Credo che più che distinguere tra creazione ed evoluzione sarebbe più bello se, tra "cristiani", insieme ci abbracciasimo a mirare il creato, magnificando Dio e ricordando che attraverso esso.., Lui ancora ci parla.....
Mi è capitato di leggere un interessante articolo di Giuseppe Tanzella-Nitti, che credo valga la pena di riassumere..
In natura ci sono quattro forze fondamentali, la elettromagnetica, gravitazionale, nucleare elettrodebole e nucleare forte, che interagiscono tra di loro regolate da quattro costanti (stringatissima sintesi).
La struttura di ogni corpo (dalle particelle elementari, alle molecole, ai viventi, ai pianeti, stelle e galassie) dipende sensibilmente dal rapporto tra queste forze. Queste costanti sono dei numeri puri, non dipendono cioè dal sistema di misura scelto.
Ebbene moltissimi sviluppi dell’universo, fin dal momento del big-bang, sono dipesi e continuano a dipendere da equilibri sottilissimi e multipli tra queste costanti e, fin dall’inizio, hanno prevalso quegli equilibri, ed esattamente quelli e soltanto quelli, che potevano rendere la vita possibile.
Alcuni esempi:
se il rapporto tra la forza gravitazionale e la nucleare debole fosse stato appena superiore tutto l’idrogeno si sarebbe trasformato in nuclei di elio, rendendo impossibile la formazione dell’acqua e composti dell’idrogeno, se invece fosse stato leggermente inferiore non vi sarebbe stato elio disponibile e l’evoluzione termodinamica delle stelle sarebbe stata troppo rapida per essere compatibile con lo sviluppo della vita sui pianeti;
un valore gravitazionale appena più alto avrebbe provocato il collasso quasi immediato dell’universo su se stesso, appena più basso avrebbe accelerato la spinta centrifuga impedendo l’aggregazione delle masse e quindi la formazione di galassie, stelle e pianeti;
anche il rapporto tra la forza nucleare forte e la forza elettromagnetica è assolutamente critico: la prima agisce in senso attrattivo e la seconda in senso repulsivo e solo un equilibrio assoluto tra le due rende possibile la presenza di nuclei stabili, e quindi la formazione dei vari componenti della tavola periodica degli elementi;
affinché le stelle arrivino a maturazione, cioè allo stadio in cui irraggiano energia di fusione termonucleare, è necessario che la contrazione gravitazionale venga interrotta, appena prima del collasso, dall’innesco di reazioni nucleari e questo è possibile solo con un rapporto favorevole tra la forza gravitazionale e le altre costanti;
affinché le stelle meno luminose ed a vita molto lunga (le uniche capaci di dare la possibilità ad eventuali pianeti di usufruire del tempo necessario per poter ospitare la vita) siano “feconde” è necessario che ne esistano altre, più calde e con evoluzione più rapida che, distruggendosi, riempiono il mezzo interstellare di elementi chimici pesanti (carbonio, azoto, ossigeno), utilizzati dalle prime. Questo è possibile solo per via di un delicato meccanismo di equilibrio tra l’interazione gravitazionale e la costante di interazione elettromagnetica.
Sono solo alcuni esempi, ma gli scienziati (tra di essi in particolare Barrow e Tipler, Demaret e Lambert) ne hanno elencati a decine, anche non legati direttamente alle costanti di natura.
Quello che va soprattutto evidenziato è che queste costanti sono state presenti fin dall’inizio, prima cioè che il caso si divertisse a mescolare tutti gli elementi, anzi, se di caso vogliamo proprio parlare, bisogna dire che esso ha “dovuto” comunque rispettare queste regole.
Tutto cioè ha congiurato fin dall’inizio affinché la vita fosse possibile, e non ce n’era alcuna necessità.
Se queste perciò sono le premesse come si fa a non trovare entusiasmante l’evoluzione?