«Via Gesù dai canti di Natale»

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Achille Lorenzi
00domenica 5 dicembre 2004 08:40
Cancellato per non urtare tre piccoli musulmani, che però dicono: nessun problema

«Via Gesù dai canti di Natale» Ma i bambini chiedono che resti

Como, era stato sostituito con «virtù» nel coro a scuola

DAL NOSTRO INVIATO
COMO - Alla fine, tutte e 35 le voci del coro canteranno «questo è il giorno di Gesù». Voci musulmane e voci cattoliche assieme, soprattutto voci di bambini di dieci anni. Lo spettacolo del 18 dicembre alla scuola elementare «Fogazzaro» del quartiere Rebbio, alle porte di Como, seguirà la sua tenera scaletta. E dunque la strofa intonata dalle due classi quinte suonerà così: «Buon Natale col torrone, buon Natale col panettone, su brindiamo, festeggiamo, questo è il giorno di Gesù». Come prevede la versione originale di «Buon Natale in allegria», una canzone del coro dell’Antoniano. Quel segno di penna nera che cancella la parola «Gesù» e la correzione in «virtù» che si legge ora sui quaderni dei bambini, fatta per non urtare la sensibilità di tre ragazzini islamici, resterà lettera morta. Proteste dei genitori? Rivoluzione della Lega? Intervento di Provveditorato, ministero dell’Istruzione, autorità religiose? No. Sono stati i bambini musulmani a scegliere, così come erano stati i loro compagni italiani a sollevare il problema alle maestre. «Una questione risolta dai bambini con buon senso e sensibilità superiori a quelli di tanti adulti» dice Pasquale Capria, preside dell’istituto comprensivo che unisce elementari e medie. «Gli stessi alunni stranieri mi hanno detto che per loro non era un problema cantare Gesù».

UN TRATTO DI PENNA - Un passo indietro. Lunedì alla scuola di via Cuzzi, 400 studenti tra elementari e medie con una percentuale di stranieri pari al 20%, è tempo di prove. C’è da preparare lo spettacolo natalizio del 18 dicembre, quando la scuola sarà aperta al pubblico. In qualche classe e nell’aula magna compaiono i primi alberi di Natale. Addobbi e presepe seguiranno nei prossimi giorni, «come tutti gli anni da quando sono qui», precisa il preside. Gli studenti di quinta A e B preparano la canzone che reciteranno davanti ai genitori. Fino a che uno studente solleva il problema alla maestra di religione: «Magari ai bambini stranieri non va bene dire "Gesù", loro seguono un’altra religione». La maestra propone allora ai ragazzini islamici (e solo per loro) l’alternativa «virtù». Solo che anche gli altri bambini correggono la strofa. E «Gesù» viene colpito da un tratto di penna. «Mia figlia è venuta a casa e mi ha detto: "Sai che a scuola non si può più cantare Gesù?". Non volevo crederci, ho guardato i quaderni e ho visto il nome cancellato. Non mi sembra giusto, Natale è la festa di tutti i cristiani. Credo che le maestre abbiano sbagliato» spiega Paolo Fumagalli, papà di una ragazzina di quinta. Fumagalli ne parla con un parente che scrive alla Padania . E scoppia il caso politico, con il sindaco di Como Stefano Bruni che parla di «errore gravissimo» e il segretario provinciale della Lega Nicola Molteni che definisce la vicenda «vergognosa, grave e scandalosa». A scuola intanto sono alle prese con un problema di metrica, più che di religione. Ai bambini «virtù» non suona bene. Uno allora propone «nel giorno più importante che c’è», ma è peggio ancora. «Il testo non scorreva, così tutti assieme hanno deciso di ripristinare Gesù» conclude Capria.

CORO DI PROTESTE - Da due giorni a Como tutti parlano di come deve finire il verso di questa canzone natalizia. Anche il vescovo di Como Alessandro Maggiolini ha voluto dire: «La soppressione di ogni segno religioso conduce a imporre l’ateismo. Questo è il rischio». «Forse da parte delle maestre c’è stato un eccesso di zelo, ma di sicuro nessuna malafede - ammette Giuseppina Zualdi Ferrario, presidente del consiglio d’istituto -, volevano non discriminare i bambini stranieri. Comunque nessuno dei genitori ha protestato, e con loro faccio due riunioni alla settimana». All’uscita da scuola, in realtà, c’è più di un genitore che mostra un certo disappunto: «Ho già avuto problemi di questo tipo in un’altra scuola - afferma Giusy Chitarra, 39 anni, commerciante -. Un anno si decise di non fare il presepe per non urtare la sensibilità dei bambini non cattolici. Già allora non fui d’accordo». Il preside Capra ora deve fare i conti con maestre scoraggiate («non ci aspettavamo reazioni simili, pensavamo di agire per il bene dei bambini» hanno detto) e un clima tutt’altro che natalizio: «Mi hanno fatto passare per il killer della religione cattolica, è assurdo. Io che tengo il Crocifisso nelle aule e che ho sempre fatto benedire la scuola. La questione è stata strumentalizzata dalla Lega. Quello delle maestre è stato solo un tentativo di favorire l’integrazione. Provino quelli che criticano tanto a gestire una scuola con il 20% di ragazzini stranieri».
Così alla fine tutti canteranno il Natale di «Gesù». Con un’unica eccezione: il bambino figlio di Testimoni di Geova che non parteciperà alla festa natalizia.

Arianna Ravelli

Fonte: http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=COMO

[Modificato da Achille Lorenzi 05/12/2004 8.41]

Achille Lorenzi
00domenica 5 dicembre 2004 08:45
«Non è andata come raccontato»
Altrto artcolo su questo episodio: link

alla «media» Si vive in stato d'assedio, ma la presidente del Consiglio d'istituto riconferma la fiducia e ribadisce: «Questa è un'ottima scuola» Le insegnanti fanno quadrato: «Non è andata come raccontato»

Como Una maestra è a casa ammalata, l'altra scoppia in lacrime davanti alle telecamere, una fugge davanti ai giornalisti e tutte cercano di spiegare al preside che «non è andata come racconta il lettore de «La Padania». Allora com'è andata? La risposta è corale, come corale è stata la riflessione di cinque maestre, insegnanti di matematica, religione, antropologia, italiano e inglese, nel scegliere la canzone che concluderà la recita di Natale basata sul racconto di Charles Dickens. Al malinteso ha dato avvio un bambino. Italiano. Cristiano. Che ha ascoltato fin troppo bene le lezioni dell'ora di religione, ha capito la differenza tra l'Islam e la religione cattolica e sa che per i musulmani Gesù è solo un profeta non il figlio di Dio. Così dicono la maestre. Il racconto lo fa una solo di loro che non vuole comparire con nome e cognome «perché le decisioni le abbiamo sempre insieme e insieme dovremmo parlare». La maestra parla solo perché il preside Pasquale Capria le ha assicurato che nessuno ce l'ha con loro, che se si chiariscono i fatti, se si dice come sono andate le cose nessuno le additerà come le maestre che hanno offeso i cristiani. Oltretutto, la maestra in questione, ha alle spalle 23 anni di insegnamento. «Mai un problema - assicura il preside -, mai una sbavatura, nè con lei, né con le altre maestre». E Giuseppina Ferri Zualdi, presidente del consiglio d'istituto, rappresentante dei genitori, gli dà ragione. «E' un'ottima scuola. Si insegnano le diversità, non si impone niente a nessuno». Detto questo, la maestra prosegue con il suo racconto: «Il bambino, di Como, salta sù e dice: "Ma se diciamo Gesù non offendiamo i nostri compagni? Non è meglio dire "Questo è il giorno che vale di più"». Si fanno le prove, i bambini, 35, iniziano a cantare, ma quando arriva il ritornello la strofa non fila. «Al che - prosegue la maestra Anna - l'insegnante di religione dice che forse converrebbe usare virtù e spiega il significato di questa parola. Fa una lezione dicendo che ricomprende tutti i valori che accomunano bambini cristiani e non. Nessuno ha obbligato gli alunni a cantare virtù. Era solo una prova e ci siamo lasciati dandoci appuntamento alla successiva». I bambini tornano a casa e raccontano quel che è successo. Qualche papà va a lamentarsi dalle maestre. Loro si ripropongono di parlarne alla prossima riunione di modulo, come lo chiamano loro, ma una maestra si ammala e la prova salta. Nel frattempo esce l'articolo su La Padania e succede il finimondo. «Siamo rimaste molto male, siamo amareggiate perché avevamo scelto canti laici proprio per evitare questi conflitti e vogliamo insegnare ai bambini islamici i valori della solidarità, della generosità, del rispetto che sono comuni a tutti. Virtù è stata scelta in base al significato di questi valori». «Tu scendi dalle stelle» non è stata toccata, come accusa il lettore del giornale di Bossi. Era così, nel testo originale del coro dell'Antoniano, e non uno stravolgimento ma solo un meadley di canzoni di Natale di tutti il mondo arrangiate in maniera da rendere l'idea di come ogni popolo festeggia la nascita del Signore. «In classe abbiamo 7 bambini che non frequentano l'ora di religione, 4 disabili, 1 ateo, 1 testimone di Geova non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema. Vanno tutti d'accordo e risolviamo tutti i problemi di integrazione. Passare per quelle che non capiscono queste cose, ci fa proprio male». Anna Savini

[Modificato da Achille Lorenzi 05/12/2004 8.46]

Achille Lorenzi
00domenica 5 dicembre 2004 08:50
«La correzione? Suggerita dalle maestre»
La testimonianza del genitore «La correzione? Suggerita dalle maestre» (link)

Como ll papà che ha innescato il putiferio delle tradizioni cristiane modificate pro islamici ha la copia della canzoncina di Natale in mano. Con evidenziata la parte in cui la parola Gesù è stata cancellata a matita e sostituita dalla parola virtù. La correzione l'ha fatta la figlia. «Ma il suggerimento - dice lui - è arrivato dalla maestre». Paolo Fumagalli arriva alla scuola di Rebbio, nell'ufficio del preside Pasquale Capria che ha appena finito di spiegare che «nessuno è stato obbligato a dire niente. C'era e ci sarà la massima libertà per tutti e infatti alla recita ognuno dirà quello che vuole». Il papà mostra il testo della canzone modificata. Lo ha fatto anche durante una cena tra amici suscitando la reazione di un parente alla lontana che è poi quell'Alessandro Colombo che ha scritto a «La Padania» per criticare «i professori italioti che vogliono cambiare le nostre tradizioni». «Mia figlia - racconta ora il genitore che ha un bar a Camerlata e non si considera razzista visto che lì vanno anche gli islamici, ma soprattutto perché ha una moglie originaria di Santo Domingo - torna da scuola e dice: "Papi guarda, sai che adesso per la recita di Natale non possiamo più neanche cantare Gesù e dobbiamo dire virtù?" Eravamo a tavola, mi è andato il mangiare di traverso». Alla scuola di Rebbio ci sono 400 alunni, 80 non sono comaschi. La recita dovevano farla in 35, gli alunni delle due quinte. Sette appartengono a religioni diverse. Solo uno si è rifiutato, il bambino che fa parte dei testimoni di Geova. Quello ateo ha voluto frequentare la recita insieme agli islamici e, pare, anche a un bimbo di religione buddista. «Per me hanno sbagliato le maestre - dice - non è possibile che si siano fatte così tanti problemi. Siamo in Italia, abbiamo le nostre tradizioni, da che mondo e mondo il Natale si festeggia con i regali, la messa e il presepe. E chi c'è nel presepe? Gesù. La mia bambina è rimasta male. Sono appena arrivati al bar degli islamici e sa che mi hanno detto? Che ho ragione io. Uno mi ha raccontato che nella sua scuola fanno una messa. Suo figlio non ci va. Non è che hanno cancellato la messa perché c'era suo figlio in classe». An. Sav.

maurizio pederzini
00lunedì 6 dicembre 2004 19:08
Ateismo???
Una iniziativa infelice, presa da quella scuola, ha fatto gridare al pluridecorato prelato "al lupo, al lupo".

>>>. Anche il vescovo di Como Alessandro Maggiolini ha voluto dire: «La soppressione di ogni segno religioso conduce a imporre l’ateismo. Questo è il rischio».
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Maggiolini non si è preoccupato che iniziative di questo tipo possono incrinare il dialogo interreligioso perchè fomentano steccati, e chiusure tra i mebri delle varie confessioni. No, si preoccupa che non venga imposto l'ateismo.
Imposto l'ateismo?
I gradi di Maggiolini gli consentono di sapere bene come si impone una cosa, una ideolgia una religione. La religione pretende di imporre la sua morale nella società civile, altrocchè l'ateismo.
Germania e Francia hanno tolto i crocefissi nei luoghi pubblici, e nessuno si è tramutato in "bestia feroce". La società civile è rimasta tale e quale. L'ateismo che terrorizza Maggiolini non c'è stato. C'è stato uno "Stato Laico" che ha scorporato un retroterra culturale-arcaico imposto dalla religione alla società.
Si rilassi Maggiolini, non vedrà i "rossi-cosacchi" ad abbeverarsi alla fontana della Chiesa.
Quello che ha fatto la scuola di Como è infelice in quanto non è con un atto individuale che si arriverà ad una giusta laicità della società.
La religione dovrà essere "storia DELLE religioni" nelle scuole, non un monolita cattolico o ateo.
Ciao
Maurizio
Polymetis
00lunedì 6 dicembre 2004 22:50
Sai che cosa dice Locke degli atei nell'epistola sulla tolletanza?

A presto

[Modificato da Polymetis 06/12/2004 23.07]

Achille Lorenzi
00martedì 7 dicembre 2004 06:25
«Ma nessun bambino ha mai sollevato il problema»
Link: http://www.laprovinciadilecco.it/online/online.asp?SiglaEdizione=LE&Sezione=ATTUALITA&Bassa=si&Pagina=5&IDNotizia=1308970
In merito al caso della scuola elementare di Rebbio, cui la stampa locale e nazionale hanno riservato ampio spazio nei giorni scorsi, desidero chiarire la mia posizione di insegnante specialista di religione cattolica, che opera presso le scuole elementari di Rebbio e Grandate, con un'esperienza di insegnamento di 10 anni. Premetto che in ogni anno scolastico ho sempre presentato ai bambini nelle mie ore l'Avvento e il Natale, senza mai alterare o modificare il loro significato. Quest'anno sono venuta a conoscenza dell'iniziativa dello spettacolo cui è stata chiesta la collaborazione e la partecipazione degli alunni delle classi quinte - composte da trentacinque alunni di cui cinque non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica, in quanto quattro sono di religione musulmana e uno è Testimone di Geova. Non ho mai partecipato agli incontri di stesura dello spettacolo, perché non direttamente coinvolta nel progetto, ma sono stata tenuta informata sulle attività a cui tutti i ragazzi partecipavano, e mi è stata comunicata la scelta di un canto natalizio, non sacro, che gli alunni avrebbero eseguito alla chiusura dello spettacolo. Esaminando il testo del canto le insegnanti hanno sollevato il dubbio che la frase "questo è il giorno di Gesù" avrebbe forse creato difficoltà agli alunni che non si avvalgono dell'Insegnamento della Religione Cattolica. Interpellata e invitata ad esprimere il mio parere sulla pronunciabilità della frase, mi sono dichiarata favorevole all'esecuzione integrale del canto in quanto consapevole che la figura di Gesù, personaggio storico, è presente sia nella religione cristiana in quanto Figlio di Dio fatto uomo, sia nella religione islamica, da cui è considerato un profeta. Ferma restando, naturalmente, la radicale diversità dell'identità di Gesù: vero Dio e vero uomo per i cristiani, solo uomo per i musulmani. Quindi non sono stata io, nella mia qualità di insegnante di religione, a suggerire la sostituzione della parola "Gesù" con la parola "virtù" nella canzone dello spettacolo; e nessun alunno, nelle mie ore, ha mai sollevato questioni inerenti il testo del brano musicale. Cose, invece, riportate in alcuni articoli, anche sotto forma di dichiarazione diretta da parte di insegnanti delle classi interessate. Dichiaro quanto sopra, ai fini di tutelare la mia dignità di insegnante di Religione Cattolica e quella di chi mi ha scelto per questo compito dopo aver opportunamente vagliato la mia preparazione. È grave che io venga ritenuta responsabile di una scelta - la sostituzione della parola "Gesù" - che non avrei potuto compiere, che ho decisamente sconsigliato e che ritengo naturalmente errata, anche ai fini di una corretta integrazione scolastica di alunni di religione diversa da quella cristiana.

maurizio pederzini
00martedì 7 dicembre 2004 14:09
Ecco Locke.
Bene, “nell’Epistola sulla Tolleranza” 1689 Locke afferma:
“ coloro che negano l’esistenza di Dio non possono essere tollerati in alcun modo”.
Una affermazione questa che, fatta da un “monumento” alla libertà di coscienza, come lui, stride per la contraddizione.

Certamente la domanda è retorica fatta nei tuoi confronti “sornione” Polimetys, ma….conosci il “Saggio sulla Tolleranza” di Locke del 1667 ?
Diciamolo per gli ignari.
Locke in questo precedente saggio dall’Epistola, afferma che i “papisti” dovrebbero essere esclusi dal beneficio della tolleranza in quanto si ritengono obbligati a negare la tolleranza degli altri.

Mi piace in Locke, la sua interpretazione della “scomunica”, scritta nell’Epistola. Che dici?

Ciao
Maurizio
Achille Lorenzi
00martedì 7 dicembre 2004 19:06
Fuori tema

... Mi piace in Locke, la sua interpretazione della “scomunica”, scritta nell’Epistola. Che dici?

Scusate l'intromissione. Volevo solo ricordare che in questa sezione del forum ci si dovrebbe limitare alla segnalazione di notizie di cronaca che abbiano attinenza con i TdG.

Saluti
Achille
Polymetis
00martedì 7 dicembre 2004 21:08
Vorrà dire che ci trasferiremo in un'altra sezione.

A presto
maurizio pederzini
00martedì 7 dicembre 2004 23:51
Vero. Centrati in pieno.
Ciaooo
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