Da oggi riflessioni «in religioso ascolto»

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Achille Lorenzi
00lunedì 26 giugno 2006 12:44
Dal quotidiano Sicilia.it

Il punto di partenza del momento di dialogo e confronto che si svolgerà al seminario arcivescovile a partire da oggi è l'«Indagine sui gruppi e i movimenti religiosi non cattolici presenti a Catania» realizzata dal prof. Renato D'Amico con la collaborazione di un gruppo di giovani studiosi del Cedoc, fra il 2001 e il 2003. Lo studio è stato commissionato dal Cesifer, centro di studi interdisciplinari del fenomeno religioso, nato da una convenzione fra università, Studio teologico e arcivescovado diretto da don Giuseppe Ruggieri.
Obiettivo della ricerca quello di esplorare e descrivere i movimenti e i gruppi religiosi non cattolici presenti a Catania e nel suo vasto hinterland.
Una ricerca che ha permesso di stabilire che Catania, al pari di altre grande città è ormai un melting pot religioso e culturale. Dalla mappatura del territorio contenuta nello studio è emerso infatti che nell'area metropolitana catanese sono presenti, oltre a quella cattolica, tutte le religioni. Ci sono tutti i gruppi del protestantesimo pentecostale e quelli del primo, secondo e terzo protestantesimo. E' presente la chiesa ortodossa e altre religioni di matrice cristiana, come i Testimoni di Geova, la chiesa Avventista, i Mormoni. E poi musulmani, induisti, buddisti. Religioni di importazione, arrivate cioè in città con gli emigranti da quei paesi, e d'elezione e se vero che accanto a coloro che si professano cattolici ci sono catanesi (sono 411 quelli del campione esaminato) che si dichiarano Pentecostali (256), di fede Bahà'i (52), Testimoni di Geova (42), Buddisti della Soka Gakkai (27), Induisti devoti di Sai Baba (20) altri Induisti (8), Ortodossi (3) e Musulmani (3).
Catania dunque si conferma città multiculturale e, dunque, multireligiosa. Con tutti gli interrogativi che questa sfida pone in termini di dialogo, di tolleranza, di integrazione, ma anche di difesa dei propri irrinunciabili principi. Una sfida che non ammette ignoranza religiosa. Una sfida su cui c'è molto da lavorare.

Fonte: www.lasicilia.it/giornale/2606/CT2606/CR/CR05/06.html
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