15/08/2009 10:13 |
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Rifiuto del sangue come suicidio?
No, trovo ci sia una discriminazione netta, anche se il fine ultimo è la morte.
Cosa possiamo sapere noi, che fortunatamente non abbiamo dovuto vivere tale scelta del rifiuto di una trasfusione, dei tormenti morali che implica?
Chi si sente costretto al rifiuto vuole vivere e possiamo solo immaginare quanta sofferenza gli costa.
A chi non è Testimone questi patimenti appaiono ancor più assurdi perchè sa che dipendono da un'interpretazione arbitraria della dottrina, ma pur consapevole è costretto a rispettare la volontà di scelta.
Chi invece sceglie il suicidio come ultima spiaggia lo fa, suppongo, perchè non riesce più a tollerare i tormenti che lo gravano e non ha trovato, accanto a sè, chi lo può capire e aiutare.
Sono condizioni estreme, difficili, per chi le subisce e per chi sopravvive e dovrà portare a vita sensi di colpa per non aver potuto/saputo evitarle.
Gabriella |
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