categorica, non la impongono ad altri. Secondo questo principio, sarebbe una bella Italia quella dove tutte le religioni, cattolica compresa, avessero chiaro il confine fra la propria comunità religiosa e l'intera società italiana, ed avessero il garbo di non imporre ad altri le proprie norme o convinzioni religiose, anche se palesemente condivisibili, come nel caso dell'arcinota "non uccidere". Penso sia opportuno ribadire ciò che per me è scontato: un fedele italiano (di qualsiasi religione) è tenuto ad osservare le leggi dello stato e le norme della propria religione, sia quando coincidono e sia quando non coincidono, ma se la legge per un motivo qualsiasi non impone limiti restrittivi (e chiaramente alludo al caso di questi giorni), quel fedele è tenuto alla sola osservanza delle norme della sua religione, senza pretendere che quelle norme siano rispettate da terzi. Avrei altro da dire, ma mi fermo: mia moglie mi ha appena informato della notizia, Eluana è morta 4 minuti fa.
Questo è il momento in cui la famiglia Englaro ha più bisogno di pace. Io e mia moglie ci sentiamo a loro vicini.
Saluti.

www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id_artico...

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