Ribadisco il mio pensiero, la “verità” del dualismo anima-corpo non è attinente alla filosofia ma alla religione, dove per “verità” si intende quanto è stato rivelato da un ente supremo o quanto è contenuto in un testo sacro.
Il “dualismo” di cui parli non appartiene alla Rivelazione cristiana né alla filosofia scolastica, ma al platonismo ed alle sue varie derive antiche e moderne. La filosofia scolastica parla di dualità corpo-anima, dove l'anima è la forma del corpo, ma è in grado di sussistere separatamente dal corpo in quanto dotata di facoltà indipendenti dalla materia e pertanto di una natura spirituale (che prescinde dal tempo e dallo spazio).
La filosofia, o meglio le diverse correnti e i diversi pensieri che vengono riuniti sotto il nome di “filosofia” si occupano principalmente di indagare e di analizzare il concetto di verità e la validità e i limiti degli strumenti che permettono di indagarla e di analizzarla.
Tu riduci tutta la filosofia al problema gnoseologico, ma il problema gnoseologico è solo uno dei problemi di cui la filosofia si occupa, e nemmeno il più importante, in senso stretto. Ciò, però, non mi stupisce, in quanto non fai che risentire dell'influsso che la svolta cartesiana verso il soggettivismo (per dirla alla Heidegger) ha imposto alla filosofia moderna (ormai dimentica del problema dell'essere).
Con questo non voglio mettere in dubbio possibili "dimostrazioni filosofiche". Ritengo però il pensiero filosofico un’analisi razionale di “secondo livello” che non pretende di definire verità dogmatiche o assunti aprioristici.
Infatti, la filosofia non definisce dogmi (qualsiasi cosa tu intenda con questo termine), ma, attraverso il metodo risolutivo, arriva alla conoscenza delle cause prime dell'essere, sfociando in una forma di conoscenza sapienziale che ha poco a che vedere con i calcoli e l'esattezza delle scienze positive, ma il cui “prodotto” non è meno valido di quello di queste ultime (e sepsso molto più certo).
Il concetto “philosophia ancilla theologiae” inoltre è limitato solo ad una parte del pensiero e delle correnti filosofiche occidentali. Trovo poco corretto voler estendere il concetto alla “filosofia” in generale, soprattutto sostenere che la filosofia contemporanea nel suo insieme abbia mai concepito e definito una “verità” del dualismo anima-corpo (erano gli apologeti cristiani che definivano la propria fede "vera filosofia").
Il problema qui sta tutto in che cosa si intende per filosofia e come si legge la sua storia. Io e Berescitte siamo convinti del fatto che la storia della filosofia non si riduca ad una collezione di opinioni filosofiche più o meno buone, le quali non condividono alcun nucleo comune, e pensiamo che esista una scienza filosofica in grado scoprire delle cose e condurre a delle certezze, scienza filosofica che si è storicamente incarnata dalla tradizione scolastica (arricchita, però, dalle riflessioni di tutti i grandi pensatori del passato e del presente).
Personalmente, ho studiato filosofia in un'università statale, dominata dal pensiero debole e dallo scetticismo più assoluto (per molto tempo sono stato una sorta di scettico anche io), e ci ho messo non poca fatica per arrivare a questa conclusione, maturata attraverso lo studio diretto dei testi della scolastica e, in particolare, tomisti.
Non credo siano utili alla discussione gli “also sprach” di verità rivelate, ma piuttosto un confronto sul terreno delle riflessioni con amore per la sapienza.
Infatti, i manuali di filosofia scolastica non fanno che argomentare a partire dal primum cognitum (della cui solidità si occupa la logica maggiore, che generalmente è il secondo trattato dei manuali suddetti) servendosi solo della forza della ragione naturale.
Potresti condividere qualche riflessione che dimostri come "gli atti del pensiero possono essere qualcosa di reale e concreto tanto quanto lo stesso cervello".
Qui siamo nel novero di quelle verità che non possono essere dimostrate, in quanto non possono essere ricavate da altre verità. Che ogni uomo abbia delle idee astratte e che formuli dei giudizi e dei ragionamenti, per esempio, è un dato di fatto, così come è un dato di fatto che se io apro la testa di qualsiasi persona, dentro non ci troverò queste idee, questi giudizi e questi ragionamenti, in quanto questi ultimi appartengono alla dimensione spirituale. Quello che fanno i riduzionisti è trascurare questo dato e concentrarsi sulle dinamiche materiali che soggiacciono ai processi mentali (in quanto misurabili e “calcolabili”), fino ad arrivare, a volte, a negarlo esplicitamente, considerandolo come un semplice epifenomeno accidentale, privo di una vera esistenza. Le idee, i giudizi ed i ragionamenti non hanno dimensioni e peso, eppure ci sono e mi ronzano “in testa”, ci sono, così come ci sono i miei neuroni. La differenza sta nel fatto i neuroni, con le loro pompe ioniche, esistono nel tempo e nello spazio, mentre le idee, i giudizi ed i ragionamenti esistono nel mio pensiero e sono irriducibili agli enti materiali, appartenendo ad una dimensione “spirituale” che è distinta da quella materiale, ma reale come questa (perché, di fatto, le idee, i giudizi ed i ragionamenti nella mia mente ci sono).
[Modificato da Trianello 21/02/2009 04:06]
-------------------------------------------
Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)