Chiarimenti su Daniele (1)
Caro virtesto,
certo, Porfirio ha dichiarato nel suo libro "Contro i Cristiani" che l'autore del libro fosse un giudeo vissuto nel periodo dei Maccabei, ma quanto prenderesti in considerazione un libro così dichiaratamente fazioso. Non l'ho letto, ma chissà quante cose lassative dice, ma evidentemente su questo ha ragione visto che è stato ripreso nel XVIII secolo. Analiziamo allora le cose punto per punto, cioè obiezione per obiezione.
1) Il testo di Daniele è in tado aramaico occidentale (in Babilonia si parlava l'aramaico orientale) che veniva usato in Palestina dopo l'esilio. L'ebraico è tardo ebraico e contiene molti prestiti dal greco che ne indicano una datazione in periodo ellenistico.
Risposta
L'aramaico di Daniele non è tardo aramaico occidentale. Molti studi hanno dimostrato che si tratta di Aramaico Imperiale (ligua letteraria ufficiale degli Assiri, Neo-Babilonesi e Medo-Persiani). L'aramaico di Daniele è molto simile a quello di Esdra e ai papiri di Elefantina. L'apocrifo della Genesi (1QGen Ap) scoperto a Qumram è in aramaico occidentale ed è molto diverso dall'aramaico di Daniele.
Per quanto riguarda l'ebraico, quello di Daniele è simile a quello di Ezechiele, suo contemporaneo. I testi ebraici di Qumram (Manuale di Disciplina, ecc.) ed il testo dell'Ecclesiastico sono di ebraico più recente e non corrispondono all'ebraico di Daniele.
Per quanto riguarda le parole greche esistono solo tre parole in tutto il testo e indicano tre strumenti musicali. Se fossero del periodo ellenistico dovrebbe contenere molti più termini, soprattutto amministrativi, politici e governativi. Invece sia nell'ebraico che nell'aramaico il testo contiene non meno di quindici termini persiani e tutti riguardanti questioni amministrative, governative e politiche. I termini greci infatti non indicano una scrittura più recente, ma sono solo sintomo della presenza documentata di greci che già all'epoca di Sargon (722-705 a.C.) erano stati portati come prigionieri nella regione e più volte sono stati usati mercenari greci (es. nella battaglia di Carchemish, 605 a.C). Ci sono perfino tavolette che tavolette in neo-babilonese che parlano di carpentieri e costruttori di navi di origine greca. L'importazione di strumenti musicali dalla Grecia non è affatto una cosa sorprendente.
2) Un'altra obiezione è la presenza di una serie di errori storici. Daniele parla della deportazione al 3° anno di Joiakim, mentre Geremia ne parla al 4° anno. Dario era Persiano e non Medo come afferma Daniele e non ha conquistato Babilonia. Infine non poteva esserci Belsazar perché l'ultimo re babilonese è stato Nabonide, suo padre.
Risposta
Innanzitutto Daniele usa il calendario "secolare" che iniziava con la prima luna piena dopo l'equinozio di autunno; Geremia invece usa il calendario religioso, che inizia alla prima luna piena dopo l'equinozio di primavera. In pratica ci sono sei mesi di differenza tra l'uno e l'altro e la conquista di Gerusallemme avvenne proprio in questo lasso di tempo, quindi nessuno dei due sbaglia.
Per quanto riguarda "Dario il Medo", una ricostruzione storica basata su Kyropaideira (Senofonte), Erodoto, Ktesia e Beroso (babilonese), dimostra che Dario il Medo è Ciassarre II re di Media, zio di Ciro, che ricevette da lui il regno sui Caldei, una parte di Babilonia. Ciò corrisponde al racconto di Daniele.
Infine Belsazar fu elevato a dignità regale dal padre quando era ancora in vita come suo secondo. Esistono tavolette cuneiformi che parlano di Belsazar "figlio del re" ed in effetti anche Daniele come governatore era terzo nel regno (5:13) che dimostra la coreggenza di Belsazar.
«Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». [...] «Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi».