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CREATIVITA’ E PENSIERO ORTOGONALE DEI TdG

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2009 11:25
07/02/2009 11:22
 
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CREATIVITA’ E PENSIERO ORTOGONALE DEI TdG - INTRODUZIONE
Il titolo di questa discussione è liberamente tratto dal testo “Creatività e pensiero laterale” di E. De Bono

PREFAZIONE

Quanto postato da Otello44 nella discussione “Quanto sono reali le statistiche della WTS?” mi ha fornito uno spunto per una disquisizione – una dissenteria cogitativa – in chiave ironica, sulle “geometrie di pensiero” dei TdG, ovvero sull’evidente creatività del corpo direttivo e le conseguenti proiezioni ortogonali del suo pensiero creativo sui fedeli TdG.

Il concetto può essere riassunto secondo il seguente schema:

CORPO DIRETTIVO --> PENSIERO CREATIVO --> PROIEZIONE ORTOGONALE DEL PENSIERO --> TdG

Questo schema di geometria del pensiero viene solitamente utilizzato dal corpo direttivo sia in occasione di modifiche interpretative a precedenti intendimenti dottrinali (creatività interpretativa) che per imporre regole o risolvere questioni pratiche, sviando l’attenzione dei fedeli dalle reali cause del problema (creatività prammatica).

Un esempio geniale, un capolavoro di creatività interpretativa è costituito dall’ultimo intendimento sul termine “generazione” di Matteo 24:34 collegato alla precedente riapertura “ad libitum” della chiamata della classe degli unti. La proiezione ortogonale di questo pensiero creativo è contenuta nella Torre di Guardia del 15/2/2008.

Un esempio di creatività prammatica è invece quello citato in apertura, postato da Otello44 che riporto di seguito.

Dal Ministero del regno di Marzo 2009
Parte : Come usare il libro “Amore di Dio”
per condurre studi biblici. Par:4

“Se uno studente si battezza prima di aver completato i due libri, lo studio dovra’ continuare fino al termine del libro “Amore di Dio”.
Anche se lo studente e’ battezzato potete continuare a fare rapporto del tempo, delle visite ulteriori e dello studio. Anche il proclamatore che vi accompagna e partecipa allo studio potra’ fare rapporto del tempo impiegato.”


Il corpo direttivo ha trovato un’eccellente soluzione creativa per far fronte ad una possibile flessione statistica delle ore di servizio. Il suo pensiero creativo è stato quindi proiettato ortogonalmente sui proclamatori tramite la parte del Ministero del Regno sopra riportata.

Dato che sapere esattamente come il corpo direttivo abbia assunto tale soluzione creativa è altamente improbabile – ma non impossibile come dimostra R. Franz – ho pensato di fornirne una mia ricostruzione in termini creativi “fanta-aziendali”.

L’intento del racconto è di dimostrare che, se analizzata in termini creativi, la creatività del corpo direttivo potrebbe apparire addirittura umoristica.(*)

(*) "umorismo" qui inteso come il "sentimento del contrario", ovvero l’elaborazione razionale del comico che porta ad un sentimento di identificazione e di compassione nei confronti della persona o delle persone di cui ci si prende gioco

Quanto segue è quindi una ricostruzione volutamente “umoristica” di alcuni eventi della storia recente.

L’autore
[Modificato da ghematriah196 07/02/2009 11:50]
07/02/2009 11:25
 
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CREATIVITA’ E PENSIERO ORTOGONALE DEI TdG - PRIMA PARTE
Il presidente, la NASA, una poltrona, una penna

Era l’alba di un giorno imprecisato, di un mese imprecisato dell’anno 2008, in una New York ancora avvolta nel sonno e lambita dalla tenue luce dell’astro nascente.

Nel cuore pulsante di quella città degli affari, in un edificio ben preciso di Brooklyn, sormontato da un enorme cartellone pubblicitario a forma di fortificazione quadrangolare, era stato convocato d’urgenza il consiglio d’amministrazione di una nota e storica organizzazione.

L’organizzazione era stata, in passato, associata all’agenzia governativa civile NASA, finanziando i programmi Mercury, Apollo e Skylab per ottenere in cambio benefici fiscali, concessioni edili e agevolazioni governative. Date le caratteristiche di estrema umiltà e modestia dei i soci, il consiglio d’amministrazione decise che questa informazione non dovesse - assolutamente - essere resa pubblica. Il consiglio del Presidente in una circolare interna rese noto che: “il solo fatto di sapere che l’organizzazione è stata in passato associata alla NASA, potrebbe far inorgoglire gli umili fratelli, facendoli sentire importanti, scatenando vanità, superbia e gelosia, sentimenti in contrasto con i principi scritturali (confronta 1 Cor. 1:29-31, Gia. 3:5, Prov. 8:13, Prov. 16:18, Gal. 5:19-20)”. (*)

(*) esempio di creatività ad uso interno, senza alcuna conseguente proiezione sui proclamatori

Per evitare domande imbarazzanti e mantenere un basso profilo, venne poi inviata una circolare a tutte le filiali dove si comunicava testualmente: “il motivo per cui ci siamo iscritti presso l’agenzia National Aeronautics and Space Administration, conosciuta come NASA, fu quello di poter accedere liberamente al materiale cosmologico e spaziale disponibile presso le biblioteche NASA e di poterne utilizzare i potenti radiotelescopi, con il solo fine di trovare le evidenze scientifiche della dimora di Dio nella costellazione delle Pleiadi”. (*)

(*) questo è un eccellente esempio di come comunicare con successo un pensiero creativo

Il Presidente era già arrivato con largo anticipo nella sala del consiglio e sedeva sulla sua grande poltrona di pelle color bianco-avorio con cupi riflessi vintage giallo-ocra.

In passato si credeva che tale poltrona fosse rivestita “con la pelle dei denti” di un noto personaggio biblico dell’antichità (Giobbe 19:20) e che l’effetto vintage giallo-ocra fosse dovuto al tartaro accumulatosi nei secoli.

La poltrona era difatti l’eredità di un precedente intendimento sulla “pelle dei denti” citata da Giobbe, che veniva intesa in termini letterali. L’interpretazione venne in seguito modificata in chiave simbolica. Secondo il nuovo intendimento “la pelle dei denti” era un simbolo, un semplice modo di dire in uso nei tempi antichi. Di conseguenza anche la poltrona subì la medesima revisione interpretativa: da oggetto reale venne ritenuto da tutti simbolico. Si diceva infatti che il Presidente sedeva sul suo “simbolo” e non sulla sua “poltrona”.

Ma quella poltrona reale di “pelle e tartaro” conservata gelosamente come una reliquia nella sala del consiglio, era un elemento dissonante, un’evidente testimonianza della fallacità del precedente intendimento.

Da alcuni membri del comitato degli scrittori, era stata formulata l’ipotesi di ricoprire la poltrona con una nuova pelle di color marrone scuro, arricchita di graziose scritte, tono su tono, riportanti i commenti e le modifiche al precedente intendimento sulla “pelle dei denti”. Un’analoga iniziativa aveva già ottenuto un enorme successo in passato con la pubblicazione dell’inserto contenente gli aggiornamenti interpretativi al libro “Rivelazione: il suo grandioso culmine è vicino”. Il Presidente però si era mostrato molto contrario, in parte perché ormai si era affezionato alla poltrona, ma principalmente perché il concetto di rivestire un “simbolo” con della vera pelle ne rafforzava ulteriormente la dissonanza intrinseca: non sarebbe concettualmente possibile rivestire un simbolo con qualcosa di reale. Avrebbe significato sostanzialmente dover ammettere che anche la poltrona fosse reale, un oggetto e non un simbolo. Così venne chiusa la discussione e impartito a tutti il consiglio - e l’ammonizione - di restare sempre concentrati sul nuovo intendimento. (*)

(*) in questo caso il pensiero creativo del comitato degli scrittori è stato annichilito dalla forte dissonanza del Presidente, mentre la soluzione adottata è l’altrettanto efficace “rimozione del pensiero”

Su quel “simbolo”, il Presidente all’alba di quel giorno imprecisato, sedeva quasi immobile. Di fronte a lui un notebook acceso che, nella semioscurità della sala, ne illuminava il volto come fosse una visione dell’apostolo Giovanni.

Nella mano destra teneva ben stretta una penna di plastica di color smeraldo, molto economica, con stampata su di un lato una bibbia aperta. Era un “gadget” che lui stesso aveva fatto produrre e distribuire a tutti i responsabili della sede e delle filiali, in occasione della modifica del logo societario. Per il nuovo logo si era infatti optato per una bibbia aperta, dato che la torre, non solo era ormai passata di moda, ma trasmetteva un minaccioso senso di rigidità e di chiusura.

In origine la penna doveva essere realizzata in color pastello azzurro-celeste. Una “penna celeste” per sottolineare il collegamento tra l’organizzazione e il “simbolo celeste” di una famosa città antica, cuore religioso e culturale della nazione ebraica dai tempi del re Davide (Ebrei 12:22). Ma in fase di produzione delle penne, un giovane volontario, assistente alla calibrazione colori, rovesciò per errore un barattolo di giallo primario nell’impasto. Il risultato fu disastroso: tutte le penne furono prodotte in un vivace color smeraldo.

Come se non bastasse il comitato del Presidente aveva già stampato e provveduto a spedire a tutti i responsabili di sede e delle filiali una circolare che anticipava loro la futura spedizione di un gradito dono, la “penna celeste” appunto. Produrre nuovamente una tal quantità di penne avrebbe significato un enorme spreco di risorse e di denaro. Dopo aver convocato un’adunanza straordinaria del consiglio, il Presidente inviò una seconda circolare dove si spiegava testualmente: “dopo una lunga riflessione e un’attenta meditazione sulle scritture, non abbiamo ritenuto opportuno attribuire ad un oggetto terreno un colore che appartiene esclusivamente alla città celeste, ma in armonia con la visione di Rivelazione 4:3-4 abbiamo realizzato la penna con il colore dell’arcobaleno smeraldo, accanto al quale sono posti i troni dei ventiquattro anziani”. (*)

(*) un eccellente esempio di creatività prammatica, volta alla soluzione di una questione altrimenti imbarazzante

Il giovane volontario distratto, causa del misfatto, fu rispedito alla congregazione d’origine, come accadde anche ad un altro giovane ed ingenuo volontario addetto al reparto spedizioni. Durante la fase di spedizione delle penne, rivolgendosi al suo responsabile disse candidamente: “non credi caro fratello che possa essere un gesto molto apprezzato, se noi spedissimo queste penne non solo ai responsabili di filiale ma anche a tutti i fratelli unti delle varie congregazioni, dato che anche loro fanno parte della classe dello schiavo? Dato che prendono gli emblemi, sicuramente in archivio saranno disponibili tutti i loro nominativi e i loro rispettivi indirizzi”.

Fine prima parte.

Continua…
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