Io, d'accordo con Tipler, sono disposto ad accettare che se le leggi fisiche comprese e dimostratesi vere sperimentalmente (nessun esperimento condotto finora le ha contraddette), implicano l'esistenza di una singolarità cosmica. In altre parole l'universo ha avuto un inizio in una singolarità 13, 5 miliardi di anni fa. Il red shift (lo spostamento verso il rosso) osservato per le galassie ci dice che un tempo le galassie erano più vicine di quanto non lo siano adesso. Quindi, tornando a ritroso nel tempo, la densità dell'universo (massa/volume) è crescente. Crescente sino al punto in cui il volume occupato diventa infinatamente piccolo, 0, ma ad un istante finito nel tempo. In questa singolarità cosmica tutte le grandezze fisiche che conosciamo tendono all'infinito.
Poiché fiscamente non c'è nulla che possa spiegare cosa sia accaduto prima molti fisici sono disposto ad accettare che quella singolarità cosmica possa chiamarsi Dio. Il punto ove le leggi fisiche collassano è un punto di impossibile esplorazione.
Ora chiamando in causa l'interevento di berescitte:
La tua descrizione del mondo e di Dio è straordinariamente bella. Bella da far venire i brividi. E possibile anche.
Ma c'è un limite a quello che possiamo affermare con perentorietà. E' il limite della dimostrazione matematica. Anzi è un sottoinsieme della dimostrazione matematica. E' l'osservazione fisica del mondo reale.
Il diagramma che propongo come elemnto di discussione è il di Roger Penrose (Wolf Prize in Fisica 1988, Professore emerito all'Unievrsità di Oxford)
Il concetto è che l'esistenza dei concetti matematici è differente all'esistenza fisica ed anche dall'esistenza definita dalla nostra mente. Queste 'esistenze' pur appartenendo a tre 'mondi' separati sono connessi da tre 'misteri' (le connessioni tra i mondi):
Passo a descrivere seguendo il commento di Penrose:
Come si nota nello schema, la prima connessione, quella che connette il mondo matematico ideale (platonico) con quello fisico ammette che soltanto una piccola parte del mondo matematico sia importante per il funzionamento del mondo fisico. Idem per il mondo mentale. Solo una parte del mondo fisico si concretizza in strutture mentali pensanti (alcuni elementi del mondo fisico sono inanimate). La terza connessione indica infine che solo una parte delle attività mentali riguarda verità matematiche assolute (la maggior parte della mente è impegnata a pensare ad altro, piaceri, rabbia, orgoglio).
Si legga lo schema adesso nel verso antiorario In questo verso l'intero mondo fisico sembra essere governato da leggi matematiche, tutte le facoltà mentali hanno le loro radici nella fisicità, non vi sono verità matematiche al di fuori della portata della ragione.
In uno schema di ragionamento come quello proposto non c'è modo di intrufolare pensieri che non abbiano una dimostrazione matematica formale.
Lo stesso Penrose ammette che uno schema di ragionamento del genere è dettato dal suo pregiudizio (sebbene questo suo pregiudizio sia dettato dalla osservazione di come l'eleganza e la bellezza e la potenza delle strutture matematiche possa esaustivamente spiegare qualunque cosa).
Pertanto come concessione a quelli che non condividono quei pregiudizi ridisegna lo schema seguente:
Come dice Penrose, in questo schema si tiene conto ora della possibilità di azioni fisiche fuori dell'ambito del controllo matematico. Il diagramma consente di credere che potrebbero esistere facoltà mentali non radicate in strutture fisiche. Infine permette l'esistenza di asserzioni matematiche vere, la cui verità sia in linea di principio inaccessibile alla ragione e al discernimento.
Il disegno riportato presenta ulteriori misteri che superano addirittura quelli ammessi nel primo diagramma. Restano un profondo enigma le ragioni per cui al mondo dovrebbero applicarsi leggi matematiche con tale fenomenale precisione. Inoltre non soltanto la precisione ma anche la sottile sofisticazione e la bellezza matematica di queste riuscite teorie a essere profndamente misteriose. Un altro profondo mistero è il modo in cui il materiale fisico adeguatamente organizzato, cervelli umani, possa in qualche modo fare apparire come per magia la facoltà mentale della consapevolezza cosciente. Infine vi è un mistero riguardo al modo in cui percepiamo la verità matematica. Non è solo il fatto che i nostri cervelli siano programmati per calcolare in modo affidabili; vi è qualcosa di molto più profondo di questo nelle intuizioni che persino il più modesto di noi possiede quando apprezza, per esempio, il reale significato dei termini 'zero', 'uno', 'due', etc.
Insomma per non farla lunga il concetto è che le osservazioni fisiche e le speculazioni matematiche non ci permettono di dire molto su Dio, oltre al fatto che esista.
Poi possiamo parlare in altri termini e descrivere nel modo più bello e più poetico tutto ciò che riguarda l'umo e la sua interminabile storia e il suo contestuale rapporto con la deità. Lo possiamo leggere attraverso gli occhi del credente e attraverso gli occhi dello scettico.
Fatto sta che di incontestabile su questa terra, nella miseria ( e superlativa allo stesso tempo) di conoscenza in cui ci troviamo, ci sono solo le leggi fisiche. Tutto il resto è un'ombra, è ipotesi.
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