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"Non fategli la trasfusione", battaglia tra medici e parenti

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2009 13:53
25/08/2009 17:12
 
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"Non fategli la trasfusione", battaglia tra medici e parenti

Un testimone di Geova in pericolo di vita. Emoglobina troppo bassa, l'ospedale chiama i giudici: autorizzateci all'intervento. Su un foglio scritto un anno fa le sue volontà. Convivente e figlia ne chiedono il rispetto

di Sarah Martinenghi

La scelta è tra rispettare la volontà del paziente o fare tutto il possibile per salvare una vita. C´è un uomo ricoverato in gravi condizioni in rianimazione, il suo valore di emoglobina è bassissimo, ed è altamente probabile che solo una trasfusione di sangue potrà salvarlo. Ma lui è testimone di Geova, e la sua religione gli impone di rifiutarla: su un foglio, firmato oltre un anno fa, le sue volontà sono chiarissime. Di fronte alla possibilità sempre più concreta di ora in ora che l´uomo entri in serio pericolo di vita, ai medici non è rimasto altro che chiedere a un giudice tutelare l´autorizzazione a procedere ugualmente, o meno, alle cure.

Ma nel frattempo se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, e diventare improvvisamente critica, cosa fare? L´ospedale - direzione generale e medicina legale - è di questa linea: la trasfusione si dovrebbe fare comunque anche a costo di una denuncia per "violenza privata". Anche contro quindi la scelta del paziente, perché quel pezzo di carta da lui firmato non può valere come testamento biologico. Fino all´ultimo però il primario intende rispettare la volontà del paziente. E probabilmente spetterà comunque solo al medico curante la scelta di come agire.

Il testimone di Geova, un paziente di circa settanta anni, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell´ospedale Giovanni Bosco, proprio lo stesso dove lavorava l´infermiera Piera Varetto, accusata di omicidio volontario per un bolo di calmante su un quarantenne in fin di vita. In quello stesso reparto è stato portato anche l´anziano: cardiopatico, ha avuto un infarto. Le sue condizioni sono peggiorate col tempo, e si è posta solo in questi ultimi giorni con sempre maggiore urgenza la delicata questione della trasfusione.

I parenti sono stati chiari fin da subito: la figlia e la convivente chiedono a gran voce di rispettare la volontà dell´uomo. Una volontà, per altro, da lui ribadita più volte. C´è stata anche una consulenza psicologica: l´uomo è risultato in pieno possesso delle sue facoltà. Il testimone di Geova ha nominato un amministratore di sostegno: anch´egli però ha negato il consenso alla trasfusione. Le condizioni di salute ora sono state definite dai medici "molto critiche", anche se per qualcuno il valore di 5 gr di emoglobina non è ancora "stato di necessità", sebbene già rappresenti il pericolo di vita. Il paziente passa da stati di veglia - in cui ribadisce che non vuole la trasfusione - a stati di incoscienza.


«Questa situazione è davvero difficile e delicata - ha spiegato il primario Sergio Livigni - perché ci pone di fronte a un problema di coscienza. E´ vero che il dovere del medico è di fare tutto il possibile per salvare una vita, ma suo dovere è anche rispettare la volontà del paziente. Per me è sempre stato un valore importantissimo, ed è quello che ho fatto in altri casi simili in cui è stato possibile adottare altri tipi di cure, e che spero di poter fare fino all´ultimo anche in questo: non utilizzare la trasfusione di sangue». Il testimone di Geova infatti è stato sinora curato con l´eritropoietina, un ormone in grado di alzare la produzione di globuli rossi nel sangue. Lui ha anche accettato il plasma e l´albumina. Ma la trasfusione è vietata, perché «Geova impone di stare lontani dal sangue».

«Speriamo che il giudice tutelare si esprima in tempi rapidi - ha spiegato il direttore generale dell´azienda To2 Giulio Fornero - e che la situazione non diventi ancora più critica. E´ molto probabile che la decisione del giudice sia di lasciare al medico la valutazione e la scelta finale. In questo caso, quello cioè di seria emergenza e pericolo di vita, allora è da preferire salvare una vita, con il rischio di incorrere in una denuncia per violenza privata, piuttosto che per omicidio colposo. Ma al momento speriamo che questa scelta di coscienza del medico curante non debba essere così necessaria».
(25 agosto 2009)

Fonte: torino.repubblica.it/dettaglio/Non-fategli-la-trasfusioneBattaglia-tra-medici-e-pazienti/1703057?r...

[SM=g1543902]

Bruno
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25/08/2009 17:59
 
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spero che per lui il gudice trovi una soluzione ,non è gusto sprecare una vita per una religione non penso che Dio richieda questo .
Una cosa volevo chiedere leggo che convive ma!!!!...se mi avevano sempre rimproverato il fatto che anni fa non ero sposata e convivevo con il mio attuale marito!!!!!che si sono evoluti anche loro????
ciao BRUNO ti saluto [SM=x570890] BRUNA
25/08/2009 18:01
 
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Dal momento che siamo in argomento desidero sapere quali sono le alternative alle emotrasfusioni di cui blaterano i tdG.
25/08/2009 18:33
 
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cristiano1980., 25/08/2009 18.01:

Dal momento che siamo in argomento desidero sapere quali sono le alternative alle emotrasfusioni di cui blaterano i tdG.

In casi estremi non ci sono alternative.
Questo lo ha detto perfino uno dei medici che opera in un ospedale dove i TdG vanno a farsi operare, perché vengono rispettate le loro scelte.
Vedi la conclusione dell'articolo pubblicato in fondo a questa pagina:

www.infotdgeova.it/sangue/imperia.php

«In caso di necessità, cioè quando la persona si trova in pericolo di vita o in stato di totale incoscienza, il ricorso alla trasfusione diventa però inevitabile, non ci sono alternative di sorta».

Achille
25/08/2009 18:37
 
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Interessante la questione. Il problema non è quello di seguire la volontà del paziente (positiva o negativa che sia per la sua stessa vita) ma è a priori, far capire che il non volere essere trasfusi non è una interpretazione biblica, ma la semplice interpretazione di un pugno di uomini!


Certo però che i giornalisti sono spesso poco affidabili... convivente del tdg................

saluti LP

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"Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere." by Voltaire





25/08/2009 20:52
 
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Re:
bruna454, 25/08/2009 17.59:

spero che per lui il gudice trovi una soluzione ,non è gusto sprecare una vita per una religione non penso che Dio richieda questo .
Una cosa volevo chiedere leggo che convive ma!!!!...se mi avevano sempre rimproverato il fatto che anni fa non ero sposata e convivevo con il mio attuale marito!!!!!che si sono evoluti anche loro????
ciao BRUNO ti saluto [SM=x570890] BRUNA




A quanto io sapevo, la convivenza non era tollerata, ma, forse hanno cambiato le cose.

Quello che non capisco,è che la WTS, impone il divieto alla trasfusione, ma sono possibili i trapianti, ma, non pensano che gli organi trapiantati, hanno sempre una parte di sangue?

E' assurdo che una persona debba morire, perchè uomini hanno dato una interpretazione del tutto fasulla alla Parola di Dio!

Veramente non ci sono parole.

Ciao Velleda
25/08/2009 21:03
 
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Re: Re:
Velda, 25/08/2009 20.52:




A quanto io sapevo, la convivenza non era tollerata, ma, forse hanno cambiato le cose.

Quello che non capisco,è che la WTS, impone il divieto alla trasfusione, ma sono possibili i trapianti, ma, non pensano che gli organi trapiantati, hanno sempre una parte di sangue?

E' assurdo che una persona debba morire, perchè uomini hanno dato una interpretazione del tutto fasulla alla Parola di Dio!

Veramente non ci sono parole.

Ciao Velleda



E dagli tempo [SM=x570867] !. Tra un pò il CD lo scoprirà e vieteranno (nuovamente?) i trapianti [SM=x570867]
[Modificato da cristiano1980. 26/08/2009 19:40]
26/08/2009 19:36
 
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"Lo guardiamo lottare per vivere ma non tradiamo la fede in Geova"
Giovanni Bosco, la famiglia insiste: niente trasfusioni
di Federica Cravero

La moglie non lo abbandona un attimo. Dicono che lui, torinese di 69 anni, ex titolare di un´attività di ristrutturazione, si tranquillizzi e stia meglio non appena lei gli stringe la mano, quando al mattino presto arriva nel reparto di Rianimazione al terzo piano dell´ospedale Giovanni Bosco. La figlia, fuori, ogni tanto le dà il cambio. Il figlio, che l´ha soccorso e l´ha rianimato quando è stato colpito dall´infarto, non ha il coraggio di vedere il padre in quelle condizioni disperate e attende con angoscia notizie dai medici seduto nella sala d´attesa. E sono 25 giorni che vanno avanti così, dal 31 luglio, il giorno dell´infarto che lo ha ridotto in fin di vita. Che lui sia un testimone di Geova da trent´anni, così come la moglie prima di lui e anche quattro dei sei figli, non sembrerebbe avere importanza. Se non fosse per quelle trasfusioni di sangue che, da protocollo medico, dovrebbero essere fatte quando i valori del sangue scendono sotto certi limiti, ma che lui - e la sua famiglia compatta con lui - rifiuta.

«Stiamo soffrendo tanto - raccontano i familiari - ci sono poche possibilità che nostro padre si salvi. E nonostante questo non vogliamo tradire la sua volontà. Anche perché lo diceva sempre: "Non so se avrei la forza per decidere di mia moglie o dei miei figli, ma so cosa voglio per me, e non voglio che mi iniettino sangue". E noi lo rispettiamo».
Una volontà che deriva dalla fede in Geova, che richiede che ci si astenga dal sangue. «Questo significa che non dobbiamo assolutamente immettere nel nostro corpo sangue altrui e neanche il nostro che sia stato conservato - è uno dei loro precetti - I veri cristiani accetteranno altri tipi di terapia, come la trasfusione di prodotti non ematici. Vogliono vivere, ma non cercheranno di salvare la propria vita infrangendo le leggi di Dio».

Quando i livelli di emoglobina si sono abbassati, i medici hanno chiamato i parenti e hanno chiesto conferma di quello che già lui aveva detto, ribadito e scritto: «Nessuna trasfusione». E, per rispettare la volontà religiosa e allo stesso tempo cercare una cura, il primario del reparto, Sergio Livigni, sta utilizzando un prodotto artificiale, un polimero di emoglobina bovina, sperimentato negli Stati Uniti proprio per venire incontro alle esigenze dei testimoni di Geova.
In verità la situazione del paziente, già cardiopatico da anni, pare talmente compromessa e delicata che non è detto che una trasfusione sia un salvavita, anche se potrebbe aumentare le speranze o solamente allungare l´agonia. «Vogliamo però precisare una cosa - continuano i familiari - che in ospedale ci stanno seguendo bene, con la massima attenzione e stanno rispettando in pieno questa scelta di fede. Nostro padre è in cura qui da tanti anni con il progetto Giotto per i cardiopatici. Parlare di battaglia tra noi e i medici non è corretto: certamente i medici ci hanno parlato delle conseguenze che il rifiuto delle trasfusioni potrebbe avere. Ma non hanno mai interferito».

Per il momento il paziente è in condizioni stabili, alterna fasi vigili ad altre di incoscienza, ma l´ospedale sta prendendo provvedimenti per essere pronto nel caso la situazione clinica dovesse aggravarsi. Nonostante ci sia un documento, firmato con tanto di testimoni, del suo rifiuto alle trasfusioni ed egli stesso abbia ribadito più volte il concetto ai medici curanti nei primi giorni di ricovero, oggi il giudice tutelare nominerà un amministratore di sostegno che segua la vicenda. La famiglia in realtà avrebbe già scelto in precedenza una persona di fiducia, ma occorre che ci sia l´avallo del giudice.
(26 agosto 2009)

Fonte: torino.repubblica.it/dettaglio/Trasfusione-la-famiglia:-Rispettate-la-sua-volonta...
26/08/2009 20:04
 
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Re:
Achille Lorenzi, 26/08/2009 19.36:

Altro articolo pubblicato oggi:

"Lo guardiamo lottare per vivere ma non tradiamo la fede in Geova"
Giovanni Bosco, la famiglia insiste: niente trasfusioni
di Federica Cravero

La moglie non lo abbandona un attimo. Dicono che lui, torinese di 69 anni, ex titolare di un´attività di ristrutturazione, si tranquillizzi e stia meglio non appena lei gli stringe la mano, quando al mattino presto arriva nel reparto di Rianimazione al terzo piano dell´ospedale Giovanni Bosco. La figlia, fuori, ogni tanto le dà il cambio.



Peccato che non seguano la volontà di Dio, ma di un manipolo di uomini.
Solo un'osservazione, per amor di verità:
se questo signore è ricoverato in rianimazione mi sembra strano che lascino i parenti al suo capezzale tutto il giorno.
Quando lavoravo in ospedale, le visite in rianimazione erano consentite solo per due ore al giorno.
Saranno cambiati i protocolli o il giornalista aveva bisogno di pathos?
Gabriella
26/08/2009 21:03
 
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questa mail mi è stata inviata da un amministratore di un forum di tdg


La disturbo per informarla che in termini giuridici, la moglie è convivente, pertanto con questo termine si indica anche la moglie legittima.

Solo per correttezza deontologica.

Saluti
xxxxxxx



Per correttezza il termine corretto è coniuge, il termine convivente è utilizzato per la famiglia di fatto (more uxorio).

qui un iterssante link per chiarirsi le idee.

Quindi da questo articolo (non essendoci specificazioni particolari) comprendo che si tratta di convivente e non di coniuge.

Scusate il fuori tema, ma mi sembrava un argomento interessante, giusto per "correttezza deontologica".

Saluti LP



"Lo guardiamo lottare per vivere ma non tradiamo la fede in Geova"
Giovanni Bosco, la famiglia insiste: niente trasfusioni
di Federica Cravero

La moglie non lo abbandona un attimo. Dicono che lui, torinese di 69 anni, ex titolare di un´attività di ristrutturazione, si tranquillizzi e stia meglio non appena lei gli stringe la mano, quando al mattino presto arriva nel reparto di Rianimazione al terzo piano dell´ospedale Giovanni Bosco.



cvd errore della giornalista.
[Modificato da Libero_Pensatore 26/08/2009 22:02]

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03/09/2009 21:51
 
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qualcuno sa nulla di questo signore ?

Immagino che il comitato sanitario lo sorvegli giorno e notte per controllare che non venga fatta la trasfusione !!!

Non voglio dire altro...perchè queste cose mi fanno imbestialire, li manderei via a calci e mi chiedo come sia possibile che gli altri figli NON tdg non facciano nulla per SALVARE LA VITA AL LORO PADRE !!!

[SM=g1537334]
04/09/2009 13:14
 
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Re:
brunodb2, 25/08/2009 17.12:

"Non fategli la trasfusione", battaglia tra medici e parenti

Un testimone di Geova in pericolo di vita. Emoglobina troppo bassa, l'ospedale chiama i giudici: autorizzateci all'intervento. Su un foglio scritto un anno fa le sue volontà. Convivente e figlia ne chiedono il rispettodi Sarah Martinenghi
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scusa bruno: ma se conviveva come poteva essere un tdg?

vedi riquardo a l'emoglobina per poter affrontare un intervento deve essere minimo al 15% perchè dopo puo arrivare a 6-5%:
per es. nel mio caso avevo un emoglobina al 17% dopo 9,30 ore di intervento si è abbassata a 6% questo vuol dire indebolimento totale del fisico e anticorpi.
poi sè ai un fisico che reagisce bene nel giro di 24 ore puoi riprendere.
04/09/2009 13:27
 
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cicciobello36 ha scritto:

scusa bruno: ma se conviveva come poteva essere un tdg?

In un successivo articolo è stato scritto che la "convivente" era la moglie.
Si può benissimo dire che qualcuno convive con la moglie, la figlia, i parenti, ecc. Convivente vuole dire che vive insieme, e non vuol dire solo od esclusivamente senza essere sposati.

Achille
04/09/2009 13:53
 
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Re:
Achille Lorenzi, 04/09/2009 13.27:

cicciobello36 ha scritto:

scusa bruno: ma se conviveva come poteva essere un tdg?

In un successivo articolo è stato scritto che la "convivente" era la moglie.
Si può benissimo dire che qualcuno convive con la moglie, la figlia, i parenti, ecc. Convivente vuole dire che vive insieme, e non vuol dire solo od esclusivamente senza essere sposati.

Achille



Giuridicamente il convivente non equivale al coniuge, ovviamente nel primo articolo si è trattato di un "errore" della giornalista.

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