Veramente...l'avevi scritto anche tu all'inizio del tuo post!!!
L’eutanasia "passiva“ invece punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita (per es. l’alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici) nel caso di malati inguaribili e terminali. L’“eutanasia passiva“ presuppone il consenso del morente ed è giuridicamente ed eticamente ammissibile.
Con questo rispondo anche a Trianello e dico che non sono d'accordo su quello che afferma, visto che nel testo si fa riferimento ai malati inguaribili e terminali (congiunzione di due condizioni differenti e distinte, non necessariamente complementari l'uno all'altra).
Semmai, possiamo dire che la "terminalità" può essere lo stato finale di un male inguaribile. Ma il malato potrebbe non attendere di arrivare all'ultimo stadio e così in stato di "inguaribilità" (ma non ancora terminale) decide di sospendere la terapia. Magari,tra il momento della sua decisione e quello in cui sarebbe entrato nella fase terminale (quindi, durante uno spazio-finestra più o meno breve)si scopre una nuova cura che potrebbe dare la speranza nella guarigione. Ebbene, in quel caso la sospensione di cure è lecita o no???
Un fraterno saluto.
Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
[Modificato da !Freddie! 23/03/2009 21:44]