brian67, 13/09/2009 19.37:
Sui punti prima di questa frase quotata, sono d’accordo con te mio caro Kalos.
Anch’io ho conosciuti tantissimi bravi anziani. In circa 40 anni di associazione.
Peccato che molti di essi, che consideravo bravi anziani, si sono dimostrati un fallimento nella prova.
In pratica Kalos, quando ti accorgi che una persona è una brava persona?
Quando va tutto liscio come l’olio?
Non metto in dubbio che molti anziani sono ai nostri occhi delle persone meravigliose.
Ma molti di essi cambiano completamente atteggiamento, una volta che sorge un problema.
Molti che si dimettono, lo fanno solo dopo . . . quando sono diventati un pessimo esempio per tutta la congregazione, non essendo più liberi di parola. Ho sono stufi di sentirsi dire dai fratelli che richiama: “ Pensa alla tua famiglia prima di puntare il dito su di me”.
Però fin quanto che nessuno sa niente (pubblicamente) rimangono nell’ombra coperti da altri anziani continuando ha svolgere le parti in tutti i suoi aspetti.
Non voglio generalizzare ma il più delle volte è cosi.
Un abbraccio Brian
Ciao carissimo,
giustamente tu menzioni vari casi reali ma correttamente non generalizzi: anche, se, e lo dico a malincuore, ho lavorato anche io con anziani poco interessati al gregge e in maggior misura "al prestigio".
Sinceramente non ho incontrato spesso situazioni di "copertura da parte di altri anziani, semmai corpi di anziani che mostravano pazienza e davano più opportunità per cambiare a colui che non manifestava un buon atteggiamento, in virtù del fatto che "costruire" un buon anziano richiede molti anni e distruggerlo in un attimo sarebbe assai facile, come un buon chirurgo che commetta un errore in buona fede, non necessariamente viene radiato in automatico.
Quando ho dovuto giudicare l'operato di altri anziani, non l'ho mai fatto con eccessiva durezza nè con leggerezza, e neppure con sentimentalismo: se era necessaria una rimozione la proponevo, ma solo
se assolutamente indispensabile e dopo aver valutato ragionevolmente tutti i fattori implicati.
Hai ragione quando affermi che sotto pressione, nelle difficoltà, si deve dar prova del proprio valore e non tutti gli anziani sono in grado di affrontare tale onesto esame, alcuni infatti sono anziani di congregazione ma non sono "uomini fatti" non possedendo gli attributi ma, ripeto, ritengo siano una minoranza in rapporto al loro gran numero e parlo con cognizione di causa perchè in tutta Italia ne ho conosciuti centinaia invece di buona levatura.
Sono gli stessi anziani che, incontrandomi, non si fanno scrupolo nell'avvicinarmi e rivolgermi la parola, in cuor loro probabilmente allo scopo di guadagnarmi" manifestando, comunque, un livello di spiritualità superiore ad altri.
un abbraccio
kalos