Possibili analogie
Salve a tutti
Quest'inverno ho avuto la fortuna e il piacere di leggere un meraviglioso libro di Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari, che mi auguro abbiate letto o in caso contrario raccomando caldamente.
Nel leggerlo non potevo fare a meno di constatare continuamente come la storia narrata sembrasse fatta proprio per un tdg:
il libro parla infatti del tenente Drogo che per tutta la sua vita attende l'invasione dei tartari, chiuso nella Fortezza, che lo isola dal resto del mondo.
Lentamente, man mano che passano gli anni, è sempre più alienato dalla società che non crede possibile l'invasione, il cui verificarsi è invece la forza trainante di Drogo e degli altri soldati della fortezza.
Un po' alla volta, Buzzati tratteggia il consumarsi del personaggio in questa vana attesa, che si concretizzerà quando ormai lui è stato mandato via dalla fortezza perchè troppo vecchio e malato.
Non un libro allegro, dunque.
Ma è interessante notare che, come Drogo, i tanti tdg convinti lasciano scorrere gli anni in attesa di un' "invasione dei Tartari", armaghedon, che a differenza di quella del libro, non si verificherà mai.
Intanto, lentamente i tdg si alienano dal mondo, perdono le proprie aspirazioni individuali, il senso della realtà e il piacere di farne parte, qui e ora, prima con gioia e sicura speranza, e poi con gravosa incertezza, acciaccati come Drogo da un isolamento logorante, ed infine molto spesso ripudiati dalla loro stessa Fortezza, la wts, perchè troppo poco produttivi, non più idonei, non più illusi, non più certi del realizzarsi dell'invasione.
Intanto gli anni sono passati, le occasioni sfumate per sempre:
"Così una pagina lentamente si volta, si distende dalla parte opposta, aggiungendosi alle altre già finite, per ora è solamente uno strato sottile, quelle che rimangono da leggere sono in confronto un mucchio inesauribile. Ma è pur sempre un'altra pagina consumata, signor tenente, una porzione di vita".
Il tutto intervallato dai falsi allarmi, seguiti da cocenti delusioni per i Tartari che non arrivano mai, questo armaghedon sempre più posticipato.
A drogo verrà sequestrato il cannocchiale, perchè non si distragga nello scrutare l'orizzonte in cerca di qualche indizio. O forse di una definitiva smentita.
Ai tdg vien sequestrata la mente e la ragione, perchè non cerchino e mai trovino un appiglio per uscire dalla Fortezza, e soprattutto perchè non lo vogliano, o non lo vogliano più. La wts è la tua casa, stai bene qui, dopo tutto: e poi, dove te ne andresti?
Drogo lascia partire la ragazza per restare su alla fortezza, perde gli amici, persino la madre quasi non si ricorda più di lui.
I tdg lasciano partir via la vita, la puntano tutta su un puntino lontano, imperscrutabile, e sui cui è vietato indagare.
Ma alla fine Drogo muore, solo e tradito, in una squallida bettola, conscio della sua tragica fine, impotente di fronte all'esito del suo viaggio.
Sono felice di essere uscito per sempre da quella fortezza, di aver ripreso ciò che è mio di diritto, la mia esistenza e il mio tempo, e volevo condividere con voi questa riflessione.
E voi cosa ne pensate: come vedete la fortezza e i tanti Drogo che la abitano da quando ne siete usciti?
Se non l'avete fatto, leggete assolutamente questo libro: un inno alla vita, a non lasciarla logorare da utopiche e fallaci speranze e da una mortificante quotidianeità.
Ciao
Davide