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Eccessiva ingerenza o buon lavoro dei "comitati sanitari"?

Ultimo Aggiornamento: 13/02/2009 20:11
28/01/2009 18:35
 
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Forse chi ha avuto qualcuno in ospedale ,Tdg,sa cos'e' il "comitato sanitario".

Questo "comitato" e' formato da persone come anziani e servitori di ministero che regolarmente visitano i Tdg all'ospedale,per portare le registrazioni delle adunanze perse,per visitarli a turno e per far rispettare le regole sanitarie della WT.

Queste regole ovviamente concernono principalmente,che lo dico a fare ,la questione del sangue.

Ma non e' di questo di cui voglio parlare ,bensi' l'attitudine del comitato.

E' cosa vista ed appurata che molto spesso il responsabile del comitato intervenga per parlare direttamente con i medici che NON VOGLIONO COLLABORARE per l'astensione della trasfusione di sangue.

Di fronte a famiglie miste ,ovvero Tdg in cura con parenti non Tdg,il Comitato s'intromette nella famiglia per far rispettare le eventuali scelte che possono portare ad un intervento "rischioso".

E' cosa comune vedere entrare l'anziano di turno portare delle stampe da Internet per far vedere al medico che" il paziente puo' scegliere la cura" ed ovviamente "rifiutarsi" di ricevere trasfusioni di sangue.

Quindi il medico e' colui che "schiaccia" il volere del paziente che non vuole sangue.

Il Comitato appoggia il volere del Tdg curante al massimo anche cercando di cambiare medico per l'intervento od addirittura per
spostare l'operazione in altre strutture.

Nelle famiglie miste religiosamente parlando questa ingerenza non piace davvero.

Ancora una volta si ha la sensazione che la WT anche dentro le mura di un ospedale voglia dettare le sue condizioni.

La famiglia Tdg apprezza il lavoro dei comitati che vogliono in teoria ,far rispettare questa famosa,discussa,assurda regola dell'astensione del sangue anche a costo di perdere la vita.

Ma gli altri come devono considerare questi comportamenti?

E se il Tdg arrivasse davanti alla morte e vorrebbe forse ricevere la trasfusione?

E se il comitato e' intervenuto per non far ricevere il sangue davanti a parenti non Tdg,quindi non consezienti, e il paziente e' deceduto,cosa dobbiamo pensare?

Il comitato sanitario nelle morti causate da astensione di trasfusione ,e' oppure no corresponsabile ?






28/01/2009 19:03
 
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Credo che per i medici valga solo il consenso/dissenso del paziente, espresso al momento in cui si pone la necessità di trasfondere.

Se il paziente non è in grado di esprimere il proprio volere, vale il consenso/dissenso dei famigliari.

Certo l'ingerenza dei comitati sanitari in questioni in cui la famiglia non è TdG può, a parer mio, essere segnalato alle forze dell'ordine presenti in ogni nosocomio.

Questo senza arrivare all'eventuale decesso del paziente, in tal caso, occorre una denuncia da parte dei parenti.

Sarà poi l'autorità giudiziaria a dover stabilire se, con una eventuale trasfusione si sarebbe potuto evitare l'accaduto, ma, anche qui, se la volontà espressa dal paziente era stata rispettata, credo sia una causa persa in partenza.

Tutto diverso è per i minori figli di TdG, in quel caso la direzione sanitaria può chiedere l'autorizzazione alla trasfusione al tribunale.

Questo è quanto ricordo.
Gabriella Prosperi
28/01/2009 19:08
 
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Credo che moralmente siano al 100% responsabili. Perché molti di fronte alla morte cambiano idea. Se in questo frangente c´è lì qualcuno che con la sua presenza le ricorda il divieto del sangue, e difficile che uno abbia il coraggio di tornare sui propri passi, anche se né avrebbe l'intenzione.
La loro costante presenza condiziona sicuramente la sua precedente convinzione.
Secondo me questo potrebbe essere considerato un reato. [SM=x570872]
Brian
28/01/2009 19:09
 
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Re:
Vecchia Marziana, 28/01/2009 19.03:

Credo che per i medici valga solo il consenso/dissenso del paziente, espresso al momento in cui si pone la necessità di trasfondere.

Se il paziente non è in grado di esprimere il proprio volere, vale il consenso/dissenso dei famigliari.

Certo l'ingerenza dei comitati sanitari in questioni in cui la famiglia non è TdG può, a parer mio, essere segnalato alle forze dell'ordine presenti in ogni nosocomio.

Questo senza arrivare all'eventuale decesso del paziente, in tal caso, occorre una denuncia da parte dei parenti.

Sarà poi l'autorità giudiziaria a dover stabilire se, con una eventuale trasfusione si sarebbe potuto evitare l'accaduto, ma, anche qui, se la volontà espressa dal paziente era stata rispettata, credo sia una causa persa in partenza.

Tutto diverso è per i minori figli di TdG, in quel caso la direzione sanitaria può chiedere l'autorizzazione alla trasfusione al tribunale.

Questo è quanto ricordo.
Gabriella Prosperi





Per quanto riguarda il medico credo che non sia facile fare tutto nel senso che e' sottoposto al buon senso e credo anche alla direzione dell'ospedale.Intendo il medico che collabora con il primario del reparto che NON collabora......


28/01/2009 19:25
 
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Re:
rocket74, 28/01/2009 18.35:



Il comitato sanitario nelle morti causate da astensione di trasfusione ,e' oppure no corresponsabile ?






Secondo me il comitato sanitario NON è corresponsabile in quanto loro si attengono alle disposizioni del corpo direttivo.
Conosco membri del comitato sanitario che veramente PIANGEVANO di fronte a tdg che rischiavano di morire perchè la situazione era tragica, e ancor di più nel rifiuto della trasfusione, eppure erano lì, a fare il loro dovere.

Loro sono sinceri nel credere che le trasfusioni siano proibite da Dio e pensano di fare il bene del fratello/sorella in pericolo di morte sostenedolo nel mantenere questa determinazione in quanto SOLO COSì, nel caso veramente dovesse morire, il fratello/sorella potrà essere risuscitato nel nuovo mondo perchè morto fedele!

Comunque, se non ho capito male, ore la legge è cambiata, ora i fratelli non possono più sperare (sotto sotto, perchè esteriormente si devono far vedere risoluti) che il medico si rivolga alla procura per attuare una trasfusione contro la volontà del paziente, ora la volontà del paziente deve essere rispettata, anche se questa lo porterà alla morte.

Ora gli ospedali (io so di uno in particolare, per esperienza personale) chiedono a TUTTI i pazienti di che religione siano!






Saluti, Ely







"Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui". (Louis Pasteur)




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29/01/2009 09:17
 
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Re: Re:
Elyy., 28/01/2009 19.25:


Ora gli ospedali (io so di uno in particolare, per esperienza personale) chiedono a TUTTI i pazienti di che religione siano!




Ma questa domanda non viola la privacy?

Gabriella Prosperi
29/01/2009 09:35
 
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Re: Re: Re:
Trovo interessante il seguente articolo, che potrebbe modificare ancora la situazione, permettendo ai medici di ignorare le volontà di un paziente se gli salva la vita...
Quanto ai "comitati sanitari", concordo con chi dice che opera soltanto come il CD vuole, e fra questi mi duole dirlo ci sono anche TDG medici, che potrebbero ragionare maggiormente e con cognizione di causa sulle loro posizioni...

Medico non ha colpa se opera bene sensa consenso. Sentenza Cassazione
Giovedì 22 Gennaio 2009 07:06

ROMA - Non risponde né di lesioni colpose né di violenza privata il medico che, durante una operazione conclusasi positivamente e con guarigione del paziente, effettui un trattamento chirurgico diverso da quello per il quale aveva ottenuto il consenso informato della persona malata. Lo hanno stabilito le Sezioni Unite penali della Cassazione - con la sentenza 2437 - che hanno risolto il seguente quesito di diritto sul quale c'era divergenza di opinioni: "se abbia, o meno, rilevanza penale, e, nel caso di risposta affermativa, quale ipotesi delittuosa configuri la condotta del sanitario che, in assenza del consenso informato del paziente, sottoponga il medesimo ad un determinato trattamento chirurgico nel rispetto delle 'regole dell'arté e con esito fausto". A sollecitare la pronuncia è stato il caso di Roberta M., una donna ricoverata nell'ospedale di Cattolica alla quale nel 1997 era stata asportata una tuba durante una laparoscopia. La paziente aveva dato il consenso solo per la laparoscopia ma il medico - Nunzio G. - si era reso conto della necessità di asportare la tuba sinistra, cosa che fece con competenza e guarendo la paziente. In primo grado il medico venne condannato per lesioni volontarie aggravate, in appello il reato fu dichiarato prescritto con revoca della condanna al risarcimento per mancanza di prove. Su ricorso sia del chirurgo che della donna le Sezioni Unite hanno affermato il seguente principio; "ove il medico sottoponga il paziente ad un trattamento chirurgico diverso da quello in relazione al quale era stato prestato il consenso informato, e tale intervento, eseguito nel rispetto dei protocolli e delle 'leges artis', si sia concluso con esito fausto, nel senso che dall'intervento stesso è derivato un apprezzabile miglioramento delle condizioni di salute, in riferimento anche alle eventuali alternative ipotizzabili, e senza che vi fossero indicazioni contrarie da parte del paziente medesimo, tale condotta è priva di rilevanza penale, sia sotto il profilo delle lesioni che sotto quello della violenza privata".

[SM=g1537159]
29/01/2009 11:07
 
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Re: Re:
Elyy., 28/01/2009 19.25:





Secondo me il comitato sanitario NON è corresponsabile in quanto loro si attengono alle disposizioni del corpo direttivo.
Conosco membri del comitato sanitario che veramente PIANGEVANO di fronte a tdg che rischiavano di morire perchè la situazione era tragica, e ancor di più nel rifiuto della trasfusione, eppure erano lì, a fare il loro dovere.

Loro sono sinceri nel credere che le trasfusioni siano proibite da Dio e pensano di fare il bene del fratello/sorella in pericolo di morte sostenedolo nel mantenere questa determinazione in quanto SOLO COSì, nel caso veramente dovesse morire, il fratello/sorella potrà essere risuscitato nel nuovo mondo perchè morto fedele!

Comunque, se non ho capito male, ore la legge è cambiata, ora i fratelli non possono più sperare (sotto sotto, perchè esteriormente si devono far vedere risoluti) che il medico si rivolga alla procura per attuare una trasfusione contro la volontà del paziente, ora la volontà del paziente deve essere rispettata, anche se questa lo porterà alla morte.

Ora gli ospedali (io so di uno in particolare, per esperienza personale) chiedono a TUTTI i pazienti di che religione siano!






Saluti, Ely

Conosco membri del comitato sanitario che veramente PIANGEVANO di fronte a tdg che rischiavano di morire perchè la situazione era tragica, e ancor di più nel rifiuto della trasfusione, eppure erano lì, a fare il loro dovere.

Dove sta scritto che queste persone devono interferire fino in punto di morte per questa scelta che riguarda la vita degli altri?

Che base biblica ha questa regola?







02/02/2009 18:02
 
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Re: Re: Re:
Vecchia Marziana, 29/01/2009 9.17:



Ma questa domanda non viola la privacy?

Gabriella Prosperi




Di questa cosa non ne sono a conoscenza....
12/02/2009 11:25
 
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Re: Re: Re:
Vecchia Marziana, 29/01/2009 9.17:



Ma questa domanda non viola la privacy?

Gabriella Prosperi





Salve, scusate l'intromissione ma studio scienze infermieristiche e svolgo il tirocinio in un ospedale, la domanda viene posta durante la compilazione della cartella clinica da parte dell'infermiera o cmq di chi se ne incarica, ovviamente il paziente è libero di non rispondere e l'infermiere, o chi ha accesso alla cartella, ovviamente deve mantenere intatta la privacy.
Queste domande vengono fatte anche per impostare la dieta del paziente, per esempio: se è mussulmano sceglieranno una dieta priva di carne di maiale.
Non credo cambi molto la discussione... spero di non avervi annoiati.
Un Saluto
Giulia


quando avrai il coraggio di insegnuire le tue emozioni e lasciare la porta aperta a ogni possibilità.. solo allora io ci sarò
12/02/2009 11:25
 
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Re: Re: Re:
Vecchia Marziana, 29/01/2009 9.17:



Ma questa domanda non viola la privacy?

Gabriella Prosperi





Salve, scusate l'intromissione ma studio scienze infermieristiche e svolgo il tirocinio in un ospedale, la domanda viene posta durante la compilazione della cartella clinica da parte dell'infermiera o cmq di chi se ne incarica, ovviamente il paziente è libero di non rispondere e l'infermiere, o chi ha accesso alla cartella, ovviamente deve mantenere intatta la privacy.
Queste domande vengono fatte anche per impostare la dieta del paziente, per esempio: se è mussulmano sceglieranno una dieta priva di carne di maiale.
Non credo cambi molto la discussione... spero di non avervi annoiati.
Un Saluto
Giulia


quando avrai il coraggio di insegnuire le tue emozioni e lasciare la porta aperta a ogni possibilità.. solo allora io ci sarò
12/02/2009 15:10
 
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RE

Cito la mia esperienza in questa discussione.
www.infotdgeova.it/esperienze/wolfstenio.php

Conosco un medico tdg della sala del regno dove frequentavo,che faceva parte del comitato sanitario.

Quando usci il ministero del regno (novebre 2006),gli feci notare delle cattive informazioni che il corpo direttivo dava ai suoi adepti.
www.infotdgeova.it/img/prosp1.jpg

Sulla tabbella delle frazioni (che i tdg possono accettare),compare anche l'emoglobina, che scientificamente viaggia insieme al globulo rosso.

Nel fargli notare questo enorme errore del cd, la sua risposta fu:

Lo sai che non ci avevo fatto caso? Comunque se lo schiavo lo a messo per iscritto, chi sono io, pur sapendo che il paziente che assume l'emoglobina,inevitabilmente assume anche il globulo rosso, nel giudicare l'operato del corpo direttivo?

Sono medico, ma la fede e più forte della scienza.

Giudicate voi amici del forum, io posso dire che molti medici che fanno parte di questi comitati, pur sapendo di consigliare cure non efficaci in certi casi,tengono chiusa la bocca per non incombere a delle sanzioni dal cd.
12/02/2009 17:15
 
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Re: Re:
Elyy., 28/01/2009 19.25:





Secondo me il comitato sanitario NON è corresponsabile in quanto loro si attengono alle disposizioni del corpo direttivo.
Conosco membri del comitato sanitario che veramente PIANGEVANO di fronte a tdg che rischiavano di morire perchè la situazione era tragica, e ancor di più nel rifiuto della trasfusione, eppure erano lì, a fare il loro dovere.

Loro sono sinceri nel credere che le trasfusioni siano proibite da Dio e pensano di fare il bene del fratello/sorella in pericolo di morte sostenedolo nel mantenere questa determinazione in quanto SOLO COSì, nel caso veramente dovesse morire, il fratello/sorella potrà essere risuscitato nel nuovo mondo perchè morto fedele!

Comunque, se non ho capito male, ore la legge è cambiata, ora i fratelli non possono più sperare (sotto sotto, perchè esteriormente si devono far vedere risoluti) che il medico si rivolga alla procura per attuare una trasfusione contro la volontà del paziente, ora la volontà del paziente deve essere rispettata, anche se questa lo porterà alla morte.

Ora gli ospedali (io so di uno in particolare, per esperienza personale) chiedono a TUTTI i pazienti di che religione siano!






Saluti, Ely










Fino a qualche anno fa, quella dei medici era una casta con poteri assoluti ed incontestabili: nessuno parlava o faceva domande, i pazienti e familiari ad essi totalmente erano soggiogati, anche in virtù del linguaggio tipicamente medico/scientifico che amavano imporre (come il latino nelle chiese, per capirci).

Alcuni pazienti sono a volte stati considerati oggetto di esperimenti, come cavie, vittime di abusi e soprusi.

Con il tempo, grazie a Dio, il rapporto pazente/medico è stato notevolmente ridimensionato e parte del merito va attribuito anche ai comitati sanitari dei TDG che hanno contribuito a spezzare quel vergognoso rapporto di sudditanza.

Onestamente, i comitati sanitari non sono sorti allo scopo di costringere i TG a rifiutare il sangue, ma a supportarli nelle scelte delle terapie che rispettassero le coscienze individuali.

Chiaramente, come in tutte le cose, qualche comitato può aver ecceduto nell'applicazione delle direttive, ma per esperienza diretta, avendo lavorato a contatto con medici chirurghi ed anestesisti, posso affermare con libertà di parola che la maggioranza d'essi svolge il compito con sincerità e nell'esclusivo interesse del paziente TG.

Per coerenza, quanto vi dovevo.



[SM=x570907]

12/02/2009 17:34
 
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Re: RE
wolfstenio, 12/02/2009 15.10:



Sulla tabbella delle frazioni (che i tdg possono accettare),compare anche l'emoglobina, che scientificamente viaggia insieme al globulo rosso.



Ma non è un globulo rosso, nè bianco, ne piastrina, nè plasma.

wolfstenio, 12/02/2009 15.10:


Nel fargli notare questo enorme errore del cd, la sua risposta fu:

Lo sai che non ci avevo fatto caso?



Dove aveva studiato?
Al CEPU?
Nella speranza che il CEPU non si offenda.

12/02/2009 18:06
 
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Re: Re: RE
operman, 12/02/2009 17.34:



Dove aveva studiato?
Al CEPU?
Nella speranza che il CEPU non si offenda.




No !
Alla Scuola di Ministero Teocratica.
Nella speranza che le Scuole non si offendano



------------------------------------------------
Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



12/02/2009 20:20
 
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Dove aveva studiato?
Al CEPU?
Nella speranza che il CEPU non si offenda.


Tu invece sai spiegare cosa è l'emoglobina e cosa significa 33 per cento del globulo rosso.
Io non ho studiato al Cepu ma alle scuole dei comitati sanitari dove tra l'altro c'era uno che diceva che "il midollo rinforsato" (ecco questo non l'ho studiato)
sostituiva l'emoglobina e la rinforsava.
Ecco, forse mi potresti spiegare che cosè il "midollo rinforsato".

12/02/2009 21:41
 
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Ricordo un'occasione che ritengo importante nella mia vita.
Fui chiamato dalla Sicilia per un caso di cancro alla mandibola e alla mascella.
Mi prodigai per trovare un ricovero presso un centro specializzato presso l'università di Roma.
Presi contatti con i fratelli siciliani e organizzammo sia il ricovero che il trasferimento e relativo alloggio per la moglie.
Andai personalmente, insieme ad un collaboratore, all'aereoporto di Fiumicino a prelevare il fratello.
Ci trovammo difronte ad una situazione, a dir poco, imbarazzante, sia per lo stato di avanzamento che la putrefazione della malformazione.
Chiedemmo alla moglie il perche di questo stato di avanzamento della malattia.
Il fratello aveva atteso molti mesi, prima di prendere contatti con noi,
essendo stato prima indirizzato dal noto "Dott. Belardi" per una terapia alternativa che stimolasse la produzione di "emoglobina" con "metodiche" "suggerite dallo schiavo".
Il tempo trascorso non solo non aveva migliorato il suo stato ematico ma aveva permesso l'avanzamento del tumore.
I medici che dovevano sottoporlo ad un intervento demolitivo/ricostruttivo si trovarono difronte ad un caso disperato.
Il fratello fù sottoposto a ben 5 interventi di demolizione e di ricostruzione.
In occasione dell'ultimo intervento di ricostruzione, mentre eravamo i sala operatoria il professore ci disse che avrebbe usato Fibrina umana (un collagene a base plasmatica) un prodotto di nuova generazione per il periodo di qui sto parlando.
Chiese a me, visto che il paziente era addormentato, se noi testimoni fossimo contrari.
Io non conoscevo il prodotto e mi venne l'idea di chiamare l'ufficio informazioni sanitarie presso la Betel.
Mi rispose il responsabile, al quale posi il quesito.
Spiegai l'urgenza di avere una risposta in tempi brevi e che mi trovavo in imbarazzo e al telefono della sala operatoria, con l'equipe
chirurgica in attesa di una mio parere.
Mi risposero che dovevo fare ricerche sulle torre di guardia e nelle pubblicazioni.
Rispiegai che mi trovavo in sala operatoria, non conoscevo l'argomento e non avevo con me la bibblioteca della società.
Mi dissero che dovevo assumermi io la responsabilità e augurarmi di non sbagliare.
Feci usare la Fibrina.
Dopo due ore ero in Betel e mi sono "sbranato" il mio interlocutore.
Sapete chi era?
L'anima nera di qui parla spesso l'Avv. Pucci.
Non mi ha mai dimenticato.
[Modificato da carlomagno1955 12/02/2009 21:49]
12/02/2009 21:49
 
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Re: Re: RE
operman, 12/02/2009 17.34:



Dove aveva studiato?
Al CEPU?
Nella speranza che il CEPU non si offenda.





Non capisco cosa intendi con: Ma non è un globulo rosso, nè bianco, ne piastrina, nè plasma.

Se parli in senso ironico bene, perchè il globulo rosso e il trasportatore dell'emoglobina, per cui, l'emoglobina senza il globulo rosso non va da nessuna parte.

Ecco perchè la rivista dice che l'emoglobina è il 33% del globulo rosso.
13/02/2009 20:11
 
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Onestamente, i comitati sanitari non sono sorti allo scopo di costringere i TG a rifiutare il sangue, ma a supportarli nelle scelte delle terapie che rispettassero le coscienze individuali.

Cosa intendi per terapie?
Le terapie sono atti medici.
Se alludi al sangue, ti ricordo che il rifiuto e dettato dal fatto che una trasfusione viene considerata, dai Testimoni, una forma di alimentazione e per questo, in ubbidienza al comando divino va rifiutata.

Chiaramente, come in tutte le cose, qualche comitato può aver ecceduto nell'applicazione delle direttive.

Quali direttive?
Quelle sulle "metodiche" i "rimedi" le "alternative" i "farmaci suggeriti dallo schiavo"?



ma per esperienza diretta, avendo lavorato a contatto con medici chirurghi ed anestesisti, posso affermare con libertà di parola che la maggioranza d'essi svolge il compito con sincerità e nell'esclusivo interesse del paziente TG.

Per coerenza, quanto vi dovevo.
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