Amore e ragione

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pcerini
00giovedì 2 febbraio 2006 10:10
Riflettevo un po' dai vari post che leggevo i vari contrasti e relazioni del tipo saggezza-cultura, fede-ragione,e via dicendo...

Altra mia personalissima opinione da persona non istruita e ignorante (approssimata come direbbe qualcun'altro) e' che se la Bibbia dice che Dio e' Amore,allora io credo che se uno ha bisogno di giustificare la fede con i ragionamenti,i concetti difficili e complicati,la ragione in generale,chissa' se poi esso stesso ne abbia veramente bisogno se e' veramente capace di amare dio e gli altri?

Mi domando,amare Dio gli altri,avere fede in lui,l'amore sopratutto (mi domando poi il significato di questa parola,che in ambito religioso non so quale sia) e la fede,ma hanno veramente bisogno di essere giustificati razionalmente con lunghi discorsi e concetti difficili (come ad esempio certi dogmi,certi concetti della teologia e filosofia)?

PErche' puo' darsi che se io ho bisogno di giustificare razionalmente,potrebbe significare allora che non ho abbastanza fede oppure che non sono veramente capace di amare dio e il prossimo?
In fondo che bisogno c'e' di spremersi il cervello,di studiare tantissimo e tantissimo sprecando anni di vita quando si e' capaci di amare dio e gli altri alla maniera di cristo?
Ma non e' meglio impiegare gli anni della vita a imparare a saper amare dio e gli altri e insegnare gli altri a farlo piuttosto che perdere tempo con la teologie la filosofia?
Paolo

[Modificato da pcerini 02/02/2006 10.13]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 10.14]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 10.17]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 10.33]

=omegabible=
00giovedì 2 febbraio 2006 10:17
Re: ignoranza??????
Avevi dichiarato di essere un pò ignorante.!!!! SEI UN GENIO!!!! A me piacerebbe un mondo popolato da ignoranti come te!!!! [SM=x570864] [SM=x570864] [SM=x570864] [SM=x570865] [SM=x570892] [SM=x570892] [SM=x570892]

Scritto da: pcerini 02/02/2006 10.10
Riflettevo un po' dai vari post che leggevo i vari contrasti e relazioni del tipo saggezza-cultura, fede-ragione,e via dicendo...

Altra mia personalissima opinione e' che se la Bibbia dice che Dio e' Amore,allora io credo che se uno ha bisogno di giustificare la fede con i ragionamenti,i concetti difficili e complicati,la ragione in generale,chissa' se poi esso stesso ne abbia veramente bisogno se e' veramente capace di amare dio e gli altri?

Mi domando,amare Dio gli altri,avere fede in lui,l'amore sopratutto (mi domando poi il significato di questa parola,che in ambito religioso non so quale sia) e la fede,ma hanno veramente bisogno di essere giustificati razionalmente con lunghi discorsi e concetti difficili (come ad esempio certi dogmi,certi concetti della teologia e filosofia)?

PErche' puo' darsi che se io ho bisogno di giustificare razionalmente,potrebbe significare allora che non ho abbastanza fede oppure che non sono veramente capace di amare dio e il prossimo?

Paolo

Trianello
00giovedì 2 febbraio 2006 12:47
Scienza Sacra.
La fede è il totale riferirsi a Dio, conosciuto nella rivelazione, da parte dell’uomo il quale, nell’analisi delle proprie dimensioni fondamentali col mondo, la morte, gli uomini e la storia, si scopre aperto alla trascendenza e dotato di libertà che si esplicita nella responsabilità e nella speranza. (dalla voce FEDE del Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, San Paolo Edizioni)

La fede è un atto fondamentale dell’uomo che sceglie di credere e di farsi seguace di Cristo. La fede non può essere scientificamente provata né scientificamente falsificata, anche perché non è solamente un dato epistemico. La fede appartiene ai semplici come ai sapienti, ed è la stessa sia negli uni che negli altri. Se vai bene a guardare le biografie dei Santi riconosciuti dalla Chiesa, troverai persone di tutti i tipi: contadini, soldati, filosofi, teologi, operai, medici, ingegneri, banchieri, missionari, analfabeti, intellettuali, ecc.

Allora, ti chiederai, qual è la ragione di tutto l’affannarsi dei teologi, che senso ha tutto questo discutere e “polemizzare”?
Ancora una volta, lascio la parola a Tommaso d’Aquino. Riporto qui di seguito la Questione Prima della Parte Prima della Somma Teologica.

"La dottrina sacra: quale essa sia e a quali cose si estenda


Per assegnare al nostro studio dei limiti precisi, è necessario innanzi tutto trattare della stessa sacra dottrina, chiedendoci quale essa sia e a quali cose si estenda.
A tal proposito si prospettano dieci quesiti: 1. Se questa dottrina sia necessaria; 2. Se sia scienza; 3. Se sia scienza una o molteplice; 4. Se sia speculativa o pratica; 5. In che rapporti stia con le altre scienze; 6. Se sia sapienza; 7. Quale sia il suo soggetto; 8. Se sia argomentativa; 9. Se debba far uso di locuzioni metaforiche o simboliche; 10. Se la Scrittura sacra, su cui poggia questa dottrina, si debba esporre secondo pluralità di sensi.


ARTICOLO 1

Se oltre le discipline filosofiche sia necessario ammettere
un'altra scienza

SEMBRA che oltre le discipline filosofiche non sia necessario ammettere un'altra scienza. Infatti:
1. L'uomo, ci avverte l'Ecclesiastico, non deve spingersi verso ciò che supera la sua ragione: "Non cercar quel ch'è al di sopra di te". Ora ciò che è d'ordine razionale ci è dato sufficientemente dalle discipline filosofiche. Conseguentemente non vi è posto per un'altra scienza.
2. Non vi è scienza che non tratti dell'ente: infatti non si conosce altro che il vero, il quale coincide con l'ente. Ora, la filosofia tratta di ogni ente e anche di Dio; tanto che una parte della filosofia si denomina teologia, ossia scienza divina, come dice Aristotele. Quindi non è necessario ammettere un'altra scienza all'infuori delle discipline filosofiche.
IN CONTRARIO: Nell'epistola a Timoteo si dice: "Tutta la Scrittura divinamente ispirata è utile a insegnare, a redarguire, a correggere, a educare alla giustizia". Ora, la Scrittura divinamente ispirata non rientra nelle discipline filosofiche, che sono un ritrovato della umana ragione. Di qui l'utilità di un'altra dottrina di ispirazione divina, oltre le discipline filosofiche.
RISPONDO: Era necessario, per la salvezza dell'uomo che, oltre le discipline filosofiche d'indagine razionale, ci fosse un'altra dottrina procedente dalla divina rivelazione. Prima di tutto perché l'uomo è ordinato a Dio come ad un fine che supera la capacità della ragione, secondo il detto d'Isaia: "Occhio non vide, eccetto te, o Dio, quello che tu hai preparato a coloro che ti amano". Ora è necessario che gli uomini conoscano in precedenza questo loro fine, perché vi indicizzino le loro intenzioni e le loro azioni. Cosicché per la salvezza dell'uomo fu necessario che mediante la divina rivelazione gli fossero fatte conoscere delle cose superiori alla ragione umana.
Anzi, anche riguardo a quello che intorno a Dio si può indagare con la ragione, fu necessario che l'uomo fosse ammaestrato per divina rivelazione, perché una conoscenza razionale di Dio non sarebbe stata possibile che per parte di pochi, dopo lungo tempo e con mescolanza di molti errori; eppure dalla conoscenza di tali verità dipende tutta la salvezza dell'uomo, che è riposta in Dio. Per provvedere alla salvezza degli uomini in modo più conveniente e più certo fu perciò necessario che rispetto alle cose divine fossero istruiti per divina rivelazione.
Di qui la necessità, oltre le discipline filosofiche, che si hanno per investigazione razionale, di una dottrina avuta per divina rivelazione.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. È vero che l'uomo non deve scrutare col semplice lume della ragione cose superiori alla sua intelligenza; ma ciò che Dio gli rivela lo deve accogliere con fede. Infatti nel medesimo punto della Scrittura si aggiunge: "Molte cose ti sono mostrate superiori all'umano sentire". E precisamente in tali cose consiste la sacra dottrina.
2. La diversità di principi o di punti di vista causa la diversità delle scienze. Una stessa conclusione scientifica, può dimostrarla, sia un astronomo che un fisico, p. es., la rotondità della terra; ma l'astronomo parte da criteri matematici, cioè fa astrazione dalle qualità della materia; il fisico invece lo dimostra mediante la concretezza stessa della materia. Quindi niente impedisce che delle stesse cose delle quali tratta la filosofia con i suoi lumi di ragione naturale, tratti anche un'altra scienza che proceda alla luce della rivelazione. Perciò la teologia che fa parte della sacra dottrina differisce secondo il genere, dalla teologia che rientra nelle discipline filosofiche.


ARTICOLO 2

Se la sacra dottrina sia scienza

SEMBRA che la sacra dottrina non sia scienza. Infatti:
1. Ogni scienza procede da principi di per sé evidenti. La sacra dottrina invece procede da articoli di fede, i quali non sono di per sé evidenti, tanto è vero che non tutti li accettano: "non di tutti, infatti, è la fede", come dice l'Apostolo. Dunque la sacra dottrina non è scienza.
2. La scienza non si occupa dei singolari (ma degli universali). Ora la sacra dottrina si occupa di particolarità, come delle gesta di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe. Conseguentemente non è scienza.
IN CONTRARIO: Dice S. Agostino: "A questa scienza spetta soltanto ciò per cui la fede che salva viene generata, nutrita, difesa, rafforzata". Siccome questo è proprio unicamente della sacra dottrina, ne deriva che la sacra dottrina è scienza.
RISPONDO: La sacra dottrina è una scienza. E si prova così: Vi è un doppio genere di scienze. Alcune di esse procedono da principi noti per naturale lume d'intelletto, come l'aritmetica e la geometria; altre che procedono da principi conosciuti alla luce di una scienza superiore: p. es., la prospettiva si basa su principi di geometria e la musica su principi di aritmetica. E in tal maniera la sacra dottrina è una scienza; in quanto che poggia su principi conosciuti per lume di scienza superiore, cioè della scienza di Dio e dei Beati. Quindi, come la musica ammette i principi che le fornisce la matematica, così la sacra dottrina accetta i principi rivelati da Dio.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. I principi di ogni scienza o sono evidenti di per sé o alla luce di una qualche scienza superiore. E tali sono anche i principi della scienza sacra, come ora abbiamo spiegato.
2. I fatti particolari nella sacra dottrina non hanno una parte principale: vi sono introdotti o quali esempi di vita, come avviene nelle scienze morali, o anche per dichiarare l'autorità di quegli uomini attraverso i quali è derivata la rivelazione, sulla quale si fonda la Scrittura o dottrina sacra.


ARTICOLO 3

Se la sacra dottrina sia una scienza unica

SEMBRA che la sacra dottrina non sia una scienza unica. Infatti:
1. Secondo il Filosofo "una è la scienza che tratta un soggetto di un sol genere". Ora, Creatore e creatura, di cui tratta la sacra dottrina, non sono soggetti di un medesimo genere. Perciò la sacra dottrina non è scienza unica.
2. Nella sacra dottrina si tratta di angeli, di creature corporee e di umani costumi. Tali soggetti appartengono a differenti scienze filosofiche. Conseguentemente la sacra dottrina non è scienza unica.
IN CONTRARIO: La sacra Scrittura parla di essa come di scienza unica: "Gli dette la scienza dei santi".
RISPONDO: La sacra dottrina è un'unica scienza. E infatti l'unità della potenza e dell'abito si deve desumere in relazione all'oggetto, non preso nella sua materialità, ma sotto l'aspetto formale di oggetto: così, p. es., uomo, asino e pietra convengono nella medesima ragione formale di colorato, oggetto (formale unico) della vista. Siccome, dunque, la Scrittura o dottrina sacra considera alcune cose precisamente in quanto sono divinamente rivelate, come abbiamo detto, tutte le cose che possono essere rivelate da Dio si rassomigliano dal punto di vista proprio di questa scienza. Perciò rientrano sotto la dottrina sacra come sotto una scienza unica.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La sacra dottrina non si occupa di Dio e delle creature nella stessa misura; ma di Dio principalmente, delle creature invece in quanto si riferiscono a Dio, come a principio o fine loro. È salva quindi l'unità della scienza.
2. Nulla può impedire che facoltà o abiti scientifici di ordine inferiore si diversifichino riguardo a oggetti che non sono distinti in una facoltà o abito d'ordine superiore, perché tale abito o facoltà considera l'oggetto da un punto di vista più universale. Così l'oggetto del senso comune è il sensibile, che comprende sotto di sé il visibile e l'udibile: quindi il senso comune, essendo un'unica facoltà, si estende a tutti gli oggetti dei cinque sensi. Allo stesso modo la dottrina sacra, pur essendo unica, può considerare i vari oggetti delle molteplici scienze filosofiche sotto un unico aspetto, cioè in quanto sono divinamente rivelabili. In tal modo la sacra dottrina ci si presenta come una partecipazione della scienza divina, che pur essendo una e semplice abbraccia tutte le cose.


ARTICOLO 4

Se la sacra dottrina sia una scienza pratica

SEMBRA che la sacra dottrina sia una scienza pratica. E infatti:
1. Secondo Aristotele "fine della scienza pratica è l'operazione". Ora, la sacra dottrina è ordinata precisamcnte all'operazione, secondo il detto di S. Giacomo: "Siate esecutori e non soltanto uditori della parola". Dunque la sacra dottrina è una scienza pratica.
2. La sacra dottrina si suol dividere in legge antica e nuova. Ma la legge appartiene alla scienza morale, la quale è scienza pratica. Dunque la sacra dottrina è scienza pratica.
IN CONTRARIO: Ogni scienza pratica tratta di cose operabili dall'uomo, come la morale degli atti umani e l'edilizia degli edifici. Ora, la sacra dottrina tratta principalmente di Dio, del quale l'uomo è piuttosto fattura (che fattore): essa non è dunque scienza pratica ma piuttosto speculativa.
RISPONDO: Abbiamo già detto che la sacra dottrina, pur essendo una, si estende agli oggetti delle varie scienze filosofiche a motivo della ragione formale, o aspetto speciale sotto cui li riguarda, cioè in quanto conoscibili mediante il lume divino. Per questo, sebbene tra le scienze filosofiche alcune siano speculative ed altre pratiche, pure la sacra dottrina comprende sotto di sé i due aspetti; come anche Dio con la medesima scienza conosce se stesso e le sue opere.
Tuttavia è più speculativa che pratica, perché si occupa più delle cose divine che degli atti umani, dei quali tratta solo in quanto per essi l'uomo è ordinato alla perfetta conoscenza di Dio, nella quale consiste la beatitudine eterna.
Con ciò restano sciolte le difficoltà.


ARTICOLO 5

Se la sacra dottrina sia superiore alle altre scienze

SEMBRA che la sacra dottrina non sia superiore alle altre scienze. Infatti:
1. La certezza di una scienza fa parte della sua dignità. Ora, le altre scienze, poggiando su principi indubitabili, si presentano come più certe della sacra dottrina, i cui principi, gli articoli di fede, sono suscettibili di dubbio. Quindi le altre scienze sono ad essa superiori.
2. È proprio di una scienza inferiore mutuare da un'altra, come la musica dall'aritmetica. Ora, la sacra dottrina prende qualche cosa dalle discipline filosofiche, come nota S. Girolamo in una lettera a Magno: "Gli antichi dottori hanno cosparso i loro libri di tanta dottrina e di tante massime dei filosofi, che non sai che cosa più ammirare in essi, se l'erudizione profana o la scienza scritturale". Dunque la sacra dottrina è inferiore alle altre scienze.
IN CONTRARIO: Le altre scienze sono chiamate ancelle della teologia, secondo il detto dei Proverbi: "(la sapienza) ad invitare mandò le sue ancelle alla cittadella".
RISPONDO: Questa scienza, essendo del pari speculativa e pratica, sorpassa tutte le altre sia speculative che pratiche. E infatti tra le speculative una è più degna dell'altra sia per la certezza, sia per l'eccellenza della materia. Ora, questa scienza per tutti e due i motivi eccelle tra le speculative. Quanto alla certezza, perché mentre le altre scienze la derivano dal lume naturale della ragione umana che può errare, essa la trae dal lume della scienza di Dio, che non può ingannarsi. Parimenti le supera per la dignità della materia, perché essa si occupa prevalentemente di cose che per la loro sublimità trascendono la ragione; le altre viceversa trattano di cose accessibili alla ragione.
Tra le discipline pratiche poi è superiore quella che è ordinata a un fine più remoto, così la politica è superiore alla scienza o arte militare perché il bene dell'esercito è destinato a procurare il bene dello stato. Ora, il fine di questa scienza, in quanto è scienza pratica, è l'eterna beatitudine, alla quale sono diretti i fini di tutte le scienze pratiche. Sicché, sotto tutti gli aspetti si fa palese la sua superiorita.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Niente impedisce che quanto di sua natura è più certo, sia meno certo relativamente a noi: ciò dipende dalla debolezza della nostra mente, la quale, al dire di Aristotele, "dinanzi alle cose più evidenti della natura è come l'occhio della civetta davanti al sole". Perciò il dubitare di alcuni circa gli articoli di fede non deriva dall'incertezza della cosa in se stessa, ma dalla debolezza del nostro intelletto. Nonostante ciò, un minimo che si possa avere di conoscimento delle cose più alte è molto più desiderabile della conoscenza più sicura di quelle inferiori, come afferma il Filosofo.
2. La scienza sacra può sì ricevere qualche cosa dalle discipline filosofiche, non già perché ne abbia necessità; ma per meglio chiarire i suoi insegnamenti. I suoi principi, infatti, non li prende da esse, ma immediatamente da Dio per rivelazione. E perciò non mutua dalle altre scienze come se fossero superiori, ma si serve di esse come di inferiori e di ancelle; proprio come avviene delle scienze dette architettoniche le quali utilizzano le scienze inferiori, come fa la politica rispetto all'arte militare. E l'uso che la scienza sacra ne fa non è a motivo della sua debolezza od insufficienza, ma unicamente a cagione della debolezza del nostro intelletto; il quale, dalle cose conosciute per il naturale lume della ragione (da cui derivano le altre scienze), viene condotto più facilmente, come per mano, alla cognizione delle cose soprannaturali insegnate da questa scienza.


ARTICOLO 6

Se questa dottrina sia sapienza

SEMBRA che questa dottrina non sia sapienza. Infatti:
1. Nessuna dottrina che derivi dal di fuori i suoi principi è degna dell'appellativo di sapienza, perché, dice Aristotele, "proprio del sapiente è di stabilire l'ordine, non di subirlo". Ora, questa dottrina trae dal di fuori i suoi principi, come è chiaro da quel che si è visto. Dunque essa non è sapienza.
2. Alla sapienza tocca stabilire i principi delle altre scienze; ond'è considerata da Aristotele "quale capo" delle scienze. Ma questa dottrina non stabilisce i principi delle altre scienze. Quindi non è sapienza.
3. Questa dottrina si acquista con lo studio, mentre la sapienza si ha per infusione, tanto che da Isaia è annoverata tra i sette doni dello Spirito Santo. Essa non è dunque sapienza.
IN CONTRARIO: Nel Deuteronomio è detto della legge: "Sarà questa la nostra sapienza ed intelligenza nel giudizio dei popoli".
RISPONDO: Questa dottrina, fra tutte le sapienze umane, è sapienza in sommo grado, e non già in un sol genere di oggetti, ma assolutamente. Ed infatti siccome spetta al sapiente ordinare e giudicare, e siccome d'altra parte, si giudicano le cose ricorrendo alle loro cause superiori, sarà in un dato genere sapiente colui che considera le cause supreme di questo genere. P. es., in fatto di edifici, colui che dà il disegno della casa è il sapiente e prende il nome di architetto in confronto agli artieri sottoposti, i quali piallano il legname e preparano pietre, ecc. Anche S. Paolo dice: "Come saggio architetto ho posto il fondamento". Parimenti rispetto al complesso della vita umana, sapiente è l'uomo prudente che indirizza tutti gli atti umani al debito fine. Di qui il detto dei Proverbi: "La sapienza serve all'uomo di discernimento". Colui, dunque, che considera la causa suprema dell'universo, che è Dio, è il sapiente per eccellenza: cosicché, al dire di S. Agostino, la sapienza è conoscenza delle cose divine. La sacra dottrina poi in modo più proprio si occupa di Dio in quanto causa suprema, perché non si limita a quel che se ne può conoscere attraverso le creature (ciò che hanno fatto anche i filosofi, come dice l'Apostolo: "quel che si sa di Dio è stato loro palesato"), ma si estende anche a quello che di se stesso egli solo conosce e ad altri viene comunicato per rivelazione. Quindi la sacra dottrina è detta sapienza, in sommo grado.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La sacra dottrina non mutua i suoi principi da nessuna scienza umana, ma dalla scienza divina, dalla quale, come da somma sapienza, è regolata ogni nostra cognizione.
2. I principi delle altre scienze o sono evidenti e indimostrabili, o sono provati razionalmente da una scienza superiore. Ora, la cognizione propria di questa scienza si ha per rivelazione, non già per naturale ragionamento; e quindi non spetta ad essa dimostrare i principi delle altre scienze, ma solo giudicarli: ed invero, tutto ciò che in queste scienze si ritrova in contrasto con la verità di questa scienza, è condannato come falso, secondo il detto di S. Paolo: "Noi distruggeremo i (falsi) ragionamenti e ogni rocca elevata contro la conoscenza di Dio".
3. Siccome il giudicare spetta al sapiente, un duplice modo di giudicare dà luogo ad una duplice sapienza. Accade infatti che uno giudichi per inclinazione, come fa l'uomo virtuoso, il quale, essendo disposto ad agir bene, giudica rettamente di ciò che la virtù richiede: per questo anche Aristotele dice che il virtuoso è misura e regola degli atti umani. Altro modo di giudicare è quello che si fa per via di scienza: così, uno bene attrezzato nella scienza morale, potrebbe giudicare degli atti di virtù anche senza avere la virtù. La prima maniera dunque di giudicare delle cose divine appartiene alla sapienza dono dello Spirito Santo, secondo il detto di S. Paolo: "L'uomo spirituale giudica tutte le cose"; e di Dionigi: "Ieroteo è sapiente non solo perché studia il divino, ma anche perché lo sperimenta in sé". La seconda maniera poi di giudicare appartiene alla dottrina sacra in quanto frutto di studio, sebbene i suoi principi li abbia dalla rivelazione.


ARTICOLO 7

Se Dio sia il soggetto (di studio) di questa scienza

SEMBRA che Dio non sia il soggetto di questa scienza. Infatti:
1. In ogni scienza si descrive la natura di ciò che forma il soggetto di essa, come si ha da Aristotele. Ora, questa scienza non conosce la natura di Dio, come osserva il Damasceno: "A noi è impossibile dire di Dio quello che è". Dunque Dio non è il soggetto di questa scienza.
2. Tutto ciò che è trattato in una data scienza rientra nel soggetto di essa. Ora, nella sacra Scritulra ci si occupa di molte altre cose distinte da Dio, p. es., delle creature e dei costumi degli uomini. Quindi Dio non è il soggetto di questa scienza.
IN CONTRARIO: Soggetto di una data scienza è quello intorno a cui tale scienza ragiona. Ora, in questa scienza si parla di Dio, tanto che si chiama teologia, quasi discorso intorno a Dio. Dunque Dio è il soggetto di questa scienza.
RISPONDO: Dio è il soggetto di questa scienza. Infatti esiste tra soggetto e scienza il medesimo rapporto che passa tra oggetto e facoltà o abito. Ora, oggetto proprio di una facoltà o abito è ciò che fa rientrare ogni altro oggetto sotto quella facoltà o abito: così l'uomo e la pietra dicono relazione alla vista in quanto colorati, motivo per cui il colorato è l'oggetto proprio della vista. Ora, nella sacra dottrina tutto vien trattato sotto il punto di vista di Dio; o perché è Dio stesso, o perché dice ordine a lui come a principio e fine. È chiaro dunque che Dio è il soggetto della sacra dottrina. - E ciò appare evidente anche dai principi di questa scienza, che sono gli articoli della fede, la quale riguarda Dio: identico infatti è il soggetto dei principi e dell'intera scienza, giacché tutta la scienza virtualmente è contenuta nei principi.
Altri, tuttavia, guardando più alle cose trattate in questa scienza che al punto di vista sotto il quale vengono considerate, ne hanno assegnato diversamente il soggetto: chi le cose e i segni, chi le opere della redenzione, chi tutto il Cristo, cioè il Capo e le membra. Di tutte queste cose, è vero, tratta la sacra dottrina, ma secondo che dicono ordine a Dio.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. È vero che di Dio noi non possiamo conoscere l'essenza; nondimeno in questa dottrina, per far ricerca delle cose riguardanti Dio, ci serviamo di alcuni effetti, di natura o di grazia, prodotti da Dio medesimo, in luogo di una definizione (impossibile). Proprio come si fa in alcune discipline filosofiche, quando si dimostra un enunciato circa una causa mediante un suo effetto, prendendo l'effetto in luogo della definizione della causa.
2. È bensì vero che tutte le cose di cui tratta la sacra dottrina sono comprese nel termine Dio, non però come parti o specie o accidenti, ma in quanto a lui in qualche modo sono ordinate.


ARTICOLO 8

Se questa dottrina proceda con metodo dialettico

SEMBRA che questa dottrina non proceda con metodo dialettico. Infatti:
1. Dice S. Ambrogio: "Togliete via gli argomenti, ove si richiede la fede". Ora, in questa dottrina si richiede soprattutto la fede, dicendoci S. Giovanni: "Queste cose sono state scritte perché voi crediate". Dunque la sacra dottrina non si serve della dialettica.
2. Se fosse dialettica, dovrebbe argomentare o per autorità o per ragione. Ma argomentare per autorità non conviene alla sua dignità, perché l'argomento di autorità, secondo Boezio, è il più debole di tutti. Argomentare per ragione è disdicevole al suo fine, perché, al dire di S. Gregorio, "la fede cessa di essere meritoria ove la ragione umana porta l'evidenza". Dunque la sacra dottrina non si serve della dialettica.
IN CONTRARIO: S. Paolo parlando del vescovo dice: "attaccato alla parola di fede conforme all'insegnamento avuto; affinché sia in grado anche di esortare nella sana dottrina e di confutare quelli che la contraddicono".
RISPONDO: Come le scienze profane non devono dimostrare i propri principi, ma dai loro principi argomentano per dimostrare altre tesi, così la sacra dottrina non dimostrerà i propri principi, che sono gli articoli di fede; ma da essi procede alla dimostrazione di qualche altra cosa, come fa l'Apostolo, il quale dalla risurrezione di Cristo prova la risurrezione di tutti.
Tuttavia è da considerarsi che nelle scienze filosofiche le inferiori non solo non provano i loro principi, ma neanche discutono contro chi li nega, rilasciando ciò ad una scienza superiore, cioè alla metafisica. Essa, che tiene il primato su tutte le scienze, discute con chi nega i suoi principi solo nel caso che l'avversario ammetta qualche cosa; se niente concede ogni discussione è impossibile: essa allora si limita a ribatterne i sofismi. Ma la sacra dottrina non ha un'altra scienza al di sopra di sé, e quindi essa disputa contro chi nega i suoi principi argomentando rigorosamente, se l'avversario ammette qualche verità della rivelazione, come quando ricorrendo all'autorità della sacra dottrina disputiamo con gli eretici, o quando per mezzo di un articolo ammesso combattiamo contro chi ne nega qualche altro. Se poi l'avversario non crede niente di ciò che è rivelato da Dio, allora la scienza sacra non ha più modo di portare argomenti a favore degli articoli di fede: non le resta che di controbattere le ragioni che le si possano opporre. È chiaro, infatti, che poggiando la fede sulla verità infallibile ed essendo impossibile dimostrare il falso da una cosa vera, le prove che si portano contro la fede, non sono delle vere dimostrazioni, ma degli argomenti solubili.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Sebbene gli argomenti della ragione umana non valgano per provare le cose di fede; tuttavia, movendo dagli articoli di fede, la sacra dottrina può provare altre cose, come abbiamo già detto.
2. Argomentare per autorità è particolarmente proprio di questa dottrina per il fatto che essa deriva i suoi principi dalla rivelazione: per questo è necessario che si creda all'autorità di coloro ai quali fu fatta la rivelazione. Né ciò deroga alla dignità della sacra dottrina, perché, sebbene l'argomento di autorità umana sia il più debole di tutti, l'argomento di autorità fondata sulla rivelazione divina è il più forte.
Tuttavia la sacra dottrina usa anche del ragionamento, non già per dimostrare i dogmi, ché altrimenti si perderebbe il merito della fede; ma per chiarire alcuni punti del suo insegnamento. Siccome infatti la grazia non distrugge la natura, ma anzi la perfeziona, la ragione deve servire alla fede, nel modo stesso che l'inclinazione naturale della volontà asseconda la carità. Ond'è che S. Paolo dice: "facendo schiava ogni intelligenza all'obbedienza di Cristo". È così che la sacra dottrina utilizza anche l'autorità dei filosofi dove essi con la ragione naturale valsero a conoscere la verità; come fece S. Paolo che citò il detto di Arato: "come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Noi siamo progenie di Dio".
Però di queste autorità la sacra dottrina fa uso come di argomenti estranei e probabili; mentre delle autorità della Scrittura canonica si serve come di argomenti propri e rigorosi. Delle sentenze poi dei Dottori della Chiesa essa si serve quasi come di argomenti propri, ma di un valore solo probabile; perché la nostra fede poggia sulla rivelazione fatta agli Apostoli ed ai Profeti, i quali hanno scritto i libri canonici, non già su qualche altra rivelazione, dato che esista, fatta a qualche dottore privato. In proposito S. Agostino scrive: "Soltanto a quei libri delle sacre Scritture che si denominano canonici io riconosco quest'onore: di credere fermamente che nessuno dei loro autori abbia errato in qualche cosa nello scriverli. Gli altri autori poi li leggo, ma non in tal modo da reputar vero quel che dicono - per quanto sia grande la loro santità e dottrina - semplicemente perché essi hanno sentito e scritto così".


ARTICOLO 9

Se la sacra Scrittura debba usare metafore

SEMBRA che la sacra Scrittura non debba usare metafore. Infatti:
1. Non è conveniente a questa scienza, che tra tutte tiene il primato, il procedimento proprio dell'infima scienza. Ora, procedere per via di similitudini e di figure è proprio dell'arte poetica, che è l'ultima delle discipline. Dunque l'uso delle metafore non conviene a questa scienza.
2. Questa dottrina è destinata alla manifestazione della verità; tanto che ai suoi cultori è promesso un premio: "Quelli che mi mettono in luce, avranno la vita eterna". Ora, le similitudini occultano la verità. Non conviene, quindi, a questa dottrina insegnare le cose divine sotto la figura di cose corporali.
3. Quanto più una creatura è sublime tanto più si accosta alla divina somiglianza. Quindi, se proprio si vuole che alcune creature simboleggino la Divinità, è necessario che si scelgano quelle più eccelse, anziché quelle più basse, come spesso invece si trova nella Scrittura.
IN CONTRARIO: È detto in Osea: "Sono io che ho moltiplicato la visione e per mezzo dei Profeti parlai in similitudine". Ora, presentare la verità per similitudini, è usare metafore. Perciò tale uso si addice alla sacra dottrina.
RISPONDO: È conveniente che la sacra Scrittura ci presenti le cose divine e spirituali sotto la figura di cose corporali. E difatti Dio provvede a tutti gli esseri in modo conforme alla loro natura. Ora, è naturale all'uomo elevarsi alla realtà intelligibile attraverso le cose sensibili, perché ogni nostra conoscenza ha inizio dai sensi. Perciò è conveniente che nella sacra Scrittura le cose spirituali ci vengano presentate sotto immagini corporee. È ciò che dice Dionigi: "Il raggio divino non può risplendere su di noi se non attraverso la varietà dei santi veli".
Inoltre, siccome la Scrittura è un tesoro comune a tutti (secondo il detto dell'Apostolo: "Io sono debitore ai sapienti e ai non sapienti") è conveniente che essa ci presenti le cose spirituali sotto le parvenze corporali, affinché almeno in tal modo le persone semplici la possano apprendere, non essendo idonee a capire le cose intelligibili così come sono in se stesse.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il poeta usa metafore per il gusto di costruire delle immagini, infatti il raffigurare è all'uomo naturalmente piacevole. Mentre la Scrittura fa uso delle metafore per necessità e per utilità come si è detto.
2. Il raggio della divina rivelazione non si distrugge, come nota lo stesso Dionigi, sotto il velame delle figure sensibili, ma resta intatto nella sua verità; e così non permette che le menti, alle quali è stata fatta la rivelazione, si arrestino all'immagine, ma le eleva alla conoscenza delle cose intelligibili: e fa che per mezzo di coloro che direttamente hanno avuto la rivelazione anche gli altri si istruiscano su tali cose. Così avviene che quanto in un luogo della Scrittura è insegnato sotto metafora, è esplicitamente espresso in altri luoghi. Del resto, la stessa oscurità propria delle figurazioni è utile per l'esercizio degli studiosi e contro le irrisioni degli infedeli, a proposito dei quali è detto nel Vangelo: "Non vogliate dare le cose sante ai cani".
3. Con Dionigi bisogna riconoscere che è più conveniente che le cose spirituali ci vengano presentate nella sacra Scrittura sotto figure di corpi vili, anziché di corpi nobili. E ciò per tre ragioni. In primo luogo perché così più facilmente l'animo umano è premunito dall'errore. Appare chiaro infatti che tali simboli non si applicano alle cose divine in senso proprio; ciò che invece potrebbe pensarsi ove le cose di Dio si presentassero sotto figure di corpi superiori, specialmente per parte di chi non riesce a immaginare qualche cosa di più nobile dei corpi. - In secondo luogo, perché un tal modo di procedere è più conforme alla conoscenza che noi abbiamo di Dio in questa vita. Infatti, noi di Dio sappiamo piuttosto quello che non è che quello che è; e quindi le figure delle cose che sono più distanti da Dio ci fanno intendere meglio che Dio è al di sopra di quanto noi possiamo dire o pensare di lui. - In terzo luogo perché in tal modo le cose divine sono meglio occultate agli indegni.


ARTICOLO 10

Se un medesimo testo della sacra Scrittura abbia più sensi

SEMBRA che un medesimo testo della sacra Scrittura non racchiuda più sensi, cioè lo storico o letterale, l'allegorico, il tropologico o morale, e l'anagogico. E infatti:
1. La molteplicità dei sensi in un medesimo testo genera confusione ed inganno e toglie ogni forza all'argomentazione: e anzi la molteplicità delle proposizioni non permette un retto argomentare, ma dà luogo ad alcune fallacie (come si espone nella Logica). Ora, la Scrittura deve essere efficace nel mostrarci la verità senza nessuna fallacia. Dunque in essa non devon darsi più sensi in un unico testo.
2. Dice S. Agostino: "la Scrittura, che si chiama Antico Testamento, si presenta sotto quattro aspetti: cioè, secondo la storia, l'etiologia, l'analogia e l'allegoria". Ora, questa divisione sembra del tutto diversa da quella precedente. Non è quindi conveniente che un medesimo testo della sacra Scrittura sia esposto secondo i quattro sensi predetti.
3. Si aggiunga che oltre i quattro sensi assegnati c'è quello parabolico, che non è computato in quei quattro.
IN CONTRARIO: Dice S. Gregorio: "La sacra Scrittura per il modo stesso di esprimersi sorpassa tutte le altre scienze: poiché in uno stesso e identico discorso mentre racconta un fatto enuncia un mistero".
RISPONDO: L'autore della sacra Scrittura è Dio. Ora, Dio può non solo adattare parole per esprimere una verità, ciò che può anche l'uomo; ma anche le cose stesse. Quindi, se nelle altre scienze le parole hanno un significato, la sacra Scrittura ha questo in proprio: che le cose stesse indicate dalla parola, alla loro volta ne significano un'altra. L'accezione ovvia dei termini, secondo cui le parole indicano la realtà, corrisponde al primo senso che è il senso storico o letterale. Usare invece le cose stesse espresse dalle parole per significare altre cose si chiama senso spirituale, il quale è fondato sopra quello letterale e lo presuppone.
Il senso spirituale poi ha una triplice suddivisione. Dice infatti l'Apostolo che la Legge Antica è figura della Nuova; e la Legge Nuova, come dice Dionigi, è figura della gloria futura; così pure nella Legge Nuova le cose compiutesi nel Capo stanno a significare quelle che dobbiamo fare noi. Secondoché dunque le cose dell'Antico Testamento significano quelle del Nuovo, si ha il senso allegorico: secondoché poi le cose compiutesi in Cristo o significanti Cristo, sono segno di quello che dobbiamo fare noi, si ha il senso morale; finalmente in quanto significano le cose attinenti alla gloria eterna, si ha il senso anagogico.
Ma siccome il senso letterale è quello che intende l'autore, e d'altra parte l'autore della sacra Scrittura è Dio, il quale comprende simultaneamente col suo intelletto tutte le cose, non c'è difficoltà ad ammettere, con S. Agostino, che anche secondo il senso letterale in un medesimo testo scritturale vi siano più sensi.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La molteplicità di tali sensi non porta all'equivoco o ad altre anfibologie, poiché, come abbiamo detto, questi sensi non si moltiplicano per il fatto che una medesima parola significa più cose; ma semplicemente perché le cose significate dalle parole possono essere un segno di altre cose. E così non c'è da temere delle confusioni nella sacra Scrittura, perché tutti gli altri sensi si fondano su un solo senso, quello letterale, dal quale solo è lecito argomentare, e non già dal senso allegorico, come nota S. Agostino. Né per questo viene a mancare qualche cosa alla sacra Scrittura, perché niente di necessario alla fede è contenuto nel senso spirituale, che la sacra Scrittura non esprima chiaramente in senso letterale in qualche altro testo.
2. Quei tre modi di esporre la Scrittura storia, etiologia, analogia appartengono all'unico senso letterale. Storia, come spiega lo stesso S. Agostino, si ha quando si espone semplicemente una cosa; etiologia, quando si assegna la causa di quanto vien detto, come quando il Signore dichiarò il motivo per cui Mosè permise agli Ebrei di ripudiare la moglie, cioè per la durezza del loro cuore; analogia, quando si fa vedere che la verità di un passo della Scrittura non è in contrasto con la verità di un altro passo. Nella suddivisione a quattro membri (fatta da S. Agostino) l'allegoria da sola corrisponde ai tre sensi spirituali. Così Ugo da S. Vittore pone sotto il nome di allegoria anche il senso anagogico, noverando nel terzo libro delle sue Sentenze soltanto tre sensi, storico, allegorico, e tropologico.
3. Il senso parabolico è incluso nel letterale; infatti con la parola si esprime qualche cosa in senso proprio, e qualche cosa in senso figurato; ma il senso letterale non è già la figura, ma il figurato. Quando, p. es., la Scrittura parla del braccio di Dio, il senso letterale non è che in Dio vi sia questo membro corporale; ma ciò che tale membro simboleggia, cioè la potenza operativa. Di qui appare chiaro che nel senso letterale della Scrittura mai può esservi errore.”

Mi scuso ancora una volta per il lenziolo, ma la questione posta non poteva essere risolta in due parole. Prometto che dalla prossima volta, qualora dovessi ancora citare il Dottore Angelico, mi limeterò a presentare una sintesi delle sua argomentazioni.

Concludo questo mio lunghissimo intervento dicendoti che, in fondo, l'imparare ad amare Dio e l'insegnare agli altri a fare altrettanto passano necessariamente anche attraverso la speculazione filosofica e teologica, anche perché, che tu lo voglia o no, l'uomo è animale razionale per definizione.

[Modificato da Trianello 02/02/2006 16.25]

pcerini
00giovedì 2 febbraio 2006 13:20
Se non sono NECESARIAMENTE filosofo o teologo non posso amare dio...?
Trianello dice:
"...Concludo questo mio lunghissimo intervento dicendoti che, in fondo, l'imparare ad amare Dio ed l'insegnare agli altri a fare altrettanto passano necessariamente anche attraverso la speculazione filosofica e teologica, anche perché, che tu lo voglia o no, l'uomo è animale razionale per definizione...."

-R:
Non credevo che il cristo esigesse tutta questa scienza dagli uomini,e' proprio vero,gli uomini continueranno sempre a complicare enormemente l'efficace semplicita' del suo insegnamento.....e adesso mi spiego anche perche' ci siano cosi' tante divisioni nel mondo religioso,e cosi' tanti presunti "saggi" che vogliono farti capire il messaggio di cristo con i concetti difficili e lunghi....come pure gli uomini saggi ancora non capiscono secondo me la purezza di un'esperienza vitale e fondamentale come l'amore di dio e di cristo... E cosi' io per amare dio e gli altri mi devo mettere a studiare filosofia teologia morale e altre scienze? Amare significa forse imparare quelle regole che ho appena letto?Mi sa che il cristo non l'abbia mai detto...e' proprio vero,le cose spirituali piu' semplici sono le piu' difficili da capire..

Non serve essere teologi o filosofi per insegnare altri ad amare,penso alle esperienze di MADRE TERESA,per esempio...
Per me i giganti dell' amore non sono S.AGOSTINO,S.TOMMASO o i vari Papi,madre teresa e' un vero gigante dell'amore cristiano...

Paolo

[Modificato da pcerini
02/02/2006 13.20
]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 13.21]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 13.23]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 13.24]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 13.37]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 13.38]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 13.41]

Mazzingazeta
00giovedì 2 febbraio 2006 13:57
Re: per pcerini

Caro pcerini, non è necesario studiare tantissimo per amare Dio, sicuramente ed ovviamente! Ognuno dà quel che può ma tutti dovremmo chiederci se la strada che percorriamo porta a Dio o è semplicemente un labirinto creato dagli uomini! In tal senso è necessario un minimo di documentazione o quanto meno il buon senso del dubbio.
Alcuni, purtroppo, fanno cultura dell'ignoranza! [SM=x570881]
Meglio saper poco ma giusto che tanto e sbagliato!

Non sottovalutarti mai!
scop@
00giovedì 2 febbraio 2006 14:14

Paolo ha scritto:
Riflettevo un po' dai vari post che leggevo i vari contrasti e relazioni del tipo saggezza-cultura, fede-ragione,e via dicendo...

Altra mia personalissima opinione da persona non istruita e ignorante (approssimata come direbbe qualcun'altro) e' che se la Bibbia dice che Dio e' Amore,allora io credo che se uno ha bisogno di giustificare la fede con i ragionamenti,i concetti difficili e complicati,la ragione in generale,chissa' se poi esso stesso ne abbia veramente bisogno se e' veramente capace di amare dio e gli altri?

Mi domando,amare Dio gli altri,avere fede in lui,l'amore sopratutto (mi domando poi il significato di questa parola,che in ambito religioso non so quale sia) e la fede,ma hanno veramente bisogno di essere giustificati razionalmente con lunghi discorsi e concetti difficili (come ad esempio certi dogmi,certi concetti della teologia e filosofia)?

PErche' puo' darsi che se io ho bisogno di giustificare razionalmente,potrebbe significare allora che non ho abbastanza fede oppure che non sono veramente capace di amare dio e il prossimo?
In fondo che bisogno c'e' di spremersi il cervello,di studiare tantissimo e tantissimo sprecando anni di vita quando si e' capaci di amare dio e gli altri alla maniera di cristo?
Ma non e' meglio impiegare gli anni della vita a imparare a saper amare dio e gli altri e insegnare gli altri a farlo piuttosto che perdere tempo con la teologie la filosofia?
Paolo


Alla faccia dell'ignoranza!!!! perfetto!!
e non aggiungo altro.
Trianello
00giovedì 2 febbraio 2006 16:05
La fede può essere una fede semplice, ma essere più profonda di una fede "teologica". Però, non tutti siamo uguali. Io avevo una cultura filosofica e storico-religiosa acquisita prima della mia riconversione al Cristianesimo, necessariamente, quindi, la mia è stata una conversione "intellettuale". C'è poi da considerare che se si vogliono seguire le orme di Cristo, almeno quello che Cristo ha detto e fatto bisogna saperlo... un po' di vangelo bisogna averlo letto ed un po' di meditazione su di esso bisogna averla fatta.
Per ciò che concerne i "dogmi", non è che la Chiesa li tiri fuori dal suo cappello come per magia, così, tanto per imporli ai fedeli. La Chiesa non inventa i dogmi, ma si limita a definirli quando arriva qualcuno che con qualche argomentazione avanza una qualche tesi che vada contro il modo di intendere la fede che questa ha sempre sostenuto, anche se, magari, in modo implicito.
Credi che Madre Teresa non avesse letto Agostino?
Credi che non si possa essere grandi teologi ed al contempo grandi testimoni dell'amore cristiano? Se sì, credo che la lettura della biografia di Tommaso, Agostino o Schweitzer ti farebbe certamente cambiare idea.
Non è necessario essere teologi per essere cristiani, non tutti i santi sono stati teologi, ma, ti ripeto, ognuno è diverso, ci sono tanti modi di intendere la fede, ed ognuno non meno valido degli altri.

[Modificato da Trianello 02/02/2006 16.28]

irias
00giovedì 2 febbraio 2006 16:26
ciao Trianello,
scusami, ma a me non sembra corretto [SM=x570866] rispondere ad una persona che dichiara di non avere una cultura in merito a teologia, filosofia, e si definisce "persona approssimata" con un post chilometrico come il tuo adatto ad "intellettuali".
Gesù ci ha insegnato l'amore indipendentemente dalla conoscenza della filosofia, della teologia, e Paolo sa essere un buon cristiano direi "appropriato" più che "approssimato"
1 Corinti 2:5
"affinchè la vostra fede fosse non nella sapienza degli uomini, ma nella potenza di Dio"
ciao Siria
Trianello
00giovedì 2 febbraio 2006 16:42
Potrei dirti che la mia è una sorta di deformazione professionale. Il fatto è che la questione posta da pcerini difficilmente può essere affrontata in modo esauriente con due parolette. Le parole di Tommaso, per quanto il brano sia in effetti un po' lunghetto, mi sembrano molto efficaci.
Del resto, il discorso che fa pcerini è un discorso in parte condivisibile, ma è anche un discorso "pericoloso": questo genere di argomentazioni possono avallare un Cristianesimo faidate, mentre il Cristianesimo voluto da Cristo è ecclesiale.

[Modificato da Trianello 02/02/2006 16.43]

irias
00giovedì 2 febbraio 2006 16:52
[SM=x570865] ciao Trianello,
spero che tu non mi abbia frainteso, io ammiro le persone che hanno una cultura come la tua, che dedicano buona parte del loro tempo allo studio.
Ben venga la conoscenza che si fonda su dottrine quali la teologia e la filosofia.
Personalmente però considero un gesto di scortesia rivolgermi ad una persona che non ha una istruzione che gli permette di comprendere argometazioni quali le tue esprimermi in maniera che risulta per lui incomprensibile.
A me sembra che in questi casi non ci si rivolga al nostro interlocutore ma a noi stessi compiacendosi delle nostre conoscenze,
ciao Siria [SM=x570864]
pcerini
00giovedì 2 febbraio 2006 17:09
Re:

Scritto da: Trianello 02/02/2006 16.05
La fede può essere una fede semplice, ma essere più profonda di una fede "teologica". Però, non tutti siamo uguali. Io avevo una cultura filosofica e storico-religiosa acquisita prima della mia riconversione al Cristianesimo, necessariamente, quindi, la mia è stata una conversione "intellettuale". C'è poi da considerare che se si vogliono seguire le orme di Cristo, almeno quello che Cristo ha detto e fatto bisogna saperlo... un po' di vangelo bisogna averlo letto ed un po' di meditazione su di esso bisogna averla fatta.
Per ciò che concerne i "dogmi", non è che la Chiesa li tiri fuori dal suo cappello come per magia, così, tanto per imporli ai fedeli. La Chiesa non inventa i dogmi, ma si limita a definirli quando arriva qualcuno che con qualche argomentazione avanza una qualche tesi che vada contro il modo di intendere la fede che questa ha sempre sostenuto, anche se, magari, in modo implicito.
Credi che Madre Teresa non avesse letto Agostino?
Credi che non si possa essere grandi teologi ed al contempo grandi testimoni dell'amore cristiano? Se sì, credo che la lettura della biografia di Tommaso, Agostino o Schweitzer ti farebbe certamente cambiare idea.
Non è necessario essere teologi per essere cristiani, non tutti i santi sono stati teologi, ma, ti ripeto, ognuno è diverso, ci sono tanti modi di intendere la fede, ed ognuno non meno valido degli altri.

[Modificato da Trianello 02/02/2006 16.28]




Una fede che si basa sul tipo di amore di cui parla cristo...
e le parole di cristo sono belle perche' semplici,pure,immediate,facilmente comprensibili,che entrano direttamente nel cuore,che colpiscono chiunque,che persino i bambini comprendono....parole che insegnano appunto l'amore verso dio e gli altri,parole che non sono concetti difficili complicati e percio' distanti dalla vita della gente,delle persone,le parole di cristo erano concrete,reali,perche' vicine alla vita della gente,e non lontane migliaia di miglia come lo sono i concetti delle scienze sacre....

Voglio dire,l'amore di cristo e' puro e semplice,e' per tutti...
MADRE TERESA e' stata un gigante dell'amore,diede tutta se' stessa,la sua vita per cristo ma anche per le persone,e' qui per me la differenza profonda con i colti,perche' per lei dio non era un concetto,non era tanto un dogma,era sopratutto qualcosa di reale che condivideva con incredibile coraggio,ossia,andando incontro agli altri,trasmettendo agli altri l'amore di dio in modo VIVO,CONCRETO,REALE,un tipo di esperienza di vita che ha un'enorme valore,un valore molto piu' grande dei concetti di filosofia e di teologia,eh si',perche' l'amore di dio e' qualcosa di immenso,di straordinario,sempre vivo,concreto,fluido,dinamico,sempre aperto,sempre disponibile,e,quello che e' forse piu' difficile da capire per tanti,esso e' sopratutto semplice.
Ed e' meglio viverlo piuttosto che vivisezionarlo con i dogmi o i concetti....

Paolo

[Modificato da pcerini 02/02/2006 17.12]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 17.34]

berescitte
00giovedì 2 febbraio 2006 17:35
Pace e bene omnibus (che non è l'autobus ma vuol dire "a tutti") et singulis (=a ciascuno)
Io direi che ciascuno deve valorizzare i talenti che ha (e questo è il discorso semplicissimo del Vangelo) perché se non lo fa il Padrone quando torna lo sculaccia (anche questo è semplice) anzi fa di peggio (leggerlo please).

Dopodichè, come dicevano gli antichi (lo cito in latino per dimostrare che è antico ma poi lo traduco) "Quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur" (tutto ciò che si riesce a ricevere/imparare lo si riceve in base alla capacità del recipiente). Così c'è chi canta da stonato e Dio gradisce quello che può fare, ma da chi è un tenore professionista pretende una prestazione al suo livello.

Quello che dispiace, in questa inquadratura estremamente tollerante e fraterna, è che quelli che si autoqualificano ignoranti sono di due tipi:
- un tipo è di quelli che ammirano il livello raggiunto dai dotti, cercano di rubare la loro dottrina ascoltando molto, riflettendo, cercando di imitare (sto pensando in concreto ad anziani in una antica bettola di paese dove c'erano botti gigantesce e si stava a lume di candela ma si recitava l'Orlando furioso e si gareggiava a comporre stornelli perché si stimava la poesia), e rammaricandosi che la vita era stata avara con loro non offrendogli quella stessa possibilità;
- e un altro tipo di quelli che si sentono umiliati da tale differenza e cercano di scaricarsi l'impaccio di dosso inneggiando all'ignoranza.

Ma Gesù ha detto che il Padre cerca "adoratori in spirito e verità" non solo in spirito...
E Dio nella Bibbia ammonisce che punirà chi ha disprezzato la sapienza.
E S. Paolo, parlando di quelli che non hanno saputo risalire dalle creature al Creatore (il che è un procedimento filosofico accessibile anche ai semplici ma squisitamente filosofico, e loro dobvrebbero essere io penso vogliosi di sapere il perché e vantarsi di fare della filosofia senza manco saperlo) ha detto che Dio li ha per punizione abbandonati a... leggetevelo.

Quindi, amici miei, collaboriamo e "gareggiamo nello stimarci a vicenda" (quando lo cerco non lo trovo mai ma c'è!) se siamo seguaci di Cristo "diamoci alla edificazione vicendevole" (Rm 14,19). Altrimenti succederà che, come è avvenuta la fuga dei cervelli dall'Italia, chi può aiutarci a sondare le "inesauribili ricchezze di Cristo" se ne andrà altrove dove troverà "figli di Abramo che vengono dalle pietre" e siederanno al banchetto spirituale della conoscenza da cui deriva strettamente l'AMORE. Oltretutto qui è tutto gratis, e a sentire la Bibbia dovrebbe perfino essere pagato [SM=g27824] "Chi viene istruito nella dottrina faccia parte di quanto possiede a chi lo isctuisce" (Gal 6,6) [SM=x570892]
pcerini
00giovedì 2 febbraio 2006 17:41
Non comprendi il senso del mio discorso,che e' un discorso sopratutto interiore,non riesci ad intravederne il vero senso.

Perche' trasformi il mio discorso personale e interiore in una accusa da tribunale civile?

Paolo

[Modificato da pcerini 02/02/2006 17.42]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 17.43]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 17.46]

Trianello
00giovedì 2 febbraio 2006 17:46
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. (Mt 11,25-26)

E’ vero, il messaggio di Cristo è rivolto agli umili. Anche i sapienti devono farsi umili di fronte alle parole di Cristo. Egli ci insegna una scienza che non è la scienza degli uomini e che si può apprendere con umiltà e amore. Ciò non toglie che questa debba essere meditata per poterla far propria. Anche i grandi eroi della fede di cui parli tu, per essere tali, hanno meditato il vangelo. Il semplice lo mediterà in modo semplice, il sapiente facendo uso della sua sapienza, piegando la sua sapienza profana sotto il peso infinito delle parole di Gesù.
Sta di fatto, però, che i “semplici” non potrebbero nemmeno leggerle od ascoltarle le parole di Cristo se un “sapiente” non le avesse tradotte per loro dal greco e non si fosse applicato con tutta la sua sapienza al fine di interpretarle nel modo giusto. Del resto, se è peccato di orgoglio voler edificare un monumento di sapienza profana sul messaggio evangelico è altresì peccato di orgoglio credere di poter fare a meno del magistero ecclesiale e dei suggerimenti di studiosi che hanno passato tutta la vita a studiare la scrittura (dando spesso anche esempio di carità cristiana con il proprio comportamento verso il prossimo) perché si ritiene che il proprio amore per Dio sia superiore.
Come ci insegna Aristotele: la virtù sta nel mezzo. Questo deve valere anche in materia religiosa, altrimenti si scade nel fondamentalismo.
pcerini
00giovedì 2 febbraio 2006 18:21
Il fondamentalismo e' fede senza amore verso dio e gli altri,e' fede che si trasforma in cancro.

L'amore verso dio e gli altri,mi salva,mi fortifica,mi protegge,e fa in modo che io non ignori gli altri,che io sacrifichi me stesso per gli altri,che insomma divenga una medicina per gli altri,non veleno.
L'amore verso dio e' qualcosa che quando ti senti male,quando ti senti abbandonato,depresso,quando soffri,e' quella cosa che ti sta vicino,che ti accarezza,che ti asciuga le lacrime con parole dolci,semplici,ricche di speranza,concrete,vere,...

Una sola cosa domando:
- nelle scienze sacre si fa cenno dell'amore? si insegna questo tipo di amore? oppure si insegnano solo regole concetti e teorie?
- ma nei magisteri,si parla di come trasmettere l'amore di dio verso gli altri?

Il mondo di oggi ha bisogno tantissimo dell'amore di dio,ma quale il modo piu' efficace per trasmetterlo alle genti e alle popolazioni non cristiane?

Quello che mi dispiace e' la lontananza del clero dalla gente,quello che mi dispiace vedere e' notare questa incapacita' di avvicinarsi alla gente,alle persone,alle popolazioni del mondo nel modo piu' semplice e piu' genuino,quello che mi dispiace vedere e' dimenticarsi l'amore vero di dio per dedicarsi ad altre faccende,insomma,quello che dico,mettere al primo posto la sapienza nella ricerca e nel rapporto con dio....

quello che mi dispiace vedere e' che oggi si sta perdendo sempre di piu',si sta dimenticando sempre di piu' il potere vivificante,ricco,pieno,dell'amore di dio....

Quando mi sento abbandonato,triste,malato,pieno di dolore o di sofferenza,l'amore di dio mi viene in soccorso non in forma di concetto o di dogmi,ma diventa una cosa reale,concreta,e' questo che bisogna dire alle persone,che l'amore di dio non e' solo sapienza,ma anche vita,concretezza,esperienza,aiuto...

Tutta la sapienza del mondo non basta a farmi capire l'amore di dio se non lo "VIVO" io stesso,se non amo io stesso cioe',se io stesso non divento amore,se io stesso non mi trasformo in atto vero,aiuto vero,il cristo a me mi dice sopratutto questo,che l'amore di dio va sopratutto messo in atto,vissuto e condiviso con gli altri,la sapienza non me lo insegna questo,non me lo fa capire....non c'e' vera sapienza senza amore,senza realizzare l'amore di dio in se' stessi,se non viene guidata dall'amore...

Paolo

[Modificato da pcerini 02/02/2006 18.25]

berescitte
00venerdì 3 febbraio 2006 06:42
Caro Pcerini che dici...

>Una sola cosa domando:
- nelle scienze sacre si fa cenno dell'amore? si insegna questo tipo di amore? oppure si insegnano solo regole concetti e teorie?

R- Una piccola scorsa alla bibliografia di quasiasi editrice cattolica ti mostrerà che i libri sulla spiritualità (e quindi l'amore di Dio, la preghiera, la mistica) e una visitina alla Caritas per informarti sulle sue realizzazioni soddisferanno la tua curiositò alla grande.

>- ma nei magisteri,si parla di come trasmettere l'amore di dio verso gli altri?
Il mondo di oggi ha bisogno tantissimo dell'amore di dio,ma quale il modo piu' efficace per trasmetterlo alle genti e alle popolazioni non cristiane

R- Il più efficace? Vediamo.... un'enciclica?... [SM=x570868]

E comunque l'amore è legato a doppio filo all'intelligenza, nel senso che dipende da come conosciamo il come amiamo e se amiamo nel modo giusto.
Io non credo che i fondamentalisti (perfino se fanno i terroristi) pensino di stare in una situazione di odio puro. Essi, sbagliando, vedono come amore, atto di giustizia, premura verso gli altri l'accanirsi nel difendere nel modo da essi concepito (ecco l'intelligenza come radice!) ciò che credono dica il loro testo sacro. E se alla loro intelligenza (di nuovo!) quel testo dice che il Signore vuole la lotta armata contro chi ostacola il Suo messaggio e corrompe le Sue creature, lui, come Davide, Gedeone e compagnia, imbraccerà la spada cantando i salmi e, aggiornandosi, si imbottirà di tritolo, a costo di pagare con la vita questo che ai suoi occhi (intelligenza ancora) è ciò che Dio richiede a lui.

Perciò se una speranza può venire contro il terrorismo (penso ovviamente a quello di matrice islamica corrente) verrà non solo dalla grazia di Dio ma anche dall'influsso della intellighenzia deggli islamici moderati che stanno intelligendo in maniera nuova il Corano, distinguendo in esso ciò che può passare per comando di Dio perenne da ciò che era strategia storico-geografica decisa dal Profeta in quel tempo. E dopo aver fatto tale revisione dovranno convincerne la massa del popolo che, nel frattempo difende ciò che ha assimilato per secoli, facendo guerra agli stessi islamici moderati condiderati traditori anziché salvatori.

Lo stesso procedimento e non altri porterà fuori dalla WT i suoi prigionieri. Un percorso di consapevolezza! (cf rientrato in sé disse: mi alzerò e tornerò da mio padre.)
pcerini
00venerdì 3 febbraio 2006 10:13
Se non interpreto male il tuo pensiero,l'intelligenza che crea divisioni deve poi correre ai ripari auto-limitandosi o auto-perfezionandosi,quell'intelligenza che complica enormemente un messaggio di amore....

Ecco perche' e' difficile recepire l'amore del messaggio di cristo,quando deve riuscire a sfondare le barricate culturali di ogni epoca e societa' che creano divisioni...

Paolo

[Modificato da pcerini 03/02/2006 10.15]

Trianello
00venerdì 3 febbraio 2006 15:07
Vedi, nessuno pone in questione l'essenzialità dell'amore nella vita del cristiano. Nessuno pone in questione il valore assoluto della testimonianza d'amore di Madre Teresa o Francesco d'Assisi. Ma l'amore di Dio e per Dio non è un amore cieco, un istinto primordiale, è un amore che si nutre della Parola. Amare Dio significa anche porsi in ascolto, cercare di comprendere la sua parola. Tu dici: "il messaggio d'amore di Dio è un messaggio semplice, non c'è bisogno di complicarlo con costruzioni metafisiche che forse sono più frutto della volontà speculativa dell'uomo che di altro." Hai ragione, in questo. Ma ti chiedo: "amare Dio non significa anche il cercare di comprenderlo? Il messaggio di Dio è semplice, ma è davvero così facile pervenire alla semplicità di tale messaggio? E' una cosa così automatica ed indolore? Non avremo forse bisogno di meditare le parole con cui Dio ci ha rivelato il suo amore? E non è anche un atto d'amore verso Dio lo sforzarsi di penetrarne il mistero attravarso quella ragione che è anche essa un dono di Dio?
L'amore è benigno, magnanimo, non invidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto e si compiace della verità. (ICo 13,4-7). L'amore si compiace della verità e non manca di rispetto, non manca di rispetto soprattutto verso lo sforzo sincero ed amorevole di colui che cerca di far propria la verità, di comprendere, nell'umile consapevolezza dei propri limiti umani.
Quello dell'amore è un messaggio semplice. Sì, ma non è un semplice "volemose bene". L'amore di Dio è grande nella sua semplicità, per comprenderlo bisogna farsi umili, porsi in ascolto. Ecco, la sapienza cristiana è un farsi umile della ragione e un porsi in ascolto. Se non si comprende questo, questa sapiente umiltà frutto dell'amore, si rischia di diventare la prova concreta di quanto non sia poi così facile comprendere la semplicità dell'amore di Dio e di quanti ostacoli il nostro orgoglio, il nostro "ho capito tutto io e non ho bisogno delle vostre chiacchiere" (sia che dipenda da una supervalutazione della nostra umana sapienza, sia che dipenda dal rifiuto di questo dono di Dio all'uomo che è l'umana sapienza), possa frapporsi tra noi e l'amore di Dio.

[Modificato da Trianello 03/02/2006 15.49]

cavdna
00venerdì 3 febbraio 2006 23:36
IGNORANZA??


Io credo che il nostro DIO ci ama così come siamo (intelligenti sicuramente) - (ma anche un pò acculturanti, un pò ignoranti, un pò ....)

però ci chiama a un di più
e mi spiego :

il nostro DIO vuola la nostra collaborazione per la realizzazione del suo Piano di Salvezza;
esempio: quando l'angelo annuncia a Maria - ecco tu avrai un figlio .....
Maria non accetta immediatamente il volere di DIO, solo perché era DIO a chiederlo,
ma chiede : come é possibile, io non conosco uomo.

Maria vuole essere corresponsabile a quell'Azione di DIO.

e quindi ha bisogno di comprendere il come ....

ecco il nostro compito é questo - tendere a quel di più.

ma per poter far questo abbiamo l'obblico di conoscere il nostro DIO e il suo Piano di Salvezza.

Ora faccio appello all'intelligenza di ogniuno di voi per poter aver un adeguato approccio con DIO.

Certo devo aggiungere che io non mi sono istruito da solo, ho avuto bisogno di un istituo preposta a quel compito.

Grazie e vi saluto IN CRISTO RISORTO

cavdna
00sabato 4 febbraio 2006 10:44
AMARE DIO !!!


Vi saluto in CRISTO SIGNORE

premesso che DIO ci ama così come siamo

anche noi possiamo amare DIO così come siamo

lui accetta i nostri limiti,

ma ci invita a crescere e a tendere verso l'infinito, ovvero verso DIO = AMORE

vi saluto in CRISTO RISORTO
pcerini
00sabato 4 febbraio 2006 19:06
Sto leggendo molto questo Forum,e mi sono imbattuto nel post di un certo paiboon nella sezione "Pensieri e Parole",le parole sue mi sa che c'entrano in qualche modo con le riflessioni del post corrente.

Ecco il testo del suo post.Cosa avra' voluto dire di preciso?
E' solo uno sfogo o lo si puo' agganciare ad "Amore e ragione"?

Paolo



test del post "Quanto e' comodo il Dio dei cattolici?" sezione "Pensieri e parole" autore paiboon:

Ecco le mie parole "forti", "pesanti"....

E' comodo pensare a Dio quando avvengono le catastrofi naturali?E' comodo pensare a Dio quando si vedono le immagini del terzo mondo?E' comodo pensare a Dio quando muoiono i propri cari?E' comodo pensare a Dio quando si perde il lavoro?

...quando si assiste impotenti allo sfruttamento dei bambini?
(lavoro,pedofilia,....)
...quando gli "altri" muoiono di fame e di malattie?
...quando si assiste alle guerre degli altri?

Certo,e' comodo "dire" di "amare gli altri" standosene comodamente seduti a casa,o andando a "messa"....
"Tu",che mi vieni a dire di ascoltare il "Signore" e il "vangelo",ma che cosa fai per lui? E come potrei poi crederti?

Non venirmi a dire che Gesu' e' cosi' o cola',ma che dici,avanti,"dimostramelo" che tu ci credi veramente e non riempirmi la testa di fandonie...
Certo,io mi arrabbio,maledico i malfattori,mi schifo.....
Certo,pensare a Dio e' piu' che legittimo...
Certo,ci pensera' lui a "sistemare" le cose...basta crederci,giusto?
Certo,poi chi soffre andra' in paradiso come dice Gesu' e la Bibbia...
E cosi',presi da questo cerchio di parole e convinzioni,non facciamo niente come "grande massa",aspettiamo,o ci muoviamo in base a queste e le altre "idee" e "convinzioni"....


Ma noi? Che facciamo noi per lui?
Non facciamo altro che rimanere immobili,come "grande massa", nelle nostre fandonie mentali,nelle nostre "comode" attivita',nei nostri giochi lussuriosi e mondani,
Lo smuoviamo noi,"come gransde massa" il culo per soccorrere il prossimo invece di "dialettizzare" o "chiacchierare"?
Noi,"la massa dell'occidente",tutti presi a sollazzarci con le nostre chiacchiere e fobie mentali.....quante energie e risorse sprecate....

Ammiro,tra tutti i papi,solo KAROL,un grande filosofo e teologo,che era capace di uscire dagli schemi della grande "muffa" del clero ecclesiastico....
Mi sarebbe piaciuto dare un bacio sulla guancia di Madre Teresa e piangere....

A me basterebbe sapere che qualcuno sia veramente "pronto" a sacrificarsi per il prossimo "molto vicino",a farsi il culo e a dannarsi l'anima per tutta la vita da dedicarsi al "prossimo"...

Allora si',veramente il "mondo" potrebbe cambiare se si diffondesse radicalmente questo modo di vivere per il prossimo,di sacrificare la propria "vita" per il "prossimo"....

Allora si',che "gli" potrei credere,altrimenti lasciami in pace...

Molto "scomodo",vero?
Anche per me lo e',non e' per niente facile,bisognerebbe avere il coraggio di abbandonare il proprio "ego",il "vivere" per "se'" stessi....
Anche io non sarei mai capace di farlo....
Se fossi capace di farlo non starei qui in questo paese di "occidentali"....
Si',anche se la cultura occidentale sembra essere la matrice della diffusione del pensiero di Gesu',ma pero' il mondo soffre proprio a causa dedl mondo occidentale...dopo secoli di barbarie all'occidentale....
Certo,anche l'oriente e' stato barbaro,anche le loro societa' sono il risultato delle condizioni storiche secolari....

Credetemi,questo e' solo una minima parte di quello che mi frulla in mente....

Sono un anticonformista,mi ribello,mando a quel paese chiunque,
eppure me ne sto "imbelle" in questo mio anticonformismo....

Sono stufo di sentirmi dire che Dio cosi' e Dio cola'....
Bene,allora "scendi in campo",non startene li' impalato,"dimostramelo" che sei veramente "pronto" a dare la vita per Cristo....e a dargli il tuo cuore TOTALMENTE,se ci riesci e se ne sei capace,altrimenti rimani in silenzio....

Non blaterare e non pensare piu',abbandona tutto,se hai il coraggio,altrimenti non venirmi a dire che io "dovrei" fare o pensare cosi' secondo "te" o "quello" o secondo "altri" o che secondo "altri" il versetto ha questo senso piuttosto che un'altro...

E' inutile continuare a "citare" parole,preghiere,poesie,versi e pensieri degli altri,si',belle cose,ci insegnano,ma poi? Ma le pensiamo veramente quelle cose che ci dicono i "maestri"? Le mettiamo in pratica? Ma cosa ci mettiamo di veramente "nostro"?
Ma siamo "capaci" di "capirle" veramente? Ma che senso ha "citare" continuamente i versetti? Ma io l'ho "veramente" capito il senso di quello che "cito"?

Ma cosa interessa veramente a Dio?
Il laico,il religioso,o gli "sfortunati" sfrattati da questo pianeta e da questa vita?
Pensate veramente che a Dio possa davvero importare essere "cattolico" o "musulmano" o "buddista" o "induista" o credete davero che "Dio" privilegi coloro che conoscono Gesu' da coloro che non lo conoscono?
Ma che razza di barbarie mentale e' questa....

[Modificato da pcerini 04/02/2006 19.08]

[Modificato da pcerini 04/02/2006 19.09]

Trianello
00domenica 5 febbraio 2006 01:45
“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,13-14)
Non tutti possiamo essere dei santi, non tutti possiamo dar prova di una fede “eroica”. E’ anche vero però che, se pure è inevitabile che avvengano scandali, guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (Mt 18,7)
Ecco perché dobbiamo sforzarci di seguire fino in fondo l’insegnamento di Cristo, il quale ci ha detto: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.” (Mt 7,24-26)
Ad ognuno di noi il Signore ha dato dei talenti, delle capacità e delle possibilità specifiche. Seguire Cristo secondo il proprio talento, la proprie capacità e le proprie possibilità, ecco il segreto per la nostra salvezza. Ma non è una cosa facile questa, lo stesso Cristo ci ha avvertito di ciò dicendoci che la via della salvezza è stretta.
Egli ci ha anche detto, inoltre, di non giudicare (Mt 7,1), di non guardare la pagliuzza che sta nell’occhio del nostro fratello, quando nel nostro occhio è infitta una trave (Mt 7, 3) Che ognuno faccia, quindi, i conti con la propria coscienza. Personalmente, io questo esame di coscienza me lo faccio di continuo e devo ammettere che non sempre, purtroppo, ottengo risultati confortanti. Confido però nella misericordia di Dio e nel fatto che, per quanto duro e non privo di inciampi, il mio percorso di vita cristiana potrà condurmi lontano, se Dio assisterà i miei sforzi.
Detto questo, salto a piè pari una replica dettagliata a tutta la prima parte di questo ultimo post per concentrarmi sulle ultime battute del medesimo.


Ma siamo "capaci" di "capirle" veramente? Ma che senso ha "citare" continuamente i versetti? Ma io l'ho "veramente" capito il senso di quello che "cito"?



Beh… così caro pcerini, ti dài la zappa sui piedi: lo studio e la meditazione, di cui proprio tu neghi la validità, servono proprio per capire il senso vero di questi benedetti versetti.


Ma cosa interessa veramente a Dio?
Il laico,il religioso,o gli "sfortunati" sfrattati da questo pianeta e da questa vita?
Pensate veramente che a Dio possa davvero importare essere "cattolico" o "musulmano" o "buddista" o "induista" o credete davero che "Dio" privilegi coloro che conoscono Gesu' da coloro che non lo conoscono?
Ma che razza di barbarie mentale e' questa....



Dio vuole che tutti si salvino, per questo ha inviato il Suo Figlio Unigenito perché col Suo sacrificio riscattasse tutti noi dal peccato. Questo sacrificio vale per tutti gli uomini, i quali si salveranno in base alla loro fede. Tutti coloro che, in buona fede, avranno cercato Dio, pur non conoscendolo, si salveranno grazie al sacrificio di Cristo.
Ma se le cose stanno così, perché affannarsi a evangelizzare? Se Gesù, col suo sacrificio, ha salvato tutti gli uomini di buona volontà, perché diffondere il messaggio di Cristo?
“Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv. 14:6) Questo ci dice il Signore. Il Vangelo è la Via maestra verso la salvezza. Diffondere il Vangelo è un dovere di ogni cristiano, che, se non lo fa, si rende colpevole di un peccato di omissione. E’ l’amore che ci deve spingere a diffondere questo messaggio d’amore che è il Vangelo. Amare gli altri, significa cercare di dar sollievo alle loro sofferenze sia fisiche che spirituali, ed il Vangelo è il farmaco dello spirito. Evangelizzare, come cristiani, è un dovere che abbiamo verso il nostro prossimo, perché egli scopra in Cristo quella salvezza che può ottenere per Suo merito.

[Modificato da Trianello 05/02/2006 7.25]

pcerini
00domenica 5 febbraio 2006 12:53
Re:

Scritto da: Trianello 05/02/2006 1.45
[DIM]11pt[=DIM

Ma siamo "capaci" di "capirle" veramente? Ma che senso ha "citare" continuamente i versetti? Ma io l'ho "veramente" capito il senso di quello che "cito"?



Beh… così caro pcerini, ti dài la zappa sui piedi: lo studio e la meditazione, di cui proprio tu neghi la validità, servono proprio per capire il senso vero di questi benedetti versetti.

[Modificato da Trianello 05/02/2006 7.25]




Be',guarda,quelle parole non le ho scritte io,ho solo riportato un post senza commentarlo.
Che significato potrei dare io alle parole di sopra?
Continuo a ritenere che perdere anni e anni rinchiudendosi nei vari seminari,conventi,monasteri ad un certo punto faccia perdere il contatto con la realta' dei "poveri" di questo pianeta.L'uomo dovrebbe preoccuparsi costantemente della realta'.
Io penso ad un cristo reale,vero,concreto,non ad un cristo da immagazzinare in concetti astratti,un cristo che si puo' portare ovunque,in piazza,davanti le genti del mondo in tutta la sua reale autenticita' anche a costo di cozzare contro barriere culturali infrangendole mostrando loro la superiorita' dell'amore di cristo a fronte di quella dei vari dei di questo pianeta.
Mi dici che nego la sapienza,io invece non la nego al 100%,solo la metto al "secondo posto" nella mia vita,perche' la sapienza ,mi puo' portare fuori strada.

Paolo

[Modificato da pcerini 05/02/2006 13.39]

cavdna
00domenica 5 febbraio 2006 15:41
amore e ragione


vi saluto in CRISTO RISORTO

mio caro pcerini

se non ho mal capito tu dici :

_________________________-
Be',guarda,quelle parole non le ho scritte io,ho solo riportato un post senza commentarlo.
Che significato potrei dare io alle parole di sopra?
Continuo a ritenere che perdere anni e anni rinchiudendosi nei vari seminari,conventi,monasteri ad un certo punto faccia perdere il contatto con la realta' dei "poveri" di questo pianeta.L'uomo dovrebbe preoccuparsi costantemente della realta'.
Io penso ad un cristo reale,vero,concreto,non ad un cristo da immagazzinare in concetti astratti,un cristo che si puo' portare ovunque,in piazza,davanti le genti del mondo in tutta la sua reale autenticita' anche a costo di cozzare contro barriere culturali infrangendole mostrando loro la superiorita' dell'amore di cristo a fronte di quella dei vari dei di questo pianeta.
Mi dici che nego la sapienza,io invece non la nego al 100%,solo la metto al "secondo posto" nella mia vita,perche' la sapienza ,mi puo' portare fuori strada.

Paolo
_____________________________

/-/ di aver riportato quelle parole giusto??

hai intitolato il 3d "AMORE e RAGIONE",
e dimmi il vero AMORE non é quello che non giudica mai nessuno ma rispetta tutto e tutti?

affermi che si perdono anni nei seminari nei conventi e nei monasteri etc. etc. (a discapito di una azione per il prossimo)
perdendo il senso della vita nel presente.......

be prova a vederla anche in questo modo :
SODOMA e GOMORRA /-/ se troverai 50 persone che ti amano ?
per amore di quei 50 non la distruggero;
se troverai 45 persone che ti ameno ?
per amore di quei 45 non la distruggero.
se ...........

tutte quelle persone che offrono la loro vita in CLAUSURA o nei monasteri seminari e conventi etc. etc. diventano un motore propulsone d'AMORE che fa rieccheggiare quanto prima detto "per amore di quei .... non la distruggero"

ti posso darre un consiglio?
volgi la tua testa al passato (per meglio vedere il presente) e inizia ad annotare su un lenzuolo chilometrico i nomi di "Attanasio, Benedetto da Norcia, Francesco d'Assisi. Antonio da Padova, Agostino di Ipponia, Abrogio, Domenico Savio, Giovanni Bosco, Padre Pio, Giovanni XXIII, Madre teresa di Calcutta e.... e ancora ........ e ancora.........

caro fratello a nessuno di noi sono chieste grande opere (/-/)
ma sicuramente ogniuno di noi, con i propri limiti, debolezze e le imperfezzioni, deve lavorare per il REGNO DEI CIELI

vi saluto in CRISTO RISORTO
irias
00domenica 5 febbraio 2006 16:34
ciao Paolo,
forse ho trovato il Cristo a cui pensi te

Matteo 25:34-4634 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

non sono le parole di un comune mortale ma le stesse parole di Gesù riportate nel vangelo di Matteo

ciao Siria
[SM=x570865]
pcerini
00domenica 5 febbraio 2006 16:39
cavdna scrive:

"...ti posso darre un consiglio?
volgi la tua testa al passato (per meglio vedere il presente) e inizia ad annotare su un lenzuolo chilometrico i nomi di "Attanasio, Benedetto da Norcia, Francesco d'Assisi. Antonio da Padova, Agostino di Ipponia, Abrogio, Domenico Savio, Giovanni Bosco, Padre Pio, Giovanni XXIII, Madre teresa di Calcutta e.... e ancora ........ e ancora.........


Ecco,ci risiamo,il velo della cultura,della sapienza,che mi viene sbattuto di nuovo in faccia,e cosi' non mi basterebbe un'intera vita per capire Gesu'.

E io ti rispondo: Gesu'.

Paolo

Prova a spiegarmi le parole del post che ho citato.


[Modificato da pcerini 05/02/2006 16.40]

pcerini
00domenica 5 febbraio 2006 16:42
Re:

Scritto da: irias 05/02/2006 16.34
ciao Paolo,
forse ho trovato il Cristo a cui pensi te

Matteo 25:34-4634 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

non sono le parole di un comune mortale ma le stesse parole di Gesù riportate nel vangelo di Matteo

ciao Siria
[SM=x570865]



PERFETTE!!!
Tante volte penso che uno Gesu' lo trova non soltanto in convento o in un monastero di Clausura,tante volte penso che Gesu' lo trovi sopratutto tra chi muore di fame,tra chi soffre,tra chi e' povero,tra chi e' debole bambini perseguitati e sfruttati,tante volte penso che io sono un codardo,non sono capace e non ho il coraggio di andare in mezzo a queste persone,non sono capace di aiutarle,perche' non me lo insegnano davvero.....perche' sono pigor...perche' mi farebbe schifo sporcarmi con quelle persone...ecco cosa NON mi insegna la societa' e la cultura in cui vivo oggi...
A volte me ne vergogno,mi faccio schifo a vedere me stesso in panciolle mentre me la godo e c'e' gran parte del pianeta che soffre che io ignoro volutamente o per pigrizia...
E questo e' quello che mi insega la societa' e la cultura in cui vivo oggi...

Paolo

[Modificato da pcerini 05/02/2006 17.11]

irias
00domenica 5 febbraio 2006 17:19
Marco 9:37
«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

scritto da cavdna


"...ti posso darre un consiglio?
volgi la tua testa al passato (per meglio vedere il presente) e inizia ad annotare su un lenzuolo chilometrico i nomi di "Attanasio, Benedetto da Norcia, Francesco d'Assisi. Antonio da Padova, Agostino di Ipponia, Abrogio, Domenico Savio, Giovanni Bosco, Padre Pio, Giovanni XXIII, Madre teresa di Calcutta e.... e ancora ........ e ancora.........


R.anche io voglio dare un consiglio
http://www.compassion.it
ciao Siria [SM=x570865]
desertbreeze
00domenica 5 febbraio 2006 18:24
Re:
Gesù non ha scelto scribi e dottori del tempio, ma dei semplici pescatori per discepoli..

Viva la semplicità.. Qualcuno diceva, forse Einstein, che se una persona è veramente padrona di una scienza, riesce persino a spiegarla a sua nonna con poche parole..

Io sono per il primato dell'Amore.

Amore, carità e perdono.. queste testimoniano prima di tutto l'essenza di un cristiano.

La Parola è semplice o complicatissima.. Sì può metterla in pratica subito o passare una vita discutendola.

Nel mondo di oggi io mi sento sempre più in colpa per le mie fortune e per la miseria degli altri.. Se conoscessi la Bibbia a memoria e poi non avessi aiutato nessuno dei miei fratelli?

Viva la concretezza dell'Amore Cristiano!!! Viva la Carità!!!Viva i "bambini" di tutte le età!!!

Amore a tutti!!!

Marco
desertbreeze
00domenica 5 febbraio 2006 18:36
Re: Re:
Paolo, riferendomi a ciò che hai riportato:

Io quella lettera la sento come uno schiaffo in piena faccia..
La sento mia..
Da peccatore, aggiungo che spesso non mi sento di parlare di Vangelo agli altri proprio perchè sono io il primo a non metterlo in pratica.. e mi brucia!!
Solo quando il Vangelo sarà diventato la mia vita allora parlerò.. fino ad allora sarò sempre incompleto.. sarò sempre alla ricerca..
Chi parla di Scritture e Vangelo e poi non trasforma completamente la sua vita, non si converte, non si dona a Dio ed al prossimo, parla con parole vuote (anche se Sacre)..
Non sai come mi "arrabbio" con me stesso quando lascio andare le opportunità di aiutare gli altri, quando ozio, quando non mi adopero..

Ripeto: la Parola è importante, ma senza la opere chi siamo?

Prego che tutti i cristiani rispondano all'Amore di Dio!!!!!

Marco
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