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Di nuovo e sempre l'ANIMA

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2009 17:17
21/02/2009 00:31
 
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Ribadisco il mio pensiero, la “verità” del dualismo anima-corpo non è attinente alla filosofia ma alla religione, dove per “verità” si intende quanto è stato rivelato da un ente supremo o quanto è contenuto in un testo sacro.



Il “dualismo” di cui parli non appartiene alla Rivelazione cristiana né alla filosofia scolastica, ma al platonismo ed alle sue varie derive antiche e moderne. La filosofia scolastica parla di dualità corpo-anima, dove l'anima è la forma del corpo, ma è in grado di sussistere separatamente dal corpo in quanto dotata di facoltà indipendenti dalla materia e pertanto di una natura spirituale (che prescinde dal tempo e dallo spazio).


La filosofia, o meglio le diverse correnti e i diversi pensieri che vengono riuniti sotto il nome di “filosofia” si occupano principalmente di indagare e di analizzare il concetto di verità e la validità e i limiti degli strumenti che permettono di indagarla e di analizzarla.



Tu riduci tutta la filosofia al problema gnoseologico, ma il problema gnoseologico è solo uno dei problemi di cui la filosofia si occupa, e nemmeno il più importante, in senso stretto. Ciò, però, non mi stupisce, in quanto non fai che risentire dell'influsso che la svolta cartesiana verso il soggettivismo (per dirla alla Heidegger) ha imposto alla filosofia moderna (ormai dimentica del problema dell'essere).


Con questo non voglio mettere in dubbio possibili "dimostrazioni filosofiche". Ritengo però il pensiero filosofico un’analisi razionale di “secondo livello” che non pretende di definire verità dogmatiche o assunti aprioristici.



Infatti, la filosofia non definisce dogmi (qualsiasi cosa tu intenda con questo termine), ma, attraverso il metodo risolutivo, arriva alla conoscenza delle cause prime dell'essere, sfociando in una forma di conoscenza sapienziale che ha poco a che vedere con i calcoli e l'esattezza delle scienze positive, ma il cui “prodotto” non è meno valido di quello di queste ultime (e sepsso molto più certo).


Il concetto “philosophia ancilla theologiae” inoltre è limitato solo ad una parte del pensiero e delle correnti filosofiche occidentali. Trovo poco corretto voler estendere il concetto alla “filosofia” in generale, soprattutto sostenere che la filosofia contemporanea nel suo insieme abbia mai concepito e definito una “verità” del dualismo anima-corpo (erano gli apologeti cristiani che definivano la propria fede "vera filosofia").



Il problema qui sta tutto in che cosa si intende per filosofia e come si legge la sua storia. Io e Berescitte siamo convinti del fatto che la storia della filosofia non si riduca ad una collezione di opinioni filosofiche più o meno buone, le quali non condividono alcun nucleo comune, e pensiamo che esista una scienza filosofica in grado scoprire delle cose e condurre a delle certezze, scienza filosofica che si è storicamente incarnata dalla tradizione scolastica (arricchita, però, dalle riflessioni di tutti i grandi pensatori del passato e del presente).
Personalmente, ho studiato filosofia in un'università statale, dominata dal pensiero debole e dallo scetticismo più assoluto (per molto tempo sono stato una sorta di scettico anche io), e ci ho messo non poca fatica per arrivare a questa conclusione, maturata attraverso lo studio diretto dei testi della scolastica e, in particolare, tomisti.


Non credo siano utili alla discussione gli “also sprach” di verità rivelate, ma piuttosto un confronto sul terreno delle riflessioni con amore per la sapienza.



Infatti, i manuali di filosofia scolastica non fanno che argomentare a partire dal primum cognitum (della cui solidità si occupa la logica maggiore, che generalmente è il secondo trattato dei manuali suddetti) servendosi solo della forza della ragione naturale.


Potresti condividere qualche riflessione che dimostri come "gli atti del pensiero possono essere qualcosa di reale e concreto tanto quanto lo stesso cervello".



Qui siamo nel novero di quelle verità che non possono essere dimostrate, in quanto non possono essere ricavate da altre verità. Che ogni uomo abbia delle idee astratte e che formuli dei giudizi e dei ragionamenti, per esempio, è un dato di fatto, così come è un dato di fatto che se io apro la testa di qualsiasi persona, dentro non ci troverò queste idee, questi giudizi e questi ragionamenti, in quanto questi ultimi appartengono alla dimensione spirituale. Quello che fanno i riduzionisti è trascurare questo dato e concentrarsi sulle dinamiche materiali che soggiacciono ai processi mentali (in quanto misurabili e “calcolabili”), fino ad arrivare, a volte, a negarlo esplicitamente, considerandolo come un semplice epifenomeno accidentale, privo di una vera esistenza. Le idee, i giudizi ed i ragionamenti non hanno dimensioni e peso, eppure ci sono e mi ronzano “in testa”, ci sono, così come ci sono i miei neuroni. La differenza sta nel fatto i neuroni, con le loro pompe ioniche, esistono nel tempo e nello spazio, mentre le idee, i giudizi ed i ragionamenti esistono nel mio pensiero e sono irriducibili agli enti materiali, appartenendo ad una dimensione “spirituale” che è distinta da quella materiale, ma reale come questa (perché, di fatto, le idee, i giudizi ed i ragionamenti nella mia mente ci sono).
[Modificato da Trianello 21/02/2009 04:06]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

21/02/2009 08:30
 
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A proposito di Oriente e Occidente...
...che sono citati in questi complimenti
>Complimenti per la lucida esposizione. Noto come, almeno su alcuni punti, diciamo di "impostazione" problematica, la tradizione culturale cristiana "orientale" sia, tutto sommato, più vicina a taluni spunti, quanto meno di "metodo", della tradizione ebraica che non al cristianesimo "occidentale".

[SM=x570868] Siamo all'elogio della teologia apofatica contro quella catafatica? [SM=x570868]
A parte che il Papa ha detto che l'Oriente e l'Occidente sono come due polmoni che la Chiesa ha e che deve respirare con entrambi, e a parte che la sede di Pietro sta in Occidente (provvidenzialmente o per sua disgrazia?)
Ma sta di fatto che, almeno per quanto riguarda quel marasma di movimenti religiosi che si rifanno a guru orientali, se uno vuole capirci qualcosa e ricevere un aiuto per liberare/si da miraggi e da "verità" che non hanno alcun fondamento, deve rivolgersi a chi analizzi il fenomeno. E questo non avviene rivolgendosi ad un altro guru apofatico ma ad un occidentale che segue la via del raziocinio; o no? [SM=x570872]

A me è il raziocinio che mi fa dire per esempio che se uno boccia tutto il contenuto di un'enciclopedia solo perché la trova imprecisa riguardo all'ebraismo pecca di illazione, vulgariter fa d'ogni erba un fascio. Io ho, oltre il Devoto-Oli grande, anche uno Zingarelli del 1929 e scorrendolo attentamente posso dire che se uno assimila e tiene a mente anche solo il 20% della lingua italiana esposta su quella vecchia edizione ha sufficiente cultura per meritare una laurea in italiano, nonostante le imprecisioni e ciò che andrebbe aggiornato.[SM=x570892]
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est modus in rebus
21/02/2009 16:59
 
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Re: A proposito di Oriente e Occidente...
berescitte, 21/02/2009 8.30:




[SM=x570868] Siamo all'elogio della teologia apofatica contro quella catafatica? [SM=x570868]



I "complimenti" ricevuti da Francesco riguardavano la mia "esposizione" delle nozioni fondamentali di esegesi rabbinica, e la "semplice constatazione" dei punti di "contatto" che intercorrono tra il metodo della tradizione culturale cristiana orientale e quella ebraico/rabbinica. Non si è "sentenziata" alcuna presunta "superiorità" di un metodo ermeneutico rispetto ad un altro. Nessun "contro".

Inoltre in seno all'ebraismo, sulla scorta di scuole e indirizzi diversi possono trovare posto orientamenti ideologici o teologici differenti; la teologia negativa di Maimonide o quella affermativa dei grandi maestri cabbalisti. Di chi potremo fare a meno? Sommi maestri, che meritano tutto il nostro rispetto, ma non ci si può identificare con una sola generazione, un solo maestro, un solo profeta, una sola scuola, e persino gli interpreti più "autorevoli" sono solo molto autorevoli ed è lecito dissentire da loro.








A me è il raziocinio che mi fa dire per esempio che se uno boccia tutto il contenuto di un'enciclopedia solo perché la trova imprecisa riguardo all'ebraismo pecca di illazione, vulgariter fa d'ogni erba un fascio.


[SM=x570867] Simpaticissimo! E' ci ritroviamo pure d'accordo. Chi boccia tutto il contenuto di un'enciclopedia solo perchè la trova imprecisa riguardo l'ebraismo, si rivela assai imprudente.

Occorrerebbe valutare caso per caso e, trarne le dovute considerazioni. Il constatare che uno specifico argomento, quello in cui sei meglio informato, necessita di opportune correzioni e modifiche, desterà le mie perplessità e mi indurrà a meditare circa l' accuretezza e la qualità di tutti gli altri argomenti trattati nella stessa enciclopedia. Non disponendo dei mezzi e delle preparazione necessaria per poter procedere alla verifica di ogni singola trattazione, il raziocinio mi suggerisce di non attribuire frettolosamente la qualifica di "verità assolute e certificate", al contenuto delle singole voci, e mi invita dunque ad evitare un approccio eccessivamente fideistico e acritico nei riguardi di quanto leggo.
[Modificato da Topsy 21/02/2009 20:17]
23/02/2009 19:30
 
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Re: A proposito di Oriente e Occidente...
berescitte, 21/02/2009 8.30:

...che sono citati in questi complimenti
>Complimenti per la lucida esposizione. Noto come, almeno su alcuni punti, diciamo di "impostazione" problematica, la tradizione culturale cristiana "orientale" sia, tutto sommato, più vicina a taluni spunti, quanto meno di "metodo", della tradizione ebraica che non al cristianesimo "occidentale".

[SM=x570868] Siamo all'elogio della teologia apofatica contro quella catafatica? [SM=x570868]
A parte che il Papa ha detto che l'Oriente e l'Occidente sono come due polmoni che la Chiesa ha e che deve respirare con entrambi, e a parte che la sede di Pietro sta in Occidente (provvidenzialmente o per sua disgrazia?)
Ma sta di fatto che, almeno per quanto riguarda quel marasma di movimenti religiosi che si rifanno a guru orientali, se uno vuole capirci qualcosa e ricevere un aiuto per liberare/si da miraggi e da "verità" che non hanno alcun fondamento, deve rivolgersi a chi analizzi il fenomeno. E questo non avviene rivolgendosi ad un altro guru apofatico ma ad un occidentale che segue la via del raziocinio; o no? [SM=x570872]

A me è il raziocinio che mi fa dire per esempio che se uno boccia tutto il contenuto di un'enciclopedia solo perché la trova imprecisa riguardo all'ebraismo pecca di illazione, vulgariter fa d'ogni erba un fascio. Io ho, oltre il Devoto-Oli grande, anche uno Zingarelli del 1929 e scorrendolo attentamente posso dire che se uno assimila e tiene a mente anche solo il 20% della lingua italiana esposta su quella vecchia edizione ha sufficiente cultura per meritare una laurea in italiano, nonostante le imprecisioni e ciò che andrebbe aggiornato.[SM=x570892]




Esiste una teologia ortodossa, quella dei Padri e fedele alla sinfonia delle dottrine di Fede da loro illustrate e difese, ed esiste una teologia eterodossa (senz'altro molto ricca, molto dotta, ma eterodossa.....tra cui quella romano-cattolica del secondo millennio), quella che pensa di essere "superiore" ai Padri e/o dichiara inopitamente chiusa da secoli e secoli "l'epoca patristica". Punto.
Quanto alle sedi petrine anche il cardinale Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, ben sa che sono tre: Roma, Alessandria, Antiochia (si veda il Suo lavoro sulla Chiesa, pubblicato dalle romano-cattoliche edizione paoline nel 1992), per il resto valgono i canoni dei sette concili della "Chiesa Indivisa".

I "guru" non fanno parte della tradizione cristiana, neppure di quella orientale, anzi, quella orientale diffidando particolarmente di cose come le "rivelazioni private" e gli eccessi mistici soggettivistici di certa tradizione "occidentale".....è ancora più distante dai "guru" (o "santoni" che dir si voglia), di quanto non sia quella del polmone malato.

Shalom
****************************
"Fiume inesauribile della grazia, Spirito Santo, Tu che rimetti i peccati, ricevi la nostra preghiera per il mondo, per i credenti e gli increduli, come per i figli della rivolta: e conducili tutti nel regno eterno della Santa Trinità. Che sia vinto da Te l'ultimo nemico, la morte, e che il mondo, rinascendo attraverso il fuoco purificatore, canti il cantico nuovo dell'immortalità: Alleluya!"
25/02/2009 17:17
 
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Va tutto bene. Ma per non andarcene chissà dove ci porti il cuore...
... a me interessa tornare all'argomento dell'anima, sul quale, se non erro, non vi sono state contestazioni a favore del geovismo.
Il che mi permette di concludere che la Bibbia non può essere presa come fonte di antropologia filosofica poiché su questa branca del sapere, come su ogni disciplina che si studia nelle nostre università, Dio non ha insegnato, nella Bibbia, la verità di come stanno le cose; ma ha lasciato il popolo del tempo (e noi) in balia della loro "opinione" (non verità, ma opinione) che ricerche più acculturate possono legittimamente contestare senza che si imponga un "giù la testa" con la pretesa che su questa verità si sarebbe espresso autorevolmente e con assolutezza Dio in persona.

E ritengo anche pacifico che, indipendentemente dalla concezione monistica, o dualistica, o di maggiore complessità si voglia discettare circa il composto umano, nella Bibbia è detto chiaramente che l'io umano (comunque sia concepita l'entità nel quale risiede) continua ad esistere dopo la morte fisica e si trova a fare i conti con l'Onnipotente, da subito, prima della risurrezione finale.

Così che se il geovismo pensa di smantellare questa "certezza" biblica (che a mio parere corrisponde anche a una certezza filosofica) giocherellando ad equivocare sul concetto di "anima" farebbe un discorso a vuoto, perché a me non interessa appunto tanto definire l'anima in un contesto di critica al geovismo quanto difendere la verità della sopravvivenza dell'uomo, comunque lo si voglia immaginare. E lo dico non sembrandomi davvero una forma di "sopravvivenza" dell'uomo il semplice fatto che la sua entità venga concepita nel geovismo come nullificata dalla morte e di lui rimanga solo il "ricordo della sua struttura memorizzato nella mente di Geova per essere un giorno riprodotto in copia conforme. Mente che, per tale attività di Supercomputer immagazzinatore di dati, è definita nel geovismo "la comune tomba del genere umano" e la futura attività di ricreazione di copia conforme "risurrezione".
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