Riflettendo su...
>LA STORIA
Attirato da una misteriosa telefonata
La vita di Emo Piccioni, 58 anni, sposato con due figli, stimato anziano dei Testimoni di Geova nella Sala del Regno di Borgomanero, ha una svolta il 31 ottobre 2005. Piccioni stava per iniziare una conferenza nella Sala del Regno quando
è arrivata una telefonata da uno sconosciuto che avvisava di aver trovato i documenti smarriti da un confratello di Vercelli, il quale avrebbe chiesto di farglieli recapitare attraverso una congregazione locale. Emo Piccioni dà la sua disponibilità, ma solo dopo la conferenza. L'appuntamento è davanti all'ufficio postale di Prato Sesia dove lo avrebbe atteso un uomo giovane con un cappello. Uno dei presenti ci va subito, ma sul posto non trova nessuno. Per scrupolo, circa un'ora dopo vi si reca, da solo, lo stesso Piccioni, che però non ha fatto più ritorno.
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Tutta la parte che ho evidenziato non è stata narrata a Marco dal padre Emo che era scomparso ma da qualcun altro, e questo qualcun altro (o più persone che siano) deve essere per forza un membro della Sala del Regno ove sarebbe giunta la telefonata. E siccome la telefonata è stata fatta ad Emo e non su un viva voce alla presenza di altri, questa persona dovrebbe aver ricevuto da Emo stesso l'informazione circa il contenuto della telefonata. E, trattandosi di cosa così confidenziale, non può trattarsi che di un confratello di cui Emo aveva la massima fiducia.
Bisognerebbe quindi rintracciare questo tale e chiedergli:
- ma perché, voi che andate due a due per le case perché avete paura del diavolo, non hai pensato di accompagnare Emo all'appuntamento? o a suggerirgli di farsi accompagnare?
- perché non hai espresso la tua perplessità circa il tenore della telefonata? Infatti ci sono molte stranezze in essa: a) se nei documenti di cui si parla esisteva il nome del confratello che li aveva smarriti, perché chi li ha ritrovati non ha cercato di rintracciare lui invece di rivolgersi a Emo? b) mettiamo il caso che o non c'era il nome o il ritrovatore conoscesse solo la Sala del Regno di Borgomanero e volesse semplificare la restituzione passando per Emo, perché mai Emo non ha rivelato al confratello in questione il nome di chi gli aveva telefonato?
Dicendogli solo "mi ha chiamato uno di Vercelli che dice così e cosà..." quale Anziano TG non si sarebbe insospettito e non avrebbe messo sul chi vive Emo dicendogli appunto di farsi accompagnare o, per evitare ogni pericolo, di avvertire la Betel circa il da farsi? (conosciamo tutti la struttura ramificata informativa dei TG e la Betel avrebbe potuto trasmettere l'incombenza alla Sala/Sale del regno di Vercelli così da rintracciare chi aveva smarrito i documenti).
E c'è da chiedersi anche se Emo era una persona semplice, estroversa, fiduciosa o, come ogni Anziano TG, condivideva la psicologia del gruppo che è quella di sentirsi assediato da nemici e quindi sospettosi di tutto e soprattutto di telefonate di anonimi (se di anonimo si trattò)?
Come si spiega questo suo andare all'appuntamento senza averne avvertito il figlio ma solo il o i confratelli della sua Sala del Regno? Borgomanero non è una metropoli, che problema aveva il ritrovatore a recarsi personalmente alla Sala del Regno?
Visto che il ritrovatore dice che quel TG di Vercelli gli "avrebbe chiesto di farglieli recapitare attraverso una congregazione locale", deve per forza avergli detto il suo nome; ovvero gli avrebbe chiesto di consegnarli alla Sala di Borgomanero per Pinco Pallino. E quindi il ritrovatore deve aver comunicato il nome di tale confratello di Verceli a Emo il quale deve averlo comunicato ai suoi confratelli prima di andare all'appuntamento. Ed essi appunto avrebbero dovuto dirgli: ma che problema c'è? basta avvertire la Betel, che sì avvertirà Vercelli e rintraccerà l'interessato, ma
soprattutto controllerà se esiste un TG con tale nome!
Forse sarebbe utile agli inquirenti anche documentarli che la Betel, per cose gravi, si è sempre premurata di dare direttive e consigli su come comportarsi (cf le varie lettere circolari agli Anziani) e sarebbe molto interessante scoprire se, su questa faccenda, chi ha risposto agli inquirenti lo abbia fatto di sua spontanea iniziativa e libertà o opportunamente "ammaestrato" da direttive venute dall'alto.