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lista eresie chiesa cattolica

Ultimo Aggiornamento: 20/04/2009 15:12
10/04/2009 21:42
 
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Rispondo rapidamente a tutti, perché oggi sono qui solo di passaggio.

Teodoro Studita ha scritto:



Hai appena detto che il peccato non è commesso è poi dici che la colpa sta nell'allontanarsi da Dio, questo ragionamento traballa terribilmente.



Ho detto che la colpa sta nella lontananza da Dio (la colpa, infatti, è l'effetto del peccato ed il peccato è l'allontanamento da Dio), Dio inteso come fine (non a caso, qualche post fa mi raccomandavo di leggere il tutto in senso teleologico). Ora, la libertà sta nel poter scegliere i propri fini. La dottrina del peccato originale ci dice che la nostra volontà trova una difficoltà “congenita” nell'indirizzarsi a Dio, quale suo ultimo fine e che questo dipende dalla perdita della grazia originaria (la quale ha comportato una menomazione della libertà).


Sono d'accordo nel ridefinire il "peccato originale" come una condizione, ma se è una condizione di base (poiché Dio è infinitamente Altro) automaticamente non c'è alcun peccato, ed il castello agostiniano si frantuma.



La questione è che noi non riteniamo che questa sia una condizione di base, ma che “di base” Dio avesse creato l'uomo dotato della grazia (la quale perfeziona la natura), cioè in grado di poter liberamente indirizzare la sua volontà a Lui senza alcun ostacolo ed essere beato. Avendo però l'uomo liberamente deciso di non avvalersi di questa libertà, si è fatto schiavo del peccato, inaugurando la storia umana come una storia di peccato (e di redenzione).


Viceversa se c'è un peccato effettivo (una umanità che ad un certo punto si allontana da Dio), ecco che torniamo all'eredità del virus con il quale qualcuno ha infettato la nostra natura senza che noi ne abbiamo colpa, a un Dio sadico.



Il peccato originale originato è un abito negativo che comporta la difficoltà (insormontabile, se non interviene la grazia) per l'uomo di indirizzare la propria volontà a Dio. Ora, se la colpa è la lontananza dalla nostra volontà da Dio quale ultimo fine, il peccato originale è una colpa, anche se non una colpa personale. Il fatto è che, in senso proprio, la colpa è solo la colpa personale, mentre il peccato originale comporta una colpa, ma in senso analogico, dove la colpa personale, come dicevo, è l'analogato principale.


Ed è così perché questa devastante antropologia è sconosciuta alla Tradizione e alla Scrittura (salvo esegesi alquanto letterali e/o fondamantaliste), mentre è del tutto funzionale alla nascita a mo' di fungo del Purgatorio e relative indulgenze.



Beh... visto che il purgatorio e le indulgenze sono per i giusti e non per i peccatori (vale a dire, per coloro che sono in grazia di Dio e non per coloro che non lo sono), non vedo come la dottrina del peccato originale ci azzecchi (se non in modo indiretto).


Ma se preferisci possiamo rovesciare i termini del problema e potresti illustrarci dove l'antropologia ortodossa non funzionerebbe, quali punti secondo te sono "deboli", come io sto facendo con quella romano cattolica. In ogni caso sarà uno spunto di riflessione.



Tralasciando le speculazioni di carattere più teologico/antropologico (anche perché siamo andati già fin troppo fuori tema in questa discussione), ti chiedo: se l'uomo non nasce con una “congenita” tendenza al male, se l'uomo non è un legno storto (per usare una azzeccata espressione di kantiana memoria), ma è perfettamente libero di scegliere tra bene e male, perché c'è così tanto male nel mondo, perché per tutti noi è così difficile riuscire ad essere dei santi, mentre ci è così facile essere dei peccatori? Se l'indirizzamento della nostra volontà a Dio quale fine è il puro frutto della nostra libertà, secondo la legge dei grandi numeri, su questa terra, il numero dei santi dovrebbe essere pressappoco pari a quello dei peccatori, ma a me non sembra proprio che le cose stiano così. Questo non dipenderà forse dal fatto che noi possiamo indirizzare la nostra volontà a Dio solo se è Dio che ci viene incontro (tramite la grazia) e che avendo l'umanità originariamente perduto la grazia della comunione con Dio ora noi possiamo rivolgere la nostra volontà a Lui solo nella misura in cui, liberamente, ci abbandoniamo al suo farcisi incontro?

P.Francesco ha scritto:


Un pagano, sia pure "mera causa strumentale" può avere l'intenzione che "la Chiesa ha" amministrando il battesimo? O è l'intenzione del battenzando che conta (ma allora torniamo da capo: se il desiderio ardente di ricevere il battesimo equivale, come CI SI E' DETTO, in tale eccezionale caso al battesimo.... a che serve il battezzatore pagano, a soddisfare che cosa se non un mero ritualismo esteriore, davvero. in altro senso, strumentale)?



L'idea di fondo è che solo il Battesimo, in quanto incorporazione a Cristo, può salvarci. Ora, il Battesimo è il mezzo visibile di una grazia invisibile, pertanto, la grazia può, al limite, essere elargita anche in assenza dell'effettivo Battesimo, qualora ci sia il fervente desiderio dell'incorporazione a Cristo, ma si sia nell'impossibilità di essere battezzati (è quello che viene detto Battesimo spirituale o di desiderio). Questo non toglie che il Battesimo in sé ha una efficacia propria in quanto mezzo visibile della grazia. Ma quali sono gli elementi che dànno efficacia al Battesimo quale veicolo di grazia? La sua forma e la sua materia, mentre il ministro (in assenza di un presbitero o di un battezzato) può essere chiunque, perché, tanto, il ministro vero di questo sacramento è propriamente Cristo. Solo che, per agire quale strumento di Cristo, anche il pagano deve rispettare la forma e la materia del Battesimo, facendo così ciò che fa la Chiesa quando battezza (anche se lui è persuaso che quel rito non abbia nessuna effettiva conseguenza).
Il problema nasce storicamente dal dover valutare se il Battesimo conferito da chi non apparteneva alla Chiesa visibile di Cristo fosse o meno valido (era il caso di coloro che erano stati battezzati da eretici o, come quei dei bulgari a cui faceva riferimento papa Nicolò I, di coloro che erano stati battezzati da individui che non si sapeva nemmeno se fossero effettivamente dei battezzati), questo per un rispetto verso i sacramento stesso, una cui ingiustificata reiterazione appariva come non molto appropriata. Così si è stabilito che purché la forma la materia del Battesimo siano rispettate e purché il Battesimo non sia stato pensato da chi lo ha amministrato come qualcosa che Battesimo non è (magari come una rito magico tendente a caricare il soggetto di un particolare potere o, come per i TdG, come un patto stipulato tra il singolo ed una S.p.a.), il sacramento in oggetto è da considerarsi comunque valido. Certo è che, in caso di dubbio, sarà sempre meglio ribattezzare, tanto male non può fare (come ordinò di fare Gregorio III nel caso di taluni che, essendo stati battezzati al di fuori della Chiesa, non era certo che lo fossero stati con formula trinitaria).

Peraskov ha scritto:


Nell’ordine degli uomini c’è il tempo che pone il primo uomo (o i primi uomini) davanti, poi gli altri a seguire, fino a quelli che ancora non sono ancora arrivati, ma sono già nel pensiero di Dio.

Nell’ordine di Dio (al quale chiedo perdono per questa inescusabile superbia, ma è solo per intenderci) questa categoria non esiste e tutti gli uomini sono contemporaneamente davanti a Lui, compresi quelli che devono ancora nascere; non c’è “il primo uomo” e poi “il secondo uomo” e non c’è perciò questo peccato che ricadrebbe dall’uno all’altro.



L'uomo è un ente storicamente condizionato, ma questo non pone, ovviamente, dei limiti alla grazia di Dio. Anche l'incarnazione di Cristo, la sua morte e la sua Risurrezione sono eventi che hanno una ben precisa collocazione storica (da un punto di vista umano), ma hanno anche una valenza meta-storica. E' l'uomo, che, nella sua materialità, è sottomesso al tempo e, pertanto, è nato dopo Adamo e prima o dopo Cristo, ma questo non conta rispetto alla grazia di Dio. Il sacrificio redentore di Cristo è valido anche per coloro che sono vissuti prima di Cristo e per coloro che, pur essendo vissuti dopo la sua Risurrezione, non hanno mai avuto modo di incontrarne il Vangelo. Dio fa dono della sua grazia a tutti gli uomini, a prescindere dal loro essere o meno stati battezzati con acqua, ma a noi che (per uno strano disegno della storia) siamo stati chiamati all'esplicita sequela di Cristo ha destinato quella grazia sacramentale che può sostenerci lungo l'ardua via intrapresa dal nostro Salvatore.
[Modificato da Trianello 11/04/2009 19:42]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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