Cancellato per non urtare tre piccoli musulmani, che però dicono: nessun problema
«Via Gesù dai canti di Natale» Ma i bambini chiedono che resti
Como, era stato sostituito con «virtù» nel coro a scuola
DAL NOSTRO INVIATO
COMO - Alla fine, tutte e 35 le voci del coro canteranno «questo è il giorno di Gesù». Voci musulmane e voci cattoliche assieme, soprattutto voci di bambini di dieci anni. Lo spettacolo del 18 dicembre alla scuola elementare «Fogazzaro» del quartiere Rebbio, alle porte di Como, seguirà la sua tenera scaletta. E dunque la strofa intonata dalle due classi quinte suonerà così: «Buon Natale col torrone, buon Natale col panettone, su brindiamo, festeggiamo, questo è il giorno di Gesù». Come prevede la versione originale di «Buon Natale in allegria», una canzone del coro dell’Antoniano. Quel segno di penna nera che cancella la parola «Gesù» e la correzione in «virtù» che si legge ora sui quaderni dei bambini, fatta per non urtare la sensibilità di tre ragazzini islamici, resterà lettera morta. Proteste dei genitori? Rivoluzione della Lega? Intervento di Provveditorato, ministero dell’Istruzione, autorità religiose? No. Sono stati i bambini musulmani a scegliere, così come erano stati i loro compagni italiani a sollevare il problema alle maestre. «Una questione risolta dai bambini con buon senso e sensibilità superiori a quelli di tanti adulti» dice Pasquale Capria, preside dell’istituto comprensivo che unisce elementari e medie. «Gli stessi alunni stranieri mi hanno detto che per loro non era un problema cantare Gesù».
UN TRATTO DI PENNA - Un passo indietro. Lunedì alla scuola di via Cuzzi, 400 studenti tra elementari e medie con una percentuale di stranieri pari al 20%, è tempo di prove. C’è da preparare lo spettacolo natalizio del 18 dicembre, quando la scuola sarà aperta al pubblico. In qualche classe e nell’aula magna compaiono i primi alberi di Natale. Addobbi e presepe seguiranno nei prossimi giorni, «come tutti gli anni da quando sono qui», precisa il preside. Gli studenti di quinta A e B preparano la canzone che reciteranno davanti ai genitori. Fino a che uno studente solleva il problema alla maestra di religione: «Magari ai bambini stranieri non va bene dire "Gesù", loro seguono un’altra religione». La maestra propone allora ai ragazzini islamici (e solo per loro) l’alternativa «virtù». Solo che anche gli altri bambini correggono la strofa. E «Gesù» viene colpito da un tratto di penna. «Mia figlia è venuta a casa e mi ha detto: "Sai che a scuola non si può più cantare Gesù?". Non volevo crederci, ho guardato i quaderni e ho visto il nome cancellato. Non mi sembra giusto, Natale è la festa di tutti i cristiani. Credo che le maestre abbiano sbagliato» spiega Paolo Fumagalli, papà di una ragazzina di quinta. Fumagalli ne parla con un parente che scrive alla Padania . E scoppia il caso politico, con il sindaco di Como Stefano Bruni che parla di «errore gravissimo» e il segretario provinciale della Lega Nicola Molteni che definisce la vicenda «vergognosa, grave e scandalosa». A scuola intanto sono alle prese con un problema di metrica, più che di religione. Ai bambini «virtù» non suona bene. Uno allora propone «nel giorno più importante che c’è», ma è peggio ancora. «Il testo non scorreva, così tutti assieme hanno deciso di ripristinare Gesù» conclude Capria.
CORO DI PROTESTE - Da due giorni a Como tutti parlano di come deve finire il verso di questa canzone natalizia. Anche il vescovo di Como Alessandro Maggiolini ha voluto dire: «La soppressione di ogni segno religioso conduce a imporre l’ateismo. Questo è il rischio». «Forse da parte delle maestre c’è stato un eccesso di zelo, ma di sicuro nessuna malafede - ammette Giuseppina Zualdi Ferrario, presidente del consiglio d’istituto -, volevano non discriminare i bambini stranieri. Comunque nessuno dei genitori ha protestato, e con loro faccio due riunioni alla settimana». All’uscita da scuola, in realtà, c’è più di un genitore che mostra un certo disappunto: «Ho già avuto problemi di questo tipo in un’altra scuola - afferma Giusy Chitarra, 39 anni, commerciante -. Un anno si decise di non fare il presepe per non urtare la sensibilità dei bambini non cattolici. Già allora non fui d’accordo». Il preside Capra ora deve fare i conti con maestre scoraggiate («non ci aspettavamo reazioni simili, pensavamo di agire per il bene dei bambini» hanno detto) e un clima tutt’altro che natalizio: «Mi hanno fatto passare per il killer della religione cattolica, è assurdo. Io che tengo il Crocifisso nelle aule e che ho sempre fatto benedire la scuola. La questione è stata strumentalizzata dalla Lega. Quello delle maestre è stato solo un tentativo di favorire l’integrazione. Provino quelli che criticano tanto a gestire una scuola con il 20% di ragazzini stranieri».
Così alla fine tutti canteranno il Natale di «Gesù». Con un’unica eccezione: il bambino figlio di Testimoni di Geova che non parteciperà alla festa natalizia.
Arianna Ravelli
Fonte:
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=COMO
[Modificato da Achille Lorenzi 05/12/2004 8.41]