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Libro di Daniele

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2009 23:15
14/09/2009 13:28
 
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INTRODUZIONE ALL'ANTICO TESTAMENTO
A cura di Erich Zenger
Editore Queriniana
Data pub. 2005

Trascrivo alcune pagine di questo libro (pp. 771-773) relative alla composizione del libro di Daniele.
1.2 L'ORIGINE

1.2.1 Il processo di composizione letteraria

Più indizi mostrano chiaramente che il libro di Daniele non è nato di getto, bensì deve la sua forma attuale a un processo di formazione piuttosto lungo.
a) Il libro è composto in tre lingue: ebraico (1,1-2,4°; 8,1-12,13), aramaico (2,4b-7,28) e greco (3,24-50.51-90; 13.1-14,42).
b) Nei racconti su Daniele dei capp. 1-7 ci sono numerose aporie [= Difficoltà od incertezza derivante dall’eguale validità di due ragionamenti contrari; difficoltà logica che non permette soluzione. Ndr]: così secondo 1,5 Daniele ha ricevuto una formazione alla corte del re della durata di tre anni, ma secondo 2,1.25 già nel secondo anno di Nabucodonosor egli si presenta davanti al re. Analogamente, secondo 1,19 Daniele è già noto al re, ma secondo 2,25 deve essergli presentato. Il cap. 7 si riferisce al regno di Baltassar, benché secondo 6.29 sul trono vi sia già Ciro.
c) Un criterio ulteriore che attesta la non unitarietà è rappresentato dai cambiamenti del nome di Daniele e dei suoi amici (1,7), che danno la possibilità di integrare nei racconti di Daniele, senza fratture, il cap. 3, nel quale Daniele non compare.
d) Il mutamento della prospettiva narrativa, dove si passa dalla prima persona (7,2-12,13) alla terza persona (1,1-7; 13-14), segnala anch’esso aporie all’interno di Daniele.

Diverse teorie cercano di affrontare adeguatamente questa problematica.

Dopo che sia l’ipotesi dei frammenti, che intendeva spiegare l’origine del libro di Daniele come combinazione di documenti originariamente indipendenti, sia l’ipotesi dell’unitarietà, che vedeva nel libro di Daniele un’opera unitaria ideata organicamente da un autore maccabaico, sono state superate in quanto considerate troppo radicali e unilaterali, è stata sviluppata l’ipotesi di un aumento progressivo. Questa ipotesi recupera gli elementi positivi dell’ipotesi dei frammenti e dell’ipotesi dell’unitarietà, evitando però le rispettive assolutizzazioni. Perciò serve un modello che spieghi la genesi di Daniele con il crescere successivo del materiale del libro stesso. La maggior parte delle ipotesi più recenti sull’origine del libro di Daniele si basa sull’ipotesi dell’aumento progressivo (…)

Attualmente nell’indagine scientifica si sostengono le seguenti tesi:

a) Il materiale più antico del libro è costituito dai racconti dei capp. 1-6. Questi racconti furono ampliati con l’aggiunta di una parte delle visioni dei capp. 7 e 8-12. Il cap. 1 fu tradotto dall’aramaico in ebraico, il cap. 7 fu lasciato in aramaico come anello di congiunzione. I capp. 1-6 provengono dalla diaspora orientale, la visione dei capp. 7 e 8-12 dall’aristocrazia gerosolimitana (J.J. Collins).

b) In Dn 3-6 è possibile individuare due racconti didattico-sapienziali che rappresentavano, nel V/IV secolo a.C., una unità letteraria a sé stante. Questa narrazione tratta del Daniele saggio e giusto (4,1-24.31-34 e 6,1-29). A ciò si aggiungono due esposizioni storiche sul tracollo dell’impero universale di babilonia (4,25-30 e 5,1-30). Questi due elementi verso la fine del III secolo a.C. furono unificati in Dn 4-6 per costituire lo strato fondamentale del libro. Questo strato fondamentale venne ulteriormente elaborato con l’aggiunta di una introduzione parenetica (capp. 1-3) e di una prospettiva visionaria (capp. 7-8). Questi testi furono composti in ebraico a motivo della canonicità. Dopo gli accadimenti del 167 a.C. il libro fu rielaborato e integrato con l’aggiunta di Dn 9-12. Il Daniele proto-canonico ha ricevuto la sua forma definitiva grazie a una rielaborazione post-maccabaica (E. Haag).

c) In Dn 2-7 è conservata un’apocalisse aramaica a struttura simmetrica. Essa era già a disposizione degli autori del libro ebraico di Daniele, i quali in due redazioni (prima redazione: 1.8; seconda redazione: 8,8.11.12°.12.14.16.18.18.24-26a.27b e 9,1-12,13) ampliarono il nucleo aramaico. La prima redazione tramite l’impiego dell’ebraico garantisce al libro l’accesso alla cerchia sacerdotale gerosolimitana. Daniele al cap. 1 diventa membro della casa reale giudaica. Il cap. 8 si riferisce ad Antioco III. La seconda redazione è provocata dall’assalto di Antioco IV a Gerusalemme e quindi va collocata dopo il 168 a.C. Essa rielabora il cap. 8 guardando ad Antioco IV e aggiunge un’appendice al libro della prima redazione (J.-C. Lebran).

d) Dn 4-6 (LXX) rappresenta il precedente stadio storico-tradizionale di Dn 2-7 aramaico. Il testo contiene tre racconti che risalgono a fonti ebraiche e aramaiche del IV/III secolo a.C. e che da un traduttore appartenente al giudaismo egiziano nel periodo ellenistico furono trasferiti in una collezione greca. Il testo aramaico aggiunge ai cap. 4-6 il cap. 3 come racconto della sofferenza e incornicia questa sequenza con i capp. 2 e 7. Una sistemazione più recente si ha con Dn 1 e 8-12 (R. Albertz).

e) Per quanto concerne l’origine del libro di Daniele si possono individuare tre strati, il primo dei quali va collocato dopo il 539 a.C. (…), il secondo a partire dal III secolo (…) e il terzo (…) tra il 198 e il 163 (R.G. Krtaz).

Tenuto presente l’attuale stato della ricerca, è prematuro trarre conclusioni definitive sui dibattiti in corso relativi all’origine del libro di Daniele.
Una mia breve osservazione: tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che il libro attuale sia il risultato di un composizione progressiva, e che il libro di Daniele ha richiesto quindi alcuni secoli per giungere alla formazione definitiva; tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che il cap. 11 di Daniele sia stato scritto in epoca maccabaica (2° sec. a.C.) e si riferisca ad Antioco IV.

Saluti
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 14/09/2009 13:31]
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