Polymetis, 17/08/2009 14.12:
"Quindi seguendo questa dottrina del doppio effetto un islamico che si fa saltare perchè la Jihâd rientra tra i suoi doveri, non è un suicida."
Ma cosa hai capito? L'islamico che si fa saltare in aria per uccidere gli infedeli vuole proprio questo, uccidere gli infedeli.
Non vuole uccidere perchè è un assassino.
Vuole obbedire a quello che ritiene un suo dovere, così come gli è stato insegnato. Se gli avessero insegnato a combattere e vincere la guerra santa a suon di tarantella, sarebbe stato uguale. Avrebbe suonato la tarantella. Lo ritiene un suo dovere. Questo è il primo effetto. L'obbedienza.
(così come ogni altro zelante fedele di un altro qualunque Dio si sforza di compiere il suo dovere, anche se in coscienza gli fa male. Non credo che un testimone di Geova si diverta a non accettare le trasfusioni. O che i cristiani del primo secolo si divertissero a farsi martirizzare. Allo stesso modo non credo che un kamikaze si diverta)
Vuole sia il mezzo che il fine, vuole morire
Non vuole, *deve*, che è diverso. Chi ti ha detto che compie il suo gesto con leggerezza?
così se ne andrà in paradiso
contornato da vergini (dottrina non coranica ma comunque insegnata dai loro maestri)
Così come altri andranno nel nuovo mondo con le bestie vegetariane, o in paradiso o dove vuoi. Tutti si aspettano il premio per aver obbedito a un comando di Dio.
Quello che intendo dire con tutto questo è che chiunque decide, spontaneamente o indotto dalle circostanze, di porre fine alla sua vita per un qualsivoglia motivo, compreso quello religioso si sta suicidando. A mio parere la morte che non rientra nel suicidio è quella naturale o accidentale, non quella voluta.
[Modificato da ..Anna.. 17/08/2009 23:22]