Trianello, 05/04/2009 11.27:
Questo è Se si crede, infatti, che la dottrina del Peccato Originale così come è stata elaborata dalla Chiesa (Una, Santa Cattolica e Apostolica) implichi che l'uomo sia "naturalmente" incline al male... beh... significa che non si hanno le idee molto chiare sull'argomento.
Dunque devo evincere che l'allora card. Ratzinger quando scriveva il CCC al n.405 non avesse affatto le idee chiare:
Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, [Cf ibid., 1513] in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata “concupiscenza”)
[grassetto mio]
Mi sembra che, oltre alla grande confusione che regna su questo argomento, il massimo che la Chiesa papista riesca a produrre è riesumare il Concilio di Firenze, vera ciliegina sulla torta di questo assurdo teologico.
Quanto alla domanda di PFrancesco
non vedo perchè se un romano-cattolico prende coscienza di ciò che separa la chiesa in cui è stato battezzato dalla Chiesa Ortodossa, ossia DALLA Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, dovrebbe scontare l'ottusità nelle relazioni ecumeniche dei suoi ex pastori papisti.
La questione è molto seria, non so quanto il ribattezzare sia da percepirsi da parte di chi riceve il battesimo come una sorta di punizione da scontare o piuttosto come una vera rinascita da acqua e Spirito. Stanti le premesse teologiche penso che la scelta si debba lasciare al metropolita (o al sinodo), o addirittura che si possa valutare caso per caso. Penso altresì che se chi diventa ortodosso capisce il perché delle cose non percepirà l'eventuale ribattesimo come un'angheria tra Chiese nella quale sventuratamente si trova in mezzo, ma semplicemente come un atto dovuto.
Cordialità,