13/12/2004 12:54 |
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Nella TNM il passo di Matteo 18:18 viene reso in questo modo:
«Veramente vi dico: Tutte le cose che legherete sulla terra saranno state legate nel cielo, e tutte le cose che scioglierete sulla terra saranno state sciolte nel cielo».
Il verbo è al passato, e fa comprendere quindi che le decisoni prese dagli apostoli seguono in ordine di tempo quelle che sono già avvenute in cielo.
Nelle altre versioni invece si legge:
«Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo». (Nuova riveduta)
«In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo». (CEI)
In questi casi il verbo è al futuro. Secondo questo modo di tradurre, prima si decide sulla terra e poi in cielo.
Qual è la traduzione più corretta?
Achille |
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15/12/2004 17:25 |
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Nella traduzione geovista il verbo è al futuro anteriore passivo, nella nostra al futuro semplice, stessa diatesi.
In greco c'è un participio perfetto medio-passivo. Normalmente il participio perfetto indica una condizione durevole o il risultato perdurante di un'azione compiuta, tuttavia, è il caso di precisarlo, non indica di per sé un rapporto di anteriorità o contemporaneità con l'azione del verbo principale: è il contesto che permette di precisarlo. Di solito si dice che il participio presente viene usato per le azioni che si stanno svolgendo, il participio aoristo viene usato per esprimere anteriorità (ovviamente teniamo a mente il valore puntuale dell'aoristo). In effetti il passo è ambiguo, il perfetto non ha valore né durativo né puntuale ma stativo (o forse resultativo), descrive cioè lo stato che permane dopo il compimento dell'azione, quindi è il caso di tradurre "tutte le cose che scioglierete sulla terra continueranno ad essere sciolte in cielo, (permarranno sciolte in cielo/resteranno sciolte in cielo" ecc). Mi auguro di aver fatto capire il senso. Se dunque i Testimoni di Geova sperano di ricavare da questo passo un'anteriorità dell'azione fraintendono immensamente la frase.
A presto
[Modificato da Polymetis 15/12/2004 17.30] ---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης) |
15/12/2004 18:36 |
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| | | Post: 645
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Prima in cielo e poi sulla terra secondo i TdG
Scritto da: Polymetis 15/12/2004 17.25.... Se dunque i Testimoni di Geova sperano di ricavare da questo passo un'anteriorità dell'azione fraintendono immensamente la frase.
I Testimoni di Geova intendono la frase in questo senso: prima la decisione viene presa in cielo e dopo sulla terra.
In altre parole le azioni degli apostoli avrebbero semplicemente confermato quello che era già stato deciso in cielo. Lo stesso significato viene dato al passo di Matteo 16:19.
I TdG argomentano che siccome 'il cielo è più alto della terra', non è possibile che siano gli uomini a decidere quello che deve essere poi accettato in cielo.
Mi pare di capire però, da quello che dici, che il testo greco non consente questo significato...
Achille |
15/12/2004 19:05 |
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| | | Post: 313
| Registrato il: 08/07/2004
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E’ solo un sofisma, infatti il testo dice che “ tutto quello che scioglierete…”, quindi il cielo, anche seguendo l’ipotesi geovista, approverebbe tutte le remissioni dei peccati fatte dagli apostoli, sebbene in anticipo. Ergo, gli apostoli possono rimettere i peccati. Che il cielo lo sappia prima o dopo. (E anche da cattolici crediamo lo sappia prima, infatti Dio è onnosciente)
“I TdG argomentano che siccome 'il cielo è più alto della terra', non è possibile che siano gli uomini a decidere quello che deve essere poi accettato in cielo.”
Già, ma è il cielo stesso ad aver dato loro questo potere, quindi non è un’imposizione al Cielo ma un ministero affidato dal Cielo.
“Mi pare di capire però, da quello che dici, che il testo greco non consente questo significato...”
Infatti.
A presto [Modificato da Polymetis 02/08/2005 17.54] ---------------------
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(Κ. Καβάφης) |
16/12/2004 11:22 |
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| | | Post: 541
| Registrato il: 06/08/2004
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Ciao Polymetis
in che senso gli Apostoli possono rimettere i peccati?
Grazie
Seabiscuit |
16/12/2004 12:16 |
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| | | Post: 627
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A Polymetis che dice... e a Seabiscuit che chiede... Polymetis
>Già, ma è il cielo stesso ad aver dato loro questo potere, quindi non è un’imposizione al Cielo ma un ministero affidato dal Cielo.
Preciso
La fede cattolica non intende quel "potere" come un qualcosa che scaturisce dal soggetto che lo applica. "Se alcuno battezza è Cristo che battezza" e così se un sacerdote assolve è Cristo-Dio ad assolvere. Oltretutto logica vuole che a perdonare l'offesa sia l'offeso.
Seabiscuit
>in che senso gli Apostoli possono rimettere i peccati?
Rispondo
Nel senso di avere il potere discrezionale di emettere un giudizio sulla assolvibilità o meno del soggetto (il "potere" concesso da Cristo prevede anche il caso di non assoluzione) e quindi di emettere il giudizio di assoluzione/perdono garantendo (come ministri autorizzati) che esso viene fatto proprio da Gesù/Dio stesso che adopera l'umanità del sacerdote in modo vicario/strumentale per continuare i SUOI gesti salvifici. [Modificato da berescitte 16/12/2004 12.24] ----------------------
est modus in rebus |
16/12/2004 12:46 |
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| | | Post: 651
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Scritto da: Polymetis 15/12/2004 19.05... gli apostoli possono rimettere i peccati. Che il cielo lo sappia prima o dopo. ... è il cielo stesso ad aver dato loro questo potere, quindi non è un’imposizione al Cielo ma un ministero affidato dal Cielo.
Le parole di Matteo 18:18 e 16:19 mi pare abbiano lo stesso significato di queste altre parole di Gesù:
«A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti» (Gv. 20:23 VR).
Secondo la 'logica' della TNM anche questo versetto dovrebbe essere reso "saranno stati perdonati", saranno stati ritenuti". In questo caso però anche la TNM traduce come tutte le altre Bibbie.
E' chiarissimo che qui Gesù diede agli apostoli il potere di perdonare i peccati.
Achille |
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