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Umberto Eco spassoso

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2009 00:25
14/09/2009 23:43
 
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Carissimi,
Un Umberto Eco veramente spassoso. Sarebbe divertente se usasse questo stile nei confronti di chi dico io (leggasi WTS). Ma non possiamo lamentari, noi abbiamo il grande Axlrose. [SM=g1537154]

Vostro MAtisse

Umberto Eco come scrivere bene
Ho trovato in Internet una serie di istruzioni su come scrivere bene. Le faccio mie, con qualche variazione, perché penso che possano essere utili a molti, specie a coloro che frequentano le scuole di scrittura.
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10.Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11.Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
12.I paragoni sono come le frasi fatte.
13.Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14.Solo gli stronzi usano parole volgari.
15.Sii sempre più o meno specifico.
16.La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17.Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18.Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19.Metti, le virgole, al posto giusto.
20.Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21.Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.
22.Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23.C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24.Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25.Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26.Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27.Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28.Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29.Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30.Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31.All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32.Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33.Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34.Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.
35.Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36.Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37.Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38.Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.
39.Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
tratto da: Umberto Eco, La Bustina di Minerva, Bompiani 2000
La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI
15/09/2009 00:21
 
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Mi sento ,culturalmente,terribilmente piccolo! [SM=x570866]
[SM=x570904] [SM=x570904] [SM=x570904]
15/09/2009 00:22
 
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[SM=g1537154] [SM=g1537154] [SM=g1537154] Bravissimo Matisse amico mio mi sono divertita [SM=g1558696] [SM=g1558696] [SM=g1543902] [SM=g1537336] [SM=x570890] BRUNA
15/09/2009 00:46
 
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Bravo, peccato che Eco usi la sua mente per sondare la disgregazione anziché voler vedere l'insieme.
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
15/09/2009 07:24
 
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Re:
Polymetis, 15/09/2009 0.46:

Bravo, peccato che Eco usi la sua mente per sondare la disgregazione anziché voler vedere l'insieme.




[SM=x570923]
Sono d'accordo! [SM=g1660613]
15/09/2009 08:00
 
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Andrò a comprarmi questo libro.
[SM=x570901]

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"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
15/09/2009 09:32
 
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Stupefacente

Ma che bravo Matisse!....Ora puoi rallegrarti nel vederci tutti impallidire dinanzi a tanto sapere! [SM=g1558696]

Grazie, simpaticissimo! [SM=g1537154]
........................
"Dubitare di tutto o credere a tutto sono due soluzioni altrettanto comode che, l'una come l'altra, ci dispensano dal riflettere"
Henri Poincaré




Claudia
15/09/2009 10:01
 
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La lingua ha delle regole. Se non ne avesse dopo un po’ non ci capiremmo. Sarebbe ad un certo punto difficile dire che stiamo parlando la stessa lingua. Tuttavia queste regole non sono immutabili. La lingua italiana, per esempio, non è attualmente esattamente quella codificata in qualche modo nel medio evo. Penso che un discorso analogo valga anche per le religioni. Sono inevitabilmente basate sia su un qualcosa originario e importantissimo, sia sulla tradizione che si è affermata nel corso dei secoli. Io sono nato parlando la lingua cattolica. E' la mia lingua madre, quella che mi fa percepire il divino. Certo potrei imparare altre lingue. Ma penso che non sarebbe mai la stessa cosa. Al di là anche della effettiva conoscenza della grammatica e dell'ortografia, la lingua madre ti consente di comunicare e di sentire cose altrimenti inesprimibili e non intelligibili in lingue imparate più o meno artificialmente. [SM=g1543902]
15/09/2009 10:21
 
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Diceva giustamente Matisse citando Eco che citava Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
Scherzo, ovviamente. [SM=g1543902]
15/09/2009 10:41
 
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Intellettualmente grande, Eco, ma sono convinta che lettera e sintassi e grammatica che meglio rappresenti anche le nostre debolezze è quella inventata da due comici ritenuti, fino a poco tempo fa, minori; quella di Totò e Peppino nel film "Totò e Peppino e la malafemmina".
La ricordare?
Che fossero due intellettuali misconosciuti?
Gabriella
15/09/2009 16:24
 
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[SM=g1543902] Ely









"Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui". (Louis Pasteur)




Aggiungimi a Skype
15/09/2009 21:22
 
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Re:
Elyy., 15/09/2009 16.24:







[SM=g1543902] Ely











ELY .GABRIELLA siete favolose [SM=g1558696] [SM=g1558696] [SM=g1660613] [SM=x570892] [SM=x570890] BRUNA
16/09/2009 00:25
 
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Ecco la trascrizione della lettera dei fratelli Capone:


Signorina (intestazione autonoma)

veniamo noi con questa mia a dirvi, adirvi una parola, che scusate se sono poche ma 700 mila lire ;a noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, c'e' stata una grande moria delle vacche come voi ben sapete . : questa moneta servono a che voi vi consolate dei dispiacere che avreta perche' dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimi di persona vi mandano questo perche' il giovanotto e' uno studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioe' sul collo . ; . ;

salutandovi indistintamente

i fratelli Caponi(che siamo noi)


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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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