Pro Aristotele
Ex falso quodlibet
Non è possibile affermare una cosa e il suo contrario contemporaneamente, i paradossi autoreferenziali esistono solo sulla carta e sono impossibili
in re, mi riferisco al paradosso sulla verità di Eubulide. La soluzione al paradosso di Russel, o meglio la sua rimozione, passa attraverso una distinzione tra classe e insieme, e si è trovato che “la classe degli insiemi che non appartengono a se stessi è
propria”; allo stesso modo non esiste il famoso barbiere. E’ impossibile confutare il principio di non-contraddizione esattamente come è impossibile dimostrarlo, essendo il primo di tutti i principi e non ricevendo la sua fondazione da alcun altro.Ma si può difendere con l’elenchos, chi lo nega si confuta da solo.
“Basta che uno parli e pretenda che ciò che dice abbia un senso, per dover ammettere il principio di non contraddizione: infatti, le stesse parole che deve in ogni caso usare colui che vuole negare il principio di non contraddizione, perché possano avere un senso sia per chi le dice sia per chi le ascolta, devono presupporre come valido proprio il principio che dovrebbero confutare. Anzi, qualsiasi discorso può avere senso solo se si ammette che le parole che si pronunciano significhino una determinata cosa e non, nello stesso tempo e nelle stessa ottica, anche il suo contrario. […] Colui vuole confutare la verità viene confutato da essa nel momento stesso in cui cerca di confutarla” (G. Reale)
Se vuoi sostenere che le tue argomentazioni siano valide devi ammettere che siano vere, altrimenti se fossero sia vere che false al medesimo tempo non vedo perché dovrei ascoltarti. Chi dice che la verità non esiste si tura la bocca da solo, perché mi sta dicendo che quello che mi racconta non è vero. Lo stesso dicasi del paradosso di Eubulide e le sue rielaborazioni successive. Chi afferma che la frase “Io sono falsa” è sia vera che falsa, deve per forza affermare che il suo paradosso è vero, ossia che è vero che la frase è sia vera che falsa, e non che contemporaneamente il suo paradosso è falso, ossia che è falso che la frase è sia vera che falsa. La verità ti riaggancia sempre. Il mondo della logica ormai si è perso per strada andando dietro a Gödel, Tarski e Kripke, “l’indefinibilità della verità” è sciocchezze simili (ovviamente non includo nelle sciocchezze i teoremi di Gödel). In realtà la logica dell’ultimo secolo si è rivelata non la ricerca della verità che coincide con l’essere, ma un bambino che si diverte a distruggere castelli da lui stesso creati. Impegolarmi in una discussione sulla crisi dei fondamenti della matematica e della logica è fuori questione.
“ma che ne io con la mia modesta testa ne tu con tutti i tuoi libri possiamo affermare di conoscere cio che e' vero.”
Non mi mettere in bocca affermazioni non mie. Io non ho detto di conoscere il vero, bensì che il vero esiste. La verità assoluta è Dio e solo Dio conosce Dio. Io amo infinitamente il girello in cui il Kant di “Was ist aufklärung?” non voleva stare, perché il filosofo stesso ci ha avvertito che non possiamo conoscere il noumeno con le nostre sole forze, dunque l’unica speranza di scoprirlo è stare nel girello e sperare che a muoverlo sia Dio. Quello che si contesta a Ratzinger è di affermare a gran voce di essere nel vero. Non può dimostralo, perché altrimenti tutti divenerebbero cattolici, ma non vedo il perché dovrebbe ammettere che quello che sta dicendo è vero quanto quello che dicono i protestanti. O ha torto Ratzinger, o hanno torto i protestanti, oppure hanno torto entrambi, in nessuno dei tre casi possibili entrambi i contendenti avevano contemporaneamente la verità come il relativismo afferma.
Ciao
P.S. Ho il piacere di parlare con un collega filosofo, con un matematico, con un logico, o chi altro?
[Modificato da Polymetis 21/04/2005 18.03]