Che significa?

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Achille Lorenzi
00sabato 2 ottobre 2004 09:18
Si è discusso spessisime volte, in vari forum, della TNM e del suo modo di tradurre parole ed espressioni delle lingue originali. Per chi non conosce ebraico, aramaico e greco, tali discussioni risultano molto spesso ardue ed incomprensibili. Molti studiosi tuttavia affermano che la TNM sia una traduzione ah hoc, fatta appositamante per dare un supporto alle dottrine dei TdG (*).
Ma al di la di queste discussioni "da specialisti", possiamo senza troppe difficoltà riscontrare che la traduzione in italiano della Bibbia dei TdG presenta numerosissimi errori di grammatica e moltissimi passaggi davvero incomprensibili.
Ecco un esempio:
«.. e il tuo palato come il miglior vino che va giù diritto per il mio caro, scorrendo con dolcezza sulle labbra di quelli che dormono"»(Cantico di Salomone cap. 6 versetto 12). Chi è in grado di spiegare cosa significa questo passo? Chi è o che cos'è questo "mio caro" di cui - secondo il CD - sta parlando Salomone? (si veda http://www.infotdgeova.it/salomone.htm )
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(*)Per esempio, in una occasione il prof. J.R. Mantey, citato anche nelle pubblicazioni del CD, così si espresse riguardo alla TNM: «Dopo aver studiato la loro erronea traduzione in centinaia di versetti del Nuovo testamento, si è chiarita in me la convinzione che quando la Scrittura era in disaccordo con i loro particolari insegnamenti, essi deliberatamente l’hanno tradotta in modo erroneo oppure hanno alterato il testo al punto tale che potrebbe sembrare che ci sia qualche apparente sostegno per le loro opinioni non scritturali (...). Ma ciò che è di gran lunga peggio, essi [i traduttori della TNM] si sono resi colpevoli di deliberato inganno: Ciò rende la loro traduzione detestabile’». Cit. da A. Aveta, "Analisi di una setta", pagg. 30,31).

Saluti

[Modificato da Achille Lorenzi 02/10/2004 9.22]

Teo60
00sabato 2 ottobre 2004 17:41
Re: Cantico dei cantici 7,10

Scritto da: Achille Lorenzi 02/10/2004 9.18
[...]
«.. e il tuo palato come il miglior vino che va giù diritto per il mio caro, scorrendo con dolcezza sulle labbra di quelli che dormono"»(Cantico di Salomone cap. 6 versetto 12). Chi è in grado di spiegare cosa significa questo passo? Chi è o che cos'è questo "mio caro" di cui - secondo il CD - sta parlando Salomone? (si veda http://www.infotdgeova.it/salomone.htm )
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Saluti

[Modificato da Achille Lorenzi 02/10/2004 9.22]



Ciao Achille forse ti riferisci al Cap. 7 vers.10. Secondo me la traduzione più giusta di questo passo e quella che usa il verbo scorrere piuttosto che "va giù", e l'altra lezione controversa è quella che riguarda la fine del versetto ovvero "..sulle labbra di coloro che dormono", alcune traduzioni hanno "sulle labbra e sui denti. Quindi una traduzione corretta potrebbe essere: Il tuo palato è come vino squisito che scorre verso il mio diletto e fluisce sulle labbra e sui denti!" E a parlare è la sposa che si rivolge allo sposo.

Matteo
Achille Lorenzi
00sabato 2 ottobre 2004 19:08
Re: Re: Cantico dei cantici 7,10

Scritto da: Teo60 02/10/2004 17.41
Ciao Achille forse ti riferisci al Cap. 7 vers.10. Secondo me la traduzione più giusta di questo passo e quella che usa il verbo scorrere piuttosto che "va giù", e l'altra lezione controversa è quella che riguarda la fine del versetto ovvero "..sulle labbra di coloro che dormono", alcune traduzioni hanno "sulle labbra e sui denti. Quindi una traduzione corretta potrebbe essere: Il tuo palato è come vino squisito che scorre verso il mio diletto e fluisce sulle labbra e sui denti!" E a parlare è la sposa che si rivolge allo sposo. Matteo


Ciao Matteo, hai ragione, ho confuso il capitolo. Mi riferivo infatti al capitolo 7, v. 10.

Ecco come rende questo passo la CEI:

«Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!

Chi è questo "diletto" (il "mio caro" della TNM)?
Lo si comprende dai vv. successivi:

«11 Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
12 Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi».

Si tratta chiaramente di un uomo (il pastore? Salomone?) a cui la Sulamita si sta rivolgendo.

La stessa cosa si comprende da altre traduzioni:

«10 e la tua bocca come un vino generoso
che cola dolcemente per il mio amico,
e scivola fra le labbra di quelli che dormono.

Ca 2:16; 3-7
11 Io sono del mio amico,
verso me va il suo desiderio.
12 Vieni, amico mio, usciamo ai campi,
passiamo la notte nei villaggi!» (Nuova Riveduta).

«...9 e i baci della tua bocca come un vino squisito, che scende dolcemente per il mio diletto, sfiorando delicatamente le labbra di chi dorme.
Unione d'amore
10 Io sono del mio diletto, e il suo desiderio è verso di me. 11 Vieni, mio diletto, usciamo nei campi, passiamo la notte nei villaggi!» (Nuova Diodati).

Da queste versioni si comprende che il "mio caro" sarebbe l'amato della pastorella a cui appunto la Sulamita (una donna) si rivolge. Invece il Corpo Direttivo dei TdG insegna che a parlare è un uomo (Salomone) e così il passo diventa semplicemente incomprensibile. Che senso ha infatti che Salomone dica: "... il tuo palato [sia] come il miglior vino che va giù diritto per il mio caro..."?

Ciao
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