La Colpa della nostra condizione
La condizione a cui siamo venuti a trovarci a detta di alcuni è il risultato di una nostra scelta, non è raro leggere nei vari post “ la colpa è nostra” oppure “ la colpa è anche nostra”, quindi sembrerebbe che questa colpa se non totale almeno in parte sia dovuta a noi stessi, le “accuse” più frequenti che vengono rivolte vertono sulla mancata (da parte nostra)conoscenza di ciò che si stava studiando, il mancato approfondimento sugli insegnamenti geovisti, in sostanza secondo alcuni, dovevamo esaminare in modo più completo ciò che ci stavano insegnando, così da poterci cautelare sulle problematiche future, a parte il fatto che simili affermazioni giustifichino l’operato della WTS in merito al metodo usato, ma è realmente così, come affermano alcuni?, abbiamo realmente anche una minima parte di colpa su ciò che ci è accaduto?, sulla condizione che in questo momento viviamo?, oppure le cose stanno un po’ diversamente da come alcuni vorrebbero far credere?.
Per arrivare alla conclusione se la situazione attuale è determinata dalla nostra colpa tutta sia essa totale o in parte è necessario iniziare dal momento del contatto, ripercorrendo la strada fatta, solo così possiamo capire se da parte nostra ci sia stata una certa “ collaborazione”.
Conoscere il contesto storico sociale religioso dell’epoca è importante, poiché non possiamo usare il “ metro” dei nostri giorni per giudicare gli avvenimenti collocati in un’altra epoca, ma bisogna usare il “ metro” dell’epoca, questo ci permetterà di valutare le cose nella giusta ottica.
Il ragionamento verrà fatto in base alla mia epoca, alla mia generazione (1947) e quindi investiranno gli anni 60 ed inizio anni 70, periodo della fioritura di questi movimenti religiosi.
Consideriamo l’aspetto Culturale dell’epoca, com’era l’istruzione negli anni 50?, ebbene circa il 60% era analfabeta, i nostri genitori sapevano fare la propria firma e con difficoltà, il governo dell’epoca prese atto di questa grave situazione e cercò in qualche maniera di porvi un rimedio, l’attenzione fu rivolta non tanto alla mia generazione che bene o male la maggioranza arrivava alla quinta elementare, ma bensì a quei milioni di persone che erano i nostri genitori, e che per svariati motivi sono rimasti nell’analfabetismo.
Negli anni 50 e precisamente nel 1956 mio padre comprò un televisore(erano i primi vagiti della Rai)ma sarebbe più esatto dire che glie lo portarono a casa, era dotato sul retro di una cassettina tipo salvadanaio, dove si dovevano inserire 100 lire per il funzionamento di un’ora, giacché vicino alla nostra abitazione vi erano 5 o 6 famiglie la sera tutti riuniti a vedere i programmi che regolarmente terminavano verso le undici.
Tra i pochi programmi che la Rai trasmetteva nel 1957 inserì una rubrica rimasta famosa, “Non è mai troppo tardi”, condotta dal maestro Manzi, questa trasmissione doveva insegnare agli analfabeti a saper leggere e scrivere, almeno nel minimo, e ricordo che molti coetanei dei miei genitori erano lì, pronti con carta e matita a fare le stanghette per la I e i cerchietti per la O, questo serviva a molti di firmare non più con la crocetta ma bensì con la propria firma, o perlomeno quello che ne usciva fuori.
Com’era invece la situazione della mia generazione in merito all’istruzione?, avevamo la possibilità di frequentare la scuola almeno fino alla quinta elementare, poiché era il periodo della ricostruzione e del boom economico poi, la maggioranza lasciava la scuola per il lavoro, e questi erano capaci di dare la loro firma un po’ meglio dei loro genitori, negli anni 70 la mia generazione “mette su” famiglia, fa istruire i propri figli, ma noi stessi eravamo culturalmente parlando ancora al piano terra, la nostra istruzione ci permetteva di leggere con facilità un quotidiano, la lettura finiva lì, la mancanza di istruzione superiore e quindi di una cultura più elevata non ci permetteva di fare ragionamenti articolati complessi, di avere conoscenza su varie discipline ed in qualsiasi campo, non sapevamo dare una risposta ai vari perché, poiché i medesimi stessi non si erano mai posti, ed eccoci dunque dipendenti del sapere altrui, bisognosi di risposte che solo altri possono darci, nuovi schiavi della altrui conoscenza, questa era la condizione della maggioranza dei giovani nella fine degli anni 60, nulla a che vedere con i giovani degli anni 90, anche se ad oggi ci sono circa sei milioni di analfabeti totali.
Il secondo punto è la condizione religiosa dell’epoca, non molto differente dell’istruzione.
L’Italia era una nazione nella sua totalità cattolica, il sentimento religioso era molto sentito, l’osservanza dei precetti era sentite ed attuata, siamo stati com’era da prassi, battezzati, cresimati,comunicati, ma la nostra istruzione religiosa finiva nelle poche cose imparate prima di questi eventi, si andava con tutta la famiglia in chiesa la domenica mattina, si ascoltava la messa e finiva li la nostra cultura religiosa, a volte ci si ponevano delle domande le più frequenti riguardavano, l’anima, il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio, ma in tutta onestà non ci perdevamo il sonno per le mancate risposte, eravamo come dice S. Paolo “fermi al latte”.
Se ora noi uniamo l’aspetto culturale con quello religioso si evince una situazione alquanto fragile, quando poi apparvero i TdG con le loro pubblicazioni inneggianti ad un nuovo paradiso unita alla loro sicurezza nel rispondere alle domande dormienti, si capisce bene che si muovevano su un terreno facile, noi avevamo grande fiducia nella Bibbia la consideravamo l’Autorità la Parola di Dio, le argomentazioni dei TdG erano sempre supportate dalle citazioni bibliche, di conseguenza non mettevamo in discussione quello che dicevano in quanto in armonia con la Bibbia, potevamo fare uno studio di “controllo”?, vedere se quello che dicevano era la verità?, si poteva fare, ma non nel nostro caso, era necessario avere un’istruzione più elevata, una cultura più grande, soprattutto conoscere in modo profondo la propria fede, conoscere i fondamenti del cristianesimo, ed altro ancora, no, noi non eravamo in grato di controbattere ciò che i TdG insegnavano, interessava conoscere che tutto ciò era supportato dalla Bibbia.
La loro abilità è stata quella di saper estrapolare i versetti biblici per far sostenere le loro argomentazioni, ma questo lo comprendo ora, all’epoca si riconosceva la Bibbia come espressione letterale della parola di Dio.
Come tutte le organizzazioni totalitarie, chiuse, oppressive, gli aspetti negativi erano ben nascosti,chi di noi conosceva cos’era l’ostracismo?, o quelle regole assurde, come la barba, i capelli ecc?, ci sono stati fatti notare quando facevamo lo studio?, a me non risulta.
Quanto poi abbandonammo questa organizzazione ecco allora che manifestarono il loro vero volto, subendo tutte quelle angherie, oltraggi che a suo tempo non conoscevamo.
E allora è colpa nostra di questa situazione?, oppure è stata la loro condotta scorretta nei nostri confronti forte della nostra povertà intellettuale?, oggi è facile fare ricerche, la tecnologia ci ha messo strumenti che all’epoca era solo fantascienza, oggi se una persona si vorrebbe associare ad un’organizzazione religiosa ha tutti i mezzi necessari per conoscere con chi si associa, se oggi si scusano persone che hanno i mezzi del “sapere” tanto più coloro che erano rimasti al pallottoliere.
Non ho volutamente parlato di coloro che a causa dei loro problemi di qualsiasi natura sono state vittime più”facili” dei TdG, poiché il mio ragionamento è diretto verso la maggioranza, presa per la povertà di cultura.
L’argomento avrebbe richiesto un esame ancora più articolato, non ho voluto appesantire il post.
Rispondendo dunque ad alcuni forumisti che affermano “ se siete in queste condizioni è/anche colpa vostra”, ebbene costoro si sbagliano e anche di grosso, la nostra colpa è stata la nostra mancanza d’istruzione, di conoscenza, la colpa della WTS è stata la loro malafede approfittando di questo stato.
A costoro dico: divenite TdG, percorrete la strada da noi percorsa, ed infine riformulate la vostra asserzione.
Franco