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Premi eterni e punizioni eterne, perchè?

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2009 10:21
08/08/2009 20:54
 
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Per voyager62

“Io invece ho letto parole tipo: “Dio non può esistere, se esiste Dachau! Ma ve lo immaginate che coppia Dio e Dachau!” scritte da un povero internato ebreo prima di morire, che facciamo adesso?
Lo mandiano all’inferno?”


Io conoscevo “Dio non può esistere se esiste Auschwitz” di Primo Levi, ma comunque non vedo cosa c’entri con la mia argomentazione. Non ho detto che nei campi di sterminio sia impossibile perdere la fede, ma solo che è possibile non perderla. Non è cioè vero che esistano situazioni così gravi da rendere automatico il perdere la fede: il tuo contro esempio non confuta quanto ho detto. Se anche tu producessi 100 esempi di gente che ha perso la fede in situazioni disperate, il solo esempio di una persona che la fede non l’ha persa confuterebbe la tua idea che esistano situazioni così gravi da rendere impossibile conservare la fede.


“Purtroppo questo mi puzza del voler giustificare il cristianesimo del suo fallimento, non è cambiato nulla e si cerca di giustificare il tutto con presunte prove a cui sottoporre i credenti, ma se da ebreo potevo scegliere di combattere i nazisti con i partigiani, da disoccupato ma a chi diamine devo combattere!”



Questa risposta non risponde a nulla. Giustificare il cristianesimo da quale fallimento? Gesù ha forse detto “seguimi e non ti farai uccidere”? Ha detto il contrario: “Chi mi ama prenda la sua croce e mi segua”, “beati voi quando vi insulteranno e vi maltratteranno”, ecc.


“Eh eh eh, chissà perché tra i Tdg a subire sono i poveri proclamatori che adesso cuociono al sole di agosto in assemblea e non i loro capi?”



Chiedilo a loro, io sono cattolico.


“Il problema, caro Polymetis, consiste nel fatto che anche i dei pagani non sono assistenzialisti,”



Scusa ma stai confondendo due piani. Quello che effettivamente questi dèi fanno, e quello che questi dèi promettono di fare. Quando dico che il paganesimo ha una visione assistenzialista non intendo certo dire che se una persona prega Giove pluvio riesca a far piovere, in quanto per me questo dio non esiste. Non sto valutando cosa questi dèi facciano effettivamente, ma che cosa promettano di fare. Esiste un dio per ogni funzione: agricoltura, caccia, amore, ecc. Gli dèi pagani cioè sono coloro dai quali ci si aspetta aiuto materiale. Come ripeto invece la situazione col cristianesimo è diversa, perché quando Cristo promette la felicità a chi lo segue non si riferisce ai beni materiali, anzi, dice che la fede in lui può portare al martirio, e che va accompagnata con la povertà.


“Nella storia dell’umanità queste parole di Cristo sono state strumentalizzate dai potenti per giustificare le sofferenze dei deboli e per consolarli con la favola del paradiso dopo la morte, mentre per i potenti il paradiso è già qui sulla terra!”



La strumentalizzazione di queste parole non impedisce che di queste si faccia un uso consono. Comunque non parlo della felicità ultraterrena. Un santo è felice anche in questa terra, e può andare incontro al martirio cantando… Cristo ha promesso un genere diverso di felicità per questa terra, che non consiste in quello che il mondo considera fonte di felicità (la ricchezza), ma in una vita esistenzialmente riuscita, in quella gioia cioè che è data dalla mera virtù e non dai beni materiali. Hai perfettamente ragione nel dire che sono parole pericolose, perché possono essere usate per giustificare un disprezzo del mondo e della materia a favore del solo spirito, ed è ancora successo. Bisogna trovare un modo corretto di conciliare gli estremi.


“Il problema è che non pecchiamo con l’obiettivo di allontanarci da Dio, pecchiamo perché siamo fatti di carne e non resistiamo agli istinti carnali, quando i nostri bisogni carnali (nutrirci, vestirci, dimorare) non sono appagati, soffriamo di brutto e non ci preoccupiamo di Dio, ma del nostro bisogno

,”

Naturalmente il tuo obiettivo non è allontanarti da Dio, ma nel peccare per soddisfare gli istinti di cui parli c’è un oblio del Creatore. Se Dio è il sommo Bene, non è forse la pratica del male automaticamente un modo per allontanarsi da Dio ed essere dimentichi delle sue parole. Comunque sia tu che Dio sapete quali sono state le cause degli eventuali peccati che hai commesso, e dunque l’errore non può essere valutato con la stessa severità con cui si valuterebbe il medesimo errore commesso da un riccone. A chi è stato dato di più, viene richiesto di più.


“non dovrebbe Dio sentirsi in dovere di rimediare al danno fatto da chi lo rappresenta in maniera errata e iniqua?”



E’ una visione un po’ troppo interventista, che pretende di sapere che cosa Dio debba fare, e che trasforma Dio in una sorta di bilancia cosmica del karma. In realtà Gesù dice l’esatto contrario, e cioè che Dio fa piovere sia sui giusti sia sugli ingiusti.


“Ma se durante la vita mi viene rifiutata qualunque comunione, ma solo inutili sofferenze,”


Guarda che non è che la comunione t’è stata rifiutata, semplicemente sei tu che, per i più svariati motivi, hai scelto di camminare senza Dio. C’è chi invece proprio nella prova trova la saldezza della sua fede in misura maggiore. Ogni caso è diverso, e io non ho alcuno strumento per giudicare il tuo, solo tu e il Signore potete sapere cosa hai fatto e perché.

“perché quando finalmente potrei aver comunione con Lui, mi dovrei veder rifiutare questa comunione?”



Questo implicherebbe che la tua vita non finisce quando muori, ma dopo che sei morto, in quanto potresti fare un’ultima scelta anche post-mortem, ma a questo punto il valore delle scelte in vita verrebbe vanificato. Se hai camminato lontano da Dio in vita, sarai tu stesso a renderti conto, dinnanzi a Lui, di quello che hai fatto, che hai quello che hai scelto. Questo, come ripeto, non ha nulla a che fare con giudizi sul tuo caso in particolare, sto trattando genericamente.


“anziché richiamare a Lui la creatura e consolarla di quello che ha dovuto soffrire, Dio si limiterebbe a “ratificare” il nostro allontanamento anziché “asciugare ogni lacrima”, ma “le cose passate” non erano passate?”



Le cose sono passate per chi ha mantenuto la fede in lui, in questo caso Dio viene semplicemente a ratificare con la corona della gloria la scelta che l’uomo aveva già fatto in vita, cioè lo stare con Dio. La tua visione di un Dio che, qualunque cosa faccia l’uomo, alla fine lo riprende con sé, annulla la responsabilità umana e la sensatezza stessa del concetto di scelta responsabile. Si avrebbe l’assurdo che, qualunque cosa io farò, Dio forzerà la mia scelta assimilandomi alla comunione con Lui. In questo caso l’uomo sarebbe semplicemente destinato al paradiso e non libero di scegliere il paradiso.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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