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Uso ed abuso della Bibbia

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2009 18:35
05/09/2009 11:33
 
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Invio per ulteriori riflessioni questo mio scambio di email con un esperto dell'argomento cristianesimo




> Scrivo la seguente per chiedere una vostra cortese risposta ad un
> quesito che ogni tanto Chattando con amici viene fuori.
> Riguarda il presunto divieto imposto dalle autorità ecclesiastiche ,
> di leggere la bibbia senza essere guidati da un sacerdote, a voi
> risulta che sia mai esistito, in che periodo eventualmente è rimasto
> in voga, esistono documenti che si possano consultare parlanti di
> questo divieto.
> Io ho persino letto che c'era la condanna a morte per chi non lo
> rispettava, ma dicono che sono fandonie, che mi potete dire?
> Vi ringrazio per la cortese attenzione
>
>
> flabot








Ciao carissimo Flabot, io purtroppo mi occupo in modo più approfondito
del cristianesimo primitivo, perciò le seguenti informazioni non
saranno abbastanza approfondide, però ho fatto del mio meglio.

Ai cristiani era proibito leggere la Bibbia.
Incredibile ma vero. In certe epoche tradurre la Bibbia in una lingua
comprensibile al popolo era un reato che poteva costare la vita.
Tenere un Vangelo in casa era vietato a chiunque non fosse un sacerdote.
Ebrei, cristiani e musulmani vengono chiamati anche i ?popoli del
Libro?, poiché basano la propria fede, i propri precetti e le proprie
usanze su dei testi dettati (o comunque ispirati) da Dio. Ne consegue
che, secondo queste religioni, il credente abbia non solo il diritto
ma addirittura il ?dovere? di leggere, studiare e capire le Scritture.
Ad esempio nel mondo protestante la lettura e la conoscenza della
Bibbia rappresenta una tradizione. Invece nel mondo cattolico solo da
pochi decenni i vertici della Chiesa si sono posti il problema di una
?alfa betizzare biblica? dei fedeli.


Bibbia = Eresia
Sembrerebbe logico, quindi, che la Chiesa a quest?epoca promuo?
vesse con energia la traduzione della Bibbia nelle nuove lingue nazio-
nali, in modo che i fedeli potessero, se non studiarla (in pochissimi
sapevano leggere e scrivere), almeno sentirla recitare in una lingua
comprensibile. E invece no. Anzi, a partire dal ?200, tutti i tentativi di
rendere le scritture comprensibili al popolo furono addirittura con-
dannati e i loro artefici perseguitati. Come mai? Gli eretici e in genere
coloro che contestavano il potere della Chiesa, utilizzavano le Sacre
Scritture per dimostrare al popoio come la Chiesa ufficiale si fosse
ormai allontanata dall?originario comandamento evangelico di
povertà e umiltà.
Nel 1199 papa Innocenzo III (il promotore della crociata contro i
càtari) si scagliò contro quei laici, uomini e donne, che ?...in segrete
adunanze, si sono arrogati il diritto di esporre tali scritti e di predica-
re gli uni agli altri?. Epistola Cum ex iniuncto del 12 luglio 1199
Nel 1229 il Concilio di Tolosa, convocato proprio
nella zona della Francia meridionale dove erano appena stati stermi-
nati decine di migliaia d?eretici, proibì ai laici di possedere e leggere
la Bibbia, specialmente in volgare, con l?eccezione dei Salmi e dei
passi contenuti nei breviari autorizzati. David Christie-Murray, I
percorsi delle eresie, Milano, Rusconi 1998, pag.156.
Di fatto, lo studio e la predicazione della Bibbia erano affari riser-
vati del clero. Coloro i quali osavano infrangere tale status quo corre-
vano il rischio di essere tacciati di eresia e di essere mandati al rogo.
È possibile persino affermare che, a partire da questo periodo, non ci
fu più processo contro eretici nel quale agli imputati non fosse mossa
anche l?accusa di ?traduzione e lettura non autorizzata dei Vangeli?.

La Bibbia al rogo

Nel 1558 l?inquisitore di Venezia proibì ai tipografi della città di
stampare traduzioni in volgare.
L?Indice (l?elenco dei libri che ai cattolici era proibito leggere o
pos sedere, se non con uno speciale permesso dell?autorità
ecclesiastica) del 1559 vietava in modo perentorio a chiunque di
stampare, leggere o possedere una Bibbia tradotta in qualsiasi lingua
volgare, salvo licenza concessa dalla Santa Inquisizione di Roma.
Successive edizio ni dell?Indice revocarono almeno in parte il
divieto, che però fu man
tenuto dai prelati più zelanti.
Nel 1571 il vescovo di Cagli e Pergola vietò alla clarisse del mona
stero di Monteluce la lettura della Bibbia in italiano)
Il nuovo Indice del 1596 ripristinò il divieto. ?La Chiesa si appre
stava, con un?operazione senza precedenti, a sopprimere ogni residua
traccia del testo sacro in italiano?. [Fragnito 1997, pag. 197] Nei
decenni successivi centinaia di Bibbie e Vangeli proibiti furono
sequestrati da chiese, conventi, abitazioni private e dati alle
fiamme. Si trat tava non solo di opere scritte da eretici o
protestanti, ma di traduzio ni approvate e commentate da ecclesiastici
cattolici.
Nel 1605 l?ambasciatore veneziano Francesco Contarini, perorando
la causa della Serenissima, minacciata da un Interdetto papale,
affermò che i teologi veneziani nelle loro predicazioni non attaccava
no la Santa Sede, ma si limitavano a esporre passi delle scritture.
Papa Paolo V allora sbottò: ?Non sapete voi [ il tanto legger la scrit
tura guasti la religione cattolica??. [Fragnito 1997, pag.130]
Bisognerà aspettare il 1758 per rivedere in Italia delle traduzioni in
volgare delle Sacre Scritture.

Fragnito Gigliola, La Bibbia al rogo: la censura ecclesiasticaei
volgarizzamenti della scrittura (1471- 16059 Bologna,Il Mulino, 1997






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