Si dice infatti che nelle Chiese veniva insegnato che aderire al partito comunista era un peccato grave, una violazione talmente seria da compromettere addirittura la propria speranza di salvezza nel Cielo.
Caro Bikky, non è a tuo avviso contraddittorio essere un fautore del materialismo dialettico, essere ateo e ritenere che la religione sia l’oppio dei popoli con il propugnare l’esistenza di entità immateriali, il pensare che il mondo sia opera di Dio e il ritenere che il Cristianesimo sia la via maestra verso la salvezza?
A mio avviso sì. Quindi, se l’adesione all’ideologia marxista è genuina e consapevole non si può, di conseguenza, essere sinceramente cristiani.
Sul tema dell’adesione all’ideologia comunista e ai movimenti a questa ispirati ci sono due pronunciamenti dell'allora Santo Uffizio, il primo del 1949 ed il secondo del 1959. In questi, si specifica che la libera adesione ad un movimento politico che fa dell’anticristianesimo (sia in senso lato che in senso stretto) uno dei suoi cavalli di battaglia è incompatibile con l’appartenenza al Corpo Spirituale di Cristo (la Chiesa) e, quindi, alla partecipazione ai Sacramenti. Nella misura in cui questa adesione è vissuta come un vero atto di negazione della propria fede e come un esplicito rifiuto di essa, viene messa a repentaglio la possibilità di partecipare alla Grazia salvifica di Cristo (fermo restando che solo Dio, poi, è in grado di giudicare il cuore degli uomini).
E’ il militante comunista (nella misura in cui questa sua militanza è vissuta come rifiuto dei valori cristiani) che si esclude dalla Chiesa, trovandosi ipso facto in una situazione di scomunica (di esclusione dalla comunità dei seguaci di Cristo). Scomunica che, in ambito cattolico, non comporta però l’ostracismo, impegnando piuttosto tutti i cristiani ad adoperarsi per il “recupero” della pecorella smarrita.
- E' vero o non è vero che nelle Chiese locali i preti invitavano mediante 'minaccia di non concedere l'assoluzione' a non aderire al partito comunista?
Non si può concedere l’assoluzione ad un peccatore impenitente. Come ho cercato di illustrare sopra chi aderisce ad un movimento politico dai presupposti ideologici anticristiani commette con ciò peccato di apostasia, quindi non può ricevere l’assoluzione fino a che non abbia abbandonato (soprattutto col cuore) il movimento suddetto.
Questa è una cosa gravissima, in quanto un incarico concesso da Dio stesso (leggasi l'assoluzione) veniva mercanteggiata per strategie di natura esclusivamente politica.
Questa è la lettura che della posizione netta presa dalla Chiesa contro il marxismo si faceva nelle sezioni del PC… e proprio in funzione anticristiana. Se non ricordo male, a quei tempi, uno degli slogan più gettonati tra i militanti comunisti era questo: “Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un prete o è un fascista.”
Come la spiegano i cari cattolici superconvinti del forum questa presa di posizione politica della CC a favore della Democrazia Cristiana e contro il Partito Comunista?
A dire il vero, la Chiesa, si è schierata contro il PC esclusivamente perché questo partito si ispirava ad un’ideologia esplicitamente anticristiana, ma non mi risulta che abbia mai censurato alcun altro movimento politico tra quelli dell’Italia democratica. E’ ovvio, comunque, che visto che tra i vari movimenti politici dell’Italia post-fascista ce ne era uno, la DC, che ufficialmente si ispirava al cristianesimo, la simpatia del mondo cattolico andasse a questo. Non c’è mai stato, per quanto mi risulta, alcun pronunciamento ufficiale della Chiesa pro-DC. Ho conosciuto, del resto, dei ferventi cattolici che al contempo erano anche dei ferventi antidemocristiani, senza che questo avesse mai ad incidere nella loro vita ecclesiale.
[Modificato da Trianello 20/09/2006 8.55]