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Rifiuto sangue come suicidio ?

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2009 13:57
14/08/2009 20:49
 
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Citazione: "Giacomo Leopardi fa una distinzione su quelli che potevano essere i motivi di suicidio per le genti del passato e quelli della sua epoca. Dice che gli antichi si uccidevano “per eroismo per illusioni per passioni violente”; mentre i suoi contemporanei lo fanno perché sono “stanchi e disperati di questa esistenza”. Sostiene che il suicidio non può essere considerato un atteggiamento folle, ma al contrario la conseguenza di un logico ragionamento di una fredda analisi razionale. Nonostante il suo pessimismo cosmico definisce il suicidio "la cosa più mostruosa in natura”." WIKIPEDIA

Ecco una Torrediguardia come definiva il suicidio:

Chi si toglie intenzionalmente la vita rivela assoluto disprezzo per la santità della vita e si rende colpevole di spargimento di sangue. Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita. Chi asserisse d’essere vero cristiano con questo atto infrangerebbe violentemente la sua relazione con Geova. In alcuni casi il suicida cede all’influenza di demoni che lo spingono a uccidersi. (Matt. 17:14-18) Con questo atto estremamente egocentrico di omicidio la persona rivela di non avere amore né per i familiari superstiti, né per la congregazione e gli amici e neanche per gli altri abitanti della comunità, poiché reca vergogna e angoscia mentale a tutti coloro che la frequentavano. — Mar. 12:31. TG 01.01.1986 pag.30


Trovate alcune similitudini col rifiuto del sangue?

Sal
[Modificato da Sal80. 14/08/2009 20:49]
14/08/2009 22:57
 
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Sal80., 14/08/2009 20.49:



Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita. [...]


Dubito fortemente che chi arrivi ad un gesto simile sia in possesso delle proprie sane facoltà mentali!









Il tempo è un grande maestro. Peccato che uccida tutti i suoi allievi. (H. Berlioz)
15/08/2009 00:35
 
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Re:
Gocciazzurra, 14/08/2009 22.57:


Dubito fortemente che chi arrivi ad un gesto simile sia in possesso delle proprie sane facoltà mentali!







E perchè mai? Se penso, ad esempio, a un Welby non mi viene in mente una persona mentalmente malata.




15/08/2009 00:43
 
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Re:
Sal80., 14/08/2009 20.49:




Trovate alcune similitudini col rifiuto del sangue?

Sal




In un certo senso rifiutare una cura salvavita equivale a suicidarsi.


Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita.



Sciocchezze. Questa proprio non la condivido..





15/08/2009 01:16
 
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..Anna.., 15/08/2009 0.35:




E perchè mai? Se penso, ad esempio, a un Welby non mi viene in mente una persona mentalmente malata.



Quando dico "facoltà mentali" mi riferisco anche alla parte emotiva, psicologica di una persona.

E Welby non credo proprio che psicologicamente fosse in gran forma..








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15/08/2009 07:31
 
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Re: Re:
..Anna.., 15/08/2009 0.43:




In un certo senso rifiutare una cura salvavita equivale a suicidarsi.


Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita.



Sciocchezze. Questa proprio non la condivido..





La suindicata opinione circa il suicidio è da sempre una interpretazione inesatta di molte religioni che colpevolizzano arbitrariamente chi si toglie la vita.

Molti sono i motivi che spingono un essere umano ad un gesto così estremo ma catalogarlo come atto immorale o di codardia è solo superficialistico e privo di empatia.

e non ha nulla a che vedere con la fede o con il timore di Dio.

Le religioni nel corso dei secoli, si sono arrogate il diritto di giudicare i suicidi, dimenticando che solo Dio ha il diritto di giudicare qualcuno e solo Lui è in grado di conoscerne le motivazioni leggendone i cuori.

Nei secoli oscuri era comprensibile una tale opinione ma oggi, con le moderne conoscenze medico/scientifiche circa il fenomeno, mi sembrano commenti fuori luogo e soprattutto privi di amore.


15/08/2009 10:13
 
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Rifiuto del sangue come suicidio?
No, trovo ci sia una discriminazione netta, anche se il fine ultimo è la morte.
Cosa possiamo sapere noi, che fortunatamente non abbiamo dovuto vivere tale scelta del rifiuto di una trasfusione, dei tormenti morali che implica?
Chi si sente costretto al rifiuto vuole vivere e possiamo solo immaginare quanta sofferenza gli costa.
A chi non è Testimone questi patimenti appaiono ancor più assurdi perchè sa che dipendono da un'interpretazione arbitraria della dottrina, ma pur consapevole è costretto a rispettare la volontà di scelta.
Chi invece sceglie il suicidio come ultima spiaggia lo fa, suppongo, perchè non riesce più a tollerare i tormenti che lo gravano e non ha trovato, accanto a sè, chi lo può capire e aiutare.
Sono condizioni estreme, difficili, per chi le subisce e per chi sopravvive e dovrà portare a vita sensi di colpa per non aver potuto/saputo evitarle.

Gabriella
15/08/2009 17:21
 
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Re:
Vecchia Marziana, 15/08/2009 10.13:

Rifiuto del sangue come suicidio?
No, trovo ci sia una discriminazione netta, anche se il fine ultimo è la morte.
Cosa possiamo sapere noi, che fortunatamente non abbiamo dovuto vivere tale scelta del rifiuto di una trasfusione, dei tormenti morali che implica?
Chi si sente costretto al rifiuto vuole vivere e possiamo solo immaginare quanta sofferenza gli costa.
A chi non è Testimone questi patimenti appaiono ancor più assurdi perchè sa che dipendono da un'interpretazione arbitraria della dottrina, ma pur consapevole è costretto a rispettare la volontà di scelta.
Chi invece sceglie il suicidio come ultima spiaggia lo fa, suppongo, perchè non riesce più a tollerare i tormenti che lo gravano e non ha trovato, accanto a sè, chi lo può capire e aiutare.
Sono condizioni estreme, difficili, per chi le subisce e per chi sopravvive e dovrà portare a vita sensi di colpa per non aver potuto/saputo evitarle.
----------------------------------------------------------------------
posso garantirti Gabriella che per un tdg il rifiuto della trasfusione non è un'agoscia o tormento interiore perchè sie convinti che sè muori lo fai per GEOVA DIO. è questo lo provato io di persona intervento cuore aperto 9,30 ore durata.
poi i suicidi la maggior parte succedono perchè il cervello va in tilt accausa dello stress che la vita ci inpone e questi non vanno condannati perchè qua non possiamo sapere cosa è successo veramente.
[SM=x570880] [SM=g1543902] salvatore [SM=g1543902]
15/08/2009 17:51
 
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Chi rifiuta il sangue non persegue il fine di suicidarsi, esattamente come non vuole suicidarsi chi subisce il martirio per non voler rinnegare il nome di Cristo. La morte è l'effetto previsto, ma non voluto, del gesto, che è fatto per altri motivi: non perché si odii ma vita ma perché si vuole essere fedeli a DIo. E' per questo che sono certo che Dio non potrà considerare questi martiri per una falsa dottrina, che però loro non sanno essere falsa, alla stregua dei suicidi.
[Modificato da Polymetis 15/08/2009 17:53]
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
15/08/2009 18:49
 
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Polymetis: E' per questo che sono certo che Dio non potrà considerare questi martiri per una falsa dottrina, che però loro non sanno essere falsa, alla stregua dei suicidi.



Sono anch`io d`accordo su quello che hai detto.

Il fatto è da quale punto di vista si vede la cosa. Dal punto di vista di un NON tdg non la si può capire fino in fondo. Forse un ex-tdg che ha perso qualche familiare a causa del rifiuto del sangue puó capire come ci si sente. In ultima analisi non sono le persone che muoiono a soffrire per il loro gesto, bensì quelle che rimangono. Quindi anche se il suicidio non può essere comparato col rifiuto del sangue, le conseguenze per i parenti e gli amici sono le stesse: sofferenza emotiva.

Sal
16/08/2009 00:27
 
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Re:
Polymetis, 15/08/2009 17.51:

Chi rifiuta il sangue non persegue il fine di suicidarsi, esattamente come non vuole suicidarsi chi subisce il martirio per non voler rinnegare il nome di Cristo. La morte è l'effetto previsto, ma non voluto, del gesto, che è fatto per altri motivi: non perché si odii ma vita ma perché si vuole essere fedeli a DIo. E' per questo che sono certo che Dio non potrà considerare questi martiri per una falsa dottrina, che però loro non sanno essere falsa, alla stregua dei suicidi.



Visione da credente.

La domanda non era, a mio avviso, qual è il punto di vista di Dio di fronte al rifiuto del sangue. E' se il rifiuto del sangue può, in linea generale essere paragonato al suicidio.

Chi compie una scelta estrema, consapevole che tale scelta lo porta inevitabilmente alla morte si sta di fatto suicidando.


[Modificato da ..Anna.. 16/08/2009 00:28]




16/08/2009 00:33
 
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Re:
Gocciazzurra, 15/08/2009 1.16:



Quando dico "facoltà mentali" mi riferisco anche alla parte emotiva, psicologica di una persona.

E Welby non credo proprio che psicologicamente fosse in gran forma..






Io quando penso a facoltà mentali penso a una persona pienamente capace di intendere e volere.

Nessuno di noi, smentitemi se sbaglio, è *sempre* psicologicamente in gran forma. Viste le continue prove che ci pone la vita direi che è proprio il contrario. Ciò significa che per lunghi periodi della nostra vita noi comuni mortali abbiamo insane facoltà mentali?



[Modificato da ..Anna.. 16/08/2009 00:34]




16/08/2009 09:10
 
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Sal80., 14/08/2009 20.49:

Citazione: "Giacomo Leopardi fa una distinzione su quelli che potevano essere i motivi di suicidio per le genti del passato e quelli della sua epoca. Dice che gli antichi si uccidevano “per eroismo per illusioni per passioni violente”; mentre i suoi contemporanei lo fanno perché sono “stanchi e disperati di questa esistenza”. Sostiene che il suicidio non può essere considerato un atteggiamento folle, ma al contrario la conseguenza di un logico ragionamento di una fredda analisi razionale. Nonostante il suo pessimismo cosmico definisce il suicidio "la cosa più mostruosa in natura”." WIKIPEDIA

Ecco una Torrediguardia come definiva il suicidio:

Chi si toglie intenzionalmente la vita rivela assoluto disprezzo per la santità della vita e si rende colpevole di spargimento di sangue. Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita. Chi asserisse d’essere vero cristiano con questo atto infrangerebbe violentemente la sua relazione con Geova. In alcuni casi il suicida cede all’influenza di demoni che lo spingono a uccidersi. (Matt. 17:14-18) Con questo atto estremamente egocentrico di omicidio la persona rivela di non avere amore né per i familiari superstiti, né per la congregazione e gli amici e neanche per gli altri abitanti della comunità, poiché reca vergogna e angoscia mentale a tutti coloro che la frequentavano. — Mar. 12:31. TG 01.01.1986 pag.30


Trovate alcune similitudini col rifiuto del sangue?

Sal




Cambia il metodo, nel senso che non t'impicchi, non ti butti guù da una finestra, o sotto un treno, ma il fine è sempre lo stesso:

con la tua scelta, in questa cosa addirittura indotta con false ed errate informazioni, la persona si "suicida" credendo di offrire un olocausto al dio Geova.

Quello che poi m'inorridisce, è la spietata determinazione con cui sono composte le frasi riportate nella rivista che ho evidenziato in rosso....

Chi ha scritto quel pensiero, non solo mostra di non aver capito proprio nulla su coloro che si suicidano, ma quel che è peggio, mostrano L'ASSOLUTO FANATISMO ED ESALTAZIONE CHE PERVADE OGNI LORO ANGOLO DELLA MENTE!

Oserei dire che veramente costoro hanno dei grossi e gravi problemi di equilibrio mentale! Quel che è peggio... è che proprio con tali problemi siano in testa a una folla per guidarli alla demenza senile di cui sono essi stessi vittime! Dio che scempio! Shalom.



16/08/2009 12:42
 
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..Anna.., 16/08/2009 0.33:




Io quando penso a facoltà mentali penso a una persona pienamente capace di intendere e volere.


Diciamo che ci sono varie definizioni relative a facoltà mentali e/o salute mentale ed io sposo in toto la seguente (il grassetto è mio):

"La salute mentale è uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di
Sfruttare le sue capacità cognitive ed emozionali[…]
"

www.sismpa.it/download/lezioni/La%20salute%20mentale



Nessuno di noi, smentitemi se sbaglio, è *sempre* psicologicamente in gran forma. Viste le continue prove che ci pone la vita direi che è proprio il contrario. Ciò significa che per lunghi periodi della nostra vita noi comuni mortali abbiamo insane facoltà mentali?


Si stava parlando di Welby stremato da circa 40 anni da una terribile malattia e non credo si possa fare il paragone con le comuni prove che ci pone la vita.

Comunque sia ognuno di noi ha il suo personalissimo "punto di rottura" superato il quale, diventa un punto di non ritorno.




[Modificato da Gocciazzurra 17/08/2009 12:35]






Il tempo è un grande maestro. Peccato che uccida tutti i suoi allievi. (H. Berlioz)
16/08/2009 12:59
 
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Re: Re:
..Anna.., 16/08/2009 0.27:



Visione da credente.




La prima parte della risposta era una risposta da "filosofo", non da credente. In filosofia morale si parla, come ha spiegato Polymetis, della dottrina del doppio effetto. Per un TdG che rifiuti il sangue la morte non è l'effetto voluto, l'effetto voluto l'osservanza di quello che egli crede essere un comando di Dio. La morte è solo l'effetto previsto dall'azione intrapresa, la quale non viene intrapresa al fine di porre termine alla propria esistenza. Quindi, da un punto di vista morale, il rifiuto di trasfondersi, per i TdG, non è una forma di suicidio.

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

16/08/2009 13:34
 
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Re: Re: Re:
Trianello, 16/08/2009 12.59:



La prima parte della risposta era una risposta da "filosofo", non da credente. In filosofia morale si parla, come ha spiegato Polymetis, della dottrina del doppio effetto. Per un TdG che rifiuti il sangue la morte non è l'effetto voluto, l'effetto voluto l'osservanza di quello che egli crede essere un comando di Dio. La morte è solo l'effetto previsto dall'azione intrapresa, la quale non viene intrapresa al fine di porre termine alla propria esistenza. Quindi, da un punto di vista morale, il rifiuto di trasfondersi, per i TdG, non è una forma di suicidio.
----------------------------------------------------------------------
la discussione parlava di suicidio è come una tw lo definisce.
siamo arrivati alla filosofia, sie parlato di tdg è ex tdg.
ma riflettiamo chè la chiesa cattolica non gli faceva neanche il funerale come i tdg? stiamo parlando di una condizione mentale ammalata perchè solo questo puo portare al suicidio.
poi se vogliamo metterla come credenza cambiamo discussione....... [SM=x570880] [SM=g1543902] salvatore [SM=g1543902]
16/08/2009 16:09
 
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la discussione parlava di suicidio è come una tw lo definisce.
siamo arrivati alla filosofia, sie parlato di tdg è ex tdg.
ma riflettiamo chè la chiesa cattolica non gli faceva neanche il funerale come i tdg? stiamo parlando di una condizione mentale ammalata perchè solo questo puo portare al suicidio.
poi se vogliamo metterla come credenza cambiamo discussione.



Non ho capito nulla. Puoi scrivere in modo sintatticamente corretto avvelendoti della punteggiatura per separare i pensieri?
---------------------
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Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
17/08/2009 00:53
 
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Sonnyp, 16/08/2009 9.10:





Chi ha scritto quel pensiero, non solo mostra di non aver capito proprio nulla su coloro che si suicidano, ma quel che è peggio, mostrano L'ASSOLUTO FANATISMO ED ESALTAZIONE CHE PERVADE OGNI LORO ANGOLO DELLA MENTE!

Oserei dire che veramente costoro hanno dei grossi e gravi problemi di equilibrio mentale!






Kalos52, 15/08/2009 7.31:






Nei secoli oscuri era comprensibile una tale opinione ma oggi, con le moderne conoscenze medico/scientifiche circa il fenomeno, mi sembrano commenti fuori luogo e soprattutto privi di amore.




Sposo totalmente i due pensieri.

Chi induce ad ostracizzare anche chi si toglie la vita non è degno di rispetto umano!
[SM=x570880] [SM=x570881]
[Modificato da Malcom11 17/08/2009 00:53]
17/08/2009 06:52
 
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Re: Si Sal80, eccome!
Chi si toglie intenzionalmente la vita rivela assoluto disprezzo per la santità della vita e si rende colpevole di spargimento di sangue. Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita. Chi asserisse d’essere vero cristiano con questo atto infrangerebbe violentemente la sua relazione con Geova. In alcuni casi il suicida cede all’influenza di demoni che lo spingono a uccidersi. (Matt. 17:14-18) Con questo atto estremamente egocentrico di omicidio la persona rivela di non avere amore né per i familiari superstiti, né per la congregazione e gli amici e neanche per gli altri abitanti della comunità, poiché reca vergogna e angoscia mentale a tutti coloro che la frequentavano. — Mar. 12:31. TG 01.01.1986 pag.30


Trovo la conclusione circa il suicidio della torre di guardia arbitraria ed immoralmente disumana.

Con che autorità essa determina chi è vero cristiano e chi non lo è? Come può affermare che la relazione del suicida con Dio sia interrotta o danneggiata?

l'egocentrismo semmai lo vedo in una confessione religiosa che si arroga un diritto, cioè il giudizio, che spetta solo a Dio e a nessun altro.

17/08/2009 07:41
 
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Re:
Sal80., 14/08/2009 20.49:

Con questo atto estremamente egocentrico di omicidio la persona rivela di non avere amore né per i familiari superstiti, né per la congregazione e gli amici e neanche per gli altri abitanti della comunità, poiché reca vergogna e angoscia mentale a tutti coloro che la frequentavano.



Anche per i cattolici il suicidio è un atto contro l'amore di Dio, poichè spegne la vita che ci è stata concessa, ma per me, è anche un atto di accusa a tutta quella comunità che non è stata in grado e di prevenirlo e di impedirlo "curando" le cause che lo hanno provocato.
Non è accusando di poco amore o di egocentrismo chi lo commette che ci si libera la coscienza. ed è vero che un simile atto porta vergogna e angoscia, ma non perchè un membro della comunità ha infranto una legge divina, ma perchè noi stessi dobbiamo vergognarci e soffrire poichè non abbiamo capito ed agito.
Tanti anni fa, un mio collega si suicidò sul luogo di lavoro e non ho mai dimenticato ed ancora oggi mi rimprovero di essere stata superficiale e non aver capito quanta angoscia e sofferenza lo ha portato a quel gesto.
Gabriella
17/08/2009 11:03
 
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Una delle cose che mi hanno fatto capire come la WTS si ponga fuori dal cristianesimo è questa sua continua smania di giudicare il mondo e il prossimo, mettendolo in confronto con la propria presunta purezza. Sparare giudizi a caso è uno sport nazionale tra i TdG.
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Re:
Polymetis, 17/08/2009 11.03:

Una delle cose che mi hanno fatto capire come la WTS si ponga fuori dal cristianesimo è questa sua continua smania di giudicare il mondo e il prossimo, mettendolo in confronto con la propria presunta purezza. Sparare giudizi a caso è uno sport nazionale tra i TdG.




purtroppo in questo voler giudicare non sono i soli, ahimè
... chi vuol intendere intenda [SM=g1678738]
17/08/2009 11:37
 
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Polymetis, 17/08/2009 11.03:

Una delle cose che mi hanno fatto capire come la WTS si ponga fuori dal cristianesimo è questa sua continua smania di giudicare il mondo e il prossimo, mettendolo in confronto con la propria presunta purezza. Sparare giudizi a caso è uno sport nazionale tra i TdG.




Scusami ma come sono visti i suicidi dalla chiesa cattolica?

... Quanto poi al fatto che una persona possa suicidarsi con lucidità a chiarezza delle proprie facoltà, io lo credo molto difficile... particolarmente nella nostra società! Purtroppo ho vissuto da vicino diverse storie di suicidi e/o tentativi di suicidio, e nessuna delle persone che ha tentato di togliersi la vita o ci è riuscita era lucida... erano persone con grosse crisi depressive, quasi tutte facevano uso di psicofarmaci, e/o stavano attraversano un periodo di crisi famigliare colossale... io non ho mai compreso come si possa arrivare a tanto... ma parlando con due persone che ci hanno provato, mi son resa conto, che sono tutto tranne che egoisti, vivevano soltanto un periodo tragico della vita che si era accavallato ad un momento già difficile, e la mente è andata in tilt, l'unica via d'uscita era morire... Bisogna fare attenzione a trarre semplici conclusioni quando in ballo ci sono questioni tanto delicate...

Mac
17/08/2009 12:36
 
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Scusami ma come sono visti i suicidi dalla chiesa cattolica?



Con tutto l'amore possibile. Non sparando giudizi ma affindandoli alla misericordia di Dio. LA Chiesa cattolica non vuole mettere limite alla misericordia divina, e dunque non assicura che nessuno sia all'inferno, neppure il traditore suicida Giuda Iscariota.
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Re: Re: Re:
Trianello, 16/08/2009 12.59:



La prima parte della risposta era una risposta da "filosofo", non da credente. In filosofia morale si parla, come ha spiegato Polymetis, della dottrina del doppio effetto. Per un TdG che rifiuti il sangue la morte non è l'effetto voluto, l'effetto voluto l'osservanza di quello che egli crede essere un comando di Dio. La morte è solo l'effetto previsto dall'azione intrapresa, la quale non viene intrapresa al fine di porre termine alla propria esistenza. Quindi, da un punto di vista morale, il rifiuto di trasfondersi, per i TdG, non è una forma di suicidio.




Quindi seguendo questa dottrina del doppio effetto un islamico che si fa saltare perchè la Jihâd rientra tra i suoi doveri, non è un suicida.

Io amplierei un attimo il discorso sulle forme di suicidio.

Perchè a mio avviso cambiano le motivazioni, i modi, ma l'effetto ultimo quello è. La morte.Ossia si rinuncia alla propria vita per conseguire l'effetto voluto, quale può essere smettere di soffrire o obbedire a un comando del proprio Dio.





17/08/2009 13:35
 
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Re:
Polymetis, 17/08/2009 12.36:


Scusami ma come sono visti i suicidi dalla chiesa cattolica?



Con tutto l'amore possibile. Non sparando giudizi ma affindandoli alla misericordia di Dio. LA Chiesa cattolica non vuole mettere limite alla misericordia divina, e dunque non assicura che nessuno sia all'inferno, neppure il traditore suicida Giuda Iscariota.



Non posso che trovarmi d' accordo al 100%
Un Dio d'Amore, saprà giudicare equamente ogni persona, non sta a noi uomini giudicare i gesti estremi di queste persone (ovviamente finchè non si nuoce ad altri)

Vado un po' fuori tema dicendo che, umanamente un terrorista è da condannare perchè il fine con cui uccide se stesso è quello di mietere anche altre vittime...
Ma considero sullo stesso piano chi si toglie la vita, fregandosene degli altri usando metodi come il gas condominiale (facendo saltare in aria tutti) chi si butta sotto un treno, un tram, un automobile e similari (facendo ricadere la colpa del suo gesto su persone che non ne possono nulla, portandosi dietro il peso della morte di queste persone a vita)

Insomma, non credo stia a noi giudicare i motivi di cui una persona arriva a gesti estremi, ma cosa ben diversa è se il suo gesto rovina o toglie la vita anche ad altri...

Riguardo il discorso del rifiuto delle trasfusioni per me, non è suicidio, ma OMICIDIO di cui si è macchiata nel corso di questi decenni la società torre di guardia, OMICIDIO perchè i tdg che rifiutano le trasfusioni sono sotto PLAGIO MENTALE






- Grazie Wts, a buon rendere! -

"....vivere è saper disegnare, senza gomma per cancellare..."
17/08/2009 13:38
 
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Re: Re:
D-Diego, 17/08/2009 13.35:



Non posso che trovarmi d' accordo al 100%
Un Dio d'Amore, saprà giudicare equamente ogni persona, non sta a noi uomini giudicare i gesti estremi di queste persone (ovviamente finchè non si nuoce ad altri)

Vado un po' fuori tema dicendo che, umanamente un terrorista è da condannare perchè il fine con cui uccide se stesso è quello di mietere anche altre vittime...
Ma considero sullo stesso piano chi si toglie la vita, fregandosene degli altri usando metodi come il gas condominiale (facendo saltare in aria tutti) chi si butta sotto un treno, un tram, un automobile e similari (facendo ricadere la colpa del suo gesto su persone che non ne possono nulla, portandosi dietro il peso della morte di queste persone a vita)

Insomma, non credo stia a noi giudicare i motivi di cui una persona arriva a gesti estremi, ma cosa ben diversa è se il suo gesto rovina o toglie la vita anche ad altri...

Riguardo il discorso del rifiuto delle trasfusioni per me, non è suicidio, ma OMICIDIO di cui si è macchiata nel corso di questi decenni la società torre di guardia, OMICIDIO perchè i tdg che rifiutano le trasfusioni sono sotto PLAGIO MENTALE







[SM=x570923] [SM=x570923] [SM=g1660613]
17/08/2009 14:12
 
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"Quindi seguendo questa dottrina del doppio effetto un islamico che si fa saltare perchè la Jihâd rientra tra i suoi doveri, non è un suicida."

Ma cosa hai capito? L'islamico che si fa saltare in aria per uccidere gli infedeli vuole proprio questo, uccidere gli infedeli. Vuole sia il mezzo che il fine, vuole morire così se ne andrà in paradiso contornato da vergini (dottrina non coranica ma comunque insegnata dai loro maestri)
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
17/08/2009 16:05
 
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Mi sembra che questa discussione stia diventando molto interessante. È chiaro che il tema è molto delicato, ma non per questo non si presta ad una profonda argomentazione.

Finora si è detto in questa discussione che il suicidio non può essere simile al rifiuto di trasfusione di sangue, anche se le conseguenze sono del tutto simili.
Come per il suicidio, per le persone che rimangono, si hanno gli stessi problemi emotivi e perchè no, anche conseguenze materiali.
Inoltre, non dimetichiamo che esiste anche il suicidio istigato:

L'istigazione o aiuto al suicidio è un reato previsto dal nostro Codice Penale tramite l'articolo 580, che recita:
« Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1) e 2) dell'articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità di intendere e di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio »
WIKIPEDIA

Adesso una riflessione: Se un tdg in fin di vita dove l`unica salvezza
sarebbe quella di farsi trasfondere, è istigato da parenti tdg, anziani tdg, amici tdg, non è questa una grande istigazione al Suicidio/non trasfusione?
Perchè dico questo? Anche se forse nel suo animo quel tdg non vorrebbe essere trasfuso, in quell`ambiente di soli tdg viene condizionato nella sua scelta.

Sal
17/08/2009 23:13
 
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Re:
Polymetis, 17/08/2009 14.12:

"Quindi seguendo questa dottrina del doppio effetto un islamico che si fa saltare perchè la Jihâd rientra tra i suoi doveri, non è un suicida."

Ma cosa hai capito? L'islamico che si fa saltare in aria per uccidere gli infedeli vuole proprio questo, uccidere gli infedeli.




Non vuole uccidere perchè è un assassino.
Vuole obbedire a quello che ritiene un suo dovere, così come gli è stato insegnato. Se gli avessero insegnato a combattere e vincere la guerra santa a suon di tarantella, sarebbe stato uguale. Avrebbe suonato la tarantella. Lo ritiene un suo dovere. Questo è il primo effetto. L'obbedienza.

(così come ogni altro zelante fedele di un altro qualunque Dio si sforza di compiere il suo dovere, anche se in coscienza gli fa male. Non credo che un testimone di Geova si diverta a non accettare le trasfusioni. O che i cristiani del primo secolo si divertissero a farsi martirizzare. Allo stesso modo non credo che un kamikaze si diverta)



Vuole sia il mezzo che il fine, vuole morire



Non vuole, *deve*, che è diverso. Chi ti ha detto che compie il suo gesto con leggerezza?



così se ne andrà in paradiso
contornato da vergini (dottrina non coranica ma comunque insegnata dai loro maestri)



Così come altri andranno nel nuovo mondo con le bestie vegetariane, o in paradiso o dove vuoi. Tutti si aspettano il premio per aver obbedito a un comando di Dio.

Quello che intendo dire con tutto questo è che chiunque decide, spontaneamente o indotto dalle circostanze, di porre fine alla sua vita per un qualsivoglia motivo, compreso quello religioso si sta suicidando. A mio parere la morte che non rientra nel suicidio è quella naturale o accidentale, non quella voluta.



[Modificato da ..Anna.. 17/08/2009 23:22]




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