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Contro studio della "Torre di Guardia"

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2009 13:23
24/05/2009 16:56
 
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Paragrafo 9:

Dicono che “Provvedendo il riscatto, Dio ‘dimostrò la sua propria giustizia’ (Rom. 3:25,26)”

Chi conosce le dottrine dei Tdg capisce al volo a cosa si riferiscono quando dicono “riscatto” e “giustizia”, per chi non conosce le dottrine dei tdg, spiego subito che loro vedono Gesù Cristo come una “copia” di Adamo, (essere umano Adamo/essere umano Gesù; perfetto Adamo/perfetto Gesù… non hanno minimamente il concetto di deità della persona di Gesù).
Ora, il concetto di “giustizia” citato in quei versetti, secondo il mio modesto parere, non riprende il tipo di giustizia che intendono loro, bensì la giustizia divina in quanto a giusta misericordia che nell’antichità Dio dimostrava loro perdonando i peccati tramite i sacrifici animali. Perché dico questo?

Per spiegarmi prendo spunto dalla nota in calce a queste scritture nella Bibbia ed. Paoline che consulto spesso quando ho un momento di tempo, al lavoro:

“Rom. 3:25,26 mostra due modi attraverso cui Dio mostra giustizia: 1° attraverso la remissione dilazionata dei peccati commessi prima della crocifissione. Questa dilazione, con la remissione finale è frutto della attesa paziente di Dio: Dio non ha fatto scattare la sua ira sul peccato appena commesso. Ha avuto nel passato – e ha tuttora – un atteggiamento di paziente attesa per poter rimettere il peccato: ma per questo, nell’economia salvifica di Dio, occorreva la morte di Cristo. Proprio in vista di questo fatto, Dio ha pazientato, aspettando che l’uomo riconoscesse il suo peccato e desiderasse distaccarsene. C’è quindi, in questa dilazione, un riferimento alla morte di Cristo (altrimenti Dio non avrebbe perdonato il peccato) e un riferimento al pentimento del peccatore. La 2° modalità della rivelazione dell’azione salvifica di Dio è legata al presente: la croce rivela dunque all’uomo d’oggi che Dio è giusto e giustificante, cioè giusto nel giustificare. E’ questa manifestazione totale della giustizia salifica di Dio, a cui tendeva l’istituzione antica dei sacrifici, che il sacrificio della croce porta a compimento e termine”





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