Il 20 aprile ricorre il 16°’anniversario della morte di quel grande uomo di Dio che fu Don Tonino Bello.
Sono andata a rileggere il libro "Pietre di scarto", non ricordavo queste sue parole riguardo alla Pasqua, mi sembrano quasi profetiche alla luce degli avvenimenti di questa ultima Pasqua.
(tratto da "PIETRE DI SCARTO" di don Tonino Bello - Introduzione)
Pietre angolari della speranza
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme, messa all'imboccatura dell'anima, che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo, che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro: il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione, del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuna col suo sigillo di morte.
Quella mattina il Risorto ha mostrato alle donne che è possibile il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi. E che se ognuno dì noi, uscito dal suo sepolcro, si adoperasse per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterebbe nuovamente il miracolo del terremoto che contrassegnò la prima Pasqua di Cristo.
Festa dei macigni rotolati,
Festa del terremoto.
Il Vangelo ci dice che i due accadimenti supremi della storia della salvezza, morte e risurrezione di Gesù, furono entrambi caratterizzati dal terremoto.
Dunque non dal ristagno.
Fino a quando nelle nostre città la costruzione del Regno non sarà organizzata dagli amici del cambio, dagli appassionati della rivolta, dai poveri che si ribellano, dai condannati alle piccole croci quotidiane, da chi vi rimane schiacciato sotto, da chi è ingiustamente spogliato di tutto come Cristo. Da chi viene abbeverato con l'aceto e il fiele di una vita insostenibile, avremo sempre aurore senza mattino.
E i macigni continueranno a ostruire i nostri sepolcri, lasciandoci privi di una memoria spiritualmente eversíva.
Queste pagine sono dedicate a loro, pietre scartate dai costruttorì che fanno le sorti della storia.
Il loro anelito di vita muti in serbatoio di speranze questa allucinante vallata di tombe che è la terra.
[Modificato da Mariasole17 17/04/2009 11:28]