..Anna.., 16/08/2009 0.27:
Visione da credente.
La prima parte della risposta era una risposta da "filosofo", non da credente. In filosofia morale si parla, come ha spiegato Polymetis, della dottrina del doppio effetto. Per un TdG che rifiuti il sangue la morte non è l'effetto voluto, l'effetto voluto l'osservanza di quello che egli crede essere un comando di Dio. La morte è solo l'effetto previsto dall'azione intrapresa, la quale non viene intrapresa al fine di porre termine alla propria esistenza. Quindi, da un punto di vista morale, il rifiuto di trasfondersi, per i TdG, non è una forma di suicidio.
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)