‘NON MI INTERESSANO I TESTIMONI DI GEOVA’ (7 punti, pag. 17 – 3 di 7)
DICIOTTESIMO
Puntino nero 3/7
PROCLAMATORE - ‘Non molto tempo fa dissi la stessa cosa a un testimone di Geova che aveva bussato alla mia porta. Ma prima che se ne andasse gli feci una domanda alla quale ero certo che non avrebbe saputo rispondere.
CAMPO – Aspetti un pò... mi faccia capire... Lei, ancora non TG, avrebbe detto a un TG che non le interessavano i Testimoni di Geova e per dimostrargli in qualche modo che aveva ragione lei a rifiutare il loro messaggio gli fece una domanda alla quale, ripeto testualmente le sue parole “era certo che non avrebbe saputo rispondere”.
Ma bravo! Bravissimo! Del resto era giusto. Se essi sono presentati dalla WT e si autopresentano come coloro che rispondono a tutte le domande, è giusto porre loro la domanda più... diciamo pepata, la più difficile, quella a cui certamente non saprebbero rispondere. In tal modo non solo viene legittimato il rifiuto, ma si aiuterebbe efficacemente anche il Proclamatore a disilludersi: lui capirebbe che non può proporsi come maestro di dottrina religiosa, e per giunta biblica, se non sa rispondere alla domanda che tanto ci tormenta e che è per noi quella dalla cui soddisfacente risposta dipende l’accettazione o meno della religione che ci viene proposta. Bravissimo! Non c’è che dire. La questione riduce tutto il problema ad un quiz fondamentale.
E io, andando a ricordare, ho incontrato già tale atteggiamento, quasi da ordalia. In pratica era lo stesso che animava le domande serie, come quella che chiede come è nato Dio, o perché se è Padre non interviene ad eliminare il dolore e l’ingiustizia del mondo, o altro... Magari potrebbe essere quella di Satana tesa ad accertare se Gesù era veramente il Figlio di Dio, o come la domanda decisiva di Caifa (o Caiafa se preferite) quando chiese a Gesù, come questione risolutiva, di dichiarare apertamente se lui era Figlio di Dio con la “F” maiuscola e non equivocamente come potevano esserlo, in un senso figurativo o metaforicamente, tutte le persone dotate di una bontà specchiata. Era la stessa domanda di Pilato quando dichiarò che secondo lui la verità era una chimera irraggiungibile e perciò se Gesù si era proclamato colui che porta la verità meritava, di essere “creduto” (cioè rifiutato) come quei futuri proclamatori geovisti che, se promettono di averla sapendo rispondere a tutte le domande e poi di fatto non sanno rispondere inciampando proprio sulla domanda fondamentale, quella sine qua non, dalla quale il “pesce” recettore del messaggio riesce a determinare se ha davvero davanti il Verbo di Dio o un contafrottole specialista ad essere addestrato in millantato credito... Insomma era la domanda delle domande. Qualcosa che anche se riduce la religione a un quiz, è certamente degna di farlo!
Bene, ci siamo, ho inquadrato perfettamente la solennità del momento. Ora può comunicarmi qual era questa famosa domanda che quel tale conservava nel cassetto o come asso nella manica a propria giustificazione del rifiuto della fede nella Bibbia. Prosegua pure...
PROCLAMATORE - Sa cosa gli chiesi? . . . (Ad esempio: Con chi si sposò Caino?)’ (Possono rispondere così quelli che veramente hanno avuto un’esperienza simile).
CAMPO – Ma non mi dica!... E’ tutto qui? Questa era la grande domanda? E lei crede davvero che una persona a cui si dia la risposta giusta a questa domanda per questo acquisti la fede? Sono tutte qui le esigenze religiose della gente? Si riducono a questo i tormenti delle intelligenze umane in cerca del senso della vita, di una garanzia di perennità, di un Maestro che sappia dirci con certezza se c’è un aldilà e come la pensa Dio?
Vuol vedere che indovino? Lei di sicuro le avrà risposto che ovviamente Caino si sposò (errore madornale perché perché io, come catechista, avrei detto “si prese!”) con una delle sue sorelle (altro errore, perché secondo me quel troglodita assassino se ne prese almeno una dozzina!); si sa che nella Bibbia le donne contavano poco e perciò non erano neanche nominate. Il fatto che la Bibbia non dica che Adamo ed Eva ebbero figlie non significa che non ne avessero avute. Tutto così ovvio, così semplice... che non si vede proprio perché la WT sull’argomento abbia sprecato pagine di inchiostro quando poteva cavarsela semplicemente con il lapidario “La moglie di caino era sua sorella” come leggiamo nel miniquestionario intitolato “Argomenti biblici di conversazione”, pag. 17.
In conclusione, amico mio, lasci perdere! A me non interessa proprio sapere con chi si sposò Caino. Oltretutto la risposta non la date con la Bibbia ma affidandovi alla ovvietà della logica. Ci arriverebbe anche un ateo, senza leggerla per niente, una volta conosciuti i termini della questione.
A me interessano domande diverse. Del tipo di quelle che sa porre un mio certo amico che si chiama Petitio. E vi giuro che se mi rispondete in maniera soddisfacente neanche a tutte ma a solo qualcuna di esse, comincerò a credere che siete “qualificati per insegnare”. Volete provare? Per esempio la domanda che risolva il problema del doppio Canale di Geova... e che a me sembra proprio un “dilemma cornuto”,* questo: posto che sia vera da un lato/corno l’affermazione della WT che lei rappresenti lo Schiavo e perciò costituisca il vero Canale di Geova nei tempi moderni, e dall’altro lato/corno che tale struttura Geova l’ha sempre avuta nei secoli, anche se per la sua presenza dalla fine primo secolo alla comparsa di Russell “non si ha un quadro storico distinto” (come si dice nel libro “Il Millenario”, pag. 347**), ne deriva che Russell avrebbe dovuto cercare, individuare tale Schiavo e inserirsi in esso. Invece si insegna che non trovò la Chiesa di Dio da nessuna parte e che perciò la coagulò attorno a sé, in pratica creandola da niente.
Ecco dunque il dilemma da risolvere: se è vero quello che dice “Il Millenario” che cioè lo Schiavo esisté in maniera indefettibile nei secoli (se è vero insomma questo lato/corno del dilemma) allora ne deriva che la struttura organizzata da Russell attorno alla WT è un doppione abusivo e illegittimo. Se invece dobbiamo credere che esso sia legittimo e perciò unico (se è vero quindi quest’altro lato/corno del dilemma) allora ne viene che non è vero che lo Schiavo c’è sempre stato; sarà vero che esso è andato perduto e che Geova con Russell ne ha voluto fare uno nuovo.
Ma se è vero questo secondo corno sarà vero anche che chi ha scritto ne “Il Millenario” che la struttura c’è sempre stata, ha mentito (per l’ovvio interesse di far credere che la struttura geovista si riannoda al primo secolo, cioè alla Chiesa fondata da Cristo e non si debba ipotizzare che sia stata inventata a Brooklyn nel secolo diciannovesimo). Ma poiché quel libro è stato edito dalla WT che ha la supervisione di ogni riga stampata, è lei che ha mentito scrivendo quelle cose. E ha mentito su una questione che davvero tale da dirimere il problema dell’accertamento bereano circa la legittimità della WT stessa. Essa esce dal dilemma spacciata, “infilata” in uno dei due corni della logica. Caino se l’è cavata molto meglio...
Allora se lei risolve decentemente questo problema io verrò con voi. Se invece fugge cercando di eluderlo, allora se ne aspetti molte altre di tali domande “cornute”. Per me e i miei fratelli del GRIS è un dovere quello dell’accertamento, a servizio di chi vuole scegliere la fede geovista, proposta dalla Organizzazione americana della Watchtower, con cognizione di causa, senza essere raggirato. Stia bene!
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* La dizione non sia vista come irriverente. Essa è classica in filosofia. Si rifà alla parola latina “cornum” che vuole indicare un lato, una posizione (per esempio si legge dei “due corni dell’altare” per significare il lato destro e quello sinistro). Usato metaforicamente, in logica, si possono porre dei quesiti “cornuti” ovvero a modo di dilemma con doppio problema, tali che se eviti un corno non puoi evitare l’altro, come gli scogli di Scilla e Cariddi. Si tratta quindi di quei problemi in cui non si può salvare capra e cavoli. Se è vera una affermazione sarà falsa l’altra e viceversa.
** Anzi, è così importante che merita di essere riportata di peso:
«§29 In quanto a come esattamente la classe dello “schiavo fedele e discreto” esisté e prestò servizio nel corso dei secoli dopo la morte degli apostoli del Signore Gesù Cristo, non abbiamo un quadro storico distinto. Evidentemente ogni generazione della classe dello “schiavo” cibò la generazione successiva.» Quindi si ammette che non se ne hanno le prove ma si sostiene (gratuitamente) che DI SICURO lo Schiavo, cioè la Chiesa di Dio, tramite una trasmissione di generazione in generazione dei 144.000 Unti scelti lungo i secoli da Geova, NON VENNE MAI MENO e deve aver prestato il suo debito servizio. Il che è gratuito e falso, e se fosse vero renderebbe falsa la WT come doppione usurpatore.
(segue in DICIANNOVESIMO)