Chi si toglie intenzionalmente la vita rivela assoluto disprezzo per la santità della vita e si rende colpevole di spargimento di sangue. Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita. Chi asserisse d’essere vero cristiano con questo atto infrangerebbe violentemente la sua relazione con Geova. In alcuni casi il suicida cede all’influenza di demoni che lo spingono a uccidersi. (Matt. 17:14-18) Con questo atto estremamente egocentrico di omicidio la persona rivela di non avere amore né per i familiari superstiti, né per la congregazione e gli amici e neanche per gli altri abitanti della comunità, poiché reca vergogna e angoscia mentale a tutti coloro che la frequentavano. — Mar. 12:31. TG 01.01.1986 pag.30
Trovo la conclusione circa il suicidio della torre di guardia arbitraria ed immoralmente disumana.
Con che autorità essa determina chi è vero cristiano e chi non lo è? Come può affermare che la relazione del suicida con Dio sia interrotta o danneggiata?
l'egocentrismo semmai lo vedo in una confessione religiosa che si arroga un diritto, cioè il giudizio, che spetta solo a Dio e a nessun altro.